La mia coinquilina - Capitolo 3: La storia prosegue
di
Prof_emily
genere
etero
Nota: Questo capitolo sarà il capitolo che farà quadrare molte cose.
La mattina dopo mi ero svegliato alle 2 di pomeriggio, esco dalla camera mia per fare colazione, mentre ero seduto a tavola a bermi un tè caldo con dei biscotti, lei era entrata dalla porta trascinando la sua valigia, quando mi aveva visto in cucina, mi disse: “Ciao William, credevo fossi in giro”
Io: “no, sono rientrato tardi, mi sono visto con degli amici”
Elena:“... come va?”
Io: “Poteva andare meglio” risposi io freddamente
Elena:”Ascolta William, so che ci sei rimasto male, e credevi di poter avere una storia con me, ed ero convinta anch’io prima di tornare a casa”
William: “Ahn si? e cosa ti ha fatto cambiare l’idea?”
Elena:”Dopo tanto tempo che non vedevo Luca (questo era il nome del suo fidanzato), e che stavamo sotto lo stesso tetto, credevo di essermi innamorata di te, ma soprattutto per dei problemi che stavamo avendo io e Luca prima che tornassi a casa, perché alcune delle mie amiche mi hanno detto che avevamo visto Luca in giro con la mia migliore amica, glielo chiesi, mi disse che si sbagliavano, e mi fidai, ma poi successe di nuovo, quindi litigai con Luca, e questo era successo due giorno prima che tornassi, ed ero convinta che avrei lasciato Luca quando sono tornata a casa.” Fece una pausa, togliendosi il giubbotto, mostrando una felpa con la zip tirata sù fin poco sopra il seno, lasciando alla vista una bella porzione, rimasi un attimo interdetto, e lei se ne era accorta, aveva tirato su la zip fino ad coprirsi del tutto, poi aveva ripreso a raccontare:”Quando ero tornata, ho affrontato subito Luca, che mi ha fatto una sorpresa, un set di trucchi che io volevo da tanto, e lui si giustificava che la seconda che l’hanno visto con una ragazza era comprare quel set poichè lui non se ne intendeva per nulla, gli credetti, si era preso due giorni di ferie, abbiamo passato quei due giorni insieme, ed era durante quei due giorni che ho capito che l’amavo veramente tanto, quindi decisi avevo deciso di troncare quello che te ed io stavamo facendo.”
Io: “Quindi io da riserva, mi ero riscaldato, pronto ad entrare in campo, e mi hai messo di nuovo in panchina?”
Elena: “Mi dispiace veramente tanto che tu l’abbia presa veramente così male”
Io: “Ho capito, tranquilla”
I giorni successivi ci siamo evitati entrambi, poi una mattina ci siamo trovati entrambi in cucina, Elena: “William, ti va se andiamo all’università insieme oggi?”
Io:”Va bene” risposi io pensando di fare il buon viso cattivo gioco
Ma durante il tragitto mi ero accorto che non riuscivo a farlo, non riuscivo a sentirmi arrabbiato con lei, mi piaceva, mi dispiaceva per non poter avere una storia con lei, ma non le dò la colpa.
Passammo il tragitto a parlare del più o meno, delle cose che non successe mentre ci evitavamo, a lamentarci di Andrea che continuava a scoparsi la ragazza in camera spargendo i gemiti per la casa, causando sia in me che in lei un carico di eccitazione che una masturbazione non riusciva a soddisfare.
Da quella mattina, abbiamo ripreso a parlarci normalmente, come prima, per qualche mese non era più successo nulla, mentre io qualche volta mi ero nascosto in bagno, avendo la cura di chiudere la porta a chiave, e mi masturbavo furiosamente con le mutandine di Elena avvolto lungo il cazzo, stando attento a non sporcarle.
Poi una sera, era un giovedì, io ero appena rientrato da fuori, c’era Andrea in soggiorno con la morosa, chiesi ad Andrea: “Hai visto Elena? a metà pomeriggio l’ho visto uscire, e non l’ho più vista”
“dovrebbe essere in camera sua, ma stai attento, non è di buon umore” aveva risposto Andrea staccando le labbra da quelle della sua morosa. Una volta lasciato lo zaino in camera mia, avevo bussato alla porta di Elena :”Elena, sono io, posso entrare?”
Elena: “si” disse con la voce piagnucolante
Io: “Che succede? ti ho visto andare via a metà lezione” chiesi sedendomi vicino a lei sul letto.
Elena:”Scusami, ho sbagliato, ho sbagliato tutto” aveva detto scoppiando in lacrime mentre mi dava il telefono, sullo schermo era rappresentato un ragazzo che si baciava con una ragazza rossa e ci stavano dando dentro.
“E’ Luca?” chiesi io
“Sì, con quella troia della mia migliore amica, mi fidavo di lei, mentre le altre mi mettevano in guardia, sul fatto che quei due erano un pò troppo vicini, ma mi fidavo, e ho sbagliato, così ho perso sia la migliore amica che il fidanzato”
“Capita a tutti di sbagliare, di porre la fiducia nelle persone sbagliate”
“Sì ma, sbagliando ho fatto soffrire tu, che nonostante tutto, tu mi sei vicino, da buon amico, mi sostieni nei momenti di difficoltà, e io che avevo scelto lui al posto tuo, mi dispiace” aveva appena finito la frase, non avevo avuto tempo di rispondere che si era lanciata abbracciandomi forte, mentre io le dicevo: “Stai tranquilla, non ti dò colpa, non sono arrabbiato con te” e le battevo sulla schiena cercando di confortarla “Ti amo” aggiunsi io dopo essere rimasto titubante per qualche secondo.
“Anche io” mi aveva risposto lei.
P.S:
Dopo vari equivoci, che voglio evitare d’ora in poi, io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
profemily95@gmail.com
La mattina dopo mi ero svegliato alle 2 di pomeriggio, esco dalla camera mia per fare colazione, mentre ero seduto a tavola a bermi un tè caldo con dei biscotti, lei era entrata dalla porta trascinando la sua valigia, quando mi aveva visto in cucina, mi disse: “Ciao William, credevo fossi in giro”
Io: “no, sono rientrato tardi, mi sono visto con degli amici”
Elena:“... come va?”
Io: “Poteva andare meglio” risposi io freddamente
Elena:”Ascolta William, so che ci sei rimasto male, e credevi di poter avere una storia con me, ed ero convinta anch’io prima di tornare a casa”
William: “Ahn si? e cosa ti ha fatto cambiare l’idea?”
Elena:”Dopo tanto tempo che non vedevo Luca (questo era il nome del suo fidanzato), e che stavamo sotto lo stesso tetto, credevo di essermi innamorata di te, ma soprattutto per dei problemi che stavamo avendo io e Luca prima che tornassi a casa, perché alcune delle mie amiche mi hanno detto che avevamo visto Luca in giro con la mia migliore amica, glielo chiesi, mi disse che si sbagliavano, e mi fidai, ma poi successe di nuovo, quindi litigai con Luca, e questo era successo due giorno prima che tornassi, ed ero convinta che avrei lasciato Luca quando sono tornata a casa.” Fece una pausa, togliendosi il giubbotto, mostrando una felpa con la zip tirata sù fin poco sopra il seno, lasciando alla vista una bella porzione, rimasi un attimo interdetto, e lei se ne era accorta, aveva tirato su la zip fino ad coprirsi del tutto, poi aveva ripreso a raccontare:”Quando ero tornata, ho affrontato subito Luca, che mi ha fatto una sorpresa, un set di trucchi che io volevo da tanto, e lui si giustificava che la seconda che l’hanno visto con una ragazza era comprare quel set poichè lui non se ne intendeva per nulla, gli credetti, si era preso due giorni di ferie, abbiamo passato quei due giorni insieme, ed era durante quei due giorni che ho capito che l’amavo veramente tanto, quindi decisi avevo deciso di troncare quello che te ed io stavamo facendo.”
Io: “Quindi io da riserva, mi ero riscaldato, pronto ad entrare in campo, e mi hai messo di nuovo in panchina?”
Elena: “Mi dispiace veramente tanto che tu l’abbia presa veramente così male”
Io: “Ho capito, tranquilla”
I giorni successivi ci siamo evitati entrambi, poi una mattina ci siamo trovati entrambi in cucina, Elena: “William, ti va se andiamo all’università insieme oggi?”
Io:”Va bene” risposi io pensando di fare il buon viso cattivo gioco
Ma durante il tragitto mi ero accorto che non riuscivo a farlo, non riuscivo a sentirmi arrabbiato con lei, mi piaceva, mi dispiaceva per non poter avere una storia con lei, ma non le dò la colpa.
Passammo il tragitto a parlare del più o meno, delle cose che non successe mentre ci evitavamo, a lamentarci di Andrea che continuava a scoparsi la ragazza in camera spargendo i gemiti per la casa, causando sia in me che in lei un carico di eccitazione che una masturbazione non riusciva a soddisfare.
Da quella mattina, abbiamo ripreso a parlarci normalmente, come prima, per qualche mese non era più successo nulla, mentre io qualche volta mi ero nascosto in bagno, avendo la cura di chiudere la porta a chiave, e mi masturbavo furiosamente con le mutandine di Elena avvolto lungo il cazzo, stando attento a non sporcarle.
Poi una sera, era un giovedì, io ero appena rientrato da fuori, c’era Andrea in soggiorno con la morosa, chiesi ad Andrea: “Hai visto Elena? a metà pomeriggio l’ho visto uscire, e non l’ho più vista”
“dovrebbe essere in camera sua, ma stai attento, non è di buon umore” aveva risposto Andrea staccando le labbra da quelle della sua morosa. Una volta lasciato lo zaino in camera mia, avevo bussato alla porta di Elena :”Elena, sono io, posso entrare?”
Elena: “si” disse con la voce piagnucolante
Io: “Che succede? ti ho visto andare via a metà lezione” chiesi sedendomi vicino a lei sul letto.
Elena:”Scusami, ho sbagliato, ho sbagliato tutto” aveva detto scoppiando in lacrime mentre mi dava il telefono, sullo schermo era rappresentato un ragazzo che si baciava con una ragazza rossa e ci stavano dando dentro.
“E’ Luca?” chiesi io
“Sì, con quella troia della mia migliore amica, mi fidavo di lei, mentre le altre mi mettevano in guardia, sul fatto che quei due erano un pò troppo vicini, ma mi fidavo, e ho sbagliato, così ho perso sia la migliore amica che il fidanzato”
“Capita a tutti di sbagliare, di porre la fiducia nelle persone sbagliate”
“Sì ma, sbagliando ho fatto soffrire tu, che nonostante tutto, tu mi sei vicino, da buon amico, mi sostieni nei momenti di difficoltà, e io che avevo scelto lui al posto tuo, mi dispiace” aveva appena finito la frase, non avevo avuto tempo di rispondere che si era lanciata abbracciandomi forte, mentre io le dicevo: “Stai tranquilla, non ti dò colpa, non sono arrabbiato con te” e le battevo sulla schiena cercando di confortarla “Ti amo” aggiunsi io dopo essere rimasto titubante per qualche secondo.
“Anche io” mi aveva risposto lei.
P.S:
Dopo vari equivoci, che voglio evitare d’ora in poi, io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
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