Le misure Contano cap. 3
di
Spp
genere
trio
Mi sorpresi a guardarla scrutando il suo abbigliamento costituito da un semplice vestitino sotto il quale si intuiva non indossasse nulla, seppi dopo che dietro precisa indicazione di Marco sino a quando noi fossimo rimasti in quella casa le era proibito indossare biancheria intima, dove essere sempre pronta ad un eventuale amplesso e disponibile a qualsiasi suo capriccio. Arrivò anche Marco, dopo i convenevoli saluti prendemmo il caffè che era già pronto, subito dopo lui disse che gli era venuta voglia, si alzò e la fece mettere a pancia in giù sul tavolo, nel frattempo sgombro, poi le sollevò il vestitino scoprendole il fantastico culo. Non disse una parola, batté solo sulla spalla del marito che come se avesse ricevuto un ordine preciso gli slacciò i pantaloni ed imboccò il suo cazzo pompandolo e segandolo sino a farlo diventare una mazza durissima, lei nel frattempo non si muoveva dalla sua posizione prona sul tavolo, ero esterrefatto guardavo quella scena senza capire, era forse un omosessuale? Perché si abbassava a tanto, non solo cedeva la sua bella moglie ma incitava il suo amante e lo venerava. Non riuscivo a non immedesimarmi in lui, forse per quel senso di vergogna che avevo provato nelle mie prime fantasie, forse perché anch’io subivo la personalità di Marco, forse per il trasporto e l’eccitazione che vedevo in lui o solo per l’indicibile piacere che lei provava quando la possedeva.
Quando il cazzo del mio socio era totalmente in tiro lui si buttò tra le gambe della moglie, semiaperte, suggendola nella sua intimità, fu un solo attimo poi si girò verso Marco dicendogli “ è già pronta padrone”…… padrone? ecco il segno della resa completa, lo disse con convinzione, senza alcun sforzo o vergogna, poi accompagnò la sua imperiale mazza tra le grandi labbra della moglie. Mentre Marco iniziava a montarla lui si posizionò a segarsi vicino al viso della moglie, in breve sia la moglie che il marito vennero scossi dall’orgasmo, lui fece un paio di schizzi ancora una volta sulla guancia della moglie. Marco la possedeva in maniera bestiale, con un ritmo forsennato, non riuscivo a capacitarmi di come potesse resistere tanto senza godere, lo spettacolo era semplicemente fantastico, lei gemeva e godeva, il marito teneva la mano della moglie e le diceva qualcosa per me incomprensibile data lingua, ma che sembrava di assoluta tenerezza, le accarezzava i capelli e ogni tanto si abbassava e la baciava. Lei, ad un certo punto, lo pregò di farle anche il culo, Marco non si fece pregare, chiese la marito di prendere il gel in camera, mentre aspettava il suo ritorno il mio socio vide la mia poderosa erezione, mi chiese se non volessi anch’io godermi la signora.
Quando il marito tornò con il gel che si prodigò a spalmare sul buchetto della moglie, Marco la stava ancora pompando con vigore ed io avevo tutto il mio cazzo dentro la sua bocca.
Ancora una volta capii che lui era entrato nel suo culo perché per un attimo abbandonò il pompino che mi stavo godendo e strabuzzò gli occhi, dopo un ahi iniziale cominciò ad incitarlo a fare più forte, le tappai la bocca reintroducendo il mio cazzo e scopandola lì.
Sborrai, scaricandomi completamente, mentre Marco continuava inesorabilmente il suo avanti indietro, era bellissimo guardarla, godeva talmente tanto da sembrare si trovasse in un’altra dimensione, un mondo di solo esclusivo piacere. Era tardissimo, sollecitai lui a finire perché non potevamo fare ulteriormente tardi, dopo qualche minuto lo vidi irrigidirsi e poi iniziare a svuotarsi, lei godeva ed urlava “ wonderful, my God is wonderful”, quando uscì un rivolo di sperma iniziò a colare dal buchino. Restammo a Praga quasi due settimane, prendendocela molto comoda, facevamo sesso tutti i giorni e fu davvero incredibile. Nei mesi successivi la nostra complicità si cementò, Marco mi raccontò delle sue avventure, mi disse che aveva numerose amanti, molte coppie con il lui consenziente e questo grazie alla sua dotazione ed alla rete, era il tipo di sesso che preferiva, sottometterli entrambi, mi confessò che in più di un caso si inculava anche i compagni delle sue amanti e gradualmente mi inserì nel suo gioco. Mi portava dalle sue coppie, mi presentava ai mariti dicendo che ero un regalo e spesso mettevamo la lei in mezzo, di solito io mio occupavo, viste le dimensioni, del lato b e lui del davanti, raggiungemmo anche una discreta intesa nei movimenti, provocando nelle signore interessate orgasmi notevoli. Io avevo capito che a dispetto di tanti luoghi comuni le dimensioni contano, eccome se contano, imparai ad assistere ad orgasmi femminili che mai avrei neppure sognato potessero essere provati. Le donne sotto le sue sapienti attenzioni si trasformavano, io ero un di più, piacevole ma non necessario questo era per me chiarissimo, ero accettato perché lui lo voleva e loro pur di godere delle sue attenzioni avrebbero fatto di tutto per non contrariarlo.
I mariti il più delle volte si assoggettavano a tutto, anch’essi per compiacerlo, iniziai a rivalutarli, solo chi ama in maniera totale accetta cose simili, lo fa per compiacere la propria compagna, gode nel vederla godere, del resto anch’io venivo rapito dalle vette che quelle donne provavano.
Nei periodi in cui ero a casa quel tipo di piacere così forte, virulento, esplosivo, mi mancava allora la mia mente, brutta bestia, immaginava la mia Giada al centro delle attenzioni la vedevo e sentivo godere così tanto come le donne abitualmente prese da lui, allora mi sentivo inadeguato e provavo dei morsi di gelosia ma mi eccitavo in maniera indegna, finivo con il masturbarmi.
Purtroppo le numerose performance fuori casa limitavano le mie prestazione tra le quattro mura domestiche, inoltre quando avevo rapporti con mia moglie finivo sempre con l’essere mortificato, lei era sempre la stessa e nella mia mente la vedevo come una repressa perché non conosceva il vero godimento, mi vergognavo ad esternare i miei pensieri, tanto li ritenevo indegni.
Giada si accorse che qualcosa non funzionava, una sera dopo essermi rifiutato di avere un rapporto, scoppiò a piangere era convinta non mi piacesse più e che avevo un’altra.
Le sue lacrime e la sua sofferenza mi colpirono come un potente schiaffo, baciandola le confermai tutto il mio amore e in parte, in piccolissima parte, mi confessai, le dissi che avevo sentito un amplesso di Marco con una sua donna, le raccontai della sua mastodontica dotazione e degli orgasmi che quella donna aveva provato, poi le parlai del mio senso di inadeguatezza perché avrei pagato per riuscire a farla godere così tanto, ma che purtroppo non avevo gli strumenti per farlo. Lei sorridendo mi diede dello stupido, le misure non contano ed io ti amo più di ogni altra cosa, anch’io ti amo sopra ogni cosa, la baciai e poi facemmo teneramente l’amore.
Feci l’enorme stupidaggine di raccontare a Marco il mio senso di inadeguatezza quando scopavo la mia Giada, lui mi fece una lunga filippica per spiegarmi che sesso ed amore non sono la stessa cosa, certo quando compaiono entrambi è l’apoteosi, ma anche presi singolarmente il buon sesso e l’amore erano una gran cosa, aggiunse una cosa che anch’io avevo oramai capito, molti dei mariti che gli concedevano la moglie erano innamoratissimi della propria compagna ed erano dei grandissimi altruisti, la gelosia era egoismo ed aridità, certo lui li dominava, un gioco di ruoli, ma era molto attento a non ferire i sentimenti e se sentiva che nasceva qualcosa era il momento che spariva dalla loro vita, terminò il discorso battendomi sulla spalla ed io mi sentii un po’ come quei mariti che gli cedono la moglie, fu la sensazione di un attimo che mi sforzai a scacciare, quasi avesse capito il mio imbarazzo continuò dicendomi che non dovevo sentirmi in difficoltà se avevo immaginato di concedergli mia moglie, che era normale date le esperienze a cui avevo assistito e data la mia indole. Risposi con veemenza, quasi insultandolo, dicendogli che mai e poi mai mi sarei sognato di fargli scopare la mia Giada, lui mi guardò è sorrise, scrollò le spalle e mi chiese scusa.
Questa cosa gettò maggior benzina sul falò delle mie ignobili fantasie, non passava settimana che non mi segassi pensando a Giada alle prese con quel cazzo mastodontico, la sentivo gemere ed urlare finalmente provando orgasmi straordinari. Avrei voluto parlarne con mia moglie, arrivai pensino a pensare di chiederle di fare una prova per togliermi questo tarlo dalla mente, mi vergognavo troppo non sarei neppure riuscito ad articolare il mio pensiero, Giada la mia luce, come avrebbe reagito, certo lei aveva intuito le mie remore e le mie difficoltà. Passai dei giorni terribili, di forte disagio, da una parte avrei voluto l’annullamento di questi pensieri indecenti, dall’altro più volte avevo pensato di parlargliene, di chiederle di fare sesso con Marco davanti a me, ero anche disposto solo a guardare, ardevo di sapere se anche lei era tanto femmina come le altre ed in cuor mio sapevo che era così.
Segue...
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