Laghetti

di
genere
trio

Io li chiamo laghetti.

Sono pozze d'acqua formate dai torrenti che scendono dalle montagne dietro casa mia.
Davanti ho il mare.
Ma il mare è faticoso e per andare ai laghetti bisogna approfittare dell'inizio della stagione, quando l'aridità estiva non ha ancora ridotto a misere pisciatelle questi freschi corsi d'acqua.

Sono anni che non ci vado.

Monto in sella alla mia vecchia moto e in venti minuti arrivo allo spiazzo sterrato che funge da posteggio . Non c'è l'ombra di altri veicoli. Sulla stradina di montagna non ho incrociato nemmeno una macchina. Bene.
La solitudine è mia amica.

Mi avvio sul sentiero meravigliandomi di quanto poco sia cambiato il paesaggio in questi anni. Vegetazione più rigogliosa e alberi più alti ma sostanzialmente la stradina e il panorama sono gli stessi. Prendo una deviazione e poco dopo arrivo in prossimità del torrente.
Sento il fragore dell'acqua e sorrido alla "mia" pietra: uno scoglio piatto e scuro sul quale posso sdraiarmi comoda. Il laghetto è pieno. Mi ci posso tuffare a bomba, proprio come quando ero una ragazzina.

Mi spoglio completamente. Qui non serve il costume.
Lascio vagare lo sguardo intorno a me. Sono circondata dal bosco. Potrei essere l'unica abitante di questo pianeta.

L'acqua del torrente scende veloce su un letto di roccia liscia, producendo una cascatella al termine della quale si forma una vasca piena di bolle, degna di un idromassaggio.
Ci metto i piedi. È fredda. Gelata.
Con la mano mi bagno le cosce, le natiche.
Salgo alla pancia, le braccia.
Mi si blocca il respiro ma rido. Fa caldo e questi sono brividi che danno energia.
Le mie tette sono tese, i capezzoli già duri. Bagno anche loro e rimango ancora senza fiato.
Bagno il viso e i miei capelli corti.
Ripasso tutto il corpo con più calma.
La pelle si adatta alla temperatura. Sono pronta.
Mi metto sulla punta dello scoglio e, urlando come una scema mi butto a bomba.
L'impatto è sconvolgente. L'acqua è davvero troppo fredda. Esco dal laghetto veloce come Quicksilver e mi stendo al sole.
Mi stendo beata a pancia in su. Ascolto il fragore dell'acqua e i suoni del bosco. Mi addormento felice.

Non so quanto tempo è passato.
Mi svegliano suoni umani che distinguo a malapena fra le potenti note del torrente. Mi metto seduta e mi guardo intorno.
Dietro di me, a qualche metro di distanza, su una minuscola spiaggia di ciottoli, c'è una coppia che sta scopando con ardore. Lei piegata in avanti ed appoggiata a un masso mentre lui la penetra da dietro con un ritmo serrato, da belva affamata.
Mi danno praticamente le spalle. Loro non mi hanno visto e io mi sento in faccia un'espressione fra il sorpreso e il divertito.
Mi giro a pancia sotto e con le mani a sostenere il mento mi metto ad osservare golosamente la scena. Il mio culo è lievemente sollevato e le mie gambe un po' aperte.
Il mio corpo ha preso in maniera naturale una posizione da monta, simile a quella della donna che ho davanti agli occhi.
Ho voglia ma non faccio rumore. Mi godo ciò che vedo. Mi godo la sensazione della mia fica che lentamente si gonfia, si apre, pulsa. Contemporaneamente la mia bocca si chiude sul monte di Venere della mano sinistra, la lingua lecca, le labbra succhiano, i denti mordono.
Guardo questi due sconosciuti.
Belli.
Lei minuta, una testata di capelli scuri e mossi. Intravedo un seno grande ma sodo che sbatte ad ogni affondo. Lui, più alto, bel fisico. Sportivo senza eccesso.
Ora, concentrata su quella scena, sento le loro voci come un bisbiglio. Non distinguo le parole ma non sfuggono alle mie orecchie gemiti, esclamazioni e gridolini di piacere. A giudicare dalla concitazione, direi che sono prossimi a una grande goduta entrambi. Ed è così.
Lui perde un po' l'equilibrio, il ritmo si fa confuso, inarca la schiena, stringe i fianchi della sua donna con violenza. Si butta dentro di lei con commozione. I brividi che lo percorrono sono evidenti.
È come se sentissi le vibrazioni della sua pelle sui miei capezzoli. Come se producessero onde invisibili di aria. Aria che lecca il mio seno.
Senza coscienza le mie gambe si sono spalancate in una sguaiata spaccata e ho preso a succhiarmi il pollice avidamente.
I due sono impegnati in effusioni amorose.
Si percepisce in loro una grande forza, una grande passione. Armonia. Probabilmente vivono un grande amore.
Ridono e scherzano, avvicinandosi all'acqua.

Si accorgono di me.
Saluto e sorrido. Un sorriso divertito, timido ma anche un po' sfrontato.
Inizialmente mi fissano sorpresi e imbarazzati ma vedendomi nuda e aperta la loro espressione si fa interessata. In entrambi.
Mi stupisco. Avrei pensato che si rivestissero velocemente, a disagio per la situazione.
Invece ....

Voglia
Fame
Determinazione
Lussuria.

Caspita! Forse tocca qualcosa anche a me!

Si avvicinano, un saluto, qualche complimento divertito.
Voglio godere anche io.
Mi fate godere?

Seduta.
Li ho al mio fianco. Lei a sinistra, lui a destra. Bacio lei, le sue labbra morbide. Le sfioro il seno, la pancia, i fianchi.
Bacio lui, le sue labbra ruvide di barba incolta. Gli sfioro le spalle, le braccia, il cazzo.
Nuovamente duro.
Per me?
Grazie ... Lusingata!

Baci, carezze.
Si prendono cura di me.
Lei infila il suo bel viso fra le mie gambe.
A lui chiedo con gli occhi di farmi assaggiare la sua erezione.
Il suo cazzo profuma ancora di lei.
Lei.
Bravissima, dolce, potente.
Le vengo in bocca in spasmi convulsi.

Si guardano negli occhi.
Ho capito. Hanno ancora voglia di loro stessi. Ricominciano a baciarsi e toccarsi. Sembra non possano farne a meno.

Sono felice, anche se ormai non sanno più che sono qui.
Raccolgo le mie cose. Sfioro la schiena di lei che cavalca il suo uomo, senza accorgersi del mio tocco leggero.
.
scritto il
2019-08-30
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