Un medico scrupoloso 2.
di
Franco018.
genere
etero
Il giovane si decise a farsi fare l'iniezione di Caverjet e dovette ammettere di non avere sentito alcun dolore con il micro ago. Gli dissi che il farmaco andava usato solo quando intendeva avere rapporti sessuali ma, se aveva insicurezza di provvedere da solo, gli proposi all'indomani di venire qui e praticarsela sotto il mio controllo e dopo mezz'ora circa avrebbe avuto la ambita erezione completa, infatti, dopo l'iniezione, col parlare tra noi due, avevamo fatto passare quasi mezz'ora ed ora lui sentiva ingrossarsi il pene nei calzoni ed io lo invitai a scoprirlo per verificare cosa accadeva con il farmaco adottato. Gli proposi di andare da una prostituta per provare l'erezione in crescita, dicendogli che avrebbe avuto, grosso modo, ancora un'altra mezz'ora o poco più e lui non perse tempo ed andò via incuriosito ed eccitato. Dopo un'ora ricevo una sua telefonata dove mi conferma di avere avuto una buona erezione ed ha avuto due rapporti sessuali. Lui gioisce ed anch'io. Il giorno dopo lo trovo all'apertura del mio ambulatorio e entriamo insieme. Dopo che molto teso si è praticata la punturina, e nota con soddisfazione di non avere provato dolore, mi saluta dicendo che torna dalla prostituta di ieri e vuole constatare l'efficacia del Caverjet. Anche oggi mi ritelefona e conferma di avere avuto quanto desiderava. Mentre attendo la potenziale clientela, penso alla morona offerta dal mio "amico e collega" e, ricordandomi che ho il suo numero, le telefono combinando un incontro serale ma, quando sta arrivando l'ora di chiusura dell'ambulatorio, eccotela arrivare da me. La faccio entrare nel mio studio e, dopo neanche dieci minuti, siamo impegnati in una gustosa scopata che ci rimette al Mondo e provoca tanto appetito in due sensi: sessuale e famelico, così, dopo rivestiti e chiuso l'ambulatorio, ce ne andiamo a cena su una trattoria a me nota. Durante la cena parliamo di tante cosa poi lei mi chiede come mai non ho una segretaria ad attendere i pazienti e provvedere ai loro bisogni. In effetti le dico che dovrò trovarla ma lei mi conferma chel'ho già trovata: lei, Milena Kutova, già infermiera professionale al suo paese, Moldavia. La guardo incredulo ma lei prontamente apre la sua grande borsa e mi porge il suo diploma, le referenze anche in Italia a Venezia, in Ospedale. Rimango basito e, accettando la sua proposta, le propongo di tornare all'ambulatorio dove le farò conoscere tutto di tutto perchè possa agire senza ostacoli e non conoscenza di quanto la riguarda. Andiamo là e, dopo due ore di spiegazioni, chiarimenti ecc., ce ne andiamo a casa sua dove passiamo la notte, facendo l'amore assai e dormendo proprio poco, fino alle otto di mattina. Alle nove siamo all'ambulatorio e ci rendiamo conto che devo provvedere ad una scrivania per lei, a due computer da collegare tra loro e così applico prontamente un avviso alla porta dove ho scritto che in mattinata rimane chiuso per problemi di energia elettrica mancante. Andiamo ad acquistare il necessario e ce lo facciamo portare a domicilio. Dopo mezz'ora abbiamo la scrivania, i computer con le stampanti e tutto il resto necessario funzionanti. Tolgo il cartello alla porta e poco dopo suona il campanello ed è un signore anziano che richiede una mia visita, ma senza trascurare l'ondeggiare dei fianchi di Milena. Lo faccio accomodare e mi parla dei suoi problemi di disfunzione sessuale. Dopo un'accurata visita completa, deduco che lui sta calando di tono e, anche a lui, come al giovane precedente, potrebbe giovare il Caverjet e glielo propongo, spiegandogli come va usato. Rimane perplesso anche lui al pensare che il pene è sensibilissimo ed un ago non è certo piacevole ma gli garantisco che ho già sperimentato con un giovane lo stesso sistema e lui va a gonfie vele. Gli dico di acquistare il farmaco e venire di nuovo da me dove le farò vedere l'efficacia ed il non dolore. Lui esce a passo svelto gongolante al pensiero di potere di nuovo amoreggiare con le donne, ringraziandomi per la ricetta lasciatagli. Milena lo saluta e lui la squadra dalla testa ai piedi, sorridendole. Arriva il mezzogiorno e chiudiamo lo studio per andare a pranzo e Milena mi propone di andare da lei ma io ho i miei che sono già allarmati per non avermi visto rientrare a casa la notte prima e vado a casa mia. A loro m'invento di avere avuto un'emergenza con un paziente anziano che vive da solo e loro sono orgogliosi di avere un figlio medico così scrupoloso. Cosa si deve inventare per fare felici i genitori con qualche candida bugia!
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