Un incontro che mai dimenticherò 5.

di
genere
etero

Torna a casa Rita e trova me e Debora sul divano mezzi addormentati. Nel sentirla arrivare in salotto ci svegliamo e la accogliamo con un sorriso. Lei si cambia e Debora intanto chiama al cellulare una sua amica per trovare un motivo per lasciare soli me e Rita e stabilisce di incontrarla subito fermandosi a cena da lei. Quindi Debora si acchitta per uscire di casa e Rita prende il suo posto accanto a me. Quando Debora ci saluta ed esce, Rita mi abbraccia e ci baciamo con passione, poi, sentendoci scomodi sul divano ci trasferiamo in camera da letto dove ci spogliamo e subito ci mettiamo in posizione sessantanove che produce subito in me una notevole e resistente erezione ed una cascata di umori dalla sua figa desiderosa di cazzo. La bacio sul collo, le mordicchio i capezzoli e intanto mi piazzo col glande davanti alla figa lucida di umori che mi facilitano la penetrazione senza farla soffrire per il batacchio che stava ricevendo ed allora pompo infilandolo tutto dentro di lei e dopo una lunga cavalcata le schizzo dentro tanta di quella sborra da farla godere gridando pazzamente pronunciando spesso"che bello, che grande, che cazzone, che gusto!!" ed io continuavo ad andare su e giù fino a rimanere senza fiato, energie ma il desiderio non si pacava perchè, sopratutto quando Rita si girò di fianco notai il suo culo tondo, sodo, e non resistetti ad infilarci un dito per saggiare quanto era stretto e lei si eccita a tal punto da stringere l'ano quasi spezzandomelo, così lo tiro fuori rapidamente e le propongo di farsi rompere il culetto. Lei indugia, riflette, osserva il preoccupante bastone già di nuovo in forma per agire prontamente e dopo che mi scongiura di fermarmi se me lo dovesse chiedere, si mette a pecorina ma prima prende un tubetto di crema per la pelle e, untosi l'ano, mi unge bene il batacchio e lascia che io tenti di penetrarla. Urla in un primo momento, poi, quando stò per desistere, è lei ad esortarmi di possederla a fondo e, con molta lentezza, dolcezza e accarezzandola da per tutto il suo bel corpo, la inculo profondamente sentendola gemere, lasciare andare dei gridolini. Dopo che le ho scaricato tutto lo sperma che avevo nei coglioni, esco dal suo culo e rimaniamo abbracciati baciandoci in bocca, poi mi chiede di venire con lei abbracciandomi ai fianchi al bagno dove prende dall'armadietto un clistere che riempie di acqua calda e mi prega poi di infilarglielo in culo per scaricare tutto lo sperma che aveva dentro la pancia. La faccio entrare nella vasca da bagno e la metto in ginocchio per infilarle la cannula bella grossa che entra subito perchè lubrificata al giusto e, dopo che le svuoto in pancia tutto il contenuto: due litri (!), estraggo la cannula e lei corre a sedersi sul water dove con una sonora scoreggia, annuncia lo scarico delle budella starcolme di acqua e feci. Nel vederla così eccitante mentre si scaricava, mi viene di nuovo voglia di uncularla elo faccio senza darle il tempo di dire un sì od un no. La scopo fino a sborrare ancora, poi la lascio lavarsi sul bidè e vado a sdraiarmi sfinito sul letto. Lei arriva e si sdraia vicino a me, inizia a ripulirmi il cazzo bisognoso di una ripulita a fondo, poi, per riprendere le energie necessarie a scopare nuovamente, Rita va a preparare uno zabaione per due che sbafiamo subito ma i morsi della fame hanno il sopravvento e decidiamo così di andarcene a cena fuori casa ed allora la conduco in campagna ad una vecchia osteria dove c'ingozziamo con prelibatezze che sbafiamo fino all'ultima briciola di pane. Dopo cena, vedendo il motorino di Debora davanti al loro portone, decidiamo di salutarci ed ognuno va a casa propria. mentre percorro il Raccordo Anulare, mi squilla il telefonino ed è Debora che mi saluta e mi fa presente che oggi c'è stata la zia ma domani tocca a lei. Chi vivrà vedrà!
scritto il
2019-11-26
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