Cinzia: Il mio uccello è meglio dell'aereo

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etero

Storia Vera
Dopo la Pasqua e la Pasquetta con Cinzia a godere, si sono modificate diverse cose. Sono in fredda con Cinzia, in crisi con Rita e ho rotto con Ramona. Maledetta Cinzia dopo avere rotto con mio cugino mi era riapparsa inaspettatamente e ora avevo iniziato a pensare a lei. Lei che era sembrata così disponibile, tuttavia con lei è sempre un rebus….ci siamo scopati l’anima vicendevolmente a Pasque e Pasquetta e ora di nuovo la solita stronza. Io ho deciso più volte di telefonarle per incontrarla, sentirla e programmare qualche cosa in vista del ponte fino al 1 maggio, ma la stronza non ha risposto risposto né al telefono né ai messaggi. Aspettavo una sua chiamata ma niente. Avevo già pensato al programma di un viaggio sino al 1 maggio compreso. Aspettavo solo che quella stronzetta di Cinzia si degnasse a rispondermi. Finalmente nella serata di ieri il telefono ha squillato e Cinzia, con aria scanzonata e poco partecipe mi ha fatto presente che sarebbe partita mercoledì e fino al 1 maggio, per un giro nelle capitali europee con il suo capufficio, per cui non avrei potuto contare su di lei per nulla. Sono divenuto livido per la rabbia pur cercando di apparire assolutamente neutrale nel tono di voce, ho sottolineato con il sorriso come fosse giusto che passasse, con quello che riteneva essere il suo uomo, questo periodo. Prima di salutarla, tuttavia, le ho fatto comprendere inequivocabilmente che avrei voluto farle un regalino anche io prima di partire, e anche se lei ha provato a declinare, io sono stato oltremodo insistente per cui le ho chiesto di incontrarci…. ero disposto ad andare da lei ma lei mi ha detto di no... dicendomi che sarebbe passata solo un attimo prima di andare dal suo lui: un certo Marcello. Mi avrebbe avvertito quando era nelle vicinanze e avremmo potuto prendere un aperitivo a volo perché lei doveva pranzare con l’uomo. Aspettavo e intanto montava un misto di ansia, eccitazione, desiderio e forse gelosia. Tutto era in me e creava un forte, irresistibile desiderio sessuale di possedere ancora Cinzia sino allo sfinimento. Volevo scoparle il culo, volevo godermi il corpo ora, prima di lui, sovrastarla e succhiarle, strizzarle, mungerle le sue straordinarie tettone, prenderle tutto. Ebbene oramai era divenuta una febbre e volevo fotterla. Finalmente era comparsa la chiamata sul mio cellulare. Sono state poche parole, chiare, inequivocabili in cui mi ha chiesto di scendere al bar di fronte casa e io perentorio: devi salire!
Le ho lasciato la porta socchiusa e non la accolsi. Il suo profumo era lo stesso di Pasqua, essenza di magnolia. I capelli sebbene corti erano ancora umidi, aveva fatto da poco la doccia. Ho sentito l’immediata esigenza di scaraventarmi contro di lei, spremere le sue straordinarie tette per farle sentire subito la mia voglia, il mio desiderio. La grande passione per i suoi seni debordanti che fuoriuscivano volentieri e con generosità erano per me un chiodo fisso. Dei suoi seni abbondanti oramai conoscevo tutto ma soprattutto quel loro odore particolare e il sapore dolciastro dei suoi capezzoli. Le diedi subito una rosa a stelo lungo senza spine come omaggio floreale e Cinzia rise. Le dissi che non avrebbe dovuto ridere. La rosa era un mio strumento e mi sarebbe servito, notando in lei una certa perplessità che, comunque, era subito scomparsa nel momento in cui le avevo infilato la mia lingua a spadroneggiare nella sua bocca. L’ho letteralmente trascinata nella camera da letto. Ho smesso solo un attimo di limonarla per dirle con tono pacato di spogliarsi e lei come in trance era rimasta in uno splendido body traforato in pizzi e merletti color salmone. Era chiaro che non era per me ma per Marcello e questo mi ha reso ancora più rabbioso. Il rosa salmone le donava tantissimo e li mi sono tuffato senza esitazione. In me era cresciuto sempre di più il senso di possesso nei suoi confronti, e così la ho liberata del body tra i baci e le manipolazioni. Le tettone libere, finalmente, hanno così avuto la possibilità di esplodere, in tutta la loro prorompenza e lei rimasta in mutandine di pizzo aspettando il mio famelico assalto. Tuttavia, forzando la mia natura in questo caso avevo deciso di utilizzare un’altra tattica, gestendomi l’assalto. Sono così sceso all’altezza della sua figs e ho iniziato a leccarla, e succhiarla incessantemente. Lei, del resto, era già ampiamente bagnata a dovere e questo mio lavoro ha di molto incrementato la secrezione del suo liquido che fiottava fuoriuscendo a dismisura, tanto che ha letteralmente inondato il letto. Ha stretto tra le cosce la mia testa sperando di fermare per un attimo la mia lingua che guizzava in ogni parte del suo triangolo, ma ovviamente non ci è riuscita e io sapevo, comunque, che tutto voleva tranne che smettere di godere intensamente. Mi ci è voluto davvero poco per portarla al limite della sua resistenza. Eravamo un uomo e una donna che ci donavamo vicendevolmente l’uno nell’altra con tutte le energie possibili…. Come in quel fantastico agosto, come a Pasqua e come a Pasquetta. Le ho alzato cosce e bacino e lei ha assecondato perfettamente la posizione in modo da poter allargare le cosce larghissime, ponendole sopra le mie spalle, così ho potuto senza difficoltà raggiungere il clitoride martorizzandoglielo in maniera sistematica, scientifica alternando succhiate profonde, mordicchiamenti, delicate carezze con le mie dita e soprattutto inserimenti in profondità del mio naso nella sua figa. Avevo compreso, infatti, in più occasioni che anche il mio naso lungo e carnoso poteva servire al suo scopo in focosi preliminari. Cinzia aveva risposto in maniera convinta, prima con il corpo, inondandomi di una cascata del suo solito sugo denso, inarcando il bacino e poi con la voce rotta dal desiderio, ma soprattutto con l’eccitazione parossistica violenta, esasperata dal suo stato di totale godimento. La figa era gestita dalle mie dita delicatamente ma con sicurezza anche li ho iniziato a picchiettare con la mia lingua nel loro interno, in maniera sempre più frequente, nonostante Cinzia tentava di chiudere in ogni modo la sua miciotta. Stavo riuscendo a farla impazzire di godimento e quando sono passato sulla figona a tutta lingua per lei è stato un vero sollievo, aveva perso il controllo e io ne ho approfittato alla grande per succhiarla, sditalinarla, riempirla della mia saliva, mentre lei appagava i suoi sensi ad occhi chiusi facendo grandi sospiri. Il mio obbiettivo era il buco del culo. L’ano raggiunto senza problemi con le dita e con la lingua lo avevo cinto d’assedio, in un assalto famelico. Lo ho predisposto lavorandomelo con le dita che alternativamente facevo accedere, allargandolo sempre di più, mordicchiando i peletti che dal buco facevano capolino e succhiando e insalivando le pareti, intanto, però avevo altre cose da fare. Ritornai nuovamente sulla sua figa passandole sopra in maniera delicata la punta del mio pene, sfiorandola, e come immaginavo ciò diede vita ad una serie di brividi, orgasmi e sensazioni troppo forti perché lei potesse trattenersi. Cinzia aveva iniziato a giocare con i suoi seni, strizzava quei meravigliosi meloni, succhiandoseli, mentre io la lasciavo fare. Era scesa con due dita della mano destra a sditalinarsi e lo faceva in maniera dolce, ossessiva, quasi convulsa, mentre strizzava la poppa sinistra e eccitava ossessivamente tra le sue dita il capezzolotto. La mano destra e le dita erano intrise di liquido, e io le baciai e leccai subito accogliendo il suo liquido nella mia bocca. Ero rimasto, comunque, affascinato dal suo modo di masturbarsi, di toccarsi con una dolcezza infinita ma al contempo decisa. Ancora non aveva finito di toccarsi, che io con calma ero ritornato ad aprire le grandi labbra e a succhiare la vagina, prosciugandole il frutto della sua azione autoerotica. Con delicata sicurezza ho così voluto inserirle il mio pene, piano piano ma costantemente, facendo dei movimenti circolari prima lenti e leggeri, poi, sentendo la risposta positiva del suo corpo in modo sempre più rapido e deciso, e li Cinzia lasciata la figa alla penetrazione, aveva riportato infoiata la sua mano destra a dar man forte all’altra per mungersi e ammassarsi le tette, offrendomele. Io dopo averle strizzate a modo mio e succhiate le ho condotte verso la sua bocca, alternativamente, prima quella destra e poi quella sinistra, consentendole di succhiarle e leccarle. Questi preliminari, l’avevano ammansita e il suo atteggiamento mi aveva finalmente convinto che avevo raggiunto il mio obbiettivo, sicché non mi sono scomposto minimamente quando balbettante e tremante per le forti emozioni, mi ha prima sussurrato e poi urlato che voleva essere fottuta nella maniera più porca. Ho avvicinato il mio solidissimo cazzo, pronto per scopare la figa succulenta, poggiandole la punta del pene sulla sua vagina e strofinandogliela sopra, in modo che lei ha continuato a desiderarmi mentre io adoravo il suo florido petto abbondante. Succhiavo e mungevo con disperazione, in maniera alternata, le tettazze e i capezzoloni che ora erano davvero come enormi. Era uno spettacolo Cinzia che ansimava, mugolava e subiva, rispondendo in maniera esattamente opposta e contraria a quanto era accaduto quando lei solitamente si mostrava prepotente, arrogante, aggressiva. La ho fatta salire sopra di me, nonostante abbia fatto qualche protesta, ma quando si è impostata e le ho infilato il mio cazzo nella fica, come un coltello nel burro caldo, lei è subito partita in una naturale cavalcata irrefrenabile, chiedendomi di spaccarla. Io, intanto, le succhiavo i capezzoli, leccandoglieli ed insalivandola a dovere, spremendo quei magnifici popponi che ballonzolavano ad ogni suo movimento. Il pene stava entrando ed uscendo in maniera perfetta, il liquido era talmente copioso e denso che la figona larga era oliata a dovere, e ci si poteva permettere di tutto. Cinzia si dimenava senza tregua, in maniera eccezionale e io rispondevo impalandola colpo su colpo assecondando i suoi ancheggiamenti e per meglio scatenarla, le avevo infilato il mio pollice nell’ano, in modo che nel saliscendi prendesse tanto il pene nella sua vagina, quanto il mio dito teso nel suo culo. Era difficile trattenersi in questa situazione ma ci volle molto per fare vomitare il mio seme. Ho scaricato tutto riempiendola di orgasmo bianco e concentrato. La magnifica fottuta come prevedevo ebbe un effetto calmante per me e lei crollata al mio fianco si era messa a leccarmi ogni parte del corpo a toccarmi, e a baciarmi. Sentivo che era ancora molto carica e così scesi sono sceso ad omaggiarla nuovamente in figa, con succhiate profonde, lavorando con le dita tra la vagina e il buchetto dell’ano, che ancora non avevo ossequiato come avrei voluto. L’avevo provocato ma nulla più, tanto che Cinzia, abituata da me a essere sdomizzata in maniera profonda e continua aveva iniziato a chiedermi se avessi voluto incularla. Ho fatto finta di nulla e sono ritornato sul suo petto, rituffandomi letteralmente tra le enormi tette, succhiando senza risparmio. Questa volta Cinzia la sentivo davvero in mia balia. Cercava di parlare, ma non ci riusciva, io le tappavo la bocca, limonandola con la mia lingua nella sua bocca. Le carezze e i succhiamenti prolungati dei capezzoli sortirono gli effetti e lei era diventata ancora più docile. Con le dita ero ritornato ad aprirle la vagina, come un cocomero maturo e avevo ricominciato a farla orgasmare. Con la lingua mi infilai tra le cosce succhiandole il clitoride e il monte di Venere e Cinzia aveva iniziato a mugolare e ansimare in maniera continua, stringendomi a se fra le cosce, tanto da costringermi a succhiare l'orgasmo duro e vischioso che le usciva. Sono nuovamente risalito con la bocca tra i seni, l’avevo posta di fianco alzandole una coscia per facilitare il mio compito e così le avevo infilato nuovamente il pene nella vagina, oramai grondante di liquidi. Ansimava, mugolava di piacere e ciò mi ha incitato a riempirla, farcirla a mio piacimento, sempre di più, e con sempre maggiore vigore. Sentivo in me la certezza che così esaltato riuscivo a farle dimenticare qualsiasi cosa. Avevo iniziato a caricarla, a montarla a sovrastarla con un ardore che la donna non riusciva assolutamente a controllare ma a questo punto neanche io riuscivo a più a contenermi. Succhiavo, le sue spalle, leccavo e baciavo la parte posteriore del suo collo, i lobi delle sue orecchie e soprattutto mungevo le tettone rigogliosissime, senza contare i morsi. Con un filo di voce rauca sudatissima e bagnata, mi disse che voleva tentare di alleggerire la pressione, mi chiedeva di venirle dentro ma io avevo continuato il mio ritmo. Forzai il ritmo e le cosce della donna si allargarono ancora di più. Lei era vogliosa, con la saliva che le sbrodolava dalla bocca tesa e ansimante, rossa in viso dalla tensione, dall'eccitazione e dallo sforzo. Non riuscivo a venire. Cinzia ad un tratto ha voltato la testa indietro, e i suoi occhi mostravano che era stanca compressa ma compiaciuta, lasciva, sensuale, erotica, proprio come volevo io. L’ho impostata alla pecorina e mi sono finalmente inserito senza tanti complimenti nel buco del culo. Sono andato in profondità. Il cazzo era duro e teso ed è entrato sino alle palle. dandoci subito dentro, ho spaccato, in quell'enorme strumento di piacere e così avevo soddisfatto anche la mia voglia di incularla, piena, con irruenza. Non lo credevo ma continuava a incitare mugolando e affannando. Più spingevo, più violavo e oltraggiavo il suo ano, più bella era la risposta di Cinziona. Le natiche grosse e toste gli permisero di fare tutto e oramai al limite e io la riempii finalmente. Il pene duro e ritto si è impennato dentro di lei facendo fuoriuscire fiotti di orgasmo. Cinzia anche questa volta si era abbandonata in balia dei colpi. Emise infine un urlo acuto, seguito da quattro gemiti strazianti, dopodiché si accasciò. Sbavavo ancora sulle spalle della donna, mentre lei era stravaccata carponi sul letto. Dopo diverso tempo Cinzia ha dato segni di vita, tentando di sollevarsi, cercando i vestiti, ma io che avevo già fatto la doccia immaginando che lei volesse andare via, le fui di nuovo sopra, facendole capire che ancora si era soltanto all'inizio, e che sarebbe dovuta rimanere nuda per me. Mi lanciai nuovamente sopra i capezzoli succhiandoli. Il suo cellulare squillava ma io le ho impedito per ben tre volte di rispondere, doveva essere il coglione cornuto di Marcello che la aspettava. Era lei, che mi offriva il suo seno manipolandolo con grandissima maestria e mungendo i capezzoli e ad un certo punto, vista la potenza del mio pene e conoscendo la mia predilezione per le sue tette, me lo prese accompagnandolo sopra i suoi monti offrendomi una straordinaria spagnolona. Teneva le tette ferme in maniera magistrale. Come se non bastasse, mi lavorava di lingua, dimostrando la sua straordinaria abilità. La sudditanza di quella straordinaria vacca mi ha fatto sentire un dio. Il pene era diventato ancora una volta un idrante impazzito e il seme bianco è schizzato sul viso, sul seno e sulle labbra, dopodiché senza perdere tempo prezioso l’ho indotta con la lingua a spennellarsi le tette succhiando tutto. Ho aspettato un paio di minuti e le ho perentoriamente messo il mio pene, di fronte alla bocca con il compito di farlo inturgidire nuovamente, lo ha ingurgitato e grazie anche ad un suo sapiente gioco di mano l’ho riempita ancora una volta fino alla gola. Mentre io ho iniziato a dare segni di cedimento in questa maratona del sesso, Cinzia era salita sopra e dirigeva una cavalcata. L'asta era nuovamente ritta ad impalarla con lei che urlava di piacere. In compenso ero tornato padrone di quelle enormi mammellone che ondeggiavano su di me. Il mio viso era interamente ricoperto da quel ben di Dio e in quel momento la donna gridò come prima di allora non aveva mai fatto e il cellulare continuava a suonare la melodia che accompagnava la nostra performance. Entrai tutto con la potenza rimastami, fino alle palle. Cinzia era crollata pesantemente e si era nuovamente accasciata. Soddisfatta, mi guardava con un sorriso ebete, grata. Volevo sancire in definitiva il pomeriggio e infilai nuovamente il cazzo tra le mammellone tenute strette da lei senza contare che il suo gioco di fare sussultare e sobbalzare i seni in cui si stava dimostrando maestra, nonostante qualche difficoltà mi fece un effetto favoloso. Cinzia sapeva titillare i testicoli, ma questa volta il burro, la panna e la crema dovevano essere conservati per un atto finale, di rigore che Cinzia aveva già sperimentato. la feci alzare e messa di fronte allo specchio del bagno, dopo aver inarcato il deretano a novanta gradi l’ho messa in posizione, dopo aver spostato la videocamera, allargando le cosce e infilandola ancora, inculandola nuovamente con forza. L’ho pompata mettendo tutto quello che avevo, le mie forze residue, mentre lei ha continuato a mugolare e ad incitarmi, incitava e mugolava, e io le schiaffeggiavo le natiche grosse e turgide, tenendole il bacino e poi ritornando a mungere le tette, forte, sempre più forte. Sono arrivato le ho allargato al massimo le natiche, ho infilato l’anima tutto con lei ansimante e il mio urlo è venuto poco prima quello suo lancinante e acuto che ci ha visto rimanere l’uno dentro l’altra spossati. Ci volle del tempo perché sorridente mi chiedesse se mangiavamo qualche cosa. Io ho sorriso. Le ho dato il cellulare 10 erano le chiamate di Marcello, il pomeriggio è andato via e anche l’aereo….Cinzia si è disperata…. Ha pianto e urlato…. E ora è andata via da poco, mentre io ho rivisto il filmato delle nostre peripezie… Godo a pensare al Cornuto…. Chissà se il Cornuto Marcello è partito da solo?…..
di
scritto il
2019-04-24
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