Da signora matura insospettabile a troia sottomessa - capitolo 7
di
Signora
genere
dominazione
Tornata a casa mi feci una bella doccia e poi andai a letto, ma non dormii subito, ripensavo a tutta la situazione, come in pochissime settimane mi ero trasformata, da signora irreprensibile, ormai vicina a rassegnarmi ad una vita sessuale divenuta inesistente o quasi, in una baccante, una sorta di messalina sottomessa al cazzo di Mario ed a tutti i suoi capricci, che per la verità alla fine mi portavano ad orgasmi favolosi,vette ormai dimenticate e, forse, mai raggiunte. Anche ripensando alla serata appena trascorsa, con un brivido di piacere, mi venivo in mente, in quel locale, con la fronte imperlata di sudore nonostante l’ambiente climatizzato, il mio imbarazzo, la sensazione che tutti potessero scoprire che me ne andavo in giro con un cuneo piantato nel culo, ciononostante alla fine ero esplosa in alcuni orgasmi, mal trattenuti, avuti lì in pubblico. Comunque il fine settimana passò come sempre, noiosamente, con mio marito che sabato sera, mi abbassava gli slip, mi saliva sopra, dava qualche colpo e si scaricava velocemente, senza curarsi di cosa avessi provato io, ma per fortuna arrivò il lunedì, il cornuto (ormai nel mio intimo lo chiamavo anche io così) parti al mattino presto per l’aereoporto che lo avrebbe portato in Cecoslovacchia, avvisai subito Mario che avevo la settimana come al solito libera e mi disse di scendere nel pomeriggio. La serata andò su la falsariga delle altre, una grande inculata, lunga, dove raggiunsi almeno un paio di orgasmi, per poi uscire e scaricarsi in fondo alla gola, facendomi gustare la sua sborra che sapevo di dover ingoiare tutta, ma ormai lo facevo con sommo piacere, avevo preso gusto a sentirmi in bocca, quel liquido vischioso, con quel sapore strano, sul dolce-salato, a volte più o meno aspro, penso dipendesse anche da ciò che mangiava, infine ero sul bidè, a rinfrescarmi un po’ il buco, la porta del bagno mi aveva imposta doveva restar rigorosamente aperta, era anche questa una forma di umiliazione, non poter avere un minimo di intimità neanche nei momenti più personali, lui entrò, mi si parò davanti e presi i capezzoli tra le dita, alzò le mie mammelle, infilandoci il cazzo semimolle, poi guardandomi ne gli occhi con un sogghigno cominciò a pisciarmi addosso, tra le tette, sentivo il caldo del getto fino al collo per poi ricadere su la pancia, infilarsi tra i peli del pube, io ero inebedita, non avrei mai immaginato una cosa così, avrei voluto incazzarmi, ma, d’altra parte mi sembrava anche eccitante, perciò rimasi lì senza proferir parola finachè lui non terminò di svuotare la vescica sul mio corpo. A quel punto volevo farmi una doccia prima di tornare a casa, invece Mario mi fece indossare la tuta sul corpo ancora bagnato e mi disse, così ti abitui all’odore, poi dicendomi che l’indomani aveva degli impegni gravosi di lavoro, mi comunicò che mercoldì ci sarebbe stata la famosa sorpresa che mi aveva preannunciato. Giunse così il mercoldì, alle 18 e 30 mi disse di scendere, immaginavo che aveva comprato qualche altro giochino, magari più invasivo di quelli che già aveva, indossai la tuta, senza neanche gli slip, un paio di ballerine, presi i 2 telefoni e corsì giù. Appena entrata, mi fece appoggiare i telefonini sul tavolo, poi abbassandomi i calzoni della tuta sino al ginocchio cominciò a impastarmi le natichè spingendo il medio verso il buchino (bè, non era ormai più tanto un buchino!), mi aveva anche slacciato la cerniera della parte superiore e con l’altra mano mi impastava le tettone ficcandomi intanto la lingua in bocca, mi stavo eccitando ed illanguidendo, quando mi parve di sentir un rumore e con la coda dell’occhio scorsi un uomo seduto in poltrona che si godeva lo spettacolo! Istintivamente cercai di staccarmi per potermi minimamente riconporre, ma Mario me lo impedi, tenendomi ferma, lo sconosciuto si alzò venendoci vicino, era un uomo di c.a. 58anni, vestito con un completo sicuramente firmato ma che su di lui stava come un sacco di patate, era alto più o meno su 1 e 75, pesava c.a. 100 kg tipo flaccido, capelli biondicci volto flaccido occhi porcini, in quella situazione dell’assurdo, loro due vestiti, io con i calzoni della tuta alle ginocchia e aperta davanti a mostrare le tette, mario face le presentazioni, “questo è L’avvocato Claudio XXX dello studio legale XYZ”, sapevo che era uno studio tra i più rinomati, roba da più di 200 soci ed almeno 400 associati, un intero palazzo storico in centro a Milano, grossa filiale a roma ed uffici a Bruxeles, quelli da parcelle astronomiche che si occupavano principalmente di affari transazioni di grossi capitali ecc, poi arivolto a lui disse,” ecco a te la signora Elisabetta ZXZ” e lui “questa è la puttana che dicevi?” “sì, gran vacca rottainculo e gran succhiacazzi”, mi finirono di togliere la tuta, poi Claudio, l’avvocato, mi artigliò le tette con violenza, col quelle manone sudate, e facendosi nuovamente cadere su la poltrona, mi trascinò in ginocchio davanti a lui, sempre strizzando un seno, si slaccio cintura e patta, calandosi gli slip, mentre lo facevo, vidi una disgustosa macchia gialla nella parte anteriore delle sue mutande, pensai disgustata, come poteva un uomo che sapeva di dover incontrare una donna per poterla scopare, non lavarsi e non cambiarsi le mutande, poi mi venne in mente come mi aveva chiamato, aveva chiesto a Mario se ero io la puttana, ecco quello che ero per lui, non una donna con cui poter far sesso ma una puttana da montare e basta! Comunque per tornare ai fatti, Claudio mi spinse la testa verso il pube, ci trovai un cazzo ancora molle, certamente molto maleodorante, mi ficco tutta quella carne in bocca, spingendomi il viso contro i peli del pube, sotto quel ventre prominente, molliccio, faceva una disgustosa piega appena sopra i genitali, ma il cazzo che nel frattempo aveva preso vita, si rivelò di tutto rispetto, forse appena meno lungo di quello di Mario, ma molto grosso; ero lì ancora ad ingozzarmi che sentii suonare alla porta, Mario disse che andava ad aprire, ed io cercai di alzarmi, per rimettermi un po’ in ordine onde essere presentabile, ma Claudio me lo impedì tenendomi per i capelli pigiata sul cazzo, inginocchio tra le sue gambe, a quel punto entrò in sala Mario insieme ad un altro uomo, anche lui sui 56-58enne, alto sul uno e ottanta, forse qualcosa in più, moro, magrissimo, occhi cattivi, anche lui vestito con completo firmato, ma che al contrario di Claudio portava con classe, anche stavolta Mario fece le presentazioni, “questa è la signora Elisabetta ZXY” mentre ero nuda in ginocchio col cazzo di Claudio ad un palmo dal naso, “questo è il dott. Stefano XXX, primario della clinica XYJ” anche di lui avevo sentito parlare, come un luminare del suo ramo, “questa allora è la manza” fece Stefano, “diciamo meglio la vacca da monta” rispose ridendo Mario, a quel punto, mentre Claudio mi aveva nuovamente spinto la testa sul suo inguine, Stefano si chinò e mi ficco, di colpo, il dito medio in culo, poi non contento, ci aggiunse l’indice e cominciò a ravanare dentro con due dita, spingendo ruotando, poi estraendole disse a Mario “sì, ricettiva, ci sarà da divertirsi, con calma la slargheremo bene, gli faremo una galleria al posto del culo”, parlavano di me ma tra loro, non mi consideravano neanche, ero solo un pezzo di carne con cui divertirsi. Finalmente si spogliarono anche loro, Mario velocemente mise i suoi abiti al solito posto, rivelando il suo bel fisico massiccio villoso con quel bel cazzo che che gli spuntava tra le gambe, Claudio che aveva gettato velocemente gli abiti alla rinfusa, si rivelò per come lo avevo giudicato, flaccido, ventre prominente che faceva delle borse sull’inguine, chiaro glabro, però anche il suo cazzo non sfigurava, Stefano che si era spogliato piegando e riponendo su una poltrona gli abiti con cura, rivelo un fisico allampanato, dovuto alla sua magrezza, non molto peloso, ma tra le gambe gli spuntava un cazzo molto lungo, anche se non spessissimo, sormontato da una cappella a fungo, quella sì bella larga. Ci trasferimmo in camera, avevo le mani di un po’ tutti addosso, ma specie di Claudio e Stefano, Mario, quasi per senso dell’ospitalita, si defilava un po’, Claudio era violento perché incapace di agire diversamente, Stefano no, lui faceva male coscienziosamente, ci godeva a veder soffrire una donna, dopo un po’, Stefano che aveva preso il comando della situazione, fece sdraiare Claudio sul letto, facendomici mettere me sopra, cominciammo a chiavare, pur essendo lui un tipo disgustoso, la cosa era molto piacevole, visto anche la consistenza di ciò che mi aveva piantato in figa, poi sentii Stefano avvicinarsi alle mie spalle, mi mise le mani su le chiappe, le allargò e con il suo cazzo cerco la rosellina del mio culo, Claudio si fermo e Stefano cominciò a spingere, sentii la sua maestosa cappella allargare i muscoli dello sfintere, poi di colpo sentii che era passato, un paio di colpi e si accomodò in fondo al culo, intanto che Claudio ricominciava a spingere e Mario, salito in piedi sul letto mi porgeva il suo bel cazzo da ciucciare, dopo poco cominciai a godere mentre tre cazzi contemporaneamente erano dentro di me occupando ogni mio buco, dopo non so dire quanto, sentii Stefano accelerare il ritmo ed infine, sentii le sue contrazioni finchè non mi sentii, invadere le viscere di caldo liquido, a quel punto Stefano si tolse, e Claudio, estratto il cazzo dalla figa, facendomi avanzare di pochissimo, me lo piantò lui nel culo, intanto che Stefano si era messo davanti al mio viso per farsi ripulire (allora era un vizio!!), in breve anche Claudio mi riempi il culo, appena uscito Mario mi voltò, mi mise a pecorina e mi inculò anche lui, sborrando in pochi colpi, così avevo dentro il culo la sborra di tre uomini insieme!! Stefano, che prima di cominciare aveva dato a Mario e Claudio delle pastiglie, dicendo che lui si era già servito, forse Viagra o qualcosa di simile, fu il primo a rimettersi in forma, anche grazie alla mia bocca, che usavo a turno su tutti e tre, dopo un po’, fece mettere Mario sdraiato sul bordo del letto, facendomi accomodare sopra dandogli la schiena e spingendomi ad impalarmi nel culo sul cazzo d Mario, che mi prese da dietro le cosce, alzandomele ed allargandomi, le gambe, nel mezzo delle quali si posizionò Stefano, stavo assaporando una nuova doppia, infatti Stefano entrò in figa, cominciando a chiavarmi, poi, ad un tratto, uscì, spostò il cazzo leggermente più su, mi resi conto, con terrore, che voleva entrare dove già era accomodato Mario! Cercai di divincolarmi senza successo urlai “NOOOO, due in culo NOO, Mi spaccate, è impossibile….” Mario mi teneva sempre le cosce larghe tenendomi piantata sul cazzo con il culo, Claudio si Mise ad aiutarli, tenendomi da dietro le braccia, Stefano davanti, prima mi diede due ceffoni da farmi sbattere la faccia da una parte all’altra, poi, con le unghie, mi cominciò a strizzare e tirare i capezzoli, torcendoli, facendomi piangere dal dolore, poi, con una mano, mentre l’altra continuava a tormentare un capezzolo, si rimise a puntare il suo cazzo per entrare a fianco del cazzo di Mario, prese un po’ di lubrificante lo sparse intorno, poi, tra i miei lamenti, ad un tratto sentii lo sfintere dilatarsi dolorosamente, e la cappella farsi strada, io gli occhi bagnanti di lacrime, la bocca aperta a cercar aria in un grido muto di dolore e terrore, sentivo cedere i muscoli sfinterici, aprirsi l’anello ed il cazzo di Stefano farsi strada a Fianco dell’altro sino a che fuori rimasero solo i coglioni di entrambi, mentre io schiacciata in mezzo, avevo le gambe che scattavano in movimenti inconsulti da sole, quasi fossi epilettica, scuotevo la testa, da le labbra usciva un lamento sommesso “hhhhhhooohhaa” e Stefano mi fa “hai visto che sono entrati?? Vacca, ti stiamo spaccando il culo, ma siamo solo all’inizio”, mi prese pe i fianchi cominciò a sfilarsi quasi del tutto per rientrare fino ai coglioni, Mario dietro dopo poco cominciò ad assecondarlo contribuendo a disfarmi l’ano, intanto che Claudio, salito in piedi sul letto, dopo avermi messo per un po’ il culo in bocca per farselo leccare, poi cambiando posizione, mi ha ficcato il cazzo in gola chiavando come fosse in figa, facendomi sbavare, ad un tratto, cominciò a salire un onda dal mio più intimo essere, salendomi al cervello, facendomi sentire con sensibilità assoluta, quello che avevo in gola, ed ancor più i due cazzi che mi devastavano il culo, fu come quando sale la marea, ad un tratto straripò in un orgasmo spaventoso, che mi lasciò intontita intanto che loro si svuotavano Claudio in gola e gli altri due nel culo!! Avevo dentro il culo 5 sborrate, non mi avevano fatto lavare dopo le prime e, per fortuna, dopo la prima volta che Mario mi aveva inculata, avevo preso l’abitudine che prima di scendere da lui, mi facevo una od anche due “perette”, per pulire il condotto ed evitar spiacevoli ed imbarazzanti sorprese! Ero lì, sdraiata semi incosciente nel letto quando Stefano, usando uno dei 2 cazzi posticci di Mario, me lo fece sparire nel culo, era entrato senza neanche trovare il minimo ostacolo, quasi non me ne ero accorta, poi però sentii, quando prese il secondo e cominciò a sforzare per metterlo a fianco del primo, tentai di alzarmi, ma Claudio si sedette con i sui 100 kg abbondanti su la mia schiena tenendomi le chiappe larghe, così ruotando, sforzando, spingendo anche il secondo prese posto nel culo, a quel punto vollero farmi alzare, camminare con quei due mostri nel culo, cosa che feci zampettando a gambe larghe tra le risate dei tre, poi mi accompagnarono in bagno mi fecero entrar nella vasca e si misero tutti a pisciarmi addosso, ormai ero così stravolta che non reagii minimamente, solo cercai di voltare il viso quando qualcuno cercava di puntar lì il getto. Finito mi lasciarono a sciacquarmi, a levarmi i dildò dal culo, intanto che loro si rivestivano bevendosi un drink. Sentii mentre rientravo che Stefano chiedeva a Mario perché non mi inanellava e lui “vorrei, ma sai, il cornuto anche se sembra che la chiavi poco e sbrigativamente potrebbe facilmente notarli e verrebbe un casino” poi visto che ero lì Stefano si rivolse a me “allora vacca, lunedì torno e continuiamo ad allargarti il culo, sei contenta di trovartelo bello rotto?”, imbarazzata, evitai di rispondere direttamente, poi dopo pochi convenevoli lasciai tutti tornando a casa.
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