La prima volta con le cugine 2

di
genere
incesti


...
- Monia, ti va di preparare una merenda per tutti? - chiese Laura, con il chiaro intento di restare soli.
A malincuore Monia se ne andò, lasciandoci soli sul lettone dei miei genitori.
- dove eravamo rimasti? - mi chiese con un sorrisetto malizioso.
Mi spogliai e mi infilati sotto le coperte dove intanto si era rifugiata. Non me lo feci ripetere due volte ed andai a giocare ancora con la sua figa grondante piacere. Scostai le coperte e la vidi, un pelo poco folto, biondo come biondi erano i suoi capelli, con le gambe aperte a mostrarmi le labbra di un sesso dai lineamenti delicati.
Avevo già giocato con le passere, con le ragazzine del cortile, mentre si giocava a nascondino nascosti nel buio della cantina.
Ne avevo già viste, su quelle riviste che circolavano tra noi ragazzini, come Caballero, che nulla lasciava all'immaginazione, e, che ogni volta che cambiavano di mano avevano le pagine sempre più appiccicate.
Ma mai ne avevo vista una dal vivo, e questa era la, tutta per me, non mi parve vero, e rimasi per un tempo indefinito ad ammirarla estasiato, come fosse l'ultima cosa bella che avrei visto, senza neanche la forza di fare una mossa.
Lei se ne accorse - hai intenzione di restare così in contemplazione tutto il giorno? - lo disse con una risatina, senza nascondere una certa soddisfazione per la reazione provocata in me, che nel frattempo grondavo sudore per l'emozione.
Presi a carezzarle il sesso umido, le infilai un dito e, come per le ragazzine nello scantinato le feci un delizioso ditalino. Tirò indietro la testa e chiuse gli occhi, in un certo senso stupita e felice di questa capacità nel giocare con la sua fighetta rovente.
- guarda che non ho nessuna intenzione di venire con un ditalino - m'interruppe - bisogna che tu faccia qualcosa di più.
Ormai eccitato come uno stallone davanti ad una cavalla in calore, le ricordai di rimando che dopotutto lei il giorno prima mi aveva fatto sborrare con una sega, e quindi in un certo senso le stavo semplicemente rendendo il favore. Il pompino, me lo aveva fatto sua sorella, non lei.
- oh,ma io da te voglio molto di più, voglio la tua verginità -
A quel punto le sarei saltato addosso come un pazzo, ma capii che non poteva andare così, non poteva essere così semplice. Dovevo dimostrarle di valere la pena.
- tu non sei in condizione di far movimenti bruschi, lascia fare a me -  e così dicendo si mise a gambe larghe sul mio viso. Avevo a zero centimetri dalla mia bocca il suo sesso completamente aperto, il piccolo clitoride esposto e le labbra delicate di un rosa lucido, con la fighetta grondante piacere. Senza nemmeno pensarci affondai la mia bocca tra le sue cosce eccitate, ed assaporai la cosa più buona del mondo, il piacere della vita. Presi a giocare con quella meravigliosa vulva come avevo fatto poc'anzi con le dita, passavo dal bottoncino durissimo alle labbra senza disdegnare il navigare completamente nelle profondità di quella figa in fiamme, fino in fondo, fino a sentire quasi dolore per quanto cercassi di penetrarvi.
Con molta attenzione scese giù anche lei, sdraiandosi su di me ed arrivando fino alla mia verga dura come il marmo. In questa posizione avevo una visione spettacolare su quel culetto così piccolo quanto sodo e levigato, da cui occhieggiava il buco stretto e roseo a completare quella magnifica rotondità.
Potei anche, in un istante di lucidità, notare che Monia, che aveva abbandonato la merenda chissà dove, si era tolta i pantaloni e gli slip, e  stava masturbandosi con foga con le cosce spalancate, e potevo scorgere la figa nera e piuttosto pelosa. "come possono essere diverse due sorelle" pensai.
Fu solo un istante, sentii la  lingua di Laura indugiare sulla mia cappella violacea, per poi scendere lungo tutta l'asta, che immaginavo con le vene che stavano per scoppiare, arrivò fino ai coglioni, che sentivo esplodere da quanto erano gonfi di sperma che non vedeva l'ora di venir fuori da quella gabbia. Risali' verso l'alto ed ingoio' il mio cazzo che mi sembrava volesse mangiare, prendendo a pomparlo ossessivamente per poi rallentare di colpo e leccarmi di nuovo. Ormai ero quasi vicino all'apoteosi. Se ne accorse, si staccò dal quel piacere immenso che ci stavamo donando a vicenda e venne a sdraiarsi ancora accanto a me.
- non voglio che vieni, non ora. Rilassati e godiamoci questo momento, il meglio deve ancora venire.
Avevo la sua testa poggiata al torace, mi carezzava e giocherellava con il mio uccello, che ormai mi faceva quasi male.
- Voglio essere la tua prima scopata, la prima scopata non si scorda mai e dovrebbe essere bellissimo, per tutti. Tu non puoi salire su di me e ne sono contenta, Enzo mi scopa solo così, dice che sono la femmina e devo stare sotto. -
"ENZO!!! Cazzo, è vero, Laura è fidanzata con quel bestione che se la tira tanto perché sta con la ragazza più bella della via. Chissenefrega, non siamo neanche amici, se lo scopre mi uccide"
Stavo ancora pensando a Enzo che mi ritrovai con lei che stava a cosce aperte sopra di me, con le dita stava indirizzando il mio cazzo dentro di lei, lentamente, sentii il suo calore sul glande, la verga penetrare dentro di lei, sembrava burro caldo, e, ad ogni centimetro che guadagnavo, sentivo le sue carni roventi stringersi intorno al mio sesso. Dentro, tutto, si fermo come per assaporare quel momento, seduta su di me, in posizione dominante, felice ed eccitata da quella posizione che la faceva sentire così potente da decidere cosa e come farlo. Si sdraio' su di me e le cinsi la schiena con le mani, per poi scendere fino alle deliziose antiche. Cominciò a muoversi ed io dentro di lei mi sentivo un re, avevo immaginato mille volte la mia prima volta, ma neanche nei più fervidi pensieri l'avevo vista così. Ormai era un po' che il mio cazzo era sottoposto a sollecitazioni come mai era capitato ed ero sul punto di esplodere. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi disse che non avrei potuto sborrare dentro di lei e così dicendo si fermò.
Si rialzò e tornammo nella posizione iniziale, con lei che mi pompava il cazzo con maestria ed io che suggevo il suo nettare come un ape su di un orchidea, quando, all'improvviso, il sangue mi salì al cervello, pensavo di svenire, di perdere conoscenza tanto era forte quell'emozione.
Sborrai, copiosamente, le inondai la bocca di sborra, riuscii solo a gemere profondamente mentre le leccavo la figa compulsivamente e sentii gemere anche lei mentre mi pompava ancora.
Ci sdraiammo uno accanto all'altra esausti, mentre anche la sorellina che aveva assistito a tutta la scena godeva con noi.
Sfiancati tutti e tre mangiammo i panini che Monia aveva preparato, e mentre ci si ricomponeva, ci accorgemmo che dalla garza si intravedeva del sangue. Mi si era aperta un po la ferita.. Forse.
Ma, chissenefrega, era stato il pomeriggio più bello della mia vita, e nessun rivolo di sangue avrebbe potuto guastarlo.
Quando mamma venne a casa dal lavoro eravamo davanti al solito telefilm.
Tornerò a parlare delle mie cuginette più avanti.
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione qua oppure ilmerlinovero@libero.it


scritto il
2019-10-03
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