La modella schiava 2: Elizabeth si trasferisce da Jane
di
padronebastardo
genere
dominazione
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Elizabeth arrivò a casa di Jane che aprì la porta e la fece entrare.
“Mi dispiace per il ritardo, ma c’era un traffico mortale”
“Non importa, adesso sono in audio conferenza, appena avrò finito parleremo. La tua stanza è giù dalle scale in fondo a sinistra.”
Elizabeth scese le scale, attraversò una stanza che sembrava una grande palestra, con un palo da pole dance al centro. Arrivata in fondo, svoltò sulla sinistra, entrò in un corridoio con tre stanze sulla sinistra e tre stanze sulla destra. Una stanza aveva una doccia, una vasca da bagno, una vasca idromassaggio, una lavatrice e un asciugatrice. La seconda era piena di appendi abiti e aveva una parete con mensole e cassetti, la terza aveva un letto singolo, un grande cassettone, un tavolo da trucco con un grande specchio, alcune sedie e un poggiapiedi. Sul comò c’era una piccola televisione.
Elizabeth aprì il cassettone e mise dentro la sua roba.
All’improvviso arrivò la voce di Jane da un altoparlante sul muro.
“Elizabeth spogliati e fatti una doccia. Quando avrai finito indossa le pantofole con i tacchi che troverai nell’armadio, poi verrai di sopra indossando solo le pantofole.” Elizabeth eseguì gli ordini e si diresse al piano di sopra quindici minuti dopo.
Entrò in un soggiorno riccamente arredato, Jane indossava una corta ed elaborata vestaglia di pizzo che copriva a malapena le lunghe gambe ed erano abbondantemente in vista le sue enormi tette. Era ancora in audio conferenza, ma fece segno ad Elizabeth di sedersi in fianco a lei. Si abbracciarono, mentre la conversazione continuava. Jane le fece segno di toglierle la cintura e aprì la corta vestaglia fino ad esporre il suo abbondante seno e il suo folto cespuglio rosso. Fece quindi segno ad Elizabeth di prendere in mano uno dei suoi grossi capezzoli, mentre lei le prende l’altra mano che infila nella sua figa.
Elizabeth toccava con cautela la figa della sua padrona con la punta delle dita, mentre baciava il grosso capezzolo di Jane che allargò le cosce per meglio accogliere le dita di Elizabeth. In quel momento finì l’audio conferenza e sollevò il viso di Elizabeth per baciarla passionalmente e le disse ”Voglio che ti riferisca a me come padrona da adesso in poi, sai cosa significa essere la mia schiava?”
“Penso di si, significa che mi possiedi e che sottometterò il mio corpo al tuo piacere sessuale ogni volta che vorrai, non è giusto?”
“Si, è vero significa anche questo, ma vuol dire soprattutto che mi appartieni come la lampada di questo tavolo, che non sei più una persona dotata di libero arbitrio. Il tuo unico scopo sarà di servirmi e soddisfare ogni mio desiderio. Non farai sesso con nessun altro, a meno che non ti ordini di farlo, né ti potrai masturbare senza il mio permesso. Posso anche nel caso mi facesse piacere assegnarti ad altre persone per un ora, per un giorno, per un mese o per il tempo che vorrò, hai capito?”
“Si, padrona ho capito benissimo, se mi ordini di dare il mio corpo ad altri lo farò. Sono di tua proprietà, la mia obbedienza e sottomissione a voi è completa, mi sento sempre molto eccitata quando mi dà degli ordini”.
Jane ed Elizabeth si baciarono passionalmente, mentre la mano di Jane si spostava sulla figa della seconda.
“Adesso mi penetrerà, Padrona?”
“No, sarai sverginata da un vero cazzo. Deciderò chi, quando e dove. D’ora in poi non avrai più diritto di fare domande, devi accettare che il tuo futuro sia nelle mie mani, controllerò completamente ogni aspetto della tua vita, di giorno in giorno, di ora in ora. Se sottoporrò il tuo corpo per un rapporto sessuale non importa chi sia la persona, che aspetto abbia, che età abbia, avrà il diritto di usarti per il suo godimento finché non sarai tornata da me.”
“Oh si ho capito bene, sono così felice”
“Ora schiava ti porterò a letto, così inizierà il tuo addestramento, voglio che diventi una vera schiava, ma hai ancora tanto da imparare. Dare piacere sessuale è un arte che può essere perfezionata solo attraverso tanta esperienza pratica.”
Elizabeth si inginocchiò, aiutò Jane a reindossare la vestaglia, dopo di che raggiunsero la camera da letto. Questa era enorme, con un letto a baldacchino che sembrava uscito da un film di Hollywood.
“Non ci posso credere!”
“Be credici qui imparerai a soddisfare ogni mio desiderio sessuale e qui perderai la tua verginità, quando deciderò che è arrivato il momento.”
Elizabeth si inginocchiò baciando la coscia della sua padrona, appena sopra le ginocchia.
“Padrona, per favore ti prego insegnami a soddisfare te e chiunque mi assegnerai”
“Devi imparare che per darmi piacere, non devi mai prendere il comando, a meno che non ti venga chiesto di farlo. Quindi ora ti punirò e ti sculaccerò e poi dovrai ringraziarmi per averlo fatto.”
“Grazie padrona per avermi punito, cercherò di non essere così cattiva in futuro.”
“Come padrona ti sculaccerò molte volte al giorno, per punire le tue mancanze.”
“Si, padrona.”
Elizabeth slacciò la cintura e lasciò la vestaglia sulla sedia, ormai erano entrambe nude.
“Voglio che sali su quel sgabello in fondo alla stanza, posiziona le dita sulle spalle, questo movimento da pieno risalto alle tue grosse tette, poi tieni le spalle indietro e allarga i piedi, questo deve essere il tuo modo di presentare il tuo corpo da schiava, non devi sorridere quando lo fai, piuttosto devi sembrare spaventata, devi immaginare di essere una schiava che viene presentata al mercato delle schiave.”
Jane poi incominciò ad accarezzare il corpo di Elizabeth, senza mai toccare la sua figa, ma andando sempre vicina ad essa. Succhiò le sue tette, mise un dito nell’ano, dando una grande scossa al suo corpo vergine.
“Ora cambiamo posto e fammi tu quello che ti ho fatto io, schiava.”
Elizabeth cominciò ad accarezzare e baciare il corpo nudo della sua padrona, facendo attenzione a non toccarle la figa. Non riuscì però a trattenersi dal mettersi un dito dentro il suo ano, da quanto era eccitata.
“Mi dispiace padrona”
“Ora sarai sculacciata di nuovo con cinque forti schiaffi.”
Jane poi sistemò due sedie sulle quali fece distendere le cosce di Elizabeth che era stata costretta a sdraiarsi al bordo del letto.
“Voglio che la tua figa mi implori a essere leccata le ordinò.”
Elizabeth non era sicura di cosa intendesse, ma cominciò a distendere e rilassare tutti i muscoli della parte inferiore del corpo.
“Bene, continua a farlo, muovi il culo su e giù, guardami in faccia, vuoi la mia lingua vero?
Elizabeth cominciò ad ansimare e gemere, la sua figa era completamente bagnata, in fremente attesa di una lingua che desse soddisfazione al suo clitoride.
Non dovette aspettare molto, Jane ormai voleva godersi la sua conquista. I movimenti di Elizabeth le imploravano di mangiarle la figa.
Jane si inginocchiò, seppellendo la testa tra le gambe di Elizabeth che urlava di piacere avendo tra le sue gambe una vera esperta.
Jane allargò subito le cosce, esponendo la sua calda passerina alla sua schiava che sembrava avere un ossessione per la sua figa, visto l’impegno che ci metteva, cominciò quindi ad aprire e chiudere le gambe per metterla in difficoltà.
“Mi vuoi mangiare la figa vero schiava?”
“Oh padrona, adoro quando mi tortura in questo modo”
Jane però faceva fatica a resistere, fin dalla prima volta che aveva visto Elizabeth aveva voglia di farsela leccare e bruciava dal desiderio per la lingua della sua bella schiava.
“Mangiami la figa”
Elizabeth emise subito un gemito di piacere, mentre si inginocchiava tra le enormi gambe della sua padrona e si faceva strada tra la sua figa calda.
Si riposarono per un ora, ma mentre stava dormendo Elizabeth si rese conto che la sua padrona si massaggiava la figa sul suo viso. La padrona le ordinò di masturbarsi, poi cominciarono a leccarsi vicendevolmente, Elizabeth ebbe quasi subito un orgasmo, ma continuò a leccare la sua padrona e fu ricompensata dal suo orgasmo.
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Elizabeth arrivò a casa di Jane che aprì la porta e la fece entrare.
“Mi dispiace per il ritardo, ma c’era un traffico mortale”
“Non importa, adesso sono in audio conferenza, appena avrò finito parleremo. La tua stanza è giù dalle scale in fondo a sinistra.”
Elizabeth scese le scale, attraversò una stanza che sembrava una grande palestra, con un palo da pole dance al centro. Arrivata in fondo, svoltò sulla sinistra, entrò in un corridoio con tre stanze sulla sinistra e tre stanze sulla destra. Una stanza aveva una doccia, una vasca da bagno, una vasca idromassaggio, una lavatrice e un asciugatrice. La seconda era piena di appendi abiti e aveva una parete con mensole e cassetti, la terza aveva un letto singolo, un grande cassettone, un tavolo da trucco con un grande specchio, alcune sedie e un poggiapiedi. Sul comò c’era una piccola televisione.
Elizabeth aprì il cassettone e mise dentro la sua roba.
All’improvviso arrivò la voce di Jane da un altoparlante sul muro.
“Elizabeth spogliati e fatti una doccia. Quando avrai finito indossa le pantofole con i tacchi che troverai nell’armadio, poi verrai di sopra indossando solo le pantofole.” Elizabeth eseguì gli ordini e si diresse al piano di sopra quindici minuti dopo.
Entrò in un soggiorno riccamente arredato, Jane indossava una corta ed elaborata vestaglia di pizzo che copriva a malapena le lunghe gambe ed erano abbondantemente in vista le sue enormi tette. Era ancora in audio conferenza, ma fece segno ad Elizabeth di sedersi in fianco a lei. Si abbracciarono, mentre la conversazione continuava. Jane le fece segno di toglierle la cintura e aprì la corta vestaglia fino ad esporre il suo abbondante seno e il suo folto cespuglio rosso. Fece quindi segno ad Elizabeth di prendere in mano uno dei suoi grossi capezzoli, mentre lei le prende l’altra mano che infila nella sua figa.
Elizabeth toccava con cautela la figa della sua padrona con la punta delle dita, mentre baciava il grosso capezzolo di Jane che allargò le cosce per meglio accogliere le dita di Elizabeth. In quel momento finì l’audio conferenza e sollevò il viso di Elizabeth per baciarla passionalmente e le disse ”Voglio che ti riferisca a me come padrona da adesso in poi, sai cosa significa essere la mia schiava?”
“Penso di si, significa che mi possiedi e che sottometterò il mio corpo al tuo piacere sessuale ogni volta che vorrai, non è giusto?”
“Si, è vero significa anche questo, ma vuol dire soprattutto che mi appartieni come la lampada di questo tavolo, che non sei più una persona dotata di libero arbitrio. Il tuo unico scopo sarà di servirmi e soddisfare ogni mio desiderio. Non farai sesso con nessun altro, a meno che non ti ordini di farlo, né ti potrai masturbare senza il mio permesso. Posso anche nel caso mi facesse piacere assegnarti ad altre persone per un ora, per un giorno, per un mese o per il tempo che vorrò, hai capito?”
“Si, padrona ho capito benissimo, se mi ordini di dare il mio corpo ad altri lo farò. Sono di tua proprietà, la mia obbedienza e sottomissione a voi è completa, mi sento sempre molto eccitata quando mi dà degli ordini”.
Jane ed Elizabeth si baciarono passionalmente, mentre la mano di Jane si spostava sulla figa della seconda.
“Adesso mi penetrerà, Padrona?”
“No, sarai sverginata da un vero cazzo. Deciderò chi, quando e dove. D’ora in poi non avrai più diritto di fare domande, devi accettare che il tuo futuro sia nelle mie mani, controllerò completamente ogni aspetto della tua vita, di giorno in giorno, di ora in ora. Se sottoporrò il tuo corpo per un rapporto sessuale non importa chi sia la persona, che aspetto abbia, che età abbia, avrà il diritto di usarti per il suo godimento finché non sarai tornata da me.”
“Oh si ho capito bene, sono così felice”
“Ora schiava ti porterò a letto, così inizierà il tuo addestramento, voglio che diventi una vera schiava, ma hai ancora tanto da imparare. Dare piacere sessuale è un arte che può essere perfezionata solo attraverso tanta esperienza pratica.”
Elizabeth si inginocchiò, aiutò Jane a reindossare la vestaglia, dopo di che raggiunsero la camera da letto. Questa era enorme, con un letto a baldacchino che sembrava uscito da un film di Hollywood.
“Non ci posso credere!”
“Be credici qui imparerai a soddisfare ogni mio desiderio sessuale e qui perderai la tua verginità, quando deciderò che è arrivato il momento.”
Elizabeth si inginocchiò baciando la coscia della sua padrona, appena sopra le ginocchia.
“Padrona, per favore ti prego insegnami a soddisfare te e chiunque mi assegnerai”
“Devi imparare che per darmi piacere, non devi mai prendere il comando, a meno che non ti venga chiesto di farlo. Quindi ora ti punirò e ti sculaccerò e poi dovrai ringraziarmi per averlo fatto.”
“Grazie padrona per avermi punito, cercherò di non essere così cattiva in futuro.”
“Come padrona ti sculaccerò molte volte al giorno, per punire le tue mancanze.”
“Si, padrona.”
Elizabeth slacciò la cintura e lasciò la vestaglia sulla sedia, ormai erano entrambe nude.
“Voglio che sali su quel sgabello in fondo alla stanza, posiziona le dita sulle spalle, questo movimento da pieno risalto alle tue grosse tette, poi tieni le spalle indietro e allarga i piedi, questo deve essere il tuo modo di presentare il tuo corpo da schiava, non devi sorridere quando lo fai, piuttosto devi sembrare spaventata, devi immaginare di essere una schiava che viene presentata al mercato delle schiave.”
Jane poi incominciò ad accarezzare il corpo di Elizabeth, senza mai toccare la sua figa, ma andando sempre vicina ad essa. Succhiò le sue tette, mise un dito nell’ano, dando una grande scossa al suo corpo vergine.
“Ora cambiamo posto e fammi tu quello che ti ho fatto io, schiava.”
Elizabeth cominciò ad accarezzare e baciare il corpo nudo della sua padrona, facendo attenzione a non toccarle la figa. Non riuscì però a trattenersi dal mettersi un dito dentro il suo ano, da quanto era eccitata.
“Mi dispiace padrona”
“Ora sarai sculacciata di nuovo con cinque forti schiaffi.”
Jane poi sistemò due sedie sulle quali fece distendere le cosce di Elizabeth che era stata costretta a sdraiarsi al bordo del letto.
“Voglio che la tua figa mi implori a essere leccata le ordinò.”
Elizabeth non era sicura di cosa intendesse, ma cominciò a distendere e rilassare tutti i muscoli della parte inferiore del corpo.
“Bene, continua a farlo, muovi il culo su e giù, guardami in faccia, vuoi la mia lingua vero?
Elizabeth cominciò ad ansimare e gemere, la sua figa era completamente bagnata, in fremente attesa di una lingua che desse soddisfazione al suo clitoride.
Non dovette aspettare molto, Jane ormai voleva godersi la sua conquista. I movimenti di Elizabeth le imploravano di mangiarle la figa.
Jane si inginocchiò, seppellendo la testa tra le gambe di Elizabeth che urlava di piacere avendo tra le sue gambe una vera esperta.
Jane allargò subito le cosce, esponendo la sua calda passerina alla sua schiava che sembrava avere un ossessione per la sua figa, visto l’impegno che ci metteva, cominciò quindi ad aprire e chiudere le gambe per metterla in difficoltà.
“Mi vuoi mangiare la figa vero schiava?”
“Oh padrona, adoro quando mi tortura in questo modo”
Jane però faceva fatica a resistere, fin dalla prima volta che aveva visto Elizabeth aveva voglia di farsela leccare e bruciava dal desiderio per la lingua della sua bella schiava.
“Mangiami la figa”
Elizabeth emise subito un gemito di piacere, mentre si inginocchiava tra le enormi gambe della sua padrona e si faceva strada tra la sua figa calda.
Si riposarono per un ora, ma mentre stava dormendo Elizabeth si rese conto che la sua padrona si massaggiava la figa sul suo viso. La padrona le ordinò di masturbarsi, poi cominciarono a leccarsi vicendevolmente, Elizabeth ebbe quasi subito un orgasmo, ma continuò a leccare la sua padrona e fu ricompensata dal suo orgasmo.
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