Antonella (Nina)
di
Hurricane
genere
prime esperienze
Finito il militare da qualche mese, avevo lavoricchiato qua e là, ma niente di concreto.
All'avvicinarsi dell'estate cominciai a preoccuparmi delle ferie, e, proprio in quei giorni saltò fuori un offerta di lavoro da parte di un amico di mio padre.
Stavano imbiancando delle case a Lavagna, nel genovese.
Una multiproprietà per l'esattezza, loro stavano la da un paio di anni e cercavano garzoni.
Sarei stato la per 5 giorni alla settimana, albergo e vitto inclusi.
Il principale mi disse che volendo avrei potuto restarci anche nei week end, quindi, presa la palla al balzo partii.
Lavoro duro ma all'aria aperta per la maggior parte del tempo. Mi misero a lavorare con Carlo, un uomo di una quindicina di anni più di me, gran donnaiolo.
Uscivamo praticamente tutte le sere e mi ero fatto una fidanzatina del posto, di qualche anno più piccola, che veniva da una famiglia un po' particolare, la sorella in pratica era stata con tutti i ragazzi del cantiere, e la mamma era passata prima o, a volte dopo, la figlia.
Antonella, Nina per me, era piuttosto timida, fisico esile, carnagione molto scura al pari della mia, lineamenti delicati, con dei lunghi capelli riccioli e neri e due occhi più scuri di una notte senza luna. Un seno appena pronunciato, un culo piccolo e tondo, bellissimo, nonostante fosse molto piccolo.
La trovavo affascinante, guardarla negli occhi mentre sorrideva mi riempiva di dolcezza ed adoravo farle le coccole.
Non sono mai stato tipo da coccole in situazioni di intimità, ma con lei mi riusciva naturale.
Le uscite erano sempre a quattro, con il mio collega e l'amica della mia ragazza (termine particolare visto che ero fidanzato ufficialmente, all'epoca, nella mia città natale).
Tutto filava liscio e molto soft con Nina, uscivamo da circa un mese, ma il sesso tra noi era fatto di giochi, baci e carezze talvolta più spinti, sia l'uno che l'altro.
Ero stato a cena a casa sua una sera e lei era tutta felice, servi' da mangiare per tutti, ed ogni volta che le porgevo il piatto mi guardava con felicità e riconoscenza per aver accettato l'invito.
Una sera il gestore dell'albergo ci comunicò che nel fine settimana non avrebbe avuto camere libere perché aveva una comitiva e quindi, a malincuore lo dissi a Nina poco dopo.
- potresti venire da noi - aveva un espressione tra il felice e l'interrogativo mentre mi faceva tale proposta.
- ma sei matta? Dove dovrei dormire poi, sul divano con tua madre e tua sorella che non sarebbero padrone di girar per casa come gli pare? Non voglio dar fastidio, andrò a casa. Tanto lunedì sarò ancora qua. - dissi, anche se l'idea di stare in quella casa con mamma e sorella pressoché ninfomani mi faceva un gran sesso.
- il fine settimana è sempre stato per noi due da quando sono finite le scuole e non voglio rinunciare - mi disse.
In effetti da quando erano finite le scuole, la mia fidanzata con la madre ed il fratellino erano partite per il sud Italia e quindi restando solo in città, me ne stavo beatamente al mare.
La mattina dopo era in cantiere con la madre, ed entrambe mi pregavano di star da loro nel fine settimana. Tra strizzate d'occhio e sorrisini dei colleghi decisi di restare.
La sera stessa i colleghi partirono direttamente dal cantiere, io presi il mio zaino, ed andai a casa di Antonella.
Entrai a casa loro sporco dal lavoro - abbiamo dovuto lasciare le stanze stamattina, avrei fatto la doccia a casa, ti dispiace se uso il bagno? - dissi
- ti accompagno - ed entrando in bagno chiuse la porta a chiave.
- ma sei matta? Tua madre mi butta fuori di casa all'istante - le dissi in tono allarmato.
- Loro sono in spiaggia e prima un paio d'ore non tornano, non voglio mica far niente, voglio guardarti mentre fai la doccia, non ti ho mai visto nudo - mi rispose, con uno sguardo tra il curioso e l'eccitato.
Mi preparò un telo ed un asciugamano per i capelli, anche i miei come i suoi lunghi, neri e ricci.
Mi spogliai ed entrato in una vasca, tirai il telo di cerata per lavarmi. Lei aspettò un paio di minuti ed apri' il telo, nuda anche lei. Rimasi a bocca aperta tanto era bella, la tenerezza che mi aveva accompagnato in tutto quel periodo svanì di colpo e non potei nasconderlo, visto che il mio cazzo svetta a così in alto che l'alzabandiera fatto a naja in confronto era nulla.
Sorrise ed entrò in doccia ed io nulla feci per ritrarmi.
- voglio insaponarti io - e detto questo mise il bagnoschiuma sulla spugna e prese ad insaponare la schiena, quando arrivò al fondo schiena mi lavo' le natiche con le mani, dapprima timidamente, poi più sicura di sé mi cinse la pancia e con le mani cominciò a carezzarmi la verga impazzita.
Mi girai la strinsi a me facendole sentire il mio desiderio, ma lei volle continuare con quel gioco, insaponando i pettorali, le palle gonfie e poi giù giù fino ai piedi. Abbassandosi per insaponare i piedi arrivò con il viso davanti al mio uccello vogliosi e prese a massaggiarlo con le guance, il collo, ed infine le mani. Stavo per venirle sul viso, alzò lo sguardo, mi passò la spugna e si voltò di schiena.
Lasciai andare la spugna, presi del bagnoschiuma tra le mani e cominciai a massaggiarle il collo, provocando un gemito, indugiai un po' in quella zona, tra collo e scapole, mentre le baciavo le orecchie non facendole mancare il contatto con il mio cazzo, allo stremo, contro quel culetto delizioso.
Continuai la danza delle mani passando dalla schiena ai seni, giocando sui piccoli capezzoli turgidi, per ridiscendere fino alla folta peluria scura della figa, per poi tornare indietro, sulle natiche, insaponai il solco tra di esse e feci per spingere un dito nello sfintere.
Sussulto' al sentirsi quasi violata e lasciai perdere, ma vi era così tanto sapone che avrei potuto insistere ed entrare. Preferii passare la mano sotto il sedere ed arrivare a quel fiore che non avevo ancora colto, mentre con l'altra mano muovevo nel medesimo punto, ma da davanti.
Presi a giocare con il grilletto, mentre con la mano che prendeva da dietro, indugiai e giocai a lungo tra le labbra e quel buchino, che in quel preciso istante era il Paradiso.
La baciai con passione e con attenzione continuai con maestria ad occuparmi del suo sesso palpitante, mentre lei mi masturbava in maniera quasi ossessiva, aiutati entrambi dalla scivolosita' di tanta schiuma. Ebbe un orgasmo violentissimo e si accascio' nella vasca, con gli spruzzi del doccino che le cadevano sulla testa, e, nello stesso momento, venni anche io, zampillando sborra sul viso e sui capelli.
Le tesi la mano, a fatica si alzò, la insaponai di nuovo, ci sciaquammo della schiuma e, dopo esserci asciugati e vestiti andammo di là, in attesa che tornassero tutti, abbracciati sul divano a farci coccole.
Mamma e sorella al rientro ci videro così - ma guardali i due innamorati - lo dissero ironicamente, ma gli si vedeva stampato in faccia un filo di invidia, soprattutto dalla sorella maggiore.
Dopo cena tutte e tre giravano per casa seminude ed io, che, a 20 anni col cazzo che dormivo in pigiama, avevo indosso ancora i miei jeans e la t-shirt.
- spogliati, stai pure come fossi a casa tua - mi dissero praticamente tutte e tre e al mio rispondere che non avevo pigiami, insistettero affinché mi spogliarsi, che tanto un uomo nudo sapevano come era fatto.
Rimasi in boxer e maglietta e fu piuttosto complicato.
Sia la madre che la sorella facevano a gara, quasi si divertissero a mandarmi fuori giri, Vanna, la sorella mentre lavava i piatti si fece schizzare dell'acqua sulla magliettina bianca, che divenne praticamente trasparente, e i capezzoli, a contatto con l'acqua fredda, per reazione, gli si drizzarono come chiodi.
- oddio, guarda come sono conciata - disse a voce alta per attirare la mia attenzione, e, quando mi girai verso di lei, fece per strizzare la maglia fasciando ancor di più il seno, grosso e sodo. Si tolse la maglia senza pensarci e, a seno nudo, attraversò la stanza in topless, con solo il tanga addosso, con la scusa di cambiarsi per non prendersi un malanno. La madre, dal canto suo, stava con una canotta molto larga e scollata, e, ad ogni movimento vedevo sobbalzare davanti agli occhi le bellissime tette, che per essere lei quasi quarantenne nulla avevano da invidiare alla figlia maggiore.
Andò anche lei in doccia, e di lì a poco emise un gridolino emettendo un flebile "aiuto".
Accorremmo in bagno, lei stava distesa nella vasca, disse che era scivolata e chiedeva a me di aiutarla ad alzarsi. Rimasi di stucco, oltre ad essere bellissima, ERA COMPLETAMENTE DEPILATA.
So che oggi è cosa normale, ma negli anni 80 nemmeno le pornostar si depilavano, e questo mi provocò un erezione che mi fece diventare viola dall'imbarazzo.
Nina se ne accorse, volle venire in mio aiuto e sottrarmi alle grinfie delle parenti strette.
- mamma, stanotte lui dorme in camera mia, così avrà un letto al posto del divano - e a bassa voce - e lo tengo alla larga da voi.
Mi sorrise, mi prese la mano, ed andammo in camera.
Con la porta chiusa a chiave ci sistemammo nel letto, chiaramente un singolo, ma eravamo giovani e desiderosi di stare insieme, avremmo dormito anche in una fornace, malgrado il caldo e la stanzetta piccola ci andassero vicino.
Si tolse la maglia e gli slip e fece altrettanto con me, eravamo nudi nel suo lettino.
- è la prima volta che dormo con un ragazzo, anzi, è la prima volta che mi trovo nuda con un ragazzo - mi disse.
Capii che era vergine ed avrei dovuto essere cauto e soprattutto gentile se avessimo fatto l'amore.
- tu sai che in settembre tornerò a casa, e che difficilmente la nostra storia andrà avanti - le dissi sincero.
Nascosi il fatto di essere fidanzato, ma non volevo nasconderle che probabilmente da lì ad un paio di mesi sarebbe tutto finito.
- la prima volta deve essere con la persona giusta, so che non sarai l'uomo della mia vita, ma per fare l'amore nessuno è più giusto di te, ora, e nessun giorno sarà mai più giusto di questo - lo disse con gli occhi felici, non desiderava altro che di far l'amore con me, quella sera.
- solo di una cosa ti prego - aggiunse - non dirlo ai ragazzi del cantiere, già mia madre e mia sorella hanno fama di teoiette, non voglio finire come loro. Si lamentano che quelli del cantiere sono tutti ragazzi porchi (disse proprio porchi), ma stanno sempre la con loro, al bar dell'albergo.
In effetti le due erano sempre la da noi, e spesso sparivano nelle camere, anche con più ragazzi alla volta, tanto che Giovanni, il gestore si era più volte lamentato con il principale di questa cosa.
- non aver paura, quello che accadrà tra noi, qualunque cosa sia, resterà tra noi. - le dissi. E, fino a questo racconto, è stato così.
La strinsi tra le bracci, e, con una mano sulla nuca, presi a massaggiarle il collo mentre la baciavo. Le labbra sottili, perfino la lingua, piccola e guizzante mi fecero scordare immediatamente le due di la, che se ne avessero appena avuto appena la possibilità, mi avrebbero sicuramente spolpato.
Avevo il cazzo durissimo contro il suo pancino, ma ancora non avevo iniziato a toccarle nessuna intimità. Non volevo fare sesso, sarei stato il suo primo uomo, volevo che lo ricordasse con gioia, volevo fare l'amore, per lei, ma anche per me.
Si staccò da quel bacio ed iniziò a baciarmi il petto, i capezzoli, e scese fino all'ombelico. Intanto con le mani e giocava con il mio cazzo, scappellandolo mentre ammirava questa sua operazione e sussurrava - è mio, sei solo mio stasera -
Bacio la cappella turgida e la prese in bocca, lo aveva fatto altre volte con me, in auto. Ma questa volta era diverso, tutto era diverso. La ragazzina impacciata ed un po' pasticciona (più volte i suoi denti mi avevano segnato), divenne improvvisamente brava e delicata, e, nonostante riuscisse a prendere solo una piccola parte di me, tanta era la passione che ci metteva, che sembrava entrasse fino in fondo. Prima di venire di nuovo, mi staccai da lei e presi a baciarla, sentendo nella sua lingua il sapore del mio sesso, scesi al collo e da lì al seno, indugiando sui capezzoli per parecchio tempo, mentre con la mano le massaggiavo il grilletto turgido. Quando arrivai alle sue cosce, la fica era bagnata a tal punto che ne bevvi parecchia, continuando a leccare e succhiare, la vidi inarcare la schiena, le salii sopra e, lentamente, ma senza fermarmi, entrai dentro di lei.
Si lasciò scappare un gemito, non era piacere, lo so, ma quasi subito cominciò a muoversi con me. I nostri corpi, interamente sudati, scivolavano l'uno con l'altro, le sussurrai all'orecchio quanto fosse bella, quanto mi sentissi importante in quel momento, importante e felice come mai fino a quel giorno. Mi cinse la vita e le sue braccia mi strinsero forte, con tutta la forza che aveva in corpo, e le unghie affondarono dentro di me... La sentii sussultare fino a quando un urlo liberatorio lasciò andare il suo orgasmo. Non fu facile, in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per godere con lei, in lei. Ma, con uno sforzo immane uscii da quel corpo meraviglioso, per venirle sulla pancia, prima di accasciarmi su di lei e sorriderle, felice, felici.
All'avvicinarsi dell'estate cominciai a preoccuparmi delle ferie, e, proprio in quei giorni saltò fuori un offerta di lavoro da parte di un amico di mio padre.
Stavano imbiancando delle case a Lavagna, nel genovese.
Una multiproprietà per l'esattezza, loro stavano la da un paio di anni e cercavano garzoni.
Sarei stato la per 5 giorni alla settimana, albergo e vitto inclusi.
Il principale mi disse che volendo avrei potuto restarci anche nei week end, quindi, presa la palla al balzo partii.
Lavoro duro ma all'aria aperta per la maggior parte del tempo. Mi misero a lavorare con Carlo, un uomo di una quindicina di anni più di me, gran donnaiolo.
Uscivamo praticamente tutte le sere e mi ero fatto una fidanzatina del posto, di qualche anno più piccola, che veniva da una famiglia un po' particolare, la sorella in pratica era stata con tutti i ragazzi del cantiere, e la mamma era passata prima o, a volte dopo, la figlia.
Antonella, Nina per me, era piuttosto timida, fisico esile, carnagione molto scura al pari della mia, lineamenti delicati, con dei lunghi capelli riccioli e neri e due occhi più scuri di una notte senza luna. Un seno appena pronunciato, un culo piccolo e tondo, bellissimo, nonostante fosse molto piccolo.
La trovavo affascinante, guardarla negli occhi mentre sorrideva mi riempiva di dolcezza ed adoravo farle le coccole.
Non sono mai stato tipo da coccole in situazioni di intimità, ma con lei mi riusciva naturale.
Le uscite erano sempre a quattro, con il mio collega e l'amica della mia ragazza (termine particolare visto che ero fidanzato ufficialmente, all'epoca, nella mia città natale).
Tutto filava liscio e molto soft con Nina, uscivamo da circa un mese, ma il sesso tra noi era fatto di giochi, baci e carezze talvolta più spinti, sia l'uno che l'altro.
Ero stato a cena a casa sua una sera e lei era tutta felice, servi' da mangiare per tutti, ed ogni volta che le porgevo il piatto mi guardava con felicità e riconoscenza per aver accettato l'invito.
Una sera il gestore dell'albergo ci comunicò che nel fine settimana non avrebbe avuto camere libere perché aveva una comitiva e quindi, a malincuore lo dissi a Nina poco dopo.
- potresti venire da noi - aveva un espressione tra il felice e l'interrogativo mentre mi faceva tale proposta.
- ma sei matta? Dove dovrei dormire poi, sul divano con tua madre e tua sorella che non sarebbero padrone di girar per casa come gli pare? Non voglio dar fastidio, andrò a casa. Tanto lunedì sarò ancora qua. - dissi, anche se l'idea di stare in quella casa con mamma e sorella pressoché ninfomani mi faceva un gran sesso.
- il fine settimana è sempre stato per noi due da quando sono finite le scuole e non voglio rinunciare - mi disse.
In effetti da quando erano finite le scuole, la mia fidanzata con la madre ed il fratellino erano partite per il sud Italia e quindi restando solo in città, me ne stavo beatamente al mare.
La mattina dopo era in cantiere con la madre, ed entrambe mi pregavano di star da loro nel fine settimana. Tra strizzate d'occhio e sorrisini dei colleghi decisi di restare.
La sera stessa i colleghi partirono direttamente dal cantiere, io presi il mio zaino, ed andai a casa di Antonella.
Entrai a casa loro sporco dal lavoro - abbiamo dovuto lasciare le stanze stamattina, avrei fatto la doccia a casa, ti dispiace se uso il bagno? - dissi
- ti accompagno - ed entrando in bagno chiuse la porta a chiave.
- ma sei matta? Tua madre mi butta fuori di casa all'istante - le dissi in tono allarmato.
- Loro sono in spiaggia e prima un paio d'ore non tornano, non voglio mica far niente, voglio guardarti mentre fai la doccia, non ti ho mai visto nudo - mi rispose, con uno sguardo tra il curioso e l'eccitato.
Mi preparò un telo ed un asciugamano per i capelli, anche i miei come i suoi lunghi, neri e ricci.
Mi spogliai ed entrato in una vasca, tirai il telo di cerata per lavarmi. Lei aspettò un paio di minuti ed apri' il telo, nuda anche lei. Rimasi a bocca aperta tanto era bella, la tenerezza che mi aveva accompagnato in tutto quel periodo svanì di colpo e non potei nasconderlo, visto che il mio cazzo svetta a così in alto che l'alzabandiera fatto a naja in confronto era nulla.
Sorrise ed entrò in doccia ed io nulla feci per ritrarmi.
- voglio insaponarti io - e detto questo mise il bagnoschiuma sulla spugna e prese ad insaponare la schiena, quando arrivò al fondo schiena mi lavo' le natiche con le mani, dapprima timidamente, poi più sicura di sé mi cinse la pancia e con le mani cominciò a carezzarmi la verga impazzita.
Mi girai la strinsi a me facendole sentire il mio desiderio, ma lei volle continuare con quel gioco, insaponando i pettorali, le palle gonfie e poi giù giù fino ai piedi. Abbassandosi per insaponare i piedi arrivò con il viso davanti al mio uccello vogliosi e prese a massaggiarlo con le guance, il collo, ed infine le mani. Stavo per venirle sul viso, alzò lo sguardo, mi passò la spugna e si voltò di schiena.
Lasciai andare la spugna, presi del bagnoschiuma tra le mani e cominciai a massaggiarle il collo, provocando un gemito, indugiai un po' in quella zona, tra collo e scapole, mentre le baciavo le orecchie non facendole mancare il contatto con il mio cazzo, allo stremo, contro quel culetto delizioso.
Continuai la danza delle mani passando dalla schiena ai seni, giocando sui piccoli capezzoli turgidi, per ridiscendere fino alla folta peluria scura della figa, per poi tornare indietro, sulle natiche, insaponai il solco tra di esse e feci per spingere un dito nello sfintere.
Sussulto' al sentirsi quasi violata e lasciai perdere, ma vi era così tanto sapone che avrei potuto insistere ed entrare. Preferii passare la mano sotto il sedere ed arrivare a quel fiore che non avevo ancora colto, mentre con l'altra mano muovevo nel medesimo punto, ma da davanti.
Presi a giocare con il grilletto, mentre con la mano che prendeva da dietro, indugiai e giocai a lungo tra le labbra e quel buchino, che in quel preciso istante era il Paradiso.
La baciai con passione e con attenzione continuai con maestria ad occuparmi del suo sesso palpitante, mentre lei mi masturbava in maniera quasi ossessiva, aiutati entrambi dalla scivolosita' di tanta schiuma. Ebbe un orgasmo violentissimo e si accascio' nella vasca, con gli spruzzi del doccino che le cadevano sulla testa, e, nello stesso momento, venni anche io, zampillando sborra sul viso e sui capelli.
Le tesi la mano, a fatica si alzò, la insaponai di nuovo, ci sciaquammo della schiuma e, dopo esserci asciugati e vestiti andammo di là, in attesa che tornassero tutti, abbracciati sul divano a farci coccole.
Mamma e sorella al rientro ci videro così - ma guardali i due innamorati - lo dissero ironicamente, ma gli si vedeva stampato in faccia un filo di invidia, soprattutto dalla sorella maggiore.
Dopo cena tutte e tre giravano per casa seminude ed io, che, a 20 anni col cazzo che dormivo in pigiama, avevo indosso ancora i miei jeans e la t-shirt.
- spogliati, stai pure come fossi a casa tua - mi dissero praticamente tutte e tre e al mio rispondere che non avevo pigiami, insistettero affinché mi spogliarsi, che tanto un uomo nudo sapevano come era fatto.
Rimasi in boxer e maglietta e fu piuttosto complicato.
Sia la madre che la sorella facevano a gara, quasi si divertissero a mandarmi fuori giri, Vanna, la sorella mentre lavava i piatti si fece schizzare dell'acqua sulla magliettina bianca, che divenne praticamente trasparente, e i capezzoli, a contatto con l'acqua fredda, per reazione, gli si drizzarono come chiodi.
- oddio, guarda come sono conciata - disse a voce alta per attirare la mia attenzione, e, quando mi girai verso di lei, fece per strizzare la maglia fasciando ancor di più il seno, grosso e sodo. Si tolse la maglia senza pensarci e, a seno nudo, attraversò la stanza in topless, con solo il tanga addosso, con la scusa di cambiarsi per non prendersi un malanno. La madre, dal canto suo, stava con una canotta molto larga e scollata, e, ad ogni movimento vedevo sobbalzare davanti agli occhi le bellissime tette, che per essere lei quasi quarantenne nulla avevano da invidiare alla figlia maggiore.
Andò anche lei in doccia, e di lì a poco emise un gridolino emettendo un flebile "aiuto".
Accorremmo in bagno, lei stava distesa nella vasca, disse che era scivolata e chiedeva a me di aiutarla ad alzarsi. Rimasi di stucco, oltre ad essere bellissima, ERA COMPLETAMENTE DEPILATA.
So che oggi è cosa normale, ma negli anni 80 nemmeno le pornostar si depilavano, e questo mi provocò un erezione che mi fece diventare viola dall'imbarazzo.
Nina se ne accorse, volle venire in mio aiuto e sottrarmi alle grinfie delle parenti strette.
- mamma, stanotte lui dorme in camera mia, così avrà un letto al posto del divano - e a bassa voce - e lo tengo alla larga da voi.
Mi sorrise, mi prese la mano, ed andammo in camera.
Con la porta chiusa a chiave ci sistemammo nel letto, chiaramente un singolo, ma eravamo giovani e desiderosi di stare insieme, avremmo dormito anche in una fornace, malgrado il caldo e la stanzetta piccola ci andassero vicino.
Si tolse la maglia e gli slip e fece altrettanto con me, eravamo nudi nel suo lettino.
- è la prima volta che dormo con un ragazzo, anzi, è la prima volta che mi trovo nuda con un ragazzo - mi disse.
Capii che era vergine ed avrei dovuto essere cauto e soprattutto gentile se avessimo fatto l'amore.
- tu sai che in settembre tornerò a casa, e che difficilmente la nostra storia andrà avanti - le dissi sincero.
Nascosi il fatto di essere fidanzato, ma non volevo nasconderle che probabilmente da lì ad un paio di mesi sarebbe tutto finito.
- la prima volta deve essere con la persona giusta, so che non sarai l'uomo della mia vita, ma per fare l'amore nessuno è più giusto di te, ora, e nessun giorno sarà mai più giusto di questo - lo disse con gli occhi felici, non desiderava altro che di far l'amore con me, quella sera.
- solo di una cosa ti prego - aggiunse - non dirlo ai ragazzi del cantiere, già mia madre e mia sorella hanno fama di teoiette, non voglio finire come loro. Si lamentano che quelli del cantiere sono tutti ragazzi porchi (disse proprio porchi), ma stanno sempre la con loro, al bar dell'albergo.
In effetti le due erano sempre la da noi, e spesso sparivano nelle camere, anche con più ragazzi alla volta, tanto che Giovanni, il gestore si era più volte lamentato con il principale di questa cosa.
- non aver paura, quello che accadrà tra noi, qualunque cosa sia, resterà tra noi. - le dissi. E, fino a questo racconto, è stato così.
La strinsi tra le bracci, e, con una mano sulla nuca, presi a massaggiarle il collo mentre la baciavo. Le labbra sottili, perfino la lingua, piccola e guizzante mi fecero scordare immediatamente le due di la, che se ne avessero appena avuto appena la possibilità, mi avrebbero sicuramente spolpato.
Avevo il cazzo durissimo contro il suo pancino, ma ancora non avevo iniziato a toccarle nessuna intimità. Non volevo fare sesso, sarei stato il suo primo uomo, volevo che lo ricordasse con gioia, volevo fare l'amore, per lei, ma anche per me.
Si staccò da quel bacio ed iniziò a baciarmi il petto, i capezzoli, e scese fino all'ombelico. Intanto con le mani e giocava con il mio cazzo, scappellandolo mentre ammirava questa sua operazione e sussurrava - è mio, sei solo mio stasera -
Bacio la cappella turgida e la prese in bocca, lo aveva fatto altre volte con me, in auto. Ma questa volta era diverso, tutto era diverso. La ragazzina impacciata ed un po' pasticciona (più volte i suoi denti mi avevano segnato), divenne improvvisamente brava e delicata, e, nonostante riuscisse a prendere solo una piccola parte di me, tanta era la passione che ci metteva, che sembrava entrasse fino in fondo. Prima di venire di nuovo, mi staccai da lei e presi a baciarla, sentendo nella sua lingua il sapore del mio sesso, scesi al collo e da lì al seno, indugiando sui capezzoli per parecchio tempo, mentre con la mano le massaggiavo il grilletto turgido. Quando arrivai alle sue cosce, la fica era bagnata a tal punto che ne bevvi parecchia, continuando a leccare e succhiare, la vidi inarcare la schiena, le salii sopra e, lentamente, ma senza fermarmi, entrai dentro di lei.
Si lasciò scappare un gemito, non era piacere, lo so, ma quasi subito cominciò a muoversi con me. I nostri corpi, interamente sudati, scivolavano l'uno con l'altro, le sussurrai all'orecchio quanto fosse bella, quanto mi sentissi importante in quel momento, importante e felice come mai fino a quel giorno. Mi cinse la vita e le sue braccia mi strinsero forte, con tutta la forza che aveva in corpo, e le unghie affondarono dentro di me... La sentii sussultare fino a quando un urlo liberatorio lasciò andare il suo orgasmo. Non fu facile, in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per godere con lei, in lei. Ma, con uno sforzo immane uscii da quel corpo meraviglioso, per venirle sulla pancia, prima di accasciarmi su di lei e sorriderle, felice, felici.
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