La Famiglia Perosi - Capitolo 5 - La resa
di
Imperator
genere
incesti
Capitolo 5 – La resa.
Tornati a casa mamma preparò un piatto di pasta che mangiammo al volo, poi filai in camera mia a studiare bene tutti gli accessori del kit che avevo comprato al sexy shop mentre lei rimetteva in ordine e lavava i piatti.
Era davvero studiato bene, c'erano decine di combinazioni possibili e tutte garantite per garantire il massimo del piacere alla donna. Un ottimo acquisto, non vedevo l'ora di provarlo.
Poco dopo la porta della camera si spalancò ed apparve mia madre, aveva uno sguardo tra il severo e l'imbronciato... la guardai un po' infastidito per quell'irruzione e stavo per chiedergli una spiegazione, ma mi anticipò:
“Devo andare al bagno!”.
“Quindi?” le risposi divertito.
“Come quindi, su fai il bravo e toglimi questi aggeggi... non ti sembra di esagerare?”
“In che senso?” Feci il finto tonto. Sospirò spazientita ed aggiunse:
“Lo scherzo è bello quando dura poco, su muoviti devo andare al bagno, me la sto facendo sotto”.
“Quante storie..., non si dice per favore?” le risposi prendendo tempo per aumentare il disagio che provava, doveva essere veramente al limite per venirmi a supplicare.
“Adesso basta! Toglimi subito questo coso, altrimenti... !” gridò puntandomi il dito contro ed avvicinandosi con fare minaccioso.
Presi il cellulare pronto ad attivare l'ovetto, quando arrivò a pochi passi da me, premetti il pulsante su on..
“Altrimenti.... cosa?!?” La guardai divertito rallentare la sua corsa furiosa verso di me, l'ovetto aveva iniziato la sua stimolazione interna, ma non fu sufficiente a fermarla, era arrivata vicino al letto dov'ero sdraiato che ruotai la rotella della potenza portandola a 2, bastò a fermarla di colpo, la stimolazione doveva essere aumentata di molto, tanto che si portò le mani al pube nel vano tentativo di fermare le vibrazioni, prima che potesse potesse rendersi conto che era un tentativo vano, aumentai ancora la potenza, livello 3. Mi fissò a bocca aperta, stupita e sorpresa, indietreggiò leggermente barcollando come se allontanarsi da me avesse potuto fermare la stimolazione interna.
“Quindi... stavi dicendo?” La incalzai... mentre portavo a 4 la velocità, vibrante e pulsante, le gambe iniziarono a tremarle leggermente, mi guardava implorante...
“Ti.. ti p-prego... ferm-maloooo...”
“Cosa devo fermare?” e feci spallucce facendo il finto tonto...
“T-ti prego.... bastaaaaa.” Le gambe cedettero e finì a terra sul pavimento, teneva le mani premute sulla fica per cercare di fermare l'ovetto che la stava masturbando, ma ottenne solo l'effetto opposto, accucciata con le mani premute sulla fica, l'ovetto schiacciato dentro di lei non fece altro che aumentare la stimolazione.
Riportai la velocità su 1, alzandomi dal letto ed avvicinandomi a lei che era ancora distesa a terra, ansimante, mi fermai quando fu ai miei piedi ed imponendole la mia figura, dissi:
“Non ho senti la parola magica...” era una frase che mi ripeteva spesso quand'ero più piccolo per farmi notare che non avevo chiesto per favore.
Alzò appena lo sguardo verso di me ma non disse nulla, così aumentai la velocità su 2.
Sgranò gli occhi non appena sentì le vibrazioni aumentare di nuovo.
“P-per ff-favore, spegnilo!” L'ultima parola fu un grido implorante... attesi ancora qualche secondo e spensi l'ovetto.
Mamma iniziò a boccheggiare per riprendere fiato, non appena fui sicuro che si fosse ripresa abbastanza da prestare attenzione alle mie parole aggiunsi:
“Non ti azzardare mai più a minacciarmi. Sono IO qui che comanda... ti ho già detto che saresti stata punita per ogni disobbedienza!” E riaccesi l'ovetto portandolo rapidamente a velocità 4. Mamma si contorse nuovamente mentre l'ovetto vibrante le squassava le viscere facendola gemere. Spensi l'ovetto, attesi ancora una volta che si riprendesse ed aggiunsi:
“Ed ora torniamo al motivo per cui sei qui... cosa vuoi? E vedi di chiedere nella maniera corretta!”.
Ansimò ancora per un po', non appena riprese il controllo del suo corpo alzò lo sguardo implorante e disse:
“Devo andare al bagno, per favore!”. Il tono era molto supplichevole.
“Ci siamo quasi, vedo che stai imparando le buone maniere, ma ancora non ci siamo. Riprova!”.
Mi guardò incredula, era al limite, poi implorante aggiunse:
“Ti prego, per favore, toglimi quest'aggeggio devo andare la bagno, non resisto più.” Le lacrime iniziarono a rigarle il volto.
“Và bene, andiamo!” l'aiutai a risollevarsi e presa per un braccio l'accompagnai al bagno.
“Se fossi stata una brava cagnetta ubbidiente, avresti potuto evitare tutto questo.” presi in mano il cellulare e mi guardò terrorizzata.
“Ora sta a te scegliere. Ti offro 2 opzioni, preferisci essere punita subito e poi andare al bagno, oppure andare prima al bagno e poi essere punita? Ma bada in questo caso la punizione sarà più dura dato che devo aspettare i tuoi comodi” dissi le ultime parole agitandole il cellulare davanti al viso, lasciandole intendere quale poteva essere la punizione.
“Per favore, devo andare al bagno, non resisto più.... perché sei così crudele con me, sono tua madre!”
“Quindi hai scelto di andare prima al bagno e poi subire una punizione più dura?”
Mi guardò disperata soppesando le mie parole, stava calcolando quanto poteva ancora resistere.... e quanto poteva essere umiliata dopo essere andata al bagno se la mia minaccia di riaccendere quell'aggeggio infernale si fosse realizzata. Poi mi guardò negli occhi e sospirando disse:
“La p-prima”.
Feci finta di non capire... “La prima!? Cosa?”
“La prima opzione prima la punizione”. Lo disse tutto in un fiato, sperando di abbreviare quell'esperienza svilente alla svelta.
“Bene.... voglio che mi fai un pompino, ma bada bene, dovrai impegnarti come non mai, dovrà essere il miglior pompino della tua vita e prima voglio sentirti supplicare di potermi succhiare il cazzo”. Mi guardò disgustata, scuotendo leggermente la testa in segno di diniego. Vedendola titubante aggiunsi:
“Prima ti sbrighi, prima vai al bagno, sta a te....” Incrociai le braccia in attesa.
Attese ancora qualche secondo, poi abbassando lo sguardo per non incrociare i miei occhi a bassa voce disse:
“Ti prego, posso.... farti un... pompino?”
Aspettai in silenzio per un po', quando alzò lo sguardo supplichevole, le accarezzai il viso dicendole:
“Ma certo che puoi succhiarmi il cazzo, puoi farlo tutte le volte che vuoi...” E così facendo mi abbassai in un colpo pantaloncini e mutande.
Afferrò il mio pisello con entrambe le mani e poi con lentezza avvicinò pian piano le labbra al glande, fece un respiro profondo e sospirando fece sparire la cappella nella sua bocca, iniziando un avanti e indietro, alternando leccate lungo l'asta con baci sulla cappella... era una pompinara da paura. Mi stava facendo impazzire, mi appoggiai al lavandino, mentre lei inginocchiata di fronte a me, si dava da fare per farmi godere. Le afferrai le testa con entrambe le mani tenendola ferma ed iniziai un movimento di bacino avanti e indietro scopandole la bocca, alzò gli occhi per guardarmi, le sorrisi dolcemente e sempre tenendola ferma le infilai tutto il cazzo in bocca, arrivandole in gola... si ritrasse per riprendere fiato dopo un conato di vomito, mollai la presa facendola indietreggiare...
“Oh si mamma sei fantastica, sei una succhia cazzi da paura, scommetto che papà impazzisce quando ti scopa la bocca.... su continua, fammi godere!”
Non terminai la frase che aveva riattaccato, succhiando come una furia, era decisa a farmi venire in poco tempo, ma io volevo resistere il più possibile per godermi quella sensazione fantastica. Così presi il telefono e riaccesi su velocità 1 l'ovetto... mamma ebbe un sussulto e rallentò il pompino... così l'incitai un po':
“Su da brava... non ti fermare ci sono quasi” riprese ad ingoiare il cazzo facendoselo arrivare fino in fondo alla gola...
“Cosìììììììììììììììììììì siiiiiiiiiiiiiii sei fantastica...” Aumentai a 2 la velocità dell'ovetto, si contorse mugolando, ma continuò a succhiare, roteando la lingua sulla cappella...
era fantastica. Anche lei emise qualche mugolio di piacere.
“oh si ci sono quasi non ti fermare....” velocità 3.... iniziò un su e giù frenetico, il risucchio della sua bocca era un'ode per le mie orecchie, mi stava facendo un servizietto con i fiocchi, ormai era una gara tra me e lei...chi sarebbe arrivato prima venendo? Gemette.
Velocità 4, vibrante e pulsante.... l'ovetto le martellava la fica, almeno quanto lei stava martellando il mio cazzo con la sua bocca....ero al limite, non resistetti oltre.
“Oooooooohhhh si godoooooooooooooo, tieni prendilo tuttoooooooooooooo siiiiiiiiiiiii ingoia troiaaaaaaaaaaaaaa” l'afferrai per i capelli tirandola a me e spingendole il cazzo in gola e venni esplodendo nella sua bocca, iniziai a schizzare tutto il mio sperma come mai prima... e venne anche lei...
“ohhh no, no, nooooo dioooooooo aaaaaaahhhhhhhhhh siiiiiiiiii vengooooooo ahh “ si accasciò a terra scossa come da convulsioni, era tutta un fremito, squassata dall'orgasmo. Venne ripetutamente, anche la sua vescica cedette, ed iniziò a pisciarsi addosso.... continuò per qualche secondo ad avere come delle scosse, con le gambe che scattavano e la schiena che ogni tanto si inarcava... probabilmente aveva cercato di resistere, fino a quando non era stata travolta da un orgasmo multiplo.... La guardavo soddisfatto ed appagato con il cazzo floscio riprendersi lentamente, spensi l'ovetto ed attesi che gli spasmi dell'orgasmo terminassero.
“Bene, sei stata proprio brava, ora ti tolgo tutto”. Sganciai il cinturino e le sfilai l'ovetto dalla figa fradicia di umori ed urina. Lavai tutto nel lavandino, mentre era ancora sdraiata a terra rannicchiata in posizione fetale... stanca ed appagata. Attesi qualche minuto per darle modo di riprendersi, poi mi accovacciai vicino a lei, accarezzandole dolcemente i capelli...
“brava.... brava.... riprenditi... sei stata bravissima.” Mi guardò allucinata, umiliata, sconfitta.
Il figlio l'aveva costretta a fargli un pompino mentre la torturava con un vibratore fino a farla venire, l'aveva anche supplicato, doveva andare al bagno, ma lui insensibile aveva atteso fino a quando non aveva resistito più facendosela addosso... si sentiva distrutta, stanca e ferita nel profondo.
“Dai su, alzati, vieni ti aiuto io” e così dicendo l'afferrai per un braccio aiutandola a rimettersi in piedi.
“Su da brava, dai una pulita al bagno, poi fatti una bella doccia e rilassati un po'... “ finalmente il figlio dimostrava un po' di affetto e riguardo nei suoi confronti, questo la rincuorò... o almeno così credette fino a quando non aggiunse:
“Poi vieni in camera mia, devo rimetterti questo, mostrandole lo strumento di tortura che le aveva martellato la fica pochi secondi prima.” Scoppiò a piangere. Doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi, ma cosa....
Pulì il bagno e si fece una doccia come aveva ordinato il figlio, rimase a lungo sotto il getto d'acqua. Poi in accappatoio si diresse verso la camera del figlio. Busso, aspettando il permesso per entrare, aveva paura che la “punisse” di nuovo.
“Entra!”
Il figlio in piedi vicino al letto, notò subito una serie di aggeggi sparsi sul letto ed intuiva a cosa servissero. Quando fu dentro la stanza indicandole la porta le disse.
“Bene chiudi e vieni qui.” Fece come gli aveva ordinato e si avvicinò.
Mi avvicinai a mamma e l'annusai, profumava di fresco, le accarezzai il viso ma si girò dall'altro lato... sorrisi.
“Profumi di buono”.
“Perché mi fai tutto questo?” La guardai stupita.
“Tutto cosa? Non dirmi che non ti è piaciuto prima... forse hai goduto come mai prima nella tua vita.” non rispose nulla.
“Se ti do tanto fastidio.... vedremo di risolvere il problema... a proposito, ho un po' di regole. A partire da oggi ti atterrai a ciò che ti dico e le rispetterai alla lettera o peggio per te!” Dissi le ultime parole con un ringhio che la spaventò, tanto da farla indietreggiare di un passo.
Sorrisi.... mentre pensavo, bene, bene, di sicuro mi teme, così non oserà ribellarsi.
“Regola 1 – obbedirai ad ogni mio ordine senza obbiezioni o lamentele”
“Regola 2 – indosserai questi” indicai gli oggetti sparsi sul letto “tutto il giorno, mi chiederai il permesso di prima di toglierli e solo per andare al bagno”.
“Regola 3 – ogni volta che dovrai uscire da casa dovrai chiedermi il permesso, dirmi dove e con chi vai ed a che ora torni a casa.”
“mah..” cercò di obiettare, ma le parole le morirono in gola quando il figlio la guardò adirato.
“Regola 4 – niente orgasmi e niente sesso.” Mi guardò stupita con la bocca spalancata non si aspettava qualcosa del genere.
“Ti vedo perplessa, qual è il problema? Il sottoscritto naturalmente è escluso, ti userò a mio piacimento... naturalmente parlo di papà, niente sesso con lui e con nessun altro”.
“Ma come pretendi che...”
“Fai silenzio! Nessuno ti ha dato il permesso di parlare” la interruppe bruscamente.
“Forse non ci siamo capiti, sei mia, solamente mia, da oggi non scoperai più con papà ed assolutamente non dovrai masturbarti o avere orgasmi, visto che non ti piace godere, potrai farlo solamente quando io ti darò il permesso”.
La mamma abbassò lo sguardo, poi sottovoce disse:
“Ma a tuo padre cosa dirò...”
“Quello è un tuo problema.... se farai la brava forse ti permetterò di fargli un pompino ogni tanto, in fondo lui non è colpevole come te!”
“Regola 5 – quando saremo in casa soli, io e te, girerai nuda, completamente”. Mi fisso, ma non osò aprire bocca.
“Per il momento è tutto, ma non escludo che possa aggiungerne altre in seguito.”
“Ti è tutto chiaro?” Le presi il mento tra le mani, alzandole la testa per guardarla negli occhi. Stava piangendo.
“Si” fu appena un sussurro.
“Bene! Ora a noi, apriti l'accappatoio e divarica leggermente le gambe.” Obbedì.
Presi l'ovetto ed un sai un buona dose del gel lubrificante che era nella confezione cospargendolo per facilitare l'inserimento... lo appoggiai alle labbra della fica di mamma strusciandolo leggermente, era ancora un po' arrossata e gonfia, sobbalzò quando lo spinsi dentro, infilandolo completamente nella fica e lasciando solamente un piccolo cordino che usciva per 3-4 cm.
“Ottimo ed il primo è andato, ora voltati.” Sgranò gli occhi impaurita.
“Non penserai mica che possiamo occuparci solamente della tua fighetta, dobbiamo pensare anche all'altro buchino, altrimenti si offende” e scoppiai a ridere...
“Su voltati!” Le divaricai le chiappe massaggiandole, appoggiai l'indice al suo buchetto e lo spinsi delicatamente dentro... iniziò a singhiozzare.
“Su falla finita per così poco... “ cosparsi il plug anale col gel e lo appoggiai alla rosellina, spinsi pian piano per farla abituare a quell'intrusione.
“Rilassa i muscoli, se stringi è peggio.” Poi spinsi la punta dentro.
“Ahi fa male, per favore......” supplicò mia madre.
“Per favore cosa?” spinsi un altro pezzo dentro.
“Per favore, fa male, toglilo...”
“E' per questo che te lo stò mettendo dentro, per farti abituare.” Quelle parole la sconvolsero.
“Vedrai che quando ti sarai abituata al tuo amichetto nel culo, ti piacerà.” E spinsi delicatamente dentro la parte restante.
“Bene, abbiamo fatto... puoi andare, se mi serve qualcosa ti chiamo...e ricorda, se rispetti le regole andremo d'amore e d'accordo.”
Fece per uscire dalla stanza, ma la fermai subito.
“Non ti stai scordando qualcosa? Siamo soli in casa. Togli l'accappatoio... devi rimanere nuda.”. Si sfilò l'accappatoio facendolo cadere ai suoi piedi ed uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro di se.
Fine.
Tornati a casa mamma preparò un piatto di pasta che mangiammo al volo, poi filai in camera mia a studiare bene tutti gli accessori del kit che avevo comprato al sexy shop mentre lei rimetteva in ordine e lavava i piatti.
Era davvero studiato bene, c'erano decine di combinazioni possibili e tutte garantite per garantire il massimo del piacere alla donna. Un ottimo acquisto, non vedevo l'ora di provarlo.
Poco dopo la porta della camera si spalancò ed apparve mia madre, aveva uno sguardo tra il severo e l'imbronciato... la guardai un po' infastidito per quell'irruzione e stavo per chiedergli una spiegazione, ma mi anticipò:
“Devo andare al bagno!”.
“Quindi?” le risposi divertito.
“Come quindi, su fai il bravo e toglimi questi aggeggi... non ti sembra di esagerare?”
“In che senso?” Feci il finto tonto. Sospirò spazientita ed aggiunse:
“Lo scherzo è bello quando dura poco, su muoviti devo andare al bagno, me la sto facendo sotto”.
“Quante storie..., non si dice per favore?” le risposi prendendo tempo per aumentare il disagio che provava, doveva essere veramente al limite per venirmi a supplicare.
“Adesso basta! Toglimi subito questo coso, altrimenti... !” gridò puntandomi il dito contro ed avvicinandosi con fare minaccioso.
Presi il cellulare pronto ad attivare l'ovetto, quando arrivò a pochi passi da me, premetti il pulsante su on..
“Altrimenti.... cosa?!?” La guardai divertito rallentare la sua corsa furiosa verso di me, l'ovetto aveva iniziato la sua stimolazione interna, ma non fu sufficiente a fermarla, era arrivata vicino al letto dov'ero sdraiato che ruotai la rotella della potenza portandola a 2, bastò a fermarla di colpo, la stimolazione doveva essere aumentata di molto, tanto che si portò le mani al pube nel vano tentativo di fermare le vibrazioni, prima che potesse potesse rendersi conto che era un tentativo vano, aumentai ancora la potenza, livello 3. Mi fissò a bocca aperta, stupita e sorpresa, indietreggiò leggermente barcollando come se allontanarsi da me avesse potuto fermare la stimolazione interna.
“Quindi... stavi dicendo?” La incalzai... mentre portavo a 4 la velocità, vibrante e pulsante, le gambe iniziarono a tremarle leggermente, mi guardava implorante...
“Ti.. ti p-prego... ferm-maloooo...”
“Cosa devo fermare?” e feci spallucce facendo il finto tonto...
“T-ti prego.... bastaaaaa.” Le gambe cedettero e finì a terra sul pavimento, teneva le mani premute sulla fica per cercare di fermare l'ovetto che la stava masturbando, ma ottenne solo l'effetto opposto, accucciata con le mani premute sulla fica, l'ovetto schiacciato dentro di lei non fece altro che aumentare la stimolazione.
Riportai la velocità su 1, alzandomi dal letto ed avvicinandomi a lei che era ancora distesa a terra, ansimante, mi fermai quando fu ai miei piedi ed imponendole la mia figura, dissi:
“Non ho senti la parola magica...” era una frase che mi ripeteva spesso quand'ero più piccolo per farmi notare che non avevo chiesto per favore.
Alzò appena lo sguardo verso di me ma non disse nulla, così aumentai la velocità su 2.
Sgranò gli occhi non appena sentì le vibrazioni aumentare di nuovo.
“P-per ff-favore, spegnilo!” L'ultima parola fu un grido implorante... attesi ancora qualche secondo e spensi l'ovetto.
Mamma iniziò a boccheggiare per riprendere fiato, non appena fui sicuro che si fosse ripresa abbastanza da prestare attenzione alle mie parole aggiunsi:
“Non ti azzardare mai più a minacciarmi. Sono IO qui che comanda... ti ho già detto che saresti stata punita per ogni disobbedienza!” E riaccesi l'ovetto portandolo rapidamente a velocità 4. Mamma si contorse nuovamente mentre l'ovetto vibrante le squassava le viscere facendola gemere. Spensi l'ovetto, attesi ancora una volta che si riprendesse ed aggiunsi:
“Ed ora torniamo al motivo per cui sei qui... cosa vuoi? E vedi di chiedere nella maniera corretta!”.
Ansimò ancora per un po', non appena riprese il controllo del suo corpo alzò lo sguardo implorante e disse:
“Devo andare al bagno, per favore!”. Il tono era molto supplichevole.
“Ci siamo quasi, vedo che stai imparando le buone maniere, ma ancora non ci siamo. Riprova!”.
Mi guardò incredula, era al limite, poi implorante aggiunse:
“Ti prego, per favore, toglimi quest'aggeggio devo andare la bagno, non resisto più.” Le lacrime iniziarono a rigarle il volto.
“Và bene, andiamo!” l'aiutai a risollevarsi e presa per un braccio l'accompagnai al bagno.
“Se fossi stata una brava cagnetta ubbidiente, avresti potuto evitare tutto questo.” presi in mano il cellulare e mi guardò terrorizzata.
“Ora sta a te scegliere. Ti offro 2 opzioni, preferisci essere punita subito e poi andare al bagno, oppure andare prima al bagno e poi essere punita? Ma bada in questo caso la punizione sarà più dura dato che devo aspettare i tuoi comodi” dissi le ultime parole agitandole il cellulare davanti al viso, lasciandole intendere quale poteva essere la punizione.
“Per favore, devo andare al bagno, non resisto più.... perché sei così crudele con me, sono tua madre!”
“Quindi hai scelto di andare prima al bagno e poi subire una punizione più dura?”
Mi guardò disperata soppesando le mie parole, stava calcolando quanto poteva ancora resistere.... e quanto poteva essere umiliata dopo essere andata al bagno se la mia minaccia di riaccendere quell'aggeggio infernale si fosse realizzata. Poi mi guardò negli occhi e sospirando disse:
“La p-prima”.
Feci finta di non capire... “La prima!? Cosa?”
“La prima opzione prima la punizione”. Lo disse tutto in un fiato, sperando di abbreviare quell'esperienza svilente alla svelta.
“Bene.... voglio che mi fai un pompino, ma bada bene, dovrai impegnarti come non mai, dovrà essere il miglior pompino della tua vita e prima voglio sentirti supplicare di potermi succhiare il cazzo”. Mi guardò disgustata, scuotendo leggermente la testa in segno di diniego. Vedendola titubante aggiunsi:
“Prima ti sbrighi, prima vai al bagno, sta a te....” Incrociai le braccia in attesa.
Attese ancora qualche secondo, poi abbassando lo sguardo per non incrociare i miei occhi a bassa voce disse:
“Ti prego, posso.... farti un... pompino?”
Aspettai in silenzio per un po', quando alzò lo sguardo supplichevole, le accarezzai il viso dicendole:
“Ma certo che puoi succhiarmi il cazzo, puoi farlo tutte le volte che vuoi...” E così facendo mi abbassai in un colpo pantaloncini e mutande.
Afferrò il mio pisello con entrambe le mani e poi con lentezza avvicinò pian piano le labbra al glande, fece un respiro profondo e sospirando fece sparire la cappella nella sua bocca, iniziando un avanti e indietro, alternando leccate lungo l'asta con baci sulla cappella... era una pompinara da paura. Mi stava facendo impazzire, mi appoggiai al lavandino, mentre lei inginocchiata di fronte a me, si dava da fare per farmi godere. Le afferrai le testa con entrambe le mani tenendola ferma ed iniziai un movimento di bacino avanti e indietro scopandole la bocca, alzò gli occhi per guardarmi, le sorrisi dolcemente e sempre tenendola ferma le infilai tutto il cazzo in bocca, arrivandole in gola... si ritrasse per riprendere fiato dopo un conato di vomito, mollai la presa facendola indietreggiare...
“Oh si mamma sei fantastica, sei una succhia cazzi da paura, scommetto che papà impazzisce quando ti scopa la bocca.... su continua, fammi godere!”
Non terminai la frase che aveva riattaccato, succhiando come una furia, era decisa a farmi venire in poco tempo, ma io volevo resistere il più possibile per godermi quella sensazione fantastica. Così presi il telefono e riaccesi su velocità 1 l'ovetto... mamma ebbe un sussulto e rallentò il pompino... così l'incitai un po':
“Su da brava... non ti fermare ci sono quasi” riprese ad ingoiare il cazzo facendoselo arrivare fino in fondo alla gola...
“Cosìììììììììììììììììììì siiiiiiiiiiiiiii sei fantastica...” Aumentai a 2 la velocità dell'ovetto, si contorse mugolando, ma continuò a succhiare, roteando la lingua sulla cappella...
era fantastica. Anche lei emise qualche mugolio di piacere.
“oh si ci sono quasi non ti fermare....” velocità 3.... iniziò un su e giù frenetico, il risucchio della sua bocca era un'ode per le mie orecchie, mi stava facendo un servizietto con i fiocchi, ormai era una gara tra me e lei...chi sarebbe arrivato prima venendo? Gemette.
Velocità 4, vibrante e pulsante.... l'ovetto le martellava la fica, almeno quanto lei stava martellando il mio cazzo con la sua bocca....ero al limite, non resistetti oltre.
“Oooooooohhhh si godoooooooooooooo, tieni prendilo tuttoooooooooooooo siiiiiiiiiiiii ingoia troiaaaaaaaaaaaaaa” l'afferrai per i capelli tirandola a me e spingendole il cazzo in gola e venni esplodendo nella sua bocca, iniziai a schizzare tutto il mio sperma come mai prima... e venne anche lei...
“ohhh no, no, nooooo dioooooooo aaaaaaahhhhhhhhhh siiiiiiiiii vengooooooo ahh “ si accasciò a terra scossa come da convulsioni, era tutta un fremito, squassata dall'orgasmo. Venne ripetutamente, anche la sua vescica cedette, ed iniziò a pisciarsi addosso.... continuò per qualche secondo ad avere come delle scosse, con le gambe che scattavano e la schiena che ogni tanto si inarcava... probabilmente aveva cercato di resistere, fino a quando non era stata travolta da un orgasmo multiplo.... La guardavo soddisfatto ed appagato con il cazzo floscio riprendersi lentamente, spensi l'ovetto ed attesi che gli spasmi dell'orgasmo terminassero.
“Bene, sei stata proprio brava, ora ti tolgo tutto”. Sganciai il cinturino e le sfilai l'ovetto dalla figa fradicia di umori ed urina. Lavai tutto nel lavandino, mentre era ancora sdraiata a terra rannicchiata in posizione fetale... stanca ed appagata. Attesi qualche minuto per darle modo di riprendersi, poi mi accovacciai vicino a lei, accarezzandole dolcemente i capelli...
“brava.... brava.... riprenditi... sei stata bravissima.” Mi guardò allucinata, umiliata, sconfitta.
Il figlio l'aveva costretta a fargli un pompino mentre la torturava con un vibratore fino a farla venire, l'aveva anche supplicato, doveva andare al bagno, ma lui insensibile aveva atteso fino a quando non aveva resistito più facendosela addosso... si sentiva distrutta, stanca e ferita nel profondo.
“Dai su, alzati, vieni ti aiuto io” e così dicendo l'afferrai per un braccio aiutandola a rimettersi in piedi.
“Su da brava, dai una pulita al bagno, poi fatti una bella doccia e rilassati un po'... “ finalmente il figlio dimostrava un po' di affetto e riguardo nei suoi confronti, questo la rincuorò... o almeno così credette fino a quando non aggiunse:
“Poi vieni in camera mia, devo rimetterti questo, mostrandole lo strumento di tortura che le aveva martellato la fica pochi secondi prima.” Scoppiò a piangere. Doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi, ma cosa....
Pulì il bagno e si fece una doccia come aveva ordinato il figlio, rimase a lungo sotto il getto d'acqua. Poi in accappatoio si diresse verso la camera del figlio. Busso, aspettando il permesso per entrare, aveva paura che la “punisse” di nuovo.
“Entra!”
Il figlio in piedi vicino al letto, notò subito una serie di aggeggi sparsi sul letto ed intuiva a cosa servissero. Quando fu dentro la stanza indicandole la porta le disse.
“Bene chiudi e vieni qui.” Fece come gli aveva ordinato e si avvicinò.
Mi avvicinai a mamma e l'annusai, profumava di fresco, le accarezzai il viso ma si girò dall'altro lato... sorrisi.
“Profumi di buono”.
“Perché mi fai tutto questo?” La guardai stupita.
“Tutto cosa? Non dirmi che non ti è piaciuto prima... forse hai goduto come mai prima nella tua vita.” non rispose nulla.
“Se ti do tanto fastidio.... vedremo di risolvere il problema... a proposito, ho un po' di regole. A partire da oggi ti atterrai a ciò che ti dico e le rispetterai alla lettera o peggio per te!” Dissi le ultime parole con un ringhio che la spaventò, tanto da farla indietreggiare di un passo.
Sorrisi.... mentre pensavo, bene, bene, di sicuro mi teme, così non oserà ribellarsi.
“Regola 1 – obbedirai ad ogni mio ordine senza obbiezioni o lamentele”
“Regola 2 – indosserai questi” indicai gli oggetti sparsi sul letto “tutto il giorno, mi chiederai il permesso di prima di toglierli e solo per andare al bagno”.
“Regola 3 – ogni volta che dovrai uscire da casa dovrai chiedermi il permesso, dirmi dove e con chi vai ed a che ora torni a casa.”
“mah..” cercò di obiettare, ma le parole le morirono in gola quando il figlio la guardò adirato.
“Regola 4 – niente orgasmi e niente sesso.” Mi guardò stupita con la bocca spalancata non si aspettava qualcosa del genere.
“Ti vedo perplessa, qual è il problema? Il sottoscritto naturalmente è escluso, ti userò a mio piacimento... naturalmente parlo di papà, niente sesso con lui e con nessun altro”.
“Ma come pretendi che...”
“Fai silenzio! Nessuno ti ha dato il permesso di parlare” la interruppe bruscamente.
“Forse non ci siamo capiti, sei mia, solamente mia, da oggi non scoperai più con papà ed assolutamente non dovrai masturbarti o avere orgasmi, visto che non ti piace godere, potrai farlo solamente quando io ti darò il permesso”.
La mamma abbassò lo sguardo, poi sottovoce disse:
“Ma a tuo padre cosa dirò...”
“Quello è un tuo problema.... se farai la brava forse ti permetterò di fargli un pompino ogni tanto, in fondo lui non è colpevole come te!”
“Regola 5 – quando saremo in casa soli, io e te, girerai nuda, completamente”. Mi fisso, ma non osò aprire bocca.
“Per il momento è tutto, ma non escludo che possa aggiungerne altre in seguito.”
“Ti è tutto chiaro?” Le presi il mento tra le mani, alzandole la testa per guardarla negli occhi. Stava piangendo.
“Si” fu appena un sussurro.
“Bene! Ora a noi, apriti l'accappatoio e divarica leggermente le gambe.” Obbedì.
Presi l'ovetto ed un sai un buona dose del gel lubrificante che era nella confezione cospargendolo per facilitare l'inserimento... lo appoggiai alle labbra della fica di mamma strusciandolo leggermente, era ancora un po' arrossata e gonfia, sobbalzò quando lo spinsi dentro, infilandolo completamente nella fica e lasciando solamente un piccolo cordino che usciva per 3-4 cm.
“Ottimo ed il primo è andato, ora voltati.” Sgranò gli occhi impaurita.
“Non penserai mica che possiamo occuparci solamente della tua fighetta, dobbiamo pensare anche all'altro buchino, altrimenti si offende” e scoppiai a ridere...
“Su voltati!” Le divaricai le chiappe massaggiandole, appoggiai l'indice al suo buchetto e lo spinsi delicatamente dentro... iniziò a singhiozzare.
“Su falla finita per così poco... “ cosparsi il plug anale col gel e lo appoggiai alla rosellina, spinsi pian piano per farla abituare a quell'intrusione.
“Rilassa i muscoli, se stringi è peggio.” Poi spinsi la punta dentro.
“Ahi fa male, per favore......” supplicò mia madre.
“Per favore cosa?” spinsi un altro pezzo dentro.
“Per favore, fa male, toglilo...”
“E' per questo che te lo stò mettendo dentro, per farti abituare.” Quelle parole la sconvolsero.
“Vedrai che quando ti sarai abituata al tuo amichetto nel culo, ti piacerà.” E spinsi delicatamente dentro la parte restante.
“Bene, abbiamo fatto... puoi andare, se mi serve qualcosa ti chiamo...e ricorda, se rispetti le regole andremo d'amore e d'accordo.”
Fece per uscire dalla stanza, ma la fermai subito.
“Non ti stai scordando qualcosa? Siamo soli in casa. Togli l'accappatoio... devi rimanere nuda.”. Si sfilò l'accappatoio facendolo cadere ai suoi piedi ed uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro di se.
Fine.
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