Ancora in pineta

di
genere
gay

Dopo esserci ripresi da quella prima volta marco non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi ed anche io mi vergognavo. Pero’ presi il coraggio a due mani e dissi a marco di guardarmi e parlarmi perche’ quello che era successo era stato inaspettato e rischiava di scavare un solco nella nostra amicizia. Marco era a dir poco sconvolto e si scuso’ per come mi aveva sverginato . Anche per lui era la prima volta e adesso non sapeva piu’ cosa pensare. Anche io ero molto perplesso per quello che era successo anche perche’ non avevo mai avuto il sentore che mi piacesse il cazzo. Il buchetto mi frizzava un pochino ma dovevo riconoscere che avevo goduto tanto. Marco si scuso’ ancora e con uo slancio inaspettato per tutti e due ci abbracciammo come per supportarci a vicenda. Restammo cosi’ per diversi minuti quando sentii marco baciarmi il collo e poi risalire fino all’orecchio facendomi provare un brivido lungo la schiena.
Mi staccai da lui guardandolo e lui ebbe paura che mi stessi incazzando invece , non so cosa mi prese, mi avvicinai al suo volto e lo baciai a stampo un paio di volte sulle labbra. Marco rimase un attimo interdetto e poi mi prese il volto tra le mani e mi bacio’ anche lui, soltanto che al terzo bacio intrufolo’ la lingua nella mia bocca ed io lo lasciai fare rispondendo al suo bacio mentre le nostre lingue si toccavano. Nessuno dei due smetteva di baciare l’altro , non so se per paura di quello che stavamo facendo o per il piacere che stavamo provando. Ci fermammo un attimo , ci guardammo e poi ricominciammo a baciarci come due amanti affamati. Mentre ci baciavamo le nostre mani cominciarono ad accarezzare i nostri corpi e presto ci ritrovammo nudi a limonare. Eravamo ragazzi ed avevamo dei bei corpi tonici . Il suo cazzo era molto piu’ grosso del mio e mi venne naturale impugnarlo ed iniziarlo a segare con una naturalezza inaspettata come se non avessi fatto altro in vita mia. Anche lui impugno’ il mio cazzo e ci smanettammo per farli indurire ancora. Sentivo il suo cazzo crescere nella mia mano ed i brividi che provavo lungo la schiena mi facevano sentire voglioso di andare avanti e riprovare qualcosa di piu’ Presi coraggio e mentre lo masturbavo iniziai a leccargli i capezzoli e sentendolo sospirare mi eccitai ancora di piu’ scesi verso la sua pancia e , decidendo di andare ancora oltre , mi chinai verso il suo cazzo intriso di precum e lo leccai per sentirne il sapore. Marco sospiro’ ancora piu’ forte e mi chiese se ero sicuro di quello che stavamo facendo ed gli risposi imboccando il suo cazzo succhiandolo come un ghiacciolo. Ohhhhhhhh si come mi fai godere disse marco mentre scendevo lungo la sua asta fino a prenderlo tutto fino in gola. Marco mi teneva la testa e mi diceva che non credeva che fossi cosi’ troia , io lo lasciai dire mentre non riuscivo a rendermi conto di quanto mi piacesse succhiargli il cazzo . Preso dal godimento presi la sua mano e lo invitai a toccarmi il culo e cosi’ con un cazzo in bocca e la sua mano che mi palpava non tralasciando il buchetto iniziai a gemere di piacere aumentando le succhiate. Marco non poteva resistere oltre al mio trattamento e quando sentii il suo cazzo crescere ancora di piu’ nella mia bocca provo’ a levarlo ma io continuai a pomparlo fino a che sentii la mia bocca riempirsi del suo seme caldo e dolciastro che dopo averlo assaporato ingoiai tutto continuando fino a che nessuna goccia uscisse ancora dal suo bel cazzo. Ma cosa ti è preso mi disse marco ansimando sei diventata una troia affamata di cazzo , da quando è che sei gay. Da adesso risposi ed è solo colpa tua e di quel bel cazzo che ti ritrovi , fino a quando me lo appoggiato al culo non sapevo che mi piaceva, ed adesso continuai titubante che facciamo. L’importante è che rimanga fra noi poi vedremo disse marco ma ti devo confessare che è piaciuto tanto anche a me , prendiamoci qualche giorno per pensare e poi ne riparliamo. Si hai ragione rivestiamoci e torniamo a casa. Ma mentre tornavamo a casa marco non smetteva di interrogarmi su quello che avevo provato e io rispondendogli pensavo a come è strana la vita ed alle occasioni che te la fanno cambiare. Arrivati al portone di casa mia tirai marco nell’androne e lo baciai ancora una volta e lui rispose dolcemente. Quel bacio duro’ troppo poco e a me rimase la voglia di farlo ancora ed accarezzandogli il volto ci salutammo.
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scritto il
2024-10-17
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