Il capo di mia moglie
di
Kyr
genere
tradimenti
Alice era in cucina a preparare la cena, io ero appena rientrato in casa con la spesa e mi ero incantato a guardare mia moglie, bellissima, biondo cenere, fisico con le curve al posto giusto, a ventinove anni era uno splendore, indossava un elegante vestitino che la fasciava e metteva in risalto le sue forme, si era messa un grembiule da cucina per non sporcarsi che la rendeva ancora più affascinate, eravamo sposati da cinque anni e la trovavo ogni giorno più bella.
-Viene Enrico? Le ho chiesto.
-Certo altrimenti mica mi mettevo a cucinare e di sicuro non mettevo questo vestito cosi elegante.
Enrico è il suo capo un uomo di cinquanta anni affascinate anche se un po’ tarchiato con i capelli completamente grigi e uno sguardo penetrante, sposato con due figli, ma soprattutto da un paio di anni è il suo amante, io ho sempre avuto profondo rispetto e una grande ammirazione per lui è un tipo autoritario, per noi un padrino/padrone che ci tiene entrambi sospesi tra la protezione e l’oppressione, senza mai essere violento, anche se a volte riesce ad essere molto crudele.
Verso le otto entrò in casa con le sue chiavi, da circa sei mesi aveva le chiavi casa nostra e andava e veniva come le pareva.
-Signor Enrico ben venuto, si accomodi, vuole un aperitivo. Le dissi andandole in contro.
-Si portami un aperitivo che poi dobbiamo discutere dell’antro giorno con te.
-Cosa intende signor Enrico.
-Al fatto che non hai lavato per tempo la biancheria intima di tua moglie, quella bella raffina e delicata che indossa quando ci dedichiamo una serata io e lei.
-Mi scusi Signore ma andava lavata a mano e proprio non ho avuto tempo, mi scusi non succederà più, signor Enrico.
-Non credere di cavatela cosi facilmente imbecille e sbrigati con l’aperitivo, cornuto.
- Mi disse in modo secco.
-Mi scusi ancora Signor Enrico. Risposi a testa bassa veramente dispiaciuto di averlo fatto innervosire, provo veramente un senso di gratitudine per lui che mi rende cornuto e soddisfa mi moglie come io mai sono riuscito, essendo molto inferiore a lui sessualmente e nelle dimensioni.
Mente mi sono girato per andare i cucina a preparare l’aperitivo e arrivata Alice con un sorriso dolce le sei è avvicinata, lui la prese per i fianchi la tirò a se baciandola con virile passione.
-Mettiti comodo, che la cena è quasi pronta. Le disse Alice con tono dolce.
Si sedette sul divano lasciandosi andare.
Alice come al solito le levò le scarpe e le mise un paio di comode pantofole da camera, mentre lui si era già messo a leggere il giornale.
La cena si svolse in tranquilla, per quasi tutto il tempo parlarono di lavoro.
-Il prossimo week end siamo a Londra, dobbiamo incontrare Mr. Tample lunedì mattina ma ne approfittiamo per farci un fine settimana, cosi ho la scusa per mia moglie.
-Si va bene domani mattina prenoto l’hotel e il volo.
-Mi raccomando, che non manchino i nuovi capi di biancheria intima che ti ho fatto comprare ieri per tua moglie. Disse Enrico rivolgendosi a me.
-Non mancheranno, stia tranquillo
Ad un certo punto, Alice sempre rivolgendosi a me esclamò.
-Ho dimenticato i preservativi.
In quel periodo aveva dovuto sospendere la pillola per un certo periodo quindi servivano i preservativi.
-Vai a prenderli. Mi disse Enrico con un ordine secco.
Scesi per andare in farmacia, quella sottocasa era già chiusa, presi la macchina e cominciai a girare per trovare quella di turno, il pensiero che stavo girando per andare a comprare i preservativi che Enrico avrebbe usato per scopare mia moglie mi provocava un erezione, mi piace essere cornuto, cercai di andare più in fretta possibile ma il tempo passava velocemente.
Quando rientrai in casa li ho trovati già nel nostro letto, arrivai fino alla soglia della camera, la porta era aperta.
Il corpo di Alice era continuamente scosso da Enrico che si muoveva con vigore e la infilzava sempre più a fondo , lei gemeva e mugugnava, lui ansimava, le stringeva le natiche con forza, si baciavano, le loro lingue si intrecciavano in continuazione, Enrico la trafiggeva andando sempre più in fondo, sembrava si accanisse nel spingerglielo sempre più dentro, lei si muoveva sempre più freneticamente spingeva il bacino sempre più in avanti per accoglierlo ancora di più, mentre lui lo infilava fino alla radice, dopo un tempo indefinibile lei cominciò ad urlare, l’orgasmo era esploso intenso, anche lui arrivò al apice del piacere e del suo trionfo assoluto pronunciando oscenità e poi crollò pesantemente su mia moglie che cominciò teneramente ad abbracciarlo e accarezzarlo riempiendolo di baci dappertutto.
-Stavolta mi sa che mi hai castigata. Disse lei radiosa.
Io sulla porta della camera con la scatola dei preservativi in mano li osservavo, mi ignoravano completamente, solo quando Enrico si è alzato per andare in bagno mia moglie mi ha detto con un sorriso beffardo.
-Sei arrivato in ritardo, non abbiamo saputo resistere, vai almeno a baciarle i piedi per ringraziarlo, che mi sa che stavolta te la ricordi per sempre.
Quando è ritornato in camera, sono andato a baciarle i piedi come mi aveva suggerito mia moglie, poi guardandolo dal basso verso l’alto le ho detto
-Grazie.
Sei mesi dopo quella sera mia moglie girava mostrando orgogliosa come un trofeo il suo pancione gravido, non si era sbagliata, quella sera me la sarei ricordata per tutta la vita, Enrico l’aveva messa incinta.
Qualche giorno prima avevo partecipato ad una cena aziendale con loro, dove mi ero reso conto che la loro relazione era di dominio pubblico, la mia umiliazione era stata immensa, i sorrisetti nei miei confronti le mezze battute sussurrate dei colleghi erano state tremende.
Tornati dalla cena Enrico è venuto a casa con noi, sua moglie e i figli erano già partiti per la riviera dove avevano una casa, quindi lui passava moltissime notti da noi, naturalmente dormiva con mia moglie nella camera matrimoniale mentre io mi arrangiavo sul divano.
Da quando Alice era rimasta in cinta non si era più fatta toccare da me ed era diventata ancora più autoritaria, severa, inflessibile mentre invece con lui sempre più arrendevole, disponibile, aperta a tutte le sue richieste.
Enrico semplicemente mi continuava a trattare come servo e io inspiegabilmente provavo sempre più una specie di ansia servile nei suoi confronti, mentre lui manifestava in ogni occasione il suo disprezzo per me.
Mentre li spogliavo, Alice le disse
-Grazie Enrico, devo a te la mia felicità, prima di tè era tutto cosi banale e noioso, ma grazie soprattutto del bellissimo regalo che ci hai fatto,avere un figlio da tè è la cosa più bella che poteva capitarci.
-Hai sentito tua moglie, cornuto?
-Si signor Enrico grazie del figlio che ci date. Ho ribadito io
-Figlio che cresceremo felicemente insieme come omaggio al nostro unico e vero Signore.
Disse Alice, inginocchiandosi davanti a lui con la bocca al altezza del suo pene, a quel punto ho preso l’enorme membro di Enrico e lo ho infilato nella bocca di mia moglie che ha cominciato subito a spampinarlo avidamente, io ho cominciato a massaggiare le palle di Enrico finche lui non le è venuto in bocca e lei ha ingoiato tutto, appena Enrico si è ripreso mi ha detto
-Adesso vai fuori dai coglioni fila via e domani mattina sveglia alle sette con caffè e giornale.
Dal divano ho ascoltato i rumori che venivano dalla camera da letto, lo scricchiolio del letto, gemiti, sospiri, ancora gemiti poi anche risate.
La mattina dopo puntuale alle sette le portai la in caffè a letto con i giornali.
Mi ignorano completamente, si baciavano, sorseggiano il caffè che le avevo preparato sfogliavano il giornale che ero sceso a comprare al alba, poi lui mi disse
-Fuori che ho ancora voglia di scopare.
Lei ha indicato il suo pancione.
-Impara cornuto.
Mi ha detto ridendo.
-Viene Enrico? Le ho chiesto.
-Certo altrimenti mica mi mettevo a cucinare e di sicuro non mettevo questo vestito cosi elegante.
Enrico è il suo capo un uomo di cinquanta anni affascinate anche se un po’ tarchiato con i capelli completamente grigi e uno sguardo penetrante, sposato con due figli, ma soprattutto da un paio di anni è il suo amante, io ho sempre avuto profondo rispetto e una grande ammirazione per lui è un tipo autoritario, per noi un padrino/padrone che ci tiene entrambi sospesi tra la protezione e l’oppressione, senza mai essere violento, anche se a volte riesce ad essere molto crudele.
Verso le otto entrò in casa con le sue chiavi, da circa sei mesi aveva le chiavi casa nostra e andava e veniva come le pareva.
-Signor Enrico ben venuto, si accomodi, vuole un aperitivo. Le dissi andandole in contro.
-Si portami un aperitivo che poi dobbiamo discutere dell’antro giorno con te.
-Cosa intende signor Enrico.
-Al fatto che non hai lavato per tempo la biancheria intima di tua moglie, quella bella raffina e delicata che indossa quando ci dedichiamo una serata io e lei.
-Mi scusi Signore ma andava lavata a mano e proprio non ho avuto tempo, mi scusi non succederà più, signor Enrico.
-Non credere di cavatela cosi facilmente imbecille e sbrigati con l’aperitivo, cornuto.
- Mi disse in modo secco.
-Mi scusi ancora Signor Enrico. Risposi a testa bassa veramente dispiaciuto di averlo fatto innervosire, provo veramente un senso di gratitudine per lui che mi rende cornuto e soddisfa mi moglie come io mai sono riuscito, essendo molto inferiore a lui sessualmente e nelle dimensioni.
Mente mi sono girato per andare i cucina a preparare l’aperitivo e arrivata Alice con un sorriso dolce le sei è avvicinata, lui la prese per i fianchi la tirò a se baciandola con virile passione.
-Mettiti comodo, che la cena è quasi pronta. Le disse Alice con tono dolce.
Si sedette sul divano lasciandosi andare.
Alice come al solito le levò le scarpe e le mise un paio di comode pantofole da camera, mentre lui si era già messo a leggere il giornale.
La cena si svolse in tranquilla, per quasi tutto il tempo parlarono di lavoro.
-Il prossimo week end siamo a Londra, dobbiamo incontrare Mr. Tample lunedì mattina ma ne approfittiamo per farci un fine settimana, cosi ho la scusa per mia moglie.
-Si va bene domani mattina prenoto l’hotel e il volo.
-Mi raccomando, che non manchino i nuovi capi di biancheria intima che ti ho fatto comprare ieri per tua moglie. Disse Enrico rivolgendosi a me.
-Non mancheranno, stia tranquillo
Ad un certo punto, Alice sempre rivolgendosi a me esclamò.
-Ho dimenticato i preservativi.
In quel periodo aveva dovuto sospendere la pillola per un certo periodo quindi servivano i preservativi.
-Vai a prenderli. Mi disse Enrico con un ordine secco.
Scesi per andare in farmacia, quella sottocasa era già chiusa, presi la macchina e cominciai a girare per trovare quella di turno, il pensiero che stavo girando per andare a comprare i preservativi che Enrico avrebbe usato per scopare mia moglie mi provocava un erezione, mi piace essere cornuto, cercai di andare più in fretta possibile ma il tempo passava velocemente.
Quando rientrai in casa li ho trovati già nel nostro letto, arrivai fino alla soglia della camera, la porta era aperta.
Il corpo di Alice era continuamente scosso da Enrico che si muoveva con vigore e la infilzava sempre più a fondo , lei gemeva e mugugnava, lui ansimava, le stringeva le natiche con forza, si baciavano, le loro lingue si intrecciavano in continuazione, Enrico la trafiggeva andando sempre più in fondo, sembrava si accanisse nel spingerglielo sempre più dentro, lei si muoveva sempre più freneticamente spingeva il bacino sempre più in avanti per accoglierlo ancora di più, mentre lui lo infilava fino alla radice, dopo un tempo indefinibile lei cominciò ad urlare, l’orgasmo era esploso intenso, anche lui arrivò al apice del piacere e del suo trionfo assoluto pronunciando oscenità e poi crollò pesantemente su mia moglie che cominciò teneramente ad abbracciarlo e accarezzarlo riempiendolo di baci dappertutto.
-Stavolta mi sa che mi hai castigata. Disse lei radiosa.
Io sulla porta della camera con la scatola dei preservativi in mano li osservavo, mi ignoravano completamente, solo quando Enrico si è alzato per andare in bagno mia moglie mi ha detto con un sorriso beffardo.
-Sei arrivato in ritardo, non abbiamo saputo resistere, vai almeno a baciarle i piedi per ringraziarlo, che mi sa che stavolta te la ricordi per sempre.
Quando è ritornato in camera, sono andato a baciarle i piedi come mi aveva suggerito mia moglie, poi guardandolo dal basso verso l’alto le ho detto
-Grazie.
Sei mesi dopo quella sera mia moglie girava mostrando orgogliosa come un trofeo il suo pancione gravido, non si era sbagliata, quella sera me la sarei ricordata per tutta la vita, Enrico l’aveva messa incinta.
Qualche giorno prima avevo partecipato ad una cena aziendale con loro, dove mi ero reso conto che la loro relazione era di dominio pubblico, la mia umiliazione era stata immensa, i sorrisetti nei miei confronti le mezze battute sussurrate dei colleghi erano state tremende.
Tornati dalla cena Enrico è venuto a casa con noi, sua moglie e i figli erano già partiti per la riviera dove avevano una casa, quindi lui passava moltissime notti da noi, naturalmente dormiva con mia moglie nella camera matrimoniale mentre io mi arrangiavo sul divano.
Da quando Alice era rimasta in cinta non si era più fatta toccare da me ed era diventata ancora più autoritaria, severa, inflessibile mentre invece con lui sempre più arrendevole, disponibile, aperta a tutte le sue richieste.
Enrico semplicemente mi continuava a trattare come servo e io inspiegabilmente provavo sempre più una specie di ansia servile nei suoi confronti, mentre lui manifestava in ogni occasione il suo disprezzo per me.
Mentre li spogliavo, Alice le disse
-Grazie Enrico, devo a te la mia felicità, prima di tè era tutto cosi banale e noioso, ma grazie soprattutto del bellissimo regalo che ci hai fatto,avere un figlio da tè è la cosa più bella che poteva capitarci.
-Hai sentito tua moglie, cornuto?
-Si signor Enrico grazie del figlio che ci date. Ho ribadito io
-Figlio che cresceremo felicemente insieme come omaggio al nostro unico e vero Signore.
Disse Alice, inginocchiandosi davanti a lui con la bocca al altezza del suo pene, a quel punto ho preso l’enorme membro di Enrico e lo ho infilato nella bocca di mia moglie che ha cominciato subito a spampinarlo avidamente, io ho cominciato a massaggiare le palle di Enrico finche lui non le è venuto in bocca e lei ha ingoiato tutto, appena Enrico si è ripreso mi ha detto
-Adesso vai fuori dai coglioni fila via e domani mattina sveglia alle sette con caffè e giornale.
Dal divano ho ascoltato i rumori che venivano dalla camera da letto, lo scricchiolio del letto, gemiti, sospiri, ancora gemiti poi anche risate.
La mattina dopo puntuale alle sette le portai la in caffè a letto con i giornali.
Mi ignorano completamente, si baciavano, sorseggiano il caffè che le avevo preparato sfogliavano il giornale che ero sceso a comprare al alba, poi lui mi disse
-Fuori che ho ancora voglia di scopare.
Lei ha indicato il suo pancione.
-Impara cornuto.
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