Un matrimonio perfetto-Una troia e il suo cornuto 10 - Chiavata da mio padre in soggiorno..

di
genere
incesti

Quel pompino che aveva soddisfatto la mia voglia di farlo godere e bere il suo gustoso seme,aveva accentuato il mio desiderio di godere insieme a lui.

Mio padre pareva essersi calmato dalla smania iniziale ed il nostro bacio lascivo,si era ben presto trasformato in qualcosa di più dolce e languido.

Le sue carezze,i suoi bacini e le parole soavi che mi sussurrava negli orecchi,avevano come d'incanto,trasformata la mia incestuosa voglia in qualcosa di diverso;Volevo tornare ad essere la sua bambina per nutrirmi come quando ero piccola del suo dolcissimo amore paterno.

-Vieni papà,andiamo in bagno che voglio aiutarti io a farti la doccia e poi ceniamo con tutte le cose che ho preparato per te.-

Era la prima volta che vedevo mio padre completamente nudo e la cosa mi aveva stupita e riempita di orgoglio nel constatare quanto fosse tonico e ben fatto il mio "Vecchio".

Aveva il petto ricoperto da un pelo liscio ancora nero con striature d'argento ed anche il pube,benché i peli fossero più folti ed arricciati,avevo gli stessi riflessi cromatici.

Avrei voluto entrare con lui nella doccia ma la situazione me lo aveva sconsigliato.

Avrei disfatto il trucco che avevo accuratamente preparato per i suoi occhi ed avrei rischiato di dare inizio a qualcosa che avrebbe potuto rovinare la serata che avevo organizzato.

Mi ero limitata dunque a farlo bagnare e poi,dopo aver chiuso il getto d'acqua,insaponarlo tutto soffermandomi a pregustare col tatto delle mie dita,le parti che tanto desideravo del suo corpo ancora tonico e virile.

Avevo addobbato la tavola in sala da pranzo con la tovaglia più bella in lino ricamato del corredo di mia madre.

Nel centro tavola avevo messo il buquet di fiori colorati che quello stesso pomeriggio mi aveva fatto pervenire mio padre tramite Interflora.

Accanto al vaso dei fiori,avevo messo due candelabri in argento con candele francesi colorate che avevo comprato quel mattino stesso.

Per cena avevo preparato piatti a base di pesce e frutti di mare di cui mio padre era ghiotto.

Il tutto annaffiato con una bottiglia di Muller Turgau tenuto in fresco nell'apposito secchiello.

Insomma,avevo cercato di creare un'atmosfera romantica adatta alla straordinaria circostanza che mio padre era riuscito a creare.

Mentre eravamo in procinto di sederci a tavola,era squillato il telefonino di mio padre:

-Ciao amore,come stai?-

-Come stanno i tuoi piuttosto,come li hai trovati?-

Aveva risposto mio padre cercando di sviare il discorso.

-Ciao mamma!-

Avevo gridato io per farmi sentire e togliere mio padre da una situazione che pareva imbarazzarlo.

-Ciao mamma...sono io Stefy.

Nel pomeriggio,al pensiero che io ero sola e che neanche tu c'eri,ho pensato di venire a casa per tenere compagnia a papà e preparargli la cena...sai com'è lui,se nessuno gli cucina chissà cosa mangia!-

Avevo continuato togliendo il telefono di mano a mio padre.

-Hai fatto bene Stefy altrimenti anche tu saresti rimasta da sola.

Avete già cenato?-

-No stavamo per metterci a tavola.-

Le avevo risposto con un filo di voce mentre dietro di me mio padre mi soffiava nell'orecchio e mi stringeva a se con le mani sul mio seno.

-Be ora vi lascio,comunque,digli a tuo padre che i tuoi nonni stanno bene.Ciao.-

-Ciao!-

Le avevo risposto mentre mi giravo per stringermi a mio padre porgendogli le mie labbra vogliose.

-Papà...se fai così,saltiamo la cena......siediti e tieni le mani a posto!-

Gli avevo detto dopo avergli dato un piccolo morso alle labbra e spingendolo sulla sedia.

Tutta la cena(accelerata per la verità) era stata attraversata da una specie di magnetismo che faceva vibrare il mio corpo coinvolgendo anche il viso e gli occhi di mio padre che si riempivano via via di luce ed una evidente carica di libidine.

Mangiavamo e ci sfioravamo le mani e poi,le nostre dita cercavano parti inquiete del nostro corpo mentre il reciproco desiderio montava incontenibile.

Al culmine della libidine,mio padre si era alzato di scatto e prendendomi per mano mi aveva trascinata in salotto dove mi aveva spinta sul divano.

In ginocchio davanti a me,si era infilato con la testa sotto il lembo di seta che ricopriva la mia pancia e le mie cosce e allargandomi le gambe e scostando il perizoma,aveva cominciato a leccarmi la fica.

Io ero già un lago e lui,senza parlare e per darmene conferma,aveva cominciato a succhiarmi rumorosamente la clitoride e le grandi labbra.

Stavo impazzendo e mentre lui mi leccava,io contorcevo il bacino e mi tormentavo i capezzoli con le dita.

-Ooooo...mmmm...che bello...che bello....leccami papà...mordimi....mordimi la clitoride...succhiami....ooooo.....-

Ansimavo,mi contorcevo e memore degli insegnamenti del direttore del resort,cercavo di aumentare il piacere strizzandomi dolorosamente i capezzoli e spingendo mio padre a mordermi le parti più sensibili ed eccitate del mio sesso.

ingrifato ancora di più dalla mia reazione,mi padre mi aveva allargato la fica ed aveva cominciato a scavarmi con due dita mentre con la lingua e i denti mi lavorava le valve ed il bottoncino indurito come un piccolo pene.

-Godooooo....godo....ooooo....aaaaaa....-

Avevo gridato ansimante stringendomi più a fondo la testa di mio padre.

Sfinita da quell'improvviso e devastante orgasmo,mi ero abbandonata per qualche secondo come fossi in trance mentre mio padre,con le mani e la lingua mi accarezzava e leccava come una gatta l'interno delle cosce.

Ripresami da quel languido trattamento,avevo sollevato il busto e puntando i piedi sul petto di mio padre,l'avevo spinto a sdraiarsi sul tappeto.

-Ti voglio papà...voglio il tuo cazzo dentro di me.....-

Portandomi davanti a lui che giaceva supino,gli avevo sfilato il pantalone trovandolo già miracolosamente in tiro.

Era uno spettacolo irresistibile e mi ci sono fiondata sopra con la bocca.

Dopo averlo ben lubrificato e reso duro come un nodoso randello di legno,mi ci ero portata sopra e me l'ero infilato dentro a candela,sino in fondo,sino a sentire il contatto dei suoi testicoli con le mie natiche e della sua cappella con la mia cervice uterina.

Che meraviglia!

Ero completamente piena di lui!

Il cazzo di mio padre aveva finalmente ritrovato il nido che gli apparteneva da sempre.

Con il seno appoggiato al suo petto villoso,le mie labbra sulle sue con le lingue impegnate in una danza umida e frizzante che non avrebbe avuto fine,l'avevo cavalcato con una frenesia infinita roteando sul suo inguine e facendomelo scivolare dentro e fuori ad un ritmo crescente,avevo avuto ancora due orgasmi prima che lui,lanciando un grido lungo e potente come un latrato,non si scaricasse in me infiammandomi il corpo ed il cervello coi suoi bollenti fiotti di sborra.

segue

scritto il
2019-09-28
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