Una serata sconvolgente 2.

di
genere
sadomaso

Al mattino mi telefona il corriere che mi dà viaggi per la giornata e, ironia della sorte, devo percorrere la strada di ieri sera ...quella dove si trova la casa del "sadico". Lo racconto a Paola che, confermandomi che la curiosità è femmina, mi chiede di poter venire con me per vedere dove si trova la casa vista in televisione. Ridendo sotto i baffi acconsento la sua presenza in viaggio ed andiamo al deposito per caricare il furgone. Dopo ripartiamo e prendo una strada per evitare quella dove è la casa in questione perchè è lunga e tortuosa col salire e scendere di continuo sulle colline. Paola è impaziente e continuamente mi chiede se stiamo per arrivare alla casa ma, per la quarta volta le spiego che ciò avverrà al ritorno così, terminata la consegna, possiamo anche perdere tempo con cose di secondaria importanza. Effettuata la consegna prendo la strada collinare e, quando sto per arrivare alla casa che ormai definirei "monumento da visitare", almeno per mia moglie, la avviso di osservare bene tra gli alberi lungo la strada. Lei spalanca gli occhi e mi chiede subito di non correre per potere osservare tutto fino in fondo. Giunto al punto da dove vidi la luce, fermo il furgone e scendiamo insieme, avviandosi alla casa che troviamo tutta sigillata con nastri dei Carabinieri e Paola deve accontentarsi di poter dire di averla almeno vista e toccata con mano, infatti lei prova a spingere il portone d'ingresso ma è chiuso a chiave e, solo dalle finestrine a livello terra, vede ambienti vuoti e basta. Delusa di non potere entrare dentro, la prendo per mano e torniamo al furgone partendo subito. Durante il ritorno a casa, decido di soddisfare in pieno la sua curiosità e le dico di essere stato io ad avvisare i Carabinieri. Ovvio che lei si accende ma anche eccitandosi molto, pronta ad ascoltare quanto avevo visto ed io le racconto tutto, senza tralasciare alcun particolare. Arriviamo a casa e lei, apparecchiando la tavola mi dice che la stuzzica la curiosità di essere sculacciata ed anche frustata sia pure lievemente, però vorrebbe proprio fare quell'esperienza. Poi il discorso cade e pranziamo ma, dopo il caffè mi guida in salotto facendomi sedere sul divano e si sdraia sulle mie cosce, alzandosi la gonna ed abbassandosi le mutandine, invitandomi poi a sculacciarla un poco. Io ci rido sopra e, per farla contenta, le do una sculacciata per natica e attendo la sua reazione ma lei reclama che non devo smettere ma continuare e allora le mollo altre sculacciate ma più energiche ed in breve tempo ha il culetto arrossato. Poi però, essendomi un poco eccitato anch'io, mi alzo e vado a prendere in cucina un mestolo col quale ritorno in salotto e rimetto come stava prima Paola e le do dei colpi col mestolo, provocandole subito dolore, facendola singhiozzare ma smetto e lei vedo che in parte è delusa ma anche contenta di avere fatto la breve esperienza. Le dico che se lo vorrà, continueremo il gioco dopo cena e lei subito mi bacia in bocca e mi dice anche di acquistare una frusta. E dove la trovo una frusta? Mentre esco di casa diretto al lavoro, mi viene l'idea di andare dove vendono roba per il cavallo ed acquisto un frustino. Dopo il lavoro ritorno a casa e tengo nascosto il frustino ma, dopo cena, lo tiro fuori elo faccio schioccare sulle sue cosce lievemente ma lei si eccita subito tanto da farmi vedere le sue mutandine subito infradiciate di umori. Andiamo in camera e mi viene l'idea di creare la scena come fu alla casa in campagna, infatti la faccio spogliare completamente e le lego le caviglie ed i polsi con le sue calze di nylon che sanno essere validissime come lacci per legare. Lei si gira di fianco per farmi vedere una grande macchia sulle coperte del letto, creatasi ancora con i suoi umori. Io mi metto inginocchiato cavalcandola, appoggiando il mio culo sui suoi polpacci ed inizio a sculacciarla e, quando vedo che lei gode ancora, allora prendo il frustino e la colpisco forte, provocandole delle strisce rosse che poi diventano viola e lei comincia a protestare ed io le rispondo che se "ha voluto la bicicletta, ora deve pedalare" ed i miei colpi sono ben forti facendola pedalare assai. Intanto sono eccitato anch'io e, liberatala dalle legature, le divarico le cosce e, riempiendomi la mano coi suoi umori, la passo sull'ano e subito dopo la possiedo fino a godere dentro il suo bel culo. Dopo una breve pausa lei mi riempe di baci dappertutto e poi, interrompendo il gioco, si rivolge a me chiedendomi cosa faceva il sadico con le siringhe alla ragazza. Le spiego che le infilava gli aghi sulle natiche ed iniettava un liquido certamente doloroso, che doveva bruciare intensamente. La cosa mi fa ripensare a quanto avevo visto e lei mi prende il cazzo in bocca spompinandomi fino a sborrare. Passata la notte scopando più volte, al mattino sono "fresco come una rosa appassita" e vado a lavorare con le gambe vacillanti. Quel giorno non torno a pranzo sempre per lavoro e rivedo la mia Paola per cena. Dopo il caffè ci sediamo sul divano a vedere la tv a lei mi dice di essere andata dal medico di famiglia, mio amico, dicendole di avere bisogno di vitamine e lui le dice di prescriverle delle iniezioni con vitamina B, medicinale efficientissimo ma anche dolorosissimo, infatti brucia da matti le dice. Poi si alza e mi porta la scatola di medicina da prendere. Sul momento non collego la necessità di tale cura ma poi rifletto e rivedo mentalmente le iniezioni subite dalla sventurata ragazza. Paola mi dice che vuole vedere se le piace quel gioco e mi dice di attendere lì. Lei va in cucina e, dopo pochi minuti ritorna portando un piattino tenuto con mano in alto e lo poggia sul tavolinetto davanti al divano. Lì vedo un bollitore per siringhe, che era di mia nonna e dentro c'erano ago e siringa in vetro. L'ago somigliava più ad uno spadino ..., roba da rabbrividire a pensare ad essere forato alla natica da quello strumento diabolico. Vedo poi Paola tornare con cotone, alcool e la scatola delle fiale da iniettare. Si sdraia sulle mie cosce alzandosi la gonna e calandosi le mutandine. Ho capito! Dovrò sentire le sue urla! In silenzio preparo la siringa e, dopo averle massaggiato a lungo la natica,...zac ..., le infilo l'ago e lei mugugna mordemdosi le labbra ma tace. Poi, quando inizio ad iniettare il liquido, allora lei fa un urlo e, sbagliatissimo, irrigidisce le natiche e sente così maggior dolore. Sfilo poi l'ago e ripongo la siringa sul bollitore e strofino ancora cotone sulla natica forata. La vedo con gli occhi lacrimanti ma la faccio girare a pancia sopra e le tocco la figa bagnatissima. Insomma aveva urlato ma anche goduto.
scritto il
2019-05-06
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