Un matrimonio perfetto-Una troia e il suo cornuto 5
di
Giovane troia-Marito cornuto
genere
tradimenti
Premessa:Il 4° capitolo che ho inviato,non è stato pubblicato.
Questo è il riassunto:
A pochi giorni dal matrimonio,sentivo il desiderio di fare qualcosa che rimanesse per sempre scritta nella mia memoria.
Soprattutto,volevo premiare gli amici che mi erano stati più vicini nel mio itinere sessuale.
Per rendere più eccitante e memorabile ciò che stavo per fare,come prima cosa,una settimana prima,avevo sospeso la pillola rendendomi perfettamente fertile.
Quattro giorni prima del matrimonio,dovendo fare l'ultima prova dell'abito nuziale,e non essendo il mio futuro marito disponibile per motivi di lavoro,gli avevo chiesto se potevo farmi accompagnare da Antonio avendone subito lo scontato ok.
L'atelier che mi aveva confezionato l'abito era di un amico di Antonio e dunque,non ci è stato difficile appartarci con l'abito da sposa addosso in un camerino di prova.
Chiusa la porta,lo avevo subito succhiato e poi,distesa su di un piccolo tavolo,lui mi aveva leccata e poi chiavata con inusitata passione facendomi godere due volte.
Poi,per evitare di sporcare il vestito,mi aveva fatta mettere in piedi ed appoggiare coi coi gomiti sul tavolo.
In quella posizione,col lungo strascico della gonna sollevata sulla schiena,già senza mutande,mi aveva montata come uno stallone e mi aveva riempita coi suoi caldi zampilli di sperma.
Chissà,forse già in quella occasione mi aveva ingravidata.
Il giorno successivo,dovendo completare la ultime commissioni in città,mio marito avendo altri impegni personali,mi aveva autorizzata a farmi accompagnare da Luigi.
Il nostro giro,incluso un pranzetto dai risvolti piccanti e con una prospettiva erotica,era finito a pomeriggio inoltrato quando era ancora buio.
A pranzo mi aveva proposto di fare l'amore in macchina come la prima volta trovando subito il mio entusiastico consenso.
La cosa che non mi aveva detto però era che ci saremmo appartati in un luogo frequentato da guardoni.
Il mio rifiuto per la paura dei pericoli che avremmo corso,era stato subito superato dalla voglia improvvisa di collaudare l'istinto esibizionista che covava in me.
Volevo provare a me stessa quanto davvero fossi troia.
Con la macchina circondata da diversi guardoni che si masturbavano e ci guardavano,mi aveva chiavata facendomi godere come una matta e nel momento di godere nel mio corpo scosso dalle convulsioni dell'orgasmo,aveva scaricato i suoi fiotti di seme direttamente sulla mia cervice uterina.
Poi,con la mia eccitazione che non voleva placarsi,gli avevo offerto per la prima volta il culo che,tra le grida di approvazione dei nostri spettatori, mi aveva riempito di cazzo e di sborra.
Alla fine,per appagare la mia inesauribile troiaggine e soddisfare le voglie dei guardoni,mi aveva fatta scendere dalla macchina ed offrirmi per diversi minuti ai baci ed ai palpeggiamenti dei guardoni.
Qualcuno di loro mi aveva persino sborrato addosso mentre un'altro,mi aveva spalmato il viso con la sborra che aveva prelevato con la mano dal mio culo gocciolante.
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5° Capitolo
Se ripenso a quei momenti,rischio di avere un orgasmo senza neanche toccarmi.
D'altra parte ho verificato di persona che anche mio marito spesso viene nelle mutande senza neanche toccarsi.
Ma questa è un'altra storia.
Se invece ripenso all'eccezionalità di quando Luigi mi aveva portato in mezzo ai guardoni,non posso fare a meno di sorridere e bagnarmi come fossi una fontanella.
Dopo che mi aveva goduto dentro con molte probabilità che mi avesse inseminata,gli avevo succhiato il cazzo e poi per festeggiare la straordinarietà dell'evento da festeggiare(il mio matrimonio)e l'incredibile posto dove mi aveva portata per chiavarmi in macchina,gli avevo offerto io stessa il culo che lui non aveva ancora esplorato col suo stantuffo.
Piena di sperma anche nelle visceri,mentre andavamo via tra le grida di ovazione dei presenti,Luigi aveva gridato:
"Fate gli auguri alla futura sposina!Dopodomani si marita col fortunato fidanzato!"
A quelle parole,un grido di auguri si era levato all'unisono e poi tutti,stringendosi alla macchina ci avevano impedito di ripartire facendomi poi scendere per abbracciarmi e baciarmi uno per uno per gli auguri e per l'ultima palpatina sulle tette,sul culo e sulla fica.
Che storia!
E che meraviglia,una cosa che non avrei neanche potuto immaginare in un film porno.
Il saluto di mio padre aveva avuto un non so che di amorevole e struggente in cui pareva che l'atto sessuale fosse solo un piacevole contorno che mio padre aveva voluto aggiungere al suo commiato ed ai suoi auguri.
Eravamo già quasi sulla soglia di casa pronti a salire nella limusine che ci avrebbe portati in chiesa quando mio padre,ponendosi davanti a me con gli occhi lucidi,si era abbassato la cerniera dei pantaloni ed aveva estratto un cazzo che non gli avevo mai visto così gonfio e livido.
Senza che nessuno di noi parlasse,mi sono inginocchiata e gliel'ho succhiato per un po.
Poi mi sono appoggiata al tavolo e come avevo fatto con Antonio,avevo tirato su la gonna e scostando le mutandine lo avevo accolto dentro di me sino a che non ho sentito una vampata di calore che avvolgeva tutto il mio tremante corpo.
Poi,senza neanche pulirmi,aveva chiuso le grandi labbra con il sottile lembo di seta del perizoma e dopo avergli ripulito il cazzo con la bocca,siamo usciti.
La nostra apparizione in chiesa era stata accolta da un lungo applauso e molti erano stati i commenti di ammirazione.
Devo ammettere che eravamo davvero una coppia bellissima degna delle reazioni ammirate di cui eravamo oggetto.
Le stesse scene si erano ripetute al ristorante dove mio marito col viso sempre sorridente non smetteva ti tenermi gli occhi addosso in segno di adorazione.
Anch'io in verità ero molto felice ed il mio sorriso e le effusioni che scambiavo col mio fresco sposo,ne erano la prova più evidente.
In quel momento sentivo di esserne innamorata.
Forse me nero innamorata già dal primo momento in cui aveva accettato le mie "scappatelle".
Neanche a dire la gioia che si leggeva negli occhi dei genitori dello sposo e di mia madre.
Mio padre in uno stato di evidente sovreccitazione,cercava di mascherare i suoi sentimenti mentre mio fratello e i miei cugini,parevano seccati dal fatto che non avessi dato loro la possibilità di festeggiare tra le mie braccia e le mie cosce.
Nel momento opportuno,avevo avvicinato mio fratello e lo avevo rassicurato che dopo il viaggio di nozze avremmo fatto una "rimpatriata" come ai vecchi tempi e li avrei fatti godere da donna sposata e dunque più puttana che mai.
Avremmo passato le due settimane di luna di miele in una isoletta dei Caraibi e siccome il volo ci sarebbe stato il giorno dopo da Roma,si erano offerti di accompagnarci per quei trecento chilometri Antonio e Luigi che "casualmente",quella settimana,avevano impegni di lavoro nella capitale ed avevano prenotato il loro soggiorno proprio nel nostro albergo di Fiumicino.
Mio marito non aveva avuto nulla in contrario che fossero loro ad accompagnarci col la loro auto e li aveva persino ringraziati per la loro cortesia.
A Fiumicino eravamo arrivati abbastanza stanchi per la faticosa giornata e per il successivo viaggio,intorno alle 21.
Abbiamo consumato una veloce cena in un ristorante di pesce in riva al mare e poi,tutti a nanna.
Col mio sposino tutto è stato molto bello e tutto si era svolto secondo la ritualità della prima notte di nozze.
Lui mi aveva spogliato ed aveva pazientemente atteso che io mi lavassi e mi preparassi in bagno per lui.
Uscendo avvolta dal mio profumo e dalla camicia da notte in seta bianca con ricami in oro,lui era già fuori dalla porta ad aspettarmi nel suo pigiama rosso.
Ci siamo spogliati reciprocamente,ci siamo abbracciati,ci siamo baciati ed infine,sul letto,abbiamo consumato la nostra prima notte d'amore da sposi.
La giornata era stata davvero pesante e mio marito dopo avermi trattata come una regina e con la delicatezza riservata alle cose più preziose,mi aveva presa e dopo poche escursione nel mio disponibile corpo,mi aveva goduto dentro per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti.
Poi,mentre ci tempestavamo di bacini e di languide coccole,mi si era addormentato tra le braccia.
Il suo sonno era beato e profondo come quello di un angioletto ed io approfittando della sua estasi,come una diavola,mi ero alzata ed indossando l'abito da sposa sul corpo nudo,ero andata nella stanza dei miei amici.
Aprendo la porta erano già nudi coi cazzi gonfi e duri rivolti verso il cielo.
Immediatamente hanno voluto prendermi insieme con indosso l'abito nuziale che fortunatamente era foderato altrimenti coi miei umori e la loro sborra si sarebbe macchiato tutto in modo vistoso.
Dopo avermi chiavata e inculata in una doppia facendomi godere come una vera cagna,mi avevano spogliata e trascinata nel paradiso dei sensi che tutte le donne dovrebbero vivere la loro prima notte di nozze.
Quando ero rientrata nella mia stanza indossavo l'abito completamente intriso dei succhi della nostra trasgressione ed il mio corpo era pieno in ogni foro ed ogni anfratto del loro sperma che fuoruscendo,colava tra le mie cosce.
Senza minimamente riordinarmi,mi ero tolta l'abito di dosso e sotto le lenzuola avevo abbracciato mio marito e lo avevo svegliato con le mie carezze ed i miei baci.
Il suo risveglio era stato alquanto lento e dolce,ma nel momento in cui gli portavo in regalo il mio corpo profumato di sesso,umido e sensuale,si sono risvegliati anche i suoi sensi e come uno stallone,aveva armato il suo strumento e mi aveva posseduta con una irruenza ed una capacità virile assolutamente sconosciuti per lui.
Naturalmente,essendo io piena di sperma e umori,mi era scivolato dentro senza difficoltà e senza dare segni di stupore per quanto gli fosse stato facile montarmi.
Mi aveva cavalcata,tirata,strattonata,morsa e baciata con molta foga ed anche molta resistenza riuscendo a far venire anche me prima di scaricarsi ancora nella mia fica.
Pareva in preda ad una frenesia inesauribile ed incontrollabile al punto che aveva coinvolta anche me nella sua irruente passione e per premiarlo e renderlo pienamente partecipe della incredibile nottata,gli avevo offerto anche il culo che si era preso con prepotenza depositandovi anche un nuovo carico di sborra.
Ci siamo addormentati abbracciati,completamente esausti ed entrambi avvolti da uno strato di sperma,saliva,sudore ed umori vaginali su lenzuola talmente bagnate e stazzonate che parevano reduci da una battaglia campale.
Al mattino i ragazzi ci hanno accompagnati in aeroporto e mio marito prima di lasciarci,li aveva salutati e ringraziato di tutto facendo l'occhiolino accompagnato da un ammiccante sorriso.
Per me era stata una vera rivelazione e finalmente avevo cominciato a capire il vero carattere dell'uomo che avevo sposato.
Da quel momento la nostra vita non sarebbe più stata la stessa.
Segue cap.6°
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Ultimo episodio del capitolo 4
Con mio padre prima di andare in chiesa:
L'ultimo ed inatteso episodio,si era verificato il mattino stesso del matrimonio.
Quel mattino,mia madre e le donne che l'avevano aiutata,dopo gli ultimi ritocchi alla mia vestizione,era andata ad aspettarmi in chiesa mentre mio padre che mi avrebbe accompagnata sull'altare,era con me in casa mentre fuori ci aspettava la limousine noleggiata.
Mentre stavamo uscendo,mio padre si era bloccato sulla soglie dell'uscio e senza parlare,aveva abbassato la cerniere dei pantaloni ed aveva estratto un cazzo gonfio e livido come non l'avevo mai visto.
Io aveva già programmato di passare una intera notte insieme a lui al mio rientro dalla luna di miele ma la verga che mi stava offrendo in quel momento era talmente appetitosa che non avevo potuto far altro che abbassarmi per succhiargliela un po e poi,appoggiandomi al tavolo alla pecorina,scostando il perizoma,lo avevo lasciato entrare in me per farmi godere e impregnare con l'abbondante,cremoso seme che aveva conservato per me.
La sua era stata una cavalcata potente ed impetuosa tanto era il desiderio di impregnare la sua bambina prima che salisse sull'altare con un altro uomo.
Anche in quel caso,il sottile lembo di stoffa non era sufficiente ad impedire la fuoruscita dello sperma che mi colava tra le cosce.
Fortunatamente l'abito lungo riusciva a nascondere i rivoli che mi sentivo scorrere e bagnare sino alle scarpe.
Questo è il riassunto:
A pochi giorni dal matrimonio,sentivo il desiderio di fare qualcosa che rimanesse per sempre scritta nella mia memoria.
Soprattutto,volevo premiare gli amici che mi erano stati più vicini nel mio itinere sessuale.
Per rendere più eccitante e memorabile ciò che stavo per fare,come prima cosa,una settimana prima,avevo sospeso la pillola rendendomi perfettamente fertile.
Quattro giorni prima del matrimonio,dovendo fare l'ultima prova dell'abito nuziale,e non essendo il mio futuro marito disponibile per motivi di lavoro,gli avevo chiesto se potevo farmi accompagnare da Antonio avendone subito lo scontato ok.
L'atelier che mi aveva confezionato l'abito era di un amico di Antonio e dunque,non ci è stato difficile appartarci con l'abito da sposa addosso in un camerino di prova.
Chiusa la porta,lo avevo subito succhiato e poi,distesa su di un piccolo tavolo,lui mi aveva leccata e poi chiavata con inusitata passione facendomi godere due volte.
Poi,per evitare di sporcare il vestito,mi aveva fatta mettere in piedi ed appoggiare coi coi gomiti sul tavolo.
In quella posizione,col lungo strascico della gonna sollevata sulla schiena,già senza mutande,mi aveva montata come uno stallone e mi aveva riempita coi suoi caldi zampilli di sperma.
Chissà,forse già in quella occasione mi aveva ingravidata.
Il giorno successivo,dovendo completare la ultime commissioni in città,mio marito avendo altri impegni personali,mi aveva autorizzata a farmi accompagnare da Luigi.
Il nostro giro,incluso un pranzetto dai risvolti piccanti e con una prospettiva erotica,era finito a pomeriggio inoltrato quando era ancora buio.
A pranzo mi aveva proposto di fare l'amore in macchina come la prima volta trovando subito il mio entusiastico consenso.
La cosa che non mi aveva detto però era che ci saremmo appartati in un luogo frequentato da guardoni.
Il mio rifiuto per la paura dei pericoli che avremmo corso,era stato subito superato dalla voglia improvvisa di collaudare l'istinto esibizionista che covava in me.
Volevo provare a me stessa quanto davvero fossi troia.
Con la macchina circondata da diversi guardoni che si masturbavano e ci guardavano,mi aveva chiavata facendomi godere come una matta e nel momento di godere nel mio corpo scosso dalle convulsioni dell'orgasmo,aveva scaricato i suoi fiotti di seme direttamente sulla mia cervice uterina.
Poi,con la mia eccitazione che non voleva placarsi,gli avevo offerto per la prima volta il culo che,tra le grida di approvazione dei nostri spettatori, mi aveva riempito di cazzo e di sborra.
Alla fine,per appagare la mia inesauribile troiaggine e soddisfare le voglie dei guardoni,mi aveva fatta scendere dalla macchina ed offrirmi per diversi minuti ai baci ed ai palpeggiamenti dei guardoni.
Qualcuno di loro mi aveva persino sborrato addosso mentre un'altro,mi aveva spalmato il viso con la sborra che aveva prelevato con la mano dal mio culo gocciolante.
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5° Capitolo
Se ripenso a quei momenti,rischio di avere un orgasmo senza neanche toccarmi.
D'altra parte ho verificato di persona che anche mio marito spesso viene nelle mutande senza neanche toccarsi.
Ma questa è un'altra storia.
Se invece ripenso all'eccezionalità di quando Luigi mi aveva portato in mezzo ai guardoni,non posso fare a meno di sorridere e bagnarmi come fossi una fontanella.
Dopo che mi aveva goduto dentro con molte probabilità che mi avesse inseminata,gli avevo succhiato il cazzo e poi per festeggiare la straordinarietà dell'evento da festeggiare(il mio matrimonio)e l'incredibile posto dove mi aveva portata per chiavarmi in macchina,gli avevo offerto io stessa il culo che lui non aveva ancora esplorato col suo stantuffo.
Piena di sperma anche nelle visceri,mentre andavamo via tra le grida di ovazione dei presenti,Luigi aveva gridato:
"Fate gli auguri alla futura sposina!Dopodomani si marita col fortunato fidanzato!"
A quelle parole,un grido di auguri si era levato all'unisono e poi tutti,stringendosi alla macchina ci avevano impedito di ripartire facendomi poi scendere per abbracciarmi e baciarmi uno per uno per gli auguri e per l'ultima palpatina sulle tette,sul culo e sulla fica.
Che storia!
E che meraviglia,una cosa che non avrei neanche potuto immaginare in un film porno.
Il saluto di mio padre aveva avuto un non so che di amorevole e struggente in cui pareva che l'atto sessuale fosse solo un piacevole contorno che mio padre aveva voluto aggiungere al suo commiato ed ai suoi auguri.
Eravamo già quasi sulla soglia di casa pronti a salire nella limusine che ci avrebbe portati in chiesa quando mio padre,ponendosi davanti a me con gli occhi lucidi,si era abbassato la cerniera dei pantaloni ed aveva estratto un cazzo che non gli avevo mai visto così gonfio e livido.
Senza che nessuno di noi parlasse,mi sono inginocchiata e gliel'ho succhiato per un po.
Poi mi sono appoggiata al tavolo e come avevo fatto con Antonio,avevo tirato su la gonna e scostando le mutandine lo avevo accolto dentro di me sino a che non ho sentito una vampata di calore che avvolgeva tutto il mio tremante corpo.
Poi,senza neanche pulirmi,aveva chiuso le grandi labbra con il sottile lembo di seta del perizoma e dopo avergli ripulito il cazzo con la bocca,siamo usciti.
La nostra apparizione in chiesa era stata accolta da un lungo applauso e molti erano stati i commenti di ammirazione.
Devo ammettere che eravamo davvero una coppia bellissima degna delle reazioni ammirate di cui eravamo oggetto.
Le stesse scene si erano ripetute al ristorante dove mio marito col viso sempre sorridente non smetteva ti tenermi gli occhi addosso in segno di adorazione.
Anch'io in verità ero molto felice ed il mio sorriso e le effusioni che scambiavo col mio fresco sposo,ne erano la prova più evidente.
In quel momento sentivo di esserne innamorata.
Forse me nero innamorata già dal primo momento in cui aveva accettato le mie "scappatelle".
Neanche a dire la gioia che si leggeva negli occhi dei genitori dello sposo e di mia madre.
Mio padre in uno stato di evidente sovreccitazione,cercava di mascherare i suoi sentimenti mentre mio fratello e i miei cugini,parevano seccati dal fatto che non avessi dato loro la possibilità di festeggiare tra le mie braccia e le mie cosce.
Nel momento opportuno,avevo avvicinato mio fratello e lo avevo rassicurato che dopo il viaggio di nozze avremmo fatto una "rimpatriata" come ai vecchi tempi e li avrei fatti godere da donna sposata e dunque più puttana che mai.
Avremmo passato le due settimane di luna di miele in una isoletta dei Caraibi e siccome il volo ci sarebbe stato il giorno dopo da Roma,si erano offerti di accompagnarci per quei trecento chilometri Antonio e Luigi che "casualmente",quella settimana,avevano impegni di lavoro nella capitale ed avevano prenotato il loro soggiorno proprio nel nostro albergo di Fiumicino.
Mio marito non aveva avuto nulla in contrario che fossero loro ad accompagnarci col la loro auto e li aveva persino ringraziati per la loro cortesia.
A Fiumicino eravamo arrivati abbastanza stanchi per la faticosa giornata e per il successivo viaggio,intorno alle 21.
Abbiamo consumato una veloce cena in un ristorante di pesce in riva al mare e poi,tutti a nanna.
Col mio sposino tutto è stato molto bello e tutto si era svolto secondo la ritualità della prima notte di nozze.
Lui mi aveva spogliato ed aveva pazientemente atteso che io mi lavassi e mi preparassi in bagno per lui.
Uscendo avvolta dal mio profumo e dalla camicia da notte in seta bianca con ricami in oro,lui era già fuori dalla porta ad aspettarmi nel suo pigiama rosso.
Ci siamo spogliati reciprocamente,ci siamo abbracciati,ci siamo baciati ed infine,sul letto,abbiamo consumato la nostra prima notte d'amore da sposi.
La giornata era stata davvero pesante e mio marito dopo avermi trattata come una regina e con la delicatezza riservata alle cose più preziose,mi aveva presa e dopo poche escursione nel mio disponibile corpo,mi aveva goduto dentro per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti.
Poi,mentre ci tempestavamo di bacini e di languide coccole,mi si era addormentato tra le braccia.
Il suo sonno era beato e profondo come quello di un angioletto ed io approfittando della sua estasi,come una diavola,mi ero alzata ed indossando l'abito da sposa sul corpo nudo,ero andata nella stanza dei miei amici.
Aprendo la porta erano già nudi coi cazzi gonfi e duri rivolti verso il cielo.
Immediatamente hanno voluto prendermi insieme con indosso l'abito nuziale che fortunatamente era foderato altrimenti coi miei umori e la loro sborra si sarebbe macchiato tutto in modo vistoso.
Dopo avermi chiavata e inculata in una doppia facendomi godere come una vera cagna,mi avevano spogliata e trascinata nel paradiso dei sensi che tutte le donne dovrebbero vivere la loro prima notte di nozze.
Quando ero rientrata nella mia stanza indossavo l'abito completamente intriso dei succhi della nostra trasgressione ed il mio corpo era pieno in ogni foro ed ogni anfratto del loro sperma che fuoruscendo,colava tra le mie cosce.
Senza minimamente riordinarmi,mi ero tolta l'abito di dosso e sotto le lenzuola avevo abbracciato mio marito e lo avevo svegliato con le mie carezze ed i miei baci.
Il suo risveglio era stato alquanto lento e dolce,ma nel momento in cui gli portavo in regalo il mio corpo profumato di sesso,umido e sensuale,si sono risvegliati anche i suoi sensi e come uno stallone,aveva armato il suo strumento e mi aveva posseduta con una irruenza ed una capacità virile assolutamente sconosciuti per lui.
Naturalmente,essendo io piena di sperma e umori,mi era scivolato dentro senza difficoltà e senza dare segni di stupore per quanto gli fosse stato facile montarmi.
Mi aveva cavalcata,tirata,strattonata,morsa e baciata con molta foga ed anche molta resistenza riuscendo a far venire anche me prima di scaricarsi ancora nella mia fica.
Pareva in preda ad una frenesia inesauribile ed incontrollabile al punto che aveva coinvolta anche me nella sua irruente passione e per premiarlo e renderlo pienamente partecipe della incredibile nottata,gli avevo offerto anche il culo che si era preso con prepotenza depositandovi anche un nuovo carico di sborra.
Ci siamo addormentati abbracciati,completamente esausti ed entrambi avvolti da uno strato di sperma,saliva,sudore ed umori vaginali su lenzuola talmente bagnate e stazzonate che parevano reduci da una battaglia campale.
Al mattino i ragazzi ci hanno accompagnati in aeroporto e mio marito prima di lasciarci,li aveva salutati e ringraziato di tutto facendo l'occhiolino accompagnato da un ammiccante sorriso.
Per me era stata una vera rivelazione e finalmente avevo cominciato a capire il vero carattere dell'uomo che avevo sposato.
Da quel momento la nostra vita non sarebbe più stata la stessa.
Segue cap.6°
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Ultimo episodio del capitolo 4
Con mio padre prima di andare in chiesa:
L'ultimo ed inatteso episodio,si era verificato il mattino stesso del matrimonio.
Quel mattino,mia madre e le donne che l'avevano aiutata,dopo gli ultimi ritocchi alla mia vestizione,era andata ad aspettarmi in chiesa mentre mio padre che mi avrebbe accompagnata sull'altare,era con me in casa mentre fuori ci aspettava la limousine noleggiata.
Mentre stavamo uscendo,mio padre si era bloccato sulla soglie dell'uscio e senza parlare,aveva abbassato la cerniere dei pantaloni ed aveva estratto un cazzo gonfio e livido come non l'avevo mai visto.
Io aveva già programmato di passare una intera notte insieme a lui al mio rientro dalla luna di miele ma la verga che mi stava offrendo in quel momento era talmente appetitosa che non avevo potuto far altro che abbassarmi per succhiargliela un po e poi,appoggiandomi al tavolo alla pecorina,scostando il perizoma,lo avevo lasciato entrare in me per farmi godere e impregnare con l'abbondante,cremoso seme che aveva conservato per me.
La sua era stata una cavalcata potente ed impetuosa tanto era il desiderio di impregnare la sua bambina prima che salisse sull'altare con un altro uomo.
Anche in quel caso,il sottile lembo di stoffa non era sufficiente ad impedire la fuoruscita dello sperma che mi colava tra le cosce.
Fortunatamente l'abito lungo riusciva a nascondere i rivoli che mi sentivo scorrere e bagnare sino alle scarpe.
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