Ramona: la prima volta con una rumena
di
alybas
genere
etero
Storia vera
Ho conosciuto Ramona in una chat, su Badoo per essere chiari. Lei è rumena, e aveva all’epoca del nostro incontro 40 anni. Prima di incontrarla abbiamo molto discusso. Io le ho detto molto di me e lei molto di se. Mi piaceva il suo modo di fare esplicito e la sua serietà nell’affrontare le cose. Lei cercava una relazione e io anche. Ci siamo trovati in chat e ci è piaciuto molto flirtare. Ci siamo attratti a vicenda e non potevamo resistere tanta era l’esigenza di scriverci sensazioni, interessi, pensieri, impressioni, lei lavorava, io anche per cui momenti liberi solo serale. Poi siamo passati ai messaggi sms e alle telefonate. Anche qui le cose avevano funzionato a meraviglia, tutto era fatato abbiamo utilizzato skype e così ci siamo potuti anche vedere. Ramy che in foto appariva interessante era senza dubbio belloccia, ben truccata e molto molto in carne. A me le donne così mi fanno sangue e io ho iniziato a farle una corte ancora più serrata. Mi piaceva, mi eccitava e io non le ero insensibile. Mi rendevo conto che cercava in più occasioni di restare sulle sue ma non le è stato possibile per molto tempo. Una sera mi sono denudato di fronte alla web cam e con il mio pene ritto le ho chiesto di spogliarsi per me. Lei ha voluto declinare ma dai suoi occhi si vedevano le scintille, aveva vergogna, misto a timore ed era indecisa. Era avida guardava il mio grosso pene e rideva, era a disagio combattuta fra quello che voleva il suo intimo e quello che la morale le imponeva. Ad un tratto io ho chiuso il collegamento ed ero certo che lei, come al solito, avrebbe chiuso e si sarebbe fatta la doccia prima di andare a letto. Non ho dato ulteriore interesse alla questione quando dopo circa una oretta mi è comparso un suo messaggio su wathapp. Ramona non riusciva a dormire e mi chiedeva di ritornare su skype. Ci ho riflettuto ma non lo feci. Certo se fossi tornato forse si sarebbe sciolta e mi avrebbe fatto vedere il suo corpo ma non volli darle la soddisfazione di ritornare on line. Dopo circa una ora su wathapp la frase era netta e perentoria, in maniera stizzita e mi imponeva quasi di ritornare sui miei passi. Io allora ho abbassato la suoneria, mi sono voltato dall’altra parte e ho cercato riposo. Non ci sono riuscito ma la mattina è ricominciata con il buongiorno da parte della donna e tutto è tornato nella normalità. La sera la solita chiamata su skype. Non ho risposto subito ma con fare riottoso ho deciso di accettare la chiamata. Ramona era seduta sulla sua sedia difronte al suo computer ma questa volta era in accappatoio e sorrideva nervosamente. La notte l’aveva maturata e dopo poche parole dolci e sicure le dissi perentoriamente di aprire l’accappatoio e lei con moltissimo imbarazzo lo fece. Esponeva alla mia vista due tettone enormi. Fantastico, Erano due fantastiche tette di 5 misura come lei mi disse. Le dissi che quella vista mi faceva morire e lei sorrise di un sorriso malizioso. Iniziò a massaggiarsi sfiorando i capezzoloni con le dita che avevano le unghie smaltate di un rosso molto arrapante. Non sapeva giocare benissimo con il suo corpo molto ingombrante ma anche se si toccava in una maniera straordinariamente goffa, vedendo, io morivo per lei. Portò alternativamente le dita in bocca riempiendole di saliva. La saliva debordava dalle labbra e lei la faceva cadere con dei filamenti proprio sul suo fantastico seno. Continuava ad impastare saliva e tette, chiedendomi se mi piaceva e io rischiavo un infarto. Guardavo i suoi movimenti goffi ma al contempo eccitanti senza tregua. Ero eccitato sempre di più e ben presto il mio cazzo si rizzò più del dovuto. Ero gia pronto in tiro e avevo iniziato a toccarmi mentre lei continuava a pastrugnare senza tregua quel senone infinito. Era troppa tutta quella carne e il suo viso era arrapante le labbra rosse colore delle unghie, il trucco e quei sommovimenti erano straordinari per me che guardavo tutto e volevo possedere quelle montagne. Le ho detto che il mio scettro doveva montarla e lei ha stretto a se le mammellone come per accogliermi. Nonostante fossero grosse erano piene e il mio desiderio aumentava sempre più. Le urlavo che era fantastica e continuavo a godermi un rapporto a distanza con le sue poppe che ballonzolavano sbatacchiavano e ciondolavano al ritmo della sua masturbazione. Per quanto Ramona stringesse le tette il loro sballottare non dava tregua quelle montagne salivano e scendevano in maniera arrapante. Presa dal momento faceva sul serio, si portava le tette alle labbra e si succhiava in una maniera spettacolare, era oramai una performance erotica e il mio pene grosso resisteva a stento. Non chiesi nulla a Ramona, lei vedeva il mio stato in cam e la sua eccitazione era anch’essa al culmine. Andava la sua mano destra mentre la sinistra mungeva le tette e se io oramai reggevo il mio cannone lei si stava sditalinando il clitoride senza riposo. Ansimava e si masturbava. Toccava le sue intimità, si toccava in modo vorticoso quasi in una danza che le sue mani portavano a termine in maniera indiavolata. Voleva darsi piacere e voleva vedere il mio cazzo in primo piano. Lo chiedeva a gran voce, in maniera roca. Lo voleva in bocca. Diceva che voleva sentire la sborra e sebbene lo stesse facendo di fronte a me in cam il senso del pudore era evidente e io sapevo che dovevo superarlo. C’era ancora in lei qualche freno inibitorio. Io la volevo e volevo facesse molto di più, molto di più. Mi sollevai sulle gambe dicendo che era tutto per la sua figona calda, che non vedevo l’ora di infilare e lei rossa in volto toccava la figa e succhiava le dita in maniera voluttuosa. Mi diceva che io ero dentro lei e che voleva sentire il mio cazzo penetrarla ancora, ancora e poi ancora. Dissi che la stavo penetrando e lei ansimò ancora di più, gemeva non si dava tregua e io la incalzavo. Niente tregua e niente limiti. Ben presto tutto divenne ritmico e Ramona era incandescente dal desiderio. Guardava avidamente la mazza. Guaiva laida e tutta la sua opulenza di carne era debordante, scomposta. Si alzò anche lei era grassa ma oramai ogni parte di se urlava desiderio mi desiderava in modo animale come io la volevo senza tregua. La sua lingua mulinava e continuava a gemere mentre le sue dita penetravano nella figa la aprivano in maniera lacerante e lei si carezzava con passione. Poco ci volle ed esplose in una maniera fragorosa cadendo sul letto vicino in preda all’orgasmo. Non sentii nulla per diverso tempo dopodichè lei ritornò ancora nuda e mi disse che era tutta bagnata e che avrebbe dovuto fare di nuovo la doccia. Avrei voluto essere in quegli istanti li a succhiarle tutto quel miele di donna ma ero distante era il problema di skype, le dissi di andare ma lei non volle lasciare il collegamento. Volle rimanere a fissarmi e ad incitarmi nella mia attività masturbatoria e la sua voce fu perfetta per spingermi dove ancora non ero arrivato, venni tra le mie mani e lei urlò che venne anche lei ancora, ancora e poi ancora e fece una cosa magnifica riempiendo dei suoi umori le tettone e offrendomi quei fantastici capezzoli grossi e duri pronti per essere succhiati. Fu bello sentii la realizzazione di un desiderio anche se eravamo distanti. I giorni che seguirono furono simili a quello. Ogni sera avevo il pretesto e le chiedevo sempre di più il suo corpo carnale mi faceva godere sempre e solo la distanza ci frenava. Visto che io risiedo a Roma e lei in un paese del Lazio. Il desiderio per me è sovrano ed incontrollabile, per cui le feci capire che non avrei aspettato oltre. Lei mi tirò per le lunghe l’incontro mentre io ormai avevo una voglia che mi portava via. Conoscevo tutto di lei e volevo possedere dal vero tutto quello che possedevo telematicamente. Più cercavo un appuntamento più lei nicchiava faceva di tutto si toglieva il reggiseno e io godevo di sentirla e vederla godere. Oramai eravamo diventati perfetti godevamo telematicamente all’unisono in continuazione la mia voglia era molta ma una volta che lei era diventata disinibita non la fermava più nessuno. Con il passare delle settimane io avevo acquisito tutti i dati possibili e immaginabili sapevo di lei tutto o quasi del suo passato e anche della sua vita attuale. Era divorziata e con una figlia ma viveva ormai da anni in Italia dove si voleva stabilire. Era infermiera ma faceva la badante e avevo saputo pure l’indirizzo della famiglia in cui svolgeva il suo servizio. Sapevo che Ramy ogni sera faceva una passeggiata al centro del paese e nel paese piccolo dubbi per trovarla non ve ne erano molti. Ero fortemente decisa a prendermi quello che mi spettava e dopo aver parlato in mattinata con lei e dopo averle promesso che ci saremmo rivisti nella serata su skype partii alla volta del paese con la mia macchina, intenzionato a godermi tutta la trasferta. Fu una giornata piacevole il paese era ospitale e anche le aree limitrofe non erano male. Mangiai in un ristorantino molto noto e poi andai ad attendere la sua uscita. Aspettai non poco ma più attendevo più il mio desiderio cresceva. Finalmente il portone si aprì e lei comparve. Era quasi identica a come la vedevo su skype. Truccata bene con occhiali da vista modello leggero un bel viso, curata e abbondante, molto straripante. Era vestita con gusto sebbene senza esagerazione. L’unica particolarità era nella ricerca degli accessori: collane e bracciali. Scesi dalla macchina e mi avvicinai. Lei rimase perplessa come fulminata e io le sorrisi. Il suo sorriso fu imbarazzato e io le dissi Sali tu in macchina o devo farti salire io? Non rispose salì e io uscii dal paese. Non mi disse altro di evitare la gente pettegola e io evitai tutto e quando fummo ad una distanza ragguardevole dal paese le dissi: “in albergo o a casa mia a Roma?” ma lei non rispose. Decisi io e partii per Roma. Lei mi disse che non si poteva allontanare per così tanto tempo ma io le dissi che era solo una notte che avrebbe dovuto trascorrere e che era meglio che si fosse rilassata tanto indietro non l’avrei portata. Prendemmo l’autostrada e finalmente la donna si era rilassata ora rideva e scherzava, mentre io covavo desiderio. Era stato un rapimento vero e proprio con lei che però sembrava consenziente. "Non ci volle che un’oretta ed eravamo sotto casa mia parcheggiai sebbene non fosse affatto facile e la feci scendere dalla macchina. Era rosa dall’ansia e dai sensi di colpa mentre io già l’avevo abbracciata e la tiravo verso il portone di casa. Esitammo ancora ma io sentivo il suo sudore, l’odore di lei misto al profumo femminile in un che di afrodisiaco che non mi dava pace e allora la spinsi, la trascinai senza violenza ma con risoluta convinzione e lei fece i passi che doveva fare. Già quando salimmo in ascensore lei era fra le mie braccia e io l’abbrancavo con grande smania. Fu un attimo aprii la porta e le piombai addosso con lei che era in mia balia. La voglia mia era irrefrenabile anche se non nascondo che Ramy provò a resistere. L’avevo già condotta sul divano e con metodica insistenza avevo preso di mira le sue labbra prima dischiuse poi sempre più aperte sino a far entrare la mia lingua guizzante e sempre più prepotente. La volevo tutta e subito mentre lei cercava di sottrarsi. La stavo lavorando sfilandole il pantacollant. Le dissi che la desideravo. Non avevo in mente altro che possedere quella immensa donna che iniziava a gemere per le toccate che andavano tutte a segno. Volevo chiavarla, soddisfare tutto quel ben di dio e soddisfarmi. Abbiamo lottato una mezzoretta. Schermaglie più che altro ma lei aveva allargato le gambe. Aveva iniziato ad accettare ed io le avevo iniziato ad infilare in vaginale le dita. Il clitoride era di grandi dimensioni, fu semplice sgrillettarlo e lei subì i miei primi giochi. Non ci volle molto che era già fra le mie dita e io lo potei suonarla a mio piacimento. Ramy non sapeva più che fare era in preda ad una tempesta di sensazioni, si stringeva a me prima di cedere e intanto ansimava. Era desiderio forte, vibrante. Ho accompagnato le sue dita sulla figa e lei ha iniziato a fare la cosa più naturale lavorandosi le grandi labbra come solo una donna può fare. Si era offerta. Io ero già in posizione e il suo pensiero fu il mio. Iniziai a leccarle tutto l’interno cosce e poi con le labbra umide e la lingua calda succhiai tutto con avidità. Mordicchiai e leccai come un affamato
Lavorai tutto di lingua . Ansimava, grugniva la porca, era pronta. Ero avido, iniziai a succhiarla come dovessi prenderle l’anima e in effetti questo volevo da lei, . Questa sollecitazione fu troppo per Ramy e la voce rotta dall’emozione segno il momento. Stava venendo in maniera brutale e fu una cascata di orgasmi a catena, una ripetizione senza limite. Fu fantastico sentire tutto nella mia bocca.. Il divano era pieno di umori. Ramona squirtava e sbrodava ancora…... Credo che leccare la fica di una donna sia la cosa più fantastica del mondo e lei godeva, in un fantastico 69. La avevo senta in difficoltà in un primo momento, poi inizia a succhiare. Le labbra erano carnose fantastiche, la bocca con una bella apertura e la lingua dolce e calda. Non era una bocchinara ma faceva il suo effetto, poi i suoi seni erano li a portata di mano. Una bella vacca rumena e io sentivo il desiderio di dominarla. Mi offrìle tettone che io iniziai a leccare senza tregua. Le baciavo, le succhiavo e le leccavo lasciando su di esse la mia copiosa saliva. I suoi capezzoloni mi stimolano pensieri lascivi. Lei aveva capito che volevo il seno e finalmente trovò la posizione giusta. Mi piacque molto ma non venni e allora fu pecorina. Era oscena grassa a cosce larghe. Il mio ingresso fu facile, facile, lei era zuppa di secrezioni vaginali. La sensazione di monta fu terribile, Sento la mia vacca e sento di essere il toro che quella vacca deve distruggere di godimento La voglio demolire e lei lo sentiva e mi incitava. Il suo italiano non era perfetto ma era meglio così, l’eccitazione rende meglio e la sua figa un lago, un brodo caldo da cui non volevo uscire. Ramy si agitò col suo corpo giunonico. Si torturava i capezzoli, era magnifica. A questo punto non risposi più di me stesso, mi impuntai che volevo il suo ano e fu una vera battaglia, anzi direi una vera guerra Ramy da subito si mostrò ostile. E più io imponevo le mie mani sul suo culone puntando a infilare le dita, per fare pressione, aprire e soprattutto allargare il buchetto più lei si rivoltò con forza. Lottammo le diedi diversi ceffoni ma lei non voleva cedere quel buchino in quel culo immenso. Ero più forte ma faticai a imporle le dita nell’ano. La insalivai, avevo una crema ma non avevo tempo per andarla a prendere. Non immaginavo che quella vaccona avesse il buco del culo vergine. Mi toccava violarla. Ci volle mmolto, del resto le cose più belle si ottengono con difficoltà mi ripetevo e più la martirizzai più la donna rumena cedeva e io aumentavo il mio desiderio. La posizionai bene e puntavo solo all’orifizio anale. Urlava e non sapevo come fare, pensavo e decisi che avevo bisogno di pochi istanti. La snervai di ditalini, e poi mentre lei era in catalessi mi alzai di scatto raggiunsi la camera da letto. Presi un dildo e mentre ancora Ramy si riprendeva, gli e lo avevo messo nel culo, con forza. Urlò come la stessi scannando, diceva parole indicibili, era arrabbiatissima ma il dildo era in culo. Rabbiosa e stizzita se lo tolse e mi ordinò perentoriamente di riportarla a casa…..aveva da lavorare. Un primo passo lo avevo fatto….
Ho conosciuto Ramona in una chat, su Badoo per essere chiari. Lei è rumena, e aveva all’epoca del nostro incontro 40 anni. Prima di incontrarla abbiamo molto discusso. Io le ho detto molto di me e lei molto di se. Mi piaceva il suo modo di fare esplicito e la sua serietà nell’affrontare le cose. Lei cercava una relazione e io anche. Ci siamo trovati in chat e ci è piaciuto molto flirtare. Ci siamo attratti a vicenda e non potevamo resistere tanta era l’esigenza di scriverci sensazioni, interessi, pensieri, impressioni, lei lavorava, io anche per cui momenti liberi solo serale. Poi siamo passati ai messaggi sms e alle telefonate. Anche qui le cose avevano funzionato a meraviglia, tutto era fatato abbiamo utilizzato skype e così ci siamo potuti anche vedere. Ramy che in foto appariva interessante era senza dubbio belloccia, ben truccata e molto molto in carne. A me le donne così mi fanno sangue e io ho iniziato a farle una corte ancora più serrata. Mi piaceva, mi eccitava e io non le ero insensibile. Mi rendevo conto che cercava in più occasioni di restare sulle sue ma non le è stato possibile per molto tempo. Una sera mi sono denudato di fronte alla web cam e con il mio pene ritto le ho chiesto di spogliarsi per me. Lei ha voluto declinare ma dai suoi occhi si vedevano le scintille, aveva vergogna, misto a timore ed era indecisa. Era avida guardava il mio grosso pene e rideva, era a disagio combattuta fra quello che voleva il suo intimo e quello che la morale le imponeva. Ad un tratto io ho chiuso il collegamento ed ero certo che lei, come al solito, avrebbe chiuso e si sarebbe fatta la doccia prima di andare a letto. Non ho dato ulteriore interesse alla questione quando dopo circa una oretta mi è comparso un suo messaggio su wathapp. Ramona non riusciva a dormire e mi chiedeva di ritornare su skype. Ci ho riflettuto ma non lo feci. Certo se fossi tornato forse si sarebbe sciolta e mi avrebbe fatto vedere il suo corpo ma non volli darle la soddisfazione di ritornare on line. Dopo circa una ora su wathapp la frase era netta e perentoria, in maniera stizzita e mi imponeva quasi di ritornare sui miei passi. Io allora ho abbassato la suoneria, mi sono voltato dall’altra parte e ho cercato riposo. Non ci sono riuscito ma la mattina è ricominciata con il buongiorno da parte della donna e tutto è tornato nella normalità. La sera la solita chiamata su skype. Non ho risposto subito ma con fare riottoso ho deciso di accettare la chiamata. Ramona era seduta sulla sua sedia difronte al suo computer ma questa volta era in accappatoio e sorrideva nervosamente. La notte l’aveva maturata e dopo poche parole dolci e sicure le dissi perentoriamente di aprire l’accappatoio e lei con moltissimo imbarazzo lo fece. Esponeva alla mia vista due tettone enormi. Fantastico, Erano due fantastiche tette di 5 misura come lei mi disse. Le dissi che quella vista mi faceva morire e lei sorrise di un sorriso malizioso. Iniziò a massaggiarsi sfiorando i capezzoloni con le dita che avevano le unghie smaltate di un rosso molto arrapante. Non sapeva giocare benissimo con il suo corpo molto ingombrante ma anche se si toccava in una maniera straordinariamente goffa, vedendo, io morivo per lei. Portò alternativamente le dita in bocca riempiendole di saliva. La saliva debordava dalle labbra e lei la faceva cadere con dei filamenti proprio sul suo fantastico seno. Continuava ad impastare saliva e tette, chiedendomi se mi piaceva e io rischiavo un infarto. Guardavo i suoi movimenti goffi ma al contempo eccitanti senza tregua. Ero eccitato sempre di più e ben presto il mio cazzo si rizzò più del dovuto. Ero gia pronto in tiro e avevo iniziato a toccarmi mentre lei continuava a pastrugnare senza tregua quel senone infinito. Era troppa tutta quella carne e il suo viso era arrapante le labbra rosse colore delle unghie, il trucco e quei sommovimenti erano straordinari per me che guardavo tutto e volevo possedere quelle montagne. Le ho detto che il mio scettro doveva montarla e lei ha stretto a se le mammellone come per accogliermi. Nonostante fossero grosse erano piene e il mio desiderio aumentava sempre più. Le urlavo che era fantastica e continuavo a godermi un rapporto a distanza con le sue poppe che ballonzolavano sbatacchiavano e ciondolavano al ritmo della sua masturbazione. Per quanto Ramona stringesse le tette il loro sballottare non dava tregua quelle montagne salivano e scendevano in maniera arrapante. Presa dal momento faceva sul serio, si portava le tette alle labbra e si succhiava in una maniera spettacolare, era oramai una performance erotica e il mio pene grosso resisteva a stento. Non chiesi nulla a Ramona, lei vedeva il mio stato in cam e la sua eccitazione era anch’essa al culmine. Andava la sua mano destra mentre la sinistra mungeva le tette e se io oramai reggevo il mio cannone lei si stava sditalinando il clitoride senza riposo. Ansimava e si masturbava. Toccava le sue intimità, si toccava in modo vorticoso quasi in una danza che le sue mani portavano a termine in maniera indiavolata. Voleva darsi piacere e voleva vedere il mio cazzo in primo piano. Lo chiedeva a gran voce, in maniera roca. Lo voleva in bocca. Diceva che voleva sentire la sborra e sebbene lo stesse facendo di fronte a me in cam il senso del pudore era evidente e io sapevo che dovevo superarlo. C’era ancora in lei qualche freno inibitorio. Io la volevo e volevo facesse molto di più, molto di più. Mi sollevai sulle gambe dicendo che era tutto per la sua figona calda, che non vedevo l’ora di infilare e lei rossa in volto toccava la figa e succhiava le dita in maniera voluttuosa. Mi diceva che io ero dentro lei e che voleva sentire il mio cazzo penetrarla ancora, ancora e poi ancora. Dissi che la stavo penetrando e lei ansimò ancora di più, gemeva non si dava tregua e io la incalzavo. Niente tregua e niente limiti. Ben presto tutto divenne ritmico e Ramona era incandescente dal desiderio. Guardava avidamente la mazza. Guaiva laida e tutta la sua opulenza di carne era debordante, scomposta. Si alzò anche lei era grassa ma oramai ogni parte di se urlava desiderio mi desiderava in modo animale come io la volevo senza tregua. La sua lingua mulinava e continuava a gemere mentre le sue dita penetravano nella figa la aprivano in maniera lacerante e lei si carezzava con passione. Poco ci volle ed esplose in una maniera fragorosa cadendo sul letto vicino in preda all’orgasmo. Non sentii nulla per diverso tempo dopodichè lei ritornò ancora nuda e mi disse che era tutta bagnata e che avrebbe dovuto fare di nuovo la doccia. Avrei voluto essere in quegli istanti li a succhiarle tutto quel miele di donna ma ero distante era il problema di skype, le dissi di andare ma lei non volle lasciare il collegamento. Volle rimanere a fissarmi e ad incitarmi nella mia attività masturbatoria e la sua voce fu perfetta per spingermi dove ancora non ero arrivato, venni tra le mie mani e lei urlò che venne anche lei ancora, ancora e poi ancora e fece una cosa magnifica riempiendo dei suoi umori le tettone e offrendomi quei fantastici capezzoli grossi e duri pronti per essere succhiati. Fu bello sentii la realizzazione di un desiderio anche se eravamo distanti. I giorni che seguirono furono simili a quello. Ogni sera avevo il pretesto e le chiedevo sempre di più il suo corpo carnale mi faceva godere sempre e solo la distanza ci frenava. Visto che io risiedo a Roma e lei in un paese del Lazio. Il desiderio per me è sovrano ed incontrollabile, per cui le feci capire che non avrei aspettato oltre. Lei mi tirò per le lunghe l’incontro mentre io ormai avevo una voglia che mi portava via. Conoscevo tutto di lei e volevo possedere dal vero tutto quello che possedevo telematicamente. Più cercavo un appuntamento più lei nicchiava faceva di tutto si toglieva il reggiseno e io godevo di sentirla e vederla godere. Oramai eravamo diventati perfetti godevamo telematicamente all’unisono in continuazione la mia voglia era molta ma una volta che lei era diventata disinibita non la fermava più nessuno. Con il passare delle settimane io avevo acquisito tutti i dati possibili e immaginabili sapevo di lei tutto o quasi del suo passato e anche della sua vita attuale. Era divorziata e con una figlia ma viveva ormai da anni in Italia dove si voleva stabilire. Era infermiera ma faceva la badante e avevo saputo pure l’indirizzo della famiglia in cui svolgeva il suo servizio. Sapevo che Ramy ogni sera faceva una passeggiata al centro del paese e nel paese piccolo dubbi per trovarla non ve ne erano molti. Ero fortemente decisa a prendermi quello che mi spettava e dopo aver parlato in mattinata con lei e dopo averle promesso che ci saremmo rivisti nella serata su skype partii alla volta del paese con la mia macchina, intenzionato a godermi tutta la trasferta. Fu una giornata piacevole il paese era ospitale e anche le aree limitrofe non erano male. Mangiai in un ristorantino molto noto e poi andai ad attendere la sua uscita. Aspettai non poco ma più attendevo più il mio desiderio cresceva. Finalmente il portone si aprì e lei comparve. Era quasi identica a come la vedevo su skype. Truccata bene con occhiali da vista modello leggero un bel viso, curata e abbondante, molto straripante. Era vestita con gusto sebbene senza esagerazione. L’unica particolarità era nella ricerca degli accessori: collane e bracciali. Scesi dalla macchina e mi avvicinai. Lei rimase perplessa come fulminata e io le sorrisi. Il suo sorriso fu imbarazzato e io le dissi Sali tu in macchina o devo farti salire io? Non rispose salì e io uscii dal paese. Non mi disse altro di evitare la gente pettegola e io evitai tutto e quando fummo ad una distanza ragguardevole dal paese le dissi: “in albergo o a casa mia a Roma?” ma lei non rispose. Decisi io e partii per Roma. Lei mi disse che non si poteva allontanare per così tanto tempo ma io le dissi che era solo una notte che avrebbe dovuto trascorrere e che era meglio che si fosse rilassata tanto indietro non l’avrei portata. Prendemmo l’autostrada e finalmente la donna si era rilassata ora rideva e scherzava, mentre io covavo desiderio. Era stato un rapimento vero e proprio con lei che però sembrava consenziente. "Non ci volle che un’oretta ed eravamo sotto casa mia parcheggiai sebbene non fosse affatto facile e la feci scendere dalla macchina. Era rosa dall’ansia e dai sensi di colpa mentre io già l’avevo abbracciata e la tiravo verso il portone di casa. Esitammo ancora ma io sentivo il suo sudore, l’odore di lei misto al profumo femminile in un che di afrodisiaco che non mi dava pace e allora la spinsi, la trascinai senza violenza ma con risoluta convinzione e lei fece i passi che doveva fare. Già quando salimmo in ascensore lei era fra le mie braccia e io l’abbrancavo con grande smania. Fu un attimo aprii la porta e le piombai addosso con lei che era in mia balia. La voglia mia era irrefrenabile anche se non nascondo che Ramy provò a resistere. L’avevo già condotta sul divano e con metodica insistenza avevo preso di mira le sue labbra prima dischiuse poi sempre più aperte sino a far entrare la mia lingua guizzante e sempre più prepotente. La volevo tutta e subito mentre lei cercava di sottrarsi. La stavo lavorando sfilandole il pantacollant. Le dissi che la desideravo. Non avevo in mente altro che possedere quella immensa donna che iniziava a gemere per le toccate che andavano tutte a segno. Volevo chiavarla, soddisfare tutto quel ben di dio e soddisfarmi. Abbiamo lottato una mezzoretta. Schermaglie più che altro ma lei aveva allargato le gambe. Aveva iniziato ad accettare ed io le avevo iniziato ad infilare in vaginale le dita. Il clitoride era di grandi dimensioni, fu semplice sgrillettarlo e lei subì i miei primi giochi. Non ci volle molto che era già fra le mie dita e io lo potei suonarla a mio piacimento. Ramy non sapeva più che fare era in preda ad una tempesta di sensazioni, si stringeva a me prima di cedere e intanto ansimava. Era desiderio forte, vibrante. Ho accompagnato le sue dita sulla figa e lei ha iniziato a fare la cosa più naturale lavorandosi le grandi labbra come solo una donna può fare. Si era offerta. Io ero già in posizione e il suo pensiero fu il mio. Iniziai a leccarle tutto l’interno cosce e poi con le labbra umide e la lingua calda succhiai tutto con avidità. Mordicchiai e leccai come un affamato
Lavorai tutto di lingua . Ansimava, grugniva la porca, era pronta. Ero avido, iniziai a succhiarla come dovessi prenderle l’anima e in effetti questo volevo da lei, . Questa sollecitazione fu troppo per Ramy e la voce rotta dall’emozione segno il momento. Stava venendo in maniera brutale e fu una cascata di orgasmi a catena, una ripetizione senza limite. Fu fantastico sentire tutto nella mia bocca.. Il divano era pieno di umori. Ramona squirtava e sbrodava ancora…... Credo che leccare la fica di una donna sia la cosa più fantastica del mondo e lei godeva, in un fantastico 69. La avevo senta in difficoltà in un primo momento, poi inizia a succhiare. Le labbra erano carnose fantastiche, la bocca con una bella apertura e la lingua dolce e calda. Non era una bocchinara ma faceva il suo effetto, poi i suoi seni erano li a portata di mano. Una bella vacca rumena e io sentivo il desiderio di dominarla. Mi offrìle tettone che io iniziai a leccare senza tregua. Le baciavo, le succhiavo e le leccavo lasciando su di esse la mia copiosa saliva. I suoi capezzoloni mi stimolano pensieri lascivi. Lei aveva capito che volevo il seno e finalmente trovò la posizione giusta. Mi piacque molto ma non venni e allora fu pecorina. Era oscena grassa a cosce larghe. Il mio ingresso fu facile, facile, lei era zuppa di secrezioni vaginali. La sensazione di monta fu terribile, Sento la mia vacca e sento di essere il toro che quella vacca deve distruggere di godimento La voglio demolire e lei lo sentiva e mi incitava. Il suo italiano non era perfetto ma era meglio così, l’eccitazione rende meglio e la sua figa un lago, un brodo caldo da cui non volevo uscire. Ramy si agitò col suo corpo giunonico. Si torturava i capezzoli, era magnifica. A questo punto non risposi più di me stesso, mi impuntai che volevo il suo ano e fu una vera battaglia, anzi direi una vera guerra Ramy da subito si mostrò ostile. E più io imponevo le mie mani sul suo culone puntando a infilare le dita, per fare pressione, aprire e soprattutto allargare il buchetto più lei si rivoltò con forza. Lottammo le diedi diversi ceffoni ma lei non voleva cedere quel buchino in quel culo immenso. Ero più forte ma faticai a imporle le dita nell’ano. La insalivai, avevo una crema ma non avevo tempo per andarla a prendere. Non immaginavo che quella vaccona avesse il buco del culo vergine. Mi toccava violarla. Ci volle mmolto, del resto le cose più belle si ottengono con difficoltà mi ripetevo e più la martirizzai più la donna rumena cedeva e io aumentavo il mio desiderio. La posizionai bene e puntavo solo all’orifizio anale. Urlava e non sapevo come fare, pensavo e decisi che avevo bisogno di pochi istanti. La snervai di ditalini, e poi mentre lei era in catalessi mi alzai di scatto raggiunsi la camera da letto. Presi un dildo e mentre ancora Ramy si riprendeva, gli e lo avevo messo nel culo, con forza. Urlò come la stessi scannando, diceva parole indicibili, era arrabbiatissima ma il dildo era in culo. Rabbiosa e stizzita se lo tolse e mi ordinò perentoriamente di riportarla a casa…..aveva da lavorare. Un primo passo lo avevo fatto….
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