Legami anali
di
Benedetto Cifrani
genere
tradimenti
Ragazzi, ultimamente sono ossessionato dal culo di mia cognata.
Devo assolutamente sfondare nel suo ano. Ho un'insana (o sana?) necessità di violare quel bel culetto da cinquantenne e riempirla del mio seme.
La convincerò finalmente a farmi entrare in lei. Magari subito dopo una delle docce che imperturbabile fa a casa nostra. Che poi esce ancora con i capelli tutti bagnati neri corvini, grondanti come liane sul suo volto e sulle spalle nude.
Solo un asciugamano. Solo quello mi separa dal suo corpo. E dal suo culo.
C'è bisogno di sapere che ci sarà qualcosa di eccitante da fare per andare avanti con entusiasmo nella vita. E proprio ora ho deciso cosa voglio fare.
Scorgo mia cognata che esce dal bagno e mi affretto a raggiungerla.
È sorpresa. È ancora bagnata dalla doccia. È così eccitante...
La spingo in bagno e chiudo la porta a chiave. Tanto non arriverà nessuno nelle prossime due ore; però non di sa mai.
Smetto di pensare e agisco. La incollo contro il muro e le sfilo con gesto sicuro e senza dire nulla l'asciugamano. Abbiamo entrambi capito e le parole non servono a niente.
Nuda. Non perfetta, ma eccitante.
Tette: una terza pendente. Ma con sostanza.
Ventre: un po' appesantito. Ma vero, da sbattere.
Pelo: bello invitante...ma il mio obiettivo oggi è un altro.
La giro e la piego. Le allargo bene le chiappe mentre lei mugugna qualcosa che non interessa veramente a entrambi.
Le dico di stare ferma e le pianto il mio cazzo in mezzo al culo. Grida, gode, accoglie.
Vengo preso da una strana frenesia, la batto con colpi incessanti contro la sue chiappe. Il suo ano ormai è ben allargato e non fa alcuna difficoltà a far passare la mia verga dentro e fuori. Pompo e non mi fermo, aspetto con ansia il momento in cui sentirò quella dolce vibrazione lungo il mio membro, preludio dell'orgasmo.
Le sue chiappone ondeggiano avanti e indietro, infrangendosi sempre con un tonfo sordo contro il mio bassoventre.
Poi finalmente accade: la sento che immobilizza in una rigidità paradisiaca la mia asta, passando e tuffandosi copiosa dentro il buco sfondato. È lei, la mia sborra generosa che riempe schizzando dentro il retto di mia cognata.
Lei la sente e accoglie, bloccandomi le cosce con le mani.
Ansimiamo. Ci guardiamo ancora sconvolti e soddisfatti. Come già detto, non servono parole per capirci.
Certi legami sono invisibili e nascosti, ma difficilmente si spezzano.
https://bcifrani.altervista.org/
Devo assolutamente sfondare nel suo ano. Ho un'insana (o sana?) necessità di violare quel bel culetto da cinquantenne e riempirla del mio seme.
La convincerò finalmente a farmi entrare in lei. Magari subito dopo una delle docce che imperturbabile fa a casa nostra. Che poi esce ancora con i capelli tutti bagnati neri corvini, grondanti come liane sul suo volto e sulle spalle nude.
Solo un asciugamano. Solo quello mi separa dal suo corpo. E dal suo culo.
C'è bisogno di sapere che ci sarà qualcosa di eccitante da fare per andare avanti con entusiasmo nella vita. E proprio ora ho deciso cosa voglio fare.
Scorgo mia cognata che esce dal bagno e mi affretto a raggiungerla.
È sorpresa. È ancora bagnata dalla doccia. È così eccitante...
La spingo in bagno e chiudo la porta a chiave. Tanto non arriverà nessuno nelle prossime due ore; però non di sa mai.
Smetto di pensare e agisco. La incollo contro il muro e le sfilo con gesto sicuro e senza dire nulla l'asciugamano. Abbiamo entrambi capito e le parole non servono a niente.
Nuda. Non perfetta, ma eccitante.
Tette: una terza pendente. Ma con sostanza.
Ventre: un po' appesantito. Ma vero, da sbattere.
Pelo: bello invitante...ma il mio obiettivo oggi è un altro.
La giro e la piego. Le allargo bene le chiappe mentre lei mugugna qualcosa che non interessa veramente a entrambi.
Le dico di stare ferma e le pianto il mio cazzo in mezzo al culo. Grida, gode, accoglie.
Vengo preso da una strana frenesia, la batto con colpi incessanti contro la sue chiappe. Il suo ano ormai è ben allargato e non fa alcuna difficoltà a far passare la mia verga dentro e fuori. Pompo e non mi fermo, aspetto con ansia il momento in cui sentirò quella dolce vibrazione lungo il mio membro, preludio dell'orgasmo.
Le sue chiappone ondeggiano avanti e indietro, infrangendosi sempre con un tonfo sordo contro il mio bassoventre.
Poi finalmente accade: la sento che immobilizza in una rigidità paradisiaca la mia asta, passando e tuffandosi copiosa dentro il buco sfondato. È lei, la mia sborra generosa che riempe schizzando dentro il retto di mia cognata.
Lei la sente e accoglie, bloccandomi le cosce con le mani.
Ansimiamo. Ci guardiamo ancora sconvolti e soddisfatti. Come già detto, non servono parole per capirci.
Certi legami sono invisibili e nascosti, ma difficilmente si spezzano.
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