A quanto pare non è mai un buon momento
di
Pantelleria
genere
comici
Mi hai lasciato che era primavera, codarda. Gli alberi fioriscono, le giornate si fanno più calde e lunghe ma non me ne frega niente, per me è tutto grigio come l’asfalto che percorro per tornare a casa dal lavoro. Lo hai fatto con freddezza, asserendo che fosse la cosa migliore per entrambi, come se questo potesse addolcirmi la pillola, probabilmente ha solo attenuato il tuo senso di colpa, sempre che tu lo abbia avuto. Sembra che tutte le coppie siano felici, sembra che tutti siano obnubilati dall’idillio dell’amore, tutti tranne me. Li guardo con una smorfia di disprezzo, credo che mi prendano per un maniaco sessuale o per un maniaco omicida, poco mi importa, certo è che non ho propriamente un aspetto sano ultimamente, anche perché sta arrivando l’allergia, puntuale come la rata di un finanziamento. Tu invece ti sentirai libera come una farfalla e te ne andrai a correre nel tuo bel parchetto fiorito, perché adesso che sei libera devi rimetterti in forma, ora sei di nuovo a caccia. Io invece sto mettendo su la pancia e trovo sempre più capelli sul cuscino, speriamo sia il cambio di stagione. Ultimamente l’unico bouquet che mi da soddisfazione è quello sprigionato dal vino che tracanno ogni sera nella speranza che domani sia meglio di oggi.
Mi hai lasciato che era estate, vigliacca. Dici che hai bisogno di ritrovare te stessa, che l’idea di essere così legata a me ti spaventava. Che cliché. Dici che ti dispiace ma sono sicuro che è un dispiacere sfocato, lontano, come ci si può dispiacere per i morti in seguito ad uno tsunami in estremo oriente, un dispiacere di circostanza. Si fa presto a lasciare d’estate, si sa che l’estate è il periodo delle distrazioni, delle serate in spiaggia con quel manipolo di zitelle delle tue amiche, siete patetiche, cerca almeno di mantenere una dignità nei selfie che pubblichi sui tuoi social. Possibile mai che le amiche spuntino sempre come funghi più cariche che mai quando una donna si lascia, piene di iniziative per passare giornate e serate spensierate? I miei amici invece sono tutti in vacanza con mogli o fidanzate. Di notte non dormo, di giorno sono uno zombie, ho anche ricominciato a fumare. Dalla finestra sento il vociare di gente che si diverte mentre cerco di prendere un po’ di colore tracannando un rosso corposo visto che sono bianco come un cadavere, ho pure un principio di gastrite.
Mi hai lasciato che era autunno, ipocrita. Ti hanno proposto un lavoro lontano da qui e da un giorno all’altro sono diventato una catena, un laccio che ti impedisce di librarti in volo nell’affermazione di te stessa. Coincidenze? Però le vacanze ce le siamo godute vero? Non ho le prove ma sono quasi sicuro che lo sapessi già da tempo, ora che ci penso avevi smesso di parlare di futuro, hai pian piano portato via tutte le cose che avevi lasciato a casa mia. Non sei più sicura di amarmi. L’altro ieri dicevi di esserla. Che schifo. E mi ritrovo qui a contemplare le foglie che cadono, a cercare di impegnare il tempo nei modi più stupidi per non pensare, per non pensarti, per non pensare che le giornate si fanno sempre più fredde e sempre più corte, per non pensare alla routine quotidiana che mi è piombata tra capo e collo dopo le ferie senza neanche la consolazione di abbandonarmi la sera tra le tue cosce. Un amico mi ha consigliato di iscrivermi ad una app di incontri. Una app di incontri, ma per favore. Se devo incontrare qualcuno preferisco che accada nel reparto cantina del supermercato, almeno avemmo di sicuro qualcosa in comune.
Mi hai lasciato che era inverno, stronza. Verso metà dicembre, così, come regalo di natale, dici che hai capito che le nostre differenze non sono conciliabili, che hai bisogno di aria nuova, io invece per ora posso giusto respirare le mie scoregge per scaldarmi nelle notti fredde. Non ho avuto voglia di festeggiare, non c’era niente da festeggiare. Al pranzo di Natale non ho praticamente toccato cibo. A capodanno sono rimasto a casa, mi sono scolato una bottiglia di vino, mi sono fatto una sega e alle 11 ero già a letto, gli amici si erano già organizzati con mogli e fidanzate. Possibile mai che gli amici quando un uomo si lascia abbiano sempre irrimandabilmente da fare con mogli e fidanzate? Che tristezza. E tu che “non volevi festeggiare” sei finita ad una festa con gente che dicevi di odiare, lo so perché da buon masochista sono andato a vedere le tue foto sui social. Quanti sorrisi, quanta allegria, quante cose buone da mangiare, ti spedirei un pezzo del mio fegato così magari ti mangeresti anche quello, è bello grasso ormai. Che ti sia almeno andato di traverso il cotechino. Spero di arrivare a san Valentino con una dose di cinismo tale da non entrare in iperglicemia.
Mi hai lasciato che era estate, vigliacca. Dici che hai bisogno di ritrovare te stessa, che l’idea di essere così legata a me ti spaventava. Che cliché. Dici che ti dispiace ma sono sicuro che è un dispiacere sfocato, lontano, come ci si può dispiacere per i morti in seguito ad uno tsunami in estremo oriente, un dispiacere di circostanza. Si fa presto a lasciare d’estate, si sa che l’estate è il periodo delle distrazioni, delle serate in spiaggia con quel manipolo di zitelle delle tue amiche, siete patetiche, cerca almeno di mantenere una dignità nei selfie che pubblichi sui tuoi social. Possibile mai che le amiche spuntino sempre come funghi più cariche che mai quando una donna si lascia, piene di iniziative per passare giornate e serate spensierate? I miei amici invece sono tutti in vacanza con mogli o fidanzate. Di notte non dormo, di giorno sono uno zombie, ho anche ricominciato a fumare. Dalla finestra sento il vociare di gente che si diverte mentre cerco di prendere un po’ di colore tracannando un rosso corposo visto che sono bianco come un cadavere, ho pure un principio di gastrite.
Mi hai lasciato che era autunno, ipocrita. Ti hanno proposto un lavoro lontano da qui e da un giorno all’altro sono diventato una catena, un laccio che ti impedisce di librarti in volo nell’affermazione di te stessa. Coincidenze? Però le vacanze ce le siamo godute vero? Non ho le prove ma sono quasi sicuro che lo sapessi già da tempo, ora che ci penso avevi smesso di parlare di futuro, hai pian piano portato via tutte le cose che avevi lasciato a casa mia. Non sei più sicura di amarmi. L’altro ieri dicevi di esserla. Che schifo. E mi ritrovo qui a contemplare le foglie che cadono, a cercare di impegnare il tempo nei modi più stupidi per non pensare, per non pensarti, per non pensare che le giornate si fanno sempre più fredde e sempre più corte, per non pensare alla routine quotidiana che mi è piombata tra capo e collo dopo le ferie senza neanche la consolazione di abbandonarmi la sera tra le tue cosce. Un amico mi ha consigliato di iscrivermi ad una app di incontri. Una app di incontri, ma per favore. Se devo incontrare qualcuno preferisco che accada nel reparto cantina del supermercato, almeno avemmo di sicuro qualcosa in comune.
Mi hai lasciato che era inverno, stronza. Verso metà dicembre, così, come regalo di natale, dici che hai capito che le nostre differenze non sono conciliabili, che hai bisogno di aria nuova, io invece per ora posso giusto respirare le mie scoregge per scaldarmi nelle notti fredde. Non ho avuto voglia di festeggiare, non c’era niente da festeggiare. Al pranzo di Natale non ho praticamente toccato cibo. A capodanno sono rimasto a casa, mi sono scolato una bottiglia di vino, mi sono fatto una sega e alle 11 ero già a letto, gli amici si erano già organizzati con mogli e fidanzate. Possibile mai che gli amici quando un uomo si lascia abbiano sempre irrimandabilmente da fare con mogli e fidanzate? Che tristezza. E tu che “non volevi festeggiare” sei finita ad una festa con gente che dicevi di odiare, lo so perché da buon masochista sono andato a vedere le tue foto sui social. Quanti sorrisi, quanta allegria, quante cose buone da mangiare, ti spedirei un pezzo del mio fegato così magari ti mangeresti anche quello, è bello grasso ormai. Che ti sia almeno andato di traverso il cotechino. Spero di arrivare a san Valentino con una dose di cinismo tale da non entrare in iperglicemia.
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