La vergine del castello

di
genere
etero

C'era una fanciulla dalla pelle di latte
Che viveva per soddisfare le signorili patte
Rinchiusa tra mura dalle orecchie sopraffine
Il suo corpo usato oltre ogni confine.

Nessuno osava però violare
Il dolce fiore vaginale
La fanciulla doveva rimanere intatta
Così diceva la leggenda quando fu fatta.

Corri corri dolce vergine
E non fermarti a piangere
Così nessuno potrà più sussurrarti il divieto
Che ti costringeva solo a prenderlo di dietro.

La tua bocca prestata a regali pompini
E la tua lingua a leccare cappelle ed affini
Ogni notte ed ogni giorno un amplesso speciale
In orge e scopate, si, ma dal solo sapore anale.
Ricoperta da fiumi dalla bianca consistenza
Con gli occhi al cielo invocavi una fallica presenza
Che lasciasse in pace il tuo buco posteriore
Per bagnare e riempire la tua fica di calore.

Corri corri dolce vergine
E non fermarti a piangere
Così nessuno potrà più sussurrarti il divieto
Che ti costringeva solo a prenderlo di dietro.

Passa il tempo e passano gli anni
Cento e poi cento dietro ipocriti inganni
Di una bigotta morale che ti voleva illibata
Al riparo dai colpi di una vulva violata.
Ora il castello è nella tua testa
un appartamento vuoto è quello che ti resta
Di una città che voluto solo apprezzare
Il tuo culo e le tue labbra per farsi godere.

Corri ora libera dolce vergine
E non fermarti a piangere
Nessuno a sussurrarti più il divieto
Che ti costringeva solo a prenderlo di dietro.

Benedetto Cifrani
b.cifrani@gmail.com
https://gumroad.com/bcifrani
scritto il
2020-04-15
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