Non era previsto Cap. 20 Car Sex e successive riflessioni
di
Vicx
genere
bisex
Il resto della cena scivolò via velocemente, in un silenzio surreale, tra sguardi indagatori e con Anna spesso colta da tremori improvvisi. Il limite oltre al quale ci saremmo spinti era ignoto, e l’umiliante prova del bagno confermava la mia supposizione.
Mi imposi al momento di pagare il conto, di non lasciare il compito a Daniele, era una sorta di riscatto personale e mi complimentai con me stesso per non aver ceduto al suo volere. Poi raggiungemmo le macchine nel parcheggio, e Anna camminava tra di noi, barcollante e bisognosa di essere sorretta, aveva ecceduto nel bere, forse per cancellare quanto fosse successo o forse per cancellare ogni forma di inibizione di fronte a quello che temeva… accadesse.
Lasciammo la mia macchina e salito dietro partimmo senza che io sapessi la direzione. Daniele parlava con Anna, ma io faticavo a capire, la musica soffusa che proveniva dalle casse me lo impediva. Daniele vide nello specchietto il mio viso preoccupato, e pensò di rassicurarmi. Ironizzò con Anna, disse che forse ero geloso della loro complicità, che forse avrei voluto essere al suo posto, o forse al posto di Anna… sorrideva della battuta mentre le sue mani la sfioravano sul viso, sui capelli, sulle gambe. Anna era tesa, in silenzio, ma non si ritraeva alle sue avances. Anzi, piano piano scivolava sul sedile, e le sue gambe lentamente si schiudevano.
“Toccala” sussurrai, e mi accorsi che nessuno mi aveva ascoltato. Daniele era intento a guardare le gambe di Anna, ora libere in quanto il vestito era pericolosamente salito. La tensione era alta, eccitati dalla splendida visione che Anna ci stava regalando. Mi avvicinai per guardare meglio e sussurrai ad Anna quanto fosse desiderabile vederla così, le chiesi di farci vedere le mutandine, lei sgranò gli occhi per un momento e poi fece salire ancora il vestito per pochi centimetri, fino a quando si intravide l’attaccatura delle gambe e le sue mutandine. Daniele intento a guidare, sbirciava di continuo, la sollecitò chiamandola maialina, poi volle toccarla… e lo fece alla sua maniera: mi offerse le sue dita, davanti alla bocca… “leccale, mi ordinò, voglio sentire se la principessina puttana è bagnata al punto giusto!”.
La mia saliva raggiunse la sua fica attraverso le sue dita, la sentii ansimare, vidi il suo petto gonfiarsi e la sua bocca aprirsi. Attimi incancellabili dalla mia mente: Sono immobile nel sedile posteriore mentre vedo le sue mutandine far spazio alle dita di Daniele, mentre sento i lamenti, i suoi bisbigli alle orecchie di Anna pieni di oscenità, mentre scivolo nel sedile e mentre sento il cazzo farsi duro, vedo le loro lingue unirsi per la prima volta in un rapido bacio.
Non potrò mai dimenticare, mai.
Daniele riprese il controllo della situazione, mentre aspirava l’odore di Anna dalle sue dita, ci informò che con noi avrebbe proceduto per gradi. Per quella sera ci saremmo limitati solamente a contatti veloci, alla ricerca del piacere senza penetrazioni, ma solo attraverso mente, occhi, e dita.
Anna ascoltava ancora distesa sul sedile, i suoi capelli leggermente arruffati, e con il vestito ancora pericolosamente alzato. Era bellissima.
Daniele ci informò che la serata si sarebbe conclusa in un parcheggio che conosceva nei paraggi. Era uno dei famigerati car sex, Anna avrebbe dovuto partecipare solo da spettatrice, mentre lasciava a me ogni decisione sul mio operato.
Avremmo conosciuto un mondo nuovo, che credeva molto attinente alle nostre fantasie. Ci spiegò la filosofia di questa pratica, nella quale i rapporti con le atre coppie o single non erano obbligatori. Avremmo scoperto il piacere di guardare ed essere guardati, Anna ne sarebbe rimasta entusiasta.
Non eravamo più in grado di decidere, eravamo nelle sue mani, vivevamo il tutto non più insieme oramai, e questo particolare solo ora mi è evidente. Era venuta a mancare la partecipazione di coppia, avrei dovuto capirlo quella sera, avrei dovuto capirlo da molto prima, ma non lo feci.
Arrivati nel piazzale, poche macchine erano presenti, ma Daniele disse di non preoccuparci, sarebbero arrivate presto suoi conoscenti.
L’interesse di Anna nel frattempo era stato catturato da una macchina posta nella parte buia del parcheggio, non si capiva molto da dove eravamo posizionati, ma un bel numero di persone era in piedi intorno alla macchina. Daniele si avvicinò e arrivato a pochi metri si fermò. Diversi uomini erano nell’atto di masturbarsi, mentre all’interno della vettura un uomo e una donna erano intenti a baciarsi. Notai l’irrequietezza di Anna dai movimenti della sua testa, dal leggero movimento delle sue anche. Lui le spiegò che sarebbe bastato azionare i fari per trovarsene diversi intorno all’auto. Le chiese se le sarebbe piaciuto vedere quei cazzi venire per lei, che per compiacerli avrebbe dovuto mostrarsi almeno… Certo, avrebbe potuto fare di più, avrebbe potuto abbassare il finestrino, tendere le sue mani, toccarli, addirittura baciarli, avrebbe ricevuto il loro sperma ovunque, sul viso, sulle gambe, sul seno. Non vi erano limiti in quel luogo. Le raccontò che alcune scendevano e si facevano scopare da quelli che più avevano attirato la loro attenzione, poteva aprire lo sportello…. Farsi inculare, mentre noi ci saremmo masturbati per lei. Era una descrizione spietata e travolgente di quello che sarebbe potuto capitare da lì a poco. Anna non era stata in grado di resistere, le sue mani erano all’interno delle sue mutandine, preda di una eccitazione incontrollabile, supplicò Daniele: “ Fai i fari…. E mostrami il tuo cazzo…. Masturbati per me”.
Ora che sono rimasto solo, che di Anna non ho più notizie da più di due mesi, ripenso a quella sera, rivedo le immagini scorrermi davanti agli occhi, e non nascondo che una segreta speranza che lei legga… anche se temo la sua reazione, ce l’ho. Che si faccia viva, che mi faccia sapere se sta bene, se la sua vita ha ripreso a scorrere felice, non chiedo altro. Sono stato spettatore della sua trasformazione forse, o forse no. Mi sono molto colpevolizzato di quanto è successo, ho vissuto giorni di pena, rivedendo le sue foto, i momenti belli passati insieme, e i video… tutti, quelli casti, momenti di vita vissuta, e quelli torbidi…. Il dottorino.. il Duca… e gli ultimi, quelli con Daniele. Ho creduto per giorni di essere l’unico responsabile della fine della nostra storia. Ma non è così… no non lo è. Perché quando riguardo la sua bocca piena dello sperma del Duca… il culo aperto dal suo dottorino… quando l’ho vista leccare il suo ano, io non c’ero. Lei aveva scelto consapevolmente la sua strada, come e più di me. Le sue ultime parole sono state di amore, pena e disprezzo per quello che ero e per quello che stavo diventando, senza mai mettere in discussione il suo comportamento le sue scelte, almeno non lo ha fatto con me. Conto i giorni di assenza da allora, perché mi manca, perché nonostante tutto io l’amo ancora, come quella sera, più di quella sera…
Daniele l’aveva preparata a dovere, mentalmente succube delle sue parole, l’aveva visto estrarre il suo cazzo poderoso, dimentica della mia presenza, si era eccitata a vederlo crescere nelle sue mani, mentre diversi individui si avvicinavano alla vettura. Aveva iniziato a toccarsi languidamente, mentre lui le offriva le sue dita da leccare. Alcuni fuori avevano iniziato a masturbarsi, e confesso che anche io lo facevo. Guardavo lui, guardavo lei, guardavo fuori, tutto mi eccitava. Le ordinò di togliersi le mutandine, poi con calma studiata, abbassò leggermente il finestrino e vi appoggiò il perizoma. Era chiaro il significato, voleva che tutti venissero dentro le mutandine di Anna. “Dopo dovrai rindossarle” le disse, “E il tuo cornuto si dedicherà a pulirtele” aggiunse in tono beffardo. Lei chiuse gli occhi per un momento, credo immaginando ciò che mi spettava, poi dopo aver guardato fuori gli uomini masturbarsi, si chinò verso Daniele, nel tentativo di baciargli il cazzo, e nello stesso tempo offrendo la visione del suo culo agli astanti.
Era tutto troppo eccitante, il cazzo di Daniele, la bocca di Anna a pochi centimetri, alcuni fuori iniziarono a venire, bagnando le mutandine, rigando il vetro di sperma. Venni nelle mie mani, e Daniele accortosi dell’accaduto mi obbligò a leccare tutto. Lo feci, pensando al culo di Anna, alle sue mutandine.. e allo sperma di Daniele, che immaginavo tra poco nella gola di Anna. Quando le prime gocce di liquido bagnarono la sua cappella, ad Anna venne permesso finalmente di raccoglierle con la lingua. Ma a me venne affidato il compito più grave. “E tu troia cornuta, vai fuori e puliscimi i vetri, guarda quanta sborra sta scendendo, usa la tua lingua, e nel farlo attento al tuo culo, che li fuori sono arrapati”. Era un’umiliazione oltre ogni limite, ma anche se malvolentieri scesi, e mentre vedevo gli uomini scansarsi… alcuni ancora con il cazzo in mano, raccolsi le mutandine fradicie, raccolsi con le dita lo sperma dal vetro…. Che portai alle labbra, che succhiai velocemente… assaporandone il gusto. Poi aprii la portiera, il culo di Anna era davanti a me, con fatica cercai di alzare le sue gambe, e a poco a poco gliele feci rindossare, quando furono a contatto con la sua fica, la sentii mugolare, era il piacere di sentire lo sperma al contatto delle sue carni, e quando appoggiai la mia lingua… la sentii godere. Gli ultimi uomini fuori, avvicinatosi ancora di più, approfittarono per venire su di noi, sul mio viso, sul suo culo, schizzi potenti che mi inebriarono, che eccitarono ancora di più Anna. Daniele finalmente appagò la sete di Anna, prese la sua testa e con forza la spinse sul suo bastone sull’orlo dell’orgasmo. Sentivo la fica di Anna pulsare, in preda ai conati per la forzata intrusione nella sua bocca, annaspava in cerca di aria, mentre lo sperma di Daniele iniziava a fuoriuscire, dalla bocca, perfino dal naso. Anna impossibilitata a liberarsi, in preda a spasmi di soffocamento, tossiva e non riuscì più a controllare la sua fica, sentii le sue mutandine bagnarsi improvvisamente, e un rivolo di liquido scendere tra sue cosce, rimasi sorpreso, non lo avevo mai visto prima di allora, e mentre Anna continuava ad ingoiare…. feci posto ad un altro… lo accompagnai fino a lei… abbassai lentamente le sue mutandine e lo implorai… “Ti prego toccala… mentre io tocco te….”. Anna sentì le dita intrufolarsi dentro di lei, penso credette fossi io, che invece ero alle prese con una nuova esperienza, toccavo lui.. lo spingevo verso di lei, e mentre lo facevo armeggiavo nei suoi boxer per ridonare vitalità al suo cazzo. Nel frattempo Daniele aveva finalmente esaurito la sua sborra, che aveva completamente riempito la bocca, il mento e il vestito di Anna, la invitò a girarsi e tutti la vedemmo, come lei vide me. L’espressione era neutra, mi guardò come guardò tutti gli altri, poi dalla sua bocca iniziò a scendere tutto lo sperma che non era riuscita a deglutire, cadeva sul collo, sul vestito, sulle gambe, parte raccolto con le mani lo spalmò sulla fica fornendoci un’immagine scandalosa e deliziosa allo stesso tempo. I commenti impietosi degli spettatori, aumentarono ancora di più l’eccitazione di tutti. Nel frattempo l’uomo che continuavo a masturbare tardava a raggiungere la completa erezione, credo l’avrebbe scopata se ne avesse avuto modo, ma Daniele decise di interrompere tutto, liquidando il tizio e tutti gli altri. Io rimasi sorpreso e non ancora sazio della serata, segretamente speravo che tutti quegli uomini avessero avuto la loro parte, che Anna fosse scopata da tutti e poi da ultimo anche da Daniele. Ma non fu così. In macchina Anna non mi rivolse la parola, ma su ordine di Daniele venne da me, a baciarmi dopo essersi levata le mutandine, e farmi mangiare ciò che era rimasto al suo interno. Era chiaramente un’ulteriore dimostrazione di superiorità. Sentii la sua lingua ancora viscida e piena di sperma entrare nella mia bocca, poi fece scendere la saliva direttamente nella mia gola e infilò lentamente il perizoma nella mia bocca, era pieno zuppo, ma era quello che avevo desiderato. Amaramente sottovoce aggiunse: “Assaggia cornuto…. Assaggia ciò che hai perso… perché stasera mi hai perso definitivamente”.
Mi imposi al momento di pagare il conto, di non lasciare il compito a Daniele, era una sorta di riscatto personale e mi complimentai con me stesso per non aver ceduto al suo volere. Poi raggiungemmo le macchine nel parcheggio, e Anna camminava tra di noi, barcollante e bisognosa di essere sorretta, aveva ecceduto nel bere, forse per cancellare quanto fosse successo o forse per cancellare ogni forma di inibizione di fronte a quello che temeva… accadesse.
Lasciammo la mia macchina e salito dietro partimmo senza che io sapessi la direzione. Daniele parlava con Anna, ma io faticavo a capire, la musica soffusa che proveniva dalle casse me lo impediva. Daniele vide nello specchietto il mio viso preoccupato, e pensò di rassicurarmi. Ironizzò con Anna, disse che forse ero geloso della loro complicità, che forse avrei voluto essere al suo posto, o forse al posto di Anna… sorrideva della battuta mentre le sue mani la sfioravano sul viso, sui capelli, sulle gambe. Anna era tesa, in silenzio, ma non si ritraeva alle sue avances. Anzi, piano piano scivolava sul sedile, e le sue gambe lentamente si schiudevano.
“Toccala” sussurrai, e mi accorsi che nessuno mi aveva ascoltato. Daniele era intento a guardare le gambe di Anna, ora libere in quanto il vestito era pericolosamente salito. La tensione era alta, eccitati dalla splendida visione che Anna ci stava regalando. Mi avvicinai per guardare meglio e sussurrai ad Anna quanto fosse desiderabile vederla così, le chiesi di farci vedere le mutandine, lei sgranò gli occhi per un momento e poi fece salire ancora il vestito per pochi centimetri, fino a quando si intravide l’attaccatura delle gambe e le sue mutandine. Daniele intento a guidare, sbirciava di continuo, la sollecitò chiamandola maialina, poi volle toccarla… e lo fece alla sua maniera: mi offerse le sue dita, davanti alla bocca… “leccale, mi ordinò, voglio sentire se la principessina puttana è bagnata al punto giusto!”.
La mia saliva raggiunse la sua fica attraverso le sue dita, la sentii ansimare, vidi il suo petto gonfiarsi e la sua bocca aprirsi. Attimi incancellabili dalla mia mente: Sono immobile nel sedile posteriore mentre vedo le sue mutandine far spazio alle dita di Daniele, mentre sento i lamenti, i suoi bisbigli alle orecchie di Anna pieni di oscenità, mentre scivolo nel sedile e mentre sento il cazzo farsi duro, vedo le loro lingue unirsi per la prima volta in un rapido bacio.
Non potrò mai dimenticare, mai.
Daniele riprese il controllo della situazione, mentre aspirava l’odore di Anna dalle sue dita, ci informò che con noi avrebbe proceduto per gradi. Per quella sera ci saremmo limitati solamente a contatti veloci, alla ricerca del piacere senza penetrazioni, ma solo attraverso mente, occhi, e dita.
Anna ascoltava ancora distesa sul sedile, i suoi capelli leggermente arruffati, e con il vestito ancora pericolosamente alzato. Era bellissima.
Daniele ci informò che la serata si sarebbe conclusa in un parcheggio che conosceva nei paraggi. Era uno dei famigerati car sex, Anna avrebbe dovuto partecipare solo da spettatrice, mentre lasciava a me ogni decisione sul mio operato.
Avremmo conosciuto un mondo nuovo, che credeva molto attinente alle nostre fantasie. Ci spiegò la filosofia di questa pratica, nella quale i rapporti con le atre coppie o single non erano obbligatori. Avremmo scoperto il piacere di guardare ed essere guardati, Anna ne sarebbe rimasta entusiasta.
Non eravamo più in grado di decidere, eravamo nelle sue mani, vivevamo il tutto non più insieme oramai, e questo particolare solo ora mi è evidente. Era venuta a mancare la partecipazione di coppia, avrei dovuto capirlo quella sera, avrei dovuto capirlo da molto prima, ma non lo feci.
Arrivati nel piazzale, poche macchine erano presenti, ma Daniele disse di non preoccuparci, sarebbero arrivate presto suoi conoscenti.
L’interesse di Anna nel frattempo era stato catturato da una macchina posta nella parte buia del parcheggio, non si capiva molto da dove eravamo posizionati, ma un bel numero di persone era in piedi intorno alla macchina. Daniele si avvicinò e arrivato a pochi metri si fermò. Diversi uomini erano nell’atto di masturbarsi, mentre all’interno della vettura un uomo e una donna erano intenti a baciarsi. Notai l’irrequietezza di Anna dai movimenti della sua testa, dal leggero movimento delle sue anche. Lui le spiegò che sarebbe bastato azionare i fari per trovarsene diversi intorno all’auto. Le chiese se le sarebbe piaciuto vedere quei cazzi venire per lei, che per compiacerli avrebbe dovuto mostrarsi almeno… Certo, avrebbe potuto fare di più, avrebbe potuto abbassare il finestrino, tendere le sue mani, toccarli, addirittura baciarli, avrebbe ricevuto il loro sperma ovunque, sul viso, sulle gambe, sul seno. Non vi erano limiti in quel luogo. Le raccontò che alcune scendevano e si facevano scopare da quelli che più avevano attirato la loro attenzione, poteva aprire lo sportello…. Farsi inculare, mentre noi ci saremmo masturbati per lei. Era una descrizione spietata e travolgente di quello che sarebbe potuto capitare da lì a poco. Anna non era stata in grado di resistere, le sue mani erano all’interno delle sue mutandine, preda di una eccitazione incontrollabile, supplicò Daniele: “ Fai i fari…. E mostrami il tuo cazzo…. Masturbati per me”.
Ora che sono rimasto solo, che di Anna non ho più notizie da più di due mesi, ripenso a quella sera, rivedo le immagini scorrermi davanti agli occhi, e non nascondo che una segreta speranza che lei legga… anche se temo la sua reazione, ce l’ho. Che si faccia viva, che mi faccia sapere se sta bene, se la sua vita ha ripreso a scorrere felice, non chiedo altro. Sono stato spettatore della sua trasformazione forse, o forse no. Mi sono molto colpevolizzato di quanto è successo, ho vissuto giorni di pena, rivedendo le sue foto, i momenti belli passati insieme, e i video… tutti, quelli casti, momenti di vita vissuta, e quelli torbidi…. Il dottorino.. il Duca… e gli ultimi, quelli con Daniele. Ho creduto per giorni di essere l’unico responsabile della fine della nostra storia. Ma non è così… no non lo è. Perché quando riguardo la sua bocca piena dello sperma del Duca… il culo aperto dal suo dottorino… quando l’ho vista leccare il suo ano, io non c’ero. Lei aveva scelto consapevolmente la sua strada, come e più di me. Le sue ultime parole sono state di amore, pena e disprezzo per quello che ero e per quello che stavo diventando, senza mai mettere in discussione il suo comportamento le sue scelte, almeno non lo ha fatto con me. Conto i giorni di assenza da allora, perché mi manca, perché nonostante tutto io l’amo ancora, come quella sera, più di quella sera…
Daniele l’aveva preparata a dovere, mentalmente succube delle sue parole, l’aveva visto estrarre il suo cazzo poderoso, dimentica della mia presenza, si era eccitata a vederlo crescere nelle sue mani, mentre diversi individui si avvicinavano alla vettura. Aveva iniziato a toccarsi languidamente, mentre lui le offriva le sue dita da leccare. Alcuni fuori avevano iniziato a masturbarsi, e confesso che anche io lo facevo. Guardavo lui, guardavo lei, guardavo fuori, tutto mi eccitava. Le ordinò di togliersi le mutandine, poi con calma studiata, abbassò leggermente il finestrino e vi appoggiò il perizoma. Era chiaro il significato, voleva che tutti venissero dentro le mutandine di Anna. “Dopo dovrai rindossarle” le disse, “E il tuo cornuto si dedicherà a pulirtele” aggiunse in tono beffardo. Lei chiuse gli occhi per un momento, credo immaginando ciò che mi spettava, poi dopo aver guardato fuori gli uomini masturbarsi, si chinò verso Daniele, nel tentativo di baciargli il cazzo, e nello stesso tempo offrendo la visione del suo culo agli astanti.
Era tutto troppo eccitante, il cazzo di Daniele, la bocca di Anna a pochi centimetri, alcuni fuori iniziarono a venire, bagnando le mutandine, rigando il vetro di sperma. Venni nelle mie mani, e Daniele accortosi dell’accaduto mi obbligò a leccare tutto. Lo feci, pensando al culo di Anna, alle sue mutandine.. e allo sperma di Daniele, che immaginavo tra poco nella gola di Anna. Quando le prime gocce di liquido bagnarono la sua cappella, ad Anna venne permesso finalmente di raccoglierle con la lingua. Ma a me venne affidato il compito più grave. “E tu troia cornuta, vai fuori e puliscimi i vetri, guarda quanta sborra sta scendendo, usa la tua lingua, e nel farlo attento al tuo culo, che li fuori sono arrapati”. Era un’umiliazione oltre ogni limite, ma anche se malvolentieri scesi, e mentre vedevo gli uomini scansarsi… alcuni ancora con il cazzo in mano, raccolsi le mutandine fradicie, raccolsi con le dita lo sperma dal vetro…. Che portai alle labbra, che succhiai velocemente… assaporandone il gusto. Poi aprii la portiera, il culo di Anna era davanti a me, con fatica cercai di alzare le sue gambe, e a poco a poco gliele feci rindossare, quando furono a contatto con la sua fica, la sentii mugolare, era il piacere di sentire lo sperma al contatto delle sue carni, e quando appoggiai la mia lingua… la sentii godere. Gli ultimi uomini fuori, avvicinatosi ancora di più, approfittarono per venire su di noi, sul mio viso, sul suo culo, schizzi potenti che mi inebriarono, che eccitarono ancora di più Anna. Daniele finalmente appagò la sete di Anna, prese la sua testa e con forza la spinse sul suo bastone sull’orlo dell’orgasmo. Sentivo la fica di Anna pulsare, in preda ai conati per la forzata intrusione nella sua bocca, annaspava in cerca di aria, mentre lo sperma di Daniele iniziava a fuoriuscire, dalla bocca, perfino dal naso. Anna impossibilitata a liberarsi, in preda a spasmi di soffocamento, tossiva e non riuscì più a controllare la sua fica, sentii le sue mutandine bagnarsi improvvisamente, e un rivolo di liquido scendere tra sue cosce, rimasi sorpreso, non lo avevo mai visto prima di allora, e mentre Anna continuava ad ingoiare…. feci posto ad un altro… lo accompagnai fino a lei… abbassai lentamente le sue mutandine e lo implorai… “Ti prego toccala… mentre io tocco te….”. Anna sentì le dita intrufolarsi dentro di lei, penso credette fossi io, che invece ero alle prese con una nuova esperienza, toccavo lui.. lo spingevo verso di lei, e mentre lo facevo armeggiavo nei suoi boxer per ridonare vitalità al suo cazzo. Nel frattempo Daniele aveva finalmente esaurito la sua sborra, che aveva completamente riempito la bocca, il mento e il vestito di Anna, la invitò a girarsi e tutti la vedemmo, come lei vide me. L’espressione era neutra, mi guardò come guardò tutti gli altri, poi dalla sua bocca iniziò a scendere tutto lo sperma che non era riuscita a deglutire, cadeva sul collo, sul vestito, sulle gambe, parte raccolto con le mani lo spalmò sulla fica fornendoci un’immagine scandalosa e deliziosa allo stesso tempo. I commenti impietosi degli spettatori, aumentarono ancora di più l’eccitazione di tutti. Nel frattempo l’uomo che continuavo a masturbare tardava a raggiungere la completa erezione, credo l’avrebbe scopata se ne avesse avuto modo, ma Daniele decise di interrompere tutto, liquidando il tizio e tutti gli altri. Io rimasi sorpreso e non ancora sazio della serata, segretamente speravo che tutti quegli uomini avessero avuto la loro parte, che Anna fosse scopata da tutti e poi da ultimo anche da Daniele. Ma non fu così. In macchina Anna non mi rivolse la parola, ma su ordine di Daniele venne da me, a baciarmi dopo essersi levata le mutandine, e farmi mangiare ciò che era rimasto al suo interno. Era chiaramente un’ulteriore dimostrazione di superiorità. Sentii la sua lingua ancora viscida e piena di sperma entrare nella mia bocca, poi fece scendere la saliva direttamente nella mia gola e infilò lentamente il perizoma nella mia bocca, era pieno zuppo, ma era quello che avevo desiderato. Amaramente sottovoce aggiunse: “Assaggia cornuto…. Assaggia ciò che hai perso… perché stasera mi hai perso definitivamente”.
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