Lingerie in negozio

di
genere
trans

Voglio farvi partecipi di una mia storia/avventura avuta agli inizi della mia gioventù e delle mie prime volte quando indossavo lingerie.
Ho iniziato non dico troppo presto ma verso i 21 anni a provare indumenti femminili; ma non tanto abiti o gonne anche perché non avevo la possibilità di comprarle e nemmeno avevo l’idea di uscire……infatti non l’ho mai fatto.
Ma la lingerie mi ha sempre eccitato sia nel sesso opposto e nelle mie storie di sesso amavo sfilarla alle ragazze oppure facevo l’amore con loro abbellite di tutto punto lasciandogliela addosso.

Poi dopo l’avventura in cui Alessia aveva preso posto nel mio animo ero sempre con il pensiero di sculettare dentro una casa in balia di una o più trans e quindi a circa 21anni iniziai a provarla addosso a me e l’eccitazione che ne scaturì fu talmente grande che fino ad oggi mi eccita sempre averla addosso.

Ho iniziato pure ad indossarla sotto le tute e fare dei giri sulla metro o bus di Roma in giro per la città e sentendo lo stato di eccitazione che aumentava gradualmente quando alcune persone mi guardavano senza sapere cosa avevo sotto; ma il pensiero mi eccitava tantissimo e a volte, d’estate, prendevo un po’ di sole sdraiato in uno dei tanti parchi di Roma abbassando leggermente la tuta e facendo intravedere il perizoma.

Un pomeriggio preso dall’eccitazione mi vestì indossando calze velate con reggicalze, uno splendido perizoma azzurro elettrico e sopra un corpetto bianco strettissimo che sollevava il seno facendolo sembrare della taglia di una prima/seconda sotto una maglietta bianca strettissima.

Uscito per le vie di Roma gironzolavo nei vari negozietti di lingerie per comprare con la scusa di fare dei regali, anche se qualche commessa aveva intuito che alla fine erano per me.

In giro per le vie alla fine decisi di andare in un sexy shop perché solo li avrei trovato veramente qualcosa di super sexy e sentirmi quella troia con indosso abitini sexy.

Giunto nel negozio, dopo varie ricerche e domande (l’anziana commessa aveva capito che era per me), dopo che stavo toccando e visionando un body nero con relativo gonnellino di pelle cortissimo e facendo finta di provarlo per la sua lunghezza nelle mie gambe sento una voce non tanto femminile che mi dice che era perfetto e potevo indossarlo senza paura.

Mi giro di scatto e vidi una trans molto bella nei lineamenti e ben truccata, con capelli neri lunghi che mi sorrideva e mi faceva cenno che quell’indumento era fatto proprio per me.

Mi si avvicina e strusciandomi con le mani nel togliermi l’abitino lo poggia sul mio petto come per prendere le misure.
A quel punto non dissi nulla, ormai ero stato scoperto e sorridendo feci un cenno che l’avrei preso.

Aveva due occhi grandissimi, neri e lucidi e sorridevano insieme alla sua bocca truccata di rosso.
Una gonna stretta amplificava i fianchi e il culetto e si intravedevano le calze autoreggenti nere su due gambe affusolate.

Scarpe con tacco la slanciavano ancora di più anche se senza era sicuramente sul metro e ottanta; un fisico da fare rimanere senza fiato.
Ero rimasto estasiato dalla sua bellezza e non pensai nemmeno che davanti avrebbe avuto la cosiddetta sorpresa ma la guardavo come se fosse una donna.

Fatto l’acquisto uscimmo insieme dal negozio e lei mi disse che comunque avrei avuto bisogno di altra lingerie per completare l’opera.
A quel punto svuotai il sacco dicendo che già sotto la indossavo e lei con fare sbalordita, oppure da furbetta, mi disse: “davvero? No ora sono curiosa di vederla e di vederti come stai con il completino. Abito qui vicino e possiamo prendere un caffè a casa”.

Accettai forse perché eccitato, forse perché inesperto o forse perché volevo vedere dove sarei arrivato e forse perché era la prima volta che facevo un incontro del genere.

Dopo 10 minuti eravamo in casa sua; piccolina ma ben arredata, tranquilla e silenziosa: non sentivo rumori e il trambusto delle macchine era rimasto fuori.
Preparato il caffè e chiacchierando del più e del meno, mi fece cenno di seguirla in camera da letto e iniziò a spogliarmi sempre con quel sorriso sulle labbra e continuando a dirmi che era davvero curiosa di vedermi nudo o anzi con la lingerie e il gonnellino e la tutina nera appena comprata.

Mi abbassò la tuta, tolse la maglietta e si mise a guardami mentre indossavo il gonnellino nero.
“Qui ci vogliono delle scarpe adatte e un po’ di trucco, una parrucca con capelli corti biondi con riga laterale che copre un po’ gli occhi “mi disse.

Dopo 2 minuti aveva tutto l’occorrente e con fare deciso mi truccò di tutto punto.
Guardatomi allo specchio rimasi allibito dalla figura e lei, mettendosi dietro di me, con la testa poggiata sulle spalle iniziò ad accarezzarmi e baciare sul collo.

Ero già eccitato, infatti il perizoma a stento riusciva a trattenere il mio cazzo e lei lo aveva visto senza dire nulla; già bagnato avevo inzuppato quel piccolo indumento e lei con fare tranquillo iniziò a toccarlo e mungere.

Stavo quasi per venire e la fermai………”.Vuoi fare la troia? Mi disse. “faccio finta che non ce l’hai e mi dedico a tutt’altra zona” continuando a toccarmi il culetto e aprendomi i glutei.
Ansimando e ormai lasciatomi andare feci un cenno che desideravo proprio quello.

Lei iniziò a spogliarsi con lentezza e io ad osservarla seduto sul bordo del letto; prima la camicia, poi la gonna facendola scivolare ancheggiando e rimanendo con perizoma e scarpe e dopo, con sommo stupore avvicinandosi a me fece scivolare l’indumento intimo presentando davanti alla mia bocca un bastone di carne ancora moscio che penzolava a destra e sinistra.

Io rimasi allibito; non avevo mai visto un cazzo asinino e per lo più moscio. Dal colore bianco con la cappella rosa che svettava davanti a me con un profumo invitante.
Lo accarezzai e con un istinto che mai avrei mai pensato di avere lo accolsi a fatica dentro la mia bocca iniziando a succhiarlo e baciarlo assaporando la pelle e leccando la cappella spugnosa che ad ogni spinta mi premeva la gola.

Non pensavo più a niente; avevo quel cazzo in bocca che mi scopava e si ingrandiva ad ogni succhiata e ogni bacio sul prepuzio; passavo la lingua su tutta la carne percependo un sapore inebriante specialmente quando il primo liquido seminale fuoriusciva dal prepuzio.
Facevo fatica ad ingoiarlo al punto che sentivo i conati di vomito quando cercavo di farlo scendere ancora più giù.

Lei mi dava indicazioni di come dovevo baciarlo e assaporarlo (ero ancora alle prime armi) e prendendomi con le mani sul collo iniziò a scoparmi la bocca dicendo che ero una brava troia e che stavo imparando in fretta.
Dopo una ventina di minuti il cazzo era diventato mastodontico: potevo vedere le venature che lo rendevano ancora più grosso e li iniziai a pensare a quando si sarebbe decisa di penetrarmi.
Non ero vergine dato che mi ero già sollazzato: ora avevo un altro cazzo vero dentro la bocca che a fatica avviluppavo tra le labbra e tra poco avrebbe penetrato il mio culetto.

Giunta al massimo mi ordinò di girarmi e di mettermi con le ginocchia sul bordo e la testa e il petto verso il basso; in quella posizione mettevo ben in vista il mio culetto liscio e rotondo pronto ad accogliere quel cazzo asinino.
Mi sentivo una puttana in quella posizione ma la cosa mi eccitava ancora di più. Mi ordinava di allargare bene le gambe e premendomi sulla schiena mi fece abbassare ancora per sistemarsi tra le mie gambe.

Aveva spostato il perizoma e iniziava a toccarmi con le dita e la mano tutto il culetto assaggiando il mio buchetto per aria.
Aveva preso un unguento dicendo che aveva anche delle proprietà emollienti e fungeva anche contro il dolore.

Infatti aveva intuito che ero stretto e quasi vergine ma alla fine mi voleva e iniziando a infilarmi prima un dito poi due inseriva il lubrificante dentro per farmi rilassare e massaggiando i glutei cercava di prepararmi a quella prova di sicuro dolorosa.

“Penso che ora sei pronta; ti sento rilassata e i muscoli dello sfintere sono ben allentati e tu sei molto eccitata” mi disse poggiando la cappella grossa come un pugno sul buchetto.
Io chiusi gli occhi e aspettavo che iniziasse a premere cercando di pensare ad altro e rilassare i muscoli del culetto.
Ormai ero lì e non potevo avere ripensamenti ma solo cercare di godere di quei momenti e assaporare tutto quel cazzo dentro di me.

Sentivo la pressione di quel tronco che iniziava a farsi spazio dentro di me; il buchetto iniziava a dilatarsi sotto quella spinta ora più energica ora più lenta per abituarsi.
Io stringevo le lenzuola con le mani e con i denti e premevo la bocca sul materasso per non gridare.
Pensavo che mi stesse squarciando e che sarei dovuto andare in ospedale per farmi ricucire il culetto.

Iniziai a sbattere il pugno sul materasso quando con una spinta più decisa la cappella entrò dentro di me e gridando feci dei movimenti di fianco ma ero bloccato dalle sue forti mani e dal quel poderoso chiodo dalle dimensioni equine.
Anzi, più mi muovevo e più sentivo dolore perché dilatavo il buco da solo e quindi decisi di rimanere immobile rilasciando tutti i muscoli.

Spasimavo ed ero senza forze; il dolore mi uccideva e lei, rimasta ferma per un po’ in modo da farmi abituare, iniziava a carezzarmi i fianchi e il seno.
Si era sdraiata con il seno sulla mia schiena per farmi sentire i capezzoli ma con venti centimetri di cazzo ancora fuori e piano piano scendeva per strusciare anche la sua pancia dietro di me.

Un colpo ancora più deciso e un rumore sordo, seguito da un grido di dolore mi fecero capire che era dentro di me.
Ero dilatato pensavo; sentivo che scivolava come un bastone di ferro arroventato dentro il mio intestino fino al diaframma; infatti ero senza fiato e respiravo a fatica.
La mela era spaccata.

Rimase parecchi secondi in quella posizione: lei immobile e io impalato e bloccato sotto il suo peso.
Dopo iniziò a tirarlo fuori di poco e affondare nuovamente dentro le mie viscere.
Ormai era dentro quella bestia di carne e si muoveva dentro con un pitone che cerca la sua tana.
Lo sentivo sbattere dentro di me e l’intestino si muoveva insieme a lui.

Il dolore lascava spazio al piacere e il calore dello sfregamento mi eccitava parecchio.
Iniziai a godere e venire copiosamente ma lo sperma usciva a tratti perché quel cazzo grosso bloccava dentro la via di uscita con la sua pressione. Usciva solo ad ogni spinta ed era come bloccato.
Mai provata una cosa così.

Iniziavo a gemere e avevo la pancia tutta impiastricata del mio sperma che si riversava sul letto.
Lei gridava che ero una puttana e sapeva che mi sarebbe piaciuto.
Era contenta di avermi rotto il culo e continuava a pompare sempre con più forza e ad ogni colpo io gridavo di piacere.

Sentivo che pure lei era alla fine perché iniziava a tremare e a fermarsi ad ogni affondata tenendomi stretta abbracciandosi alla mia pancia e quando lo tirò di colpo si mise velocemente in ginocchio davanti a me offrendomi quella meraviglia di cazzo e io senza dire no spalancai la bocca per ricevere i fiotti di sperma sulla lingua e ingoiavo a fatica sporcandomi le labbra e le guance.

Caddi stremato sopra quella carne bagnata con il viso lo strusciai e accarezzai tutto.
Lei sorrideva compiaciuta dicendomi che mai aveva goduto così con un culetto stretto ed era ora orgogliosa di averlo fatto suo.
Dietro mi sentivo aperta e sbrodolante; contenta e appagata.
Mi misi la tuta dopo avermi lavato e con un bacio appassionato ci demmo appuntamento all’indomani.
Non riuscì a dormire la notte per il dolore dietro e per l’eccitazione allo stesso tempo e guardavo la sveglia pensando al domani.
Alessia aveva avuto la sua giornata di piacere.




scritto il
2019-02-21
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