Un pomeriggio al parco

di
genere
etero

In estate i parchi della città rifioriscono e si animano come centri di ritrovo, e sono solita godermi un angolo di natura e di quiete all’ombra di un tiglio, seduta su una panchina assorta nelle mie letture preferite, o ad ascoltare musica dal mio iPod. Talvolta con qualche amica a farmi compagnia, magari al tavolo del chiosco posto al centro del parco.
Oggi è uno di quei pomeriggi estivi, ma con l’aria cristallina per via di una piacevole brezza, ed il bel sole tiepido mi ha invogliata a tornare ancora una volta su quella panchina, col mio immancabile libro in mano. La lettura mi porta subito via con la fantasia e le immagini che le parole mi si formano nella mente, quando con la coda dell’occhio mi accorgo di un ragazzo seduto poco più in là, nella panchina di fronte alla mia che mi fissa , mi studia, non mi toglie gli occhi di dosso…
Potrebbe essere una mia impressione…e torno a leggere.. Ma poco dopo rialzo gli occhi e lui è ancora lì…e mi guarda ancora…senza abbassare lo sguardo..
Capelli un po’ lunghi, mossi…castani. Barba di due o tre giorni…
Camicia bianca con le maniche tirate su e un paio di jeans…
Alto…
Avrà 30 anni…forse meno…
Non male il tipo, penso…e continua a guardare…!!!
Che cosa avrà potuto colpirlo di me? Dovrebbe guardare le ventenni in minigonna ed invece resta lì seduto a guardare una donna di 40 anni…
Il tempo passa e la cosa mi diverte…mi sono completamente dimenticata del mio libro…sto leggendo lui e ciò che fa…
Ma ormai è tardi e devo rientrare. Mi alzo e gli passo davanti facendo finta di niente, ma mi scappa un sorriso, e di riflesso anche a lui si accende un sorriso. I miei capelli mi solleticano le spalle nude, e mi sento più nuda di quanto non possa esserlo con questo vestitino azzurro con le spalline sottili che mi avvolge e mi copre fin sopra il ginocchio ma non nasconde le mie forme, forse non perfette, ma sicuramente piuttosto sensuali, se voglio.
Mi volto di scatto e me lo trovo accanto a me, incrociando quegli occhi scuri profondi che mi hanno fissata fino a pochi istanti prima, e mi chiede “ti va di bere qualcosa insieme?
Mamma che imbarazzo, è come se quegli occhi mi vedessero nuda, è come se toccassero i punti più sensibili.
Quasi non riesco a rispondere. Lui mi prende per mano e iniziamo a passeggiare lungo il vialetto che porta al chiosco al centro del parco, e là ci dirigiamo verso il tavolo più appartato.
Mi fa sedere e mentre mi lascia la mano mi dice “vado a prendere da bere, non scappare!”
Il mio cuore sembra scoppiare, mi manca il respiro. Che sto facendo? Sono impazzita? Ma mentre le domande si formulano nella mente, io non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Non riesco a pensare a risposte, perché lo osservo nella sua camicia attillata che lascia intravedere il movimento dei suoi muscoli e mi accorgo troppo tardi che lo sto mangiando con gli occhi, e lui se ne è accorto e lo capisco dal suo sguardo invadere il mio, mentre torna con le bibite in mano.
Ipnotizzata, paralizzata dal suo sguardo, da quei suoi occhi scuri!
Posa le bibite sul tavolo e si siede vicino a me.
Il suo profumo mi ubriaca, e sono incapace di trattenere i miei pensieri, le mie fantasie, ho le gambe che tremano e il cuore che sembra uscirmi dal petto.
Lo voglio! Come non ho mai voluto nessuno. Eppure non sapevo nemmeno che esistesse fino a un’ora fa! Devo averlo in qualsiasi modo, non posso farmelo sfuggire, me ne pentirei per tutta la vita. E credo che il suo sguardo voglia dire che pensa esattamente la stessa cosa….
Inaspettatamente bagna un dito nel bicchiere e lo passa sulle mie labbra, e il liquido fresco mi fa trasalire mentre lui avvicina la sua bocca alla mia per assaggiare quel dolce miscuglio appena creato! Lo lascio fare, non mi muovo aspettando la prossima mossa, qualunque essa sia, perché ci sarà…e non respiro neanche…
D’un tratto, non so perché, mi stacco da lui: ho paura!
Paura di perdermi, di impazzire e affogare il quel mare di sensazioni da non poterne più uscire, da non poterne più fare a meno. Dev’essere istinto…di sopravvivenza!
Devo bere.
La sensazione di liquido fresco che mi pervade il torace dall’interno placa per un attimo quel fuoco che quell’uomo aveva acceso in me. Ma i suoi occhi continuano a lavorare, imperterriti, non mi lasciano un attimo, e brillano. Anche lui deve bere, ma il suo bicchiere diventa la mia bocca, le mie labbra dalle quali si disseta dei miei umori, mi gusta, mi divora!
Basta, l’ultimo appello della ragione mi fa scattare dalla sedia. Mi alzo per andarmene, ma la sua mano mi blocca e mi riprende per mano facendomi uscire dal chiosco.
Pochi metri e siamo di fronte alla sua auto. Ormai non penso più..sono preda dei sensi e preda di quello sguardo magnetico.
Mette in moto e parte. Sono muniti che durano un’eternità. Il tramonto del sole sembra una cornice infuocata a questa avventura folle. Vorrei essere a casa mia lontana da quest’emozione, ma allo stesso tempo vorrei fare di quel ragazzo l’oggetto dei miei piaceri più nascosti.
L’auto svolta in un piccolo viale che termina di fronte ad una villetta, e lì si ferma. Il silenzio si rompe e mi chiede “ti fidi di me?” Lo guardo negli occhi… si…no…non so, penso… Non mi esce un filo di voce.. Lo guardo e basta… Sembro io una ragazzina e lui l’uomo adulto, maturo.
Persa in queste considerazioni, sento che apre la mia portiera e mi fa scendere, la sua dolcezza mi disarma. Ma chi sei??
Siamo davanti ad una porta bianca che aspetto che lui apra, e lo so, lì dietro c’è il fuoco della passione, che mi assalirà appena quella porta sarà chiusa alle nostre spalle. Lì dentro c’è il nostro inferno delle sensazioni più intense e travolgenti che io possa immaginare. Ormai ascolto solamente il mio corpo. E il mio corpo mi sta parlando e mi dice che lo voglio, in qualsiasi modo lui voglia!
La porta si chiude dietro di me, ed il suo sguardo mi fulmina di nuovo ed il suo odore di uomo riaccende in un attimo le mie voglie di donna, trasformandomi in femmina.
Indietreggio mentre lui si avvicina ma non ho scampo, dietro di me la porta è chiusa a chiave e le sue braccia appoggiate al muro mi circondano e chiudono ogni via d’uscita. La sua bocca si avvicina cercando la mia, che si sta schiudendo, ed aspetta la sua.
Mi sfiora lievemente come il primo sole in primavera, e sento il suo respiro, il suo tiepido calore, sa di buono.
Mi sta assaggiando dolcemente e mi piace, mi lascio cullare e poco a poco quei baci diventano sempre più prorompenti, sempre più carnali.
“Non smettere….” sussurro mentre ci cerchiamo con le labbra, con la lingua, con gli occhi, con le mani.
Lui si stacca dalla mia bocca e si dirige verso la scrivania in fondo alla stanza, apre il primo cassetto e tira fuori un pezzo di stoffa nero, si avvicina a me e mi ripete la stessa domanda a cui non ero stata capace di rispondere prima: “ti fidi di me?” annuisco, e mentre le sue labbra si impossessano nuovamente della mia bocca mi benda gli occhi.
Il mio cuore non ce la fa più, pulsa così forte che penso addirittura lui lo possa sentire.
Mi prende di nuovo per mano e con dolcezza mi conduce sul suo letto, dove mi fa sedere, poi li lascia ancora un attimo, sola nel mio buio, per tornare a prendermi ancora le mani: le unisce e lega anch’esse ad una sponda del letto.
Sto cercando in tutti i modi di non pensare, ma non ce la faccio…che succederà adesso? Perché mi sono cacciata in una situazione simile? E se fosse un pazzo?
Sono bloccata dal terrore, ma sento il suo corpo vicino al mio, lo sento caldo, vivo, e questa cosa incomprensibilmente mi calma lievemente. Lo immagino mentre mi guarda…che cosa starà pensando… Mi sento i capezzoli turgidi…li starà guardando anche lui?
Improvvisamente qualcosa mi sfiora il viso, è freddo, gelido: un cubetto di ghiaccio scende dalle mie guance, corre sul collo per poi risalire sulle mie labbra. Istintivamente ed avidamente apro la bocca per sentire cadere una goccia di acqua…ghiaccio già fuso.
Lo stesso freddo risale dai piedi alle gambe, prima una poi l’altra, e si avvicina ai miei slip e gira intorno, quasi indeciso se entrarci o meno, ma ci entra alla fine…ci entra arrivando fino alle labbra piene di voglia, e quel tocco mi ruba un gemito.
Il ghiaccio lentamente si scioglie mischiando il suo liquido al mio mentre una mano tira su il vestito scoprendomi fino al seno, liberando i miei capezzoli turgidi, durissimi.
Ancora un cubetto di ghiaccio che sale al mio seno, girando intorno alle mie rotondità risalendole fino in cima, bagnando completamente i capezzoli, facendomi gemere ad ogni movimento.
Mi sfila gli slip adesso, e mi tocca con entrambe le mani calde risalendomi addosso quasi voglia riscaldare il passaggio del ghiaccio.
Sento il suo corpo caldo sul mio…la sua pelle…è nudo, si è spogliato mentre ero bendata. I miei seni premono sul suo petto ed il suo sesso dritto, duro sfiora le mie cosce come per farsi spazio, ed istintivamente, e lascivamente io le allargo per offrirmi tutta alla sua lussuria...alla mia stessa lussuria!
Lo sento sfiorarmi le labbra ormai fradice di umori e di gocce d’acqua, e poi entra con decisione ed in quell’istante urliamo in due, mentre lo blocco con le gambe intorno ai fianchi, come se dovesse essere una rivincita alla mia prigionia. Il ghiaccio sul mio sesso, e dentro di me mi aveva raffreddato la carne, ma quel palo di carne infuocata e dura che mi solcava in profondità, mi faceva bruciare come se fosse fuoco liquido.
I suoi movimenti sempre più veloci e feroci, affonda con avidità e rabbia, facendomi ansimare e urlare per il piacere che mi sta regalando, Godo mentre le sue parole volano libere riempiendo la stanza, ed il fiato diventa corto per entrambi.
Mi mette un cuscino sotto la schiena. Mi tira su le gambe e poi lo sento di nuovo entrare nei miei segreti più intimi, ed io non riesco più a trattenermi, e vengo di lui, vengo come un’indemoniata, godendo lascivamente, libidinosamente, mentre mi scopa come un animale.
Urliamo il piacere, mentre il suo piacere mi riempie tutta, mentre lo sento irrigidirsi, e pulsarmi dentro il suo orgasmo caldo e vischioso fino a scoppiare……
La quiete, dopo…. Fatta solamente di respiri affannosi, pieni di emozioni pazzesche che rivivo velocemente come se mandassi indietro un nastro..
Poi mi slega le mani…mi toglie il vestito o ciò che resta …mi prende e mi fa montare sopra di lui.
Il suo meraviglioso scettro è ancora umido di me e dei miei umori, mischiati al suo sperma che rivola lungo l’asta scivolando fino ai testicoli, ed ho un brivido di lussuria e di dominio nel prenderlo in mano per accompagnarlo ancora dentro di me.
Lo cavalco e me lo scopo come voglio io adesso, mentre le mie mani curiose toccano quell’uomo sconosciuto, il suo petto, le sue braccia, il suo viso.
E le sue mani guidano i miei movimenti mentre mi penetra impetuosamente, impossessandosi delle mie natiche che esplora senza vergogna facendomi rabbrividire di piacere.
Lo cavalco come una pazza furiosa godendomi le sue spinte possenti che mi squassano il corpo e la mente…finchè non lo sento scoppiare ancora una volta di piacere dentro di me……
Restiamo abbracciati per calmare i nostri cuori e i nostri umori, poi con una cura che ha del meraviglioso mi riveste, ma senza mai togliermi la benda dagli occhi, mi fa salire in macchina per riaccompagnarmi di fronte al chiosco del parco…
Solo allora mi slaccia la benda dagli occhi, e mi bacia appassionatamente…sussurrandomi di tenerla con me, per ricordarmi di lui ogni volta che vorrò.
Solo dopo, a casa, frastornata e felice come un’adolescente scopro che in un angolo di quella benda c’era ricamato il suo nome ed il suo numero di telefono….

Lo chiamerò, penso…mi manca già!
scritto il
2011-06-14
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