Era un gioco
di
Piergiovsnni
genere
gay
All'epoca avevo 14 anni e avevo per amico del cuore Gianni tre anni piu'grande di me. Scherzavamo su tutto e in ogni situazione trovavamo il lato divertente.
Fu anche quando se ne usci'dicendo:lo sai che sei veramente bono?, hai un corpicino quasi da ragazza e quel culetto a mandolino e' un invito
Replicai dicendo:anche tu sei un tocco di figo e scommetto che tra le gambe hai un serpentone, cominciammo a ridere come matti.
Ogni volta che ci vedevamo Il martello batteva sempre sullo stesso chiodo e come sempre finiva in comica, fino a quando....
Un pomeriggio rimanemmo soli a casa sua il padre al lavoro e la madre era da una sua amica malata.
Iniziammo come sempre a stuzzicarci scherzosamente, ma notai un anomalo gonfiore dentro la patta. Senza parlare mi venne dietro afferrando e strusciandoci sul mio culo, ti piace?, disse sempre ridendo come un matto, si risposi io sempre mettendola sul comico, ma cosi' comico non era.
Fu un gesto spontaneo quello di sfiorargli il cazzo da sopra i pantaloni, mi Guardo'serio. Mi palpeggio'una natica e si tocco. Non servirono le parole, entrambi eravamo ecccitati, lui lo tiro' fuori, ebbi un moto di sorpresa, era grosso, il mio in confronto sembrava un topolino. Lo presi e iniziai a masturbarlo e lo feci fino al punto in cui scarico' con un getto violento il suo bianco latte cremoso. Ci denudammo, d'istinto lo presi in bocca e iniziai a muovere la testa avanti e dietro. Mi fai male con i denti, fermati. Obbedii, ma sempre restando in ginocchio ripresi a segarlo fino a quando godendo di nuovo mi scarico la sborra in faccia. Avrei ancora voluto succhiarlo ma pensai di doverlo imparare a farlo...
Fu anche quando se ne usci'dicendo:lo sai che sei veramente bono?, hai un corpicino quasi da ragazza e quel culetto a mandolino e' un invito
Replicai dicendo:anche tu sei un tocco di figo e scommetto che tra le gambe hai un serpentone, cominciammo a ridere come matti.
Ogni volta che ci vedevamo Il martello batteva sempre sullo stesso chiodo e come sempre finiva in comica, fino a quando....
Un pomeriggio rimanemmo soli a casa sua il padre al lavoro e la madre era da una sua amica malata.
Iniziammo come sempre a stuzzicarci scherzosamente, ma notai un anomalo gonfiore dentro la patta. Senza parlare mi venne dietro afferrando e strusciandoci sul mio culo, ti piace?, disse sempre ridendo come un matto, si risposi io sempre mettendola sul comico, ma cosi' comico non era.
Fu un gesto spontaneo quello di sfiorargli il cazzo da sopra i pantaloni, mi Guardo'serio. Mi palpeggio'una natica e si tocco. Non servirono le parole, entrambi eravamo ecccitati, lui lo tiro' fuori, ebbi un moto di sorpresa, era grosso, il mio in confronto sembrava un topolino. Lo presi e iniziai a masturbarlo e lo feci fino al punto in cui scarico' con un getto violento il suo bianco latte cremoso. Ci denudammo, d'istinto lo presi in bocca e iniziai a muovere la testa avanti e dietro. Mi fai male con i denti, fermati. Obbedii, ma sempre restando in ginocchio ripresi a segarlo fino a quando godendo di nuovo mi scarico la sborra in faccia. Avrei ancora voluto succhiarlo ma pensai di doverlo imparare a farlo...
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