Corso di ballo

di
genere
etero

Siamo in quattro nella sala della scuola di ballo. Io (Lucia), Marzia, Vanessa e… Mauro.

Noi tre siamo le ballerine più brave della scuola, amicissime e rivali contemporaneamente. Non in tutto, solo quando c’è lui, Mauro, l’istruttore strafigo che ci sta facendo sudare anche l’anima da circa due ore.

- Brava Lucia, è proprio questo che voglio –

La lode di Mauro è gradita, le sue parole mi scorrono lungo la pelle fermandosi all’incirca a metà del mio corpo, lì dove mi sento illanguidita ogni volta che lo vedo.

Mauro ha 28 anni, pochi più di noi tre ed è… fantastico, superlativo, arrapante, sexy… scegliete voi l’aggettivo. Un bonazzo da paura a cui andiamo dietro praticamente tutte quante. Lui… niente, fa finta di non vedere o capire le avances, a volte quasi esplicite, che ognuna di noi prima o poi gli ha fatto. Fidanzato fedele, devoto al lavoro, omosessuale… le ho sentite tutte per giustificare la sua “freddezza” eppure nessuna conosce il motivo della sua resistenza. Oddio, si dice anche che qualcuna delle ragazze, un paio, ci sia riuscita, ma nessuna si sbottona. Una di queste è Marzia ma niente, non ammette rispondendo con battute ambigue.

Gay non credo lo sia, a giudicare dal bozzo sul davanti dei pantaloncini che si fa sempre più evidente ogni volta che riusciamo, e vi giuro che lo facciamo spesso, a strusciarci contro di lui mentre ci fa vedere un passo o una coreografia.
Come adesso per esempio. Gli sono stata appiccicata per dieci minuti buoni cogliendo ogni occasione. L’ho sentito duro contro il mio pancino eppure lui non fa una piega, come se avesse staccato i collegamenti con quella zona del suo corpo.
Marzia e Vanessa, sedute a terra poco distante, applaudono al complimento che mi fa Mauro, a lui più che a me. Le guardo e vedo una luce che ben conosco nei loro occhi che cadono frequentemente sul basso ventre di lui. Non è un’erezione completa ma è già abbastanza da dargli fastidio anche se non ne dà a vedere. Che noi lo scrutiamo lo sa, il suo sorriso beffardo stampato su quel viso maschio ne è la prova.

- E’ solo “questo” che vuoi? –

Faccio la voce da gatta morta cogliendo al volo l’occasione per una piccola provocazione. Lui continua a sorridere e guardarmi come ha fatto mille altre volte. Mi avvicino con la scusa di chiedere spiegazioni e mi appoggio di schiena a lui che prontamente mi afferra per i fianchi. Le sue mani calde su di me, a malapena coperta da un body leggero, mi fanno effetto e mi spingono ad andare oltre. Mi chino in avanti sporgendo indietro il culetto, bene attenta a che entri in contatto con le sue zone “calde”.

- Non lo so, quando faccio questo movimento mi sembra che ci sia qualcosa che non va –

Mi strofino spudorata mentre fingo di muovere le braccia e il tronco nei movimenti che ci sta insegnando. Oh quanto lo sento, adesso è proprio poggiato nella fessura delle natiche. Mi blocco spingendo indietro e, dal basso, vedo avvicinarsi le mie amiche.

- Già, c’è proprio qualcosa che non va direi –

Vanessa mi ha capito al volo e mi assiste nel doppio senso.

- Anche io ho qualche problema quando ci avviciniamo così prima del finale –

Si riferisce alla figura che dobbiamo comporre, tutti raggruppati e con lui al centro, al termine dell’esibizione che stiamo studiando. Gli si appoggia contro, il seno premuto sul braccio muscoloso, lo stesso fa Marzia dall’altra parte e io… io spingo ancora indietro sollevandomi, prendendogli le mani e facendole salire in alto, fino all’attaccatura dei seni in una parvenza della coreografia che lui vuole.

- Ragazze… ragazze, che vi prende oggi? Siete distratte. Dovete concentrarvi, mancano pochi giorni. –

Sì, concentrarci. Io non ci riesco proprio, ho nelle narici l’odore del suo corpo di maschio sudato, di un dopobarba di marca, di… uomo. Come fa lui a non avvertire invece l’odore di noi tre femmine accaldate e “calde”?.
Accidenti… non posso sbagliarmi, adesso ha spinto lui. Me lo ha “appizzato” come si dice in gergo e rimango di stucco, è la prima volta che ha una reazione diversa da una battuta spiritosa o un sorriso enigmatico.

- Facciamo una pausa, sono due ore che sudiamo –

La voce di Marzia è suadente, la mano che carezza il braccio di lui, i seni strizzati nel body, chiaramente senza nient’altro sotto, stretti contro il suo tricipite.

- Va bene, ma cinque minuti soltanto. Bevete qualcosa se volete. –

- Mmmmhhhh, sì, berrei volentieri qualcosa… di caldo –

Vanessa continua con i doppi sensi leccandosi voluttuosamente le labbra e lasciando intendere che non si riferisce ad acqua o bibite.

- Su ragazze, non fate così, sembra quasi che… -

Non gli lascio finire la frase. Non mi sono mai sentita così predisposta verso di lui e non voglio perdere l’occasione. Ora o mai più. Con uno sguardo mi accordo con le mie amiche e mi volto appoggiandogli il mio florido seno al petto. E’ totalmente circondato, avviluppato da noi tre.

- Sembra cosa? –

Gli dico mentre appoggio la mano tra le sue gambe stringendo lievemente.
Ora non può equivocare. La mia “pazzia” mi inebria, mi sento la testa leggera e palpo con evidente piacere il suo pacco.
Lo spingo per le spalle e, aiutata dalle mie amiche, mi è facile fargli perdere l’equilibrio e cadere morbidamente indietro finendo disteso con noi sopra.

- Ragazze smettetela, che state facendo … ? –

- Non lo capisci da solo? –

Mi faccio ancora più audace e gli abbasso pantaloncini e slip mettendo a nudo un affare non al massimo del suo turgore ma piacevolmente già rigido e, soprattutto, consistente.
A quattro zampe, china in avanti, scivolo con la lingua dalla base alla punta che faccio subito sparire tra le labbra. Un gemito sordo gli sfugge. Alzo lo sguardo e vedo Vanessa e Marzia chine su di lui che gli porgono a turno le labbra umide. L’asta dura si irrigidisce ancora di più affondando tra le mie labbra che faccio scorrere su e giù lentamente lasciando rivoli di saliva. La testa di Vanessa è accanto alla mia, viene a reclamare la sua parte.
A malincuore cedo senza però staccare la mano dalla base. Deve capire che è un mio regalo e non una sua conquista. La guardo scendere giù con le labbra cercando di prenderne più possibile, gli occhi liquidi di lussuria, persi nel vuoto. Di colpo se lo toglie di bocca ed ansima, geme scattando in alto con la testa. Mi accorgo che la mano di Mauro è dietro di lei, sotto la poca stoffa che la copre. Immagino le dita di lui dentro la sua micina, dall’altra parte è lo stesso per Marzia che continua a baciarlo. Lascio Vanessa al suo gustoso boccone e mi alzo per togliermi il body. Subito Marzia scivola in basso a contenderle l’uccello a colpi di lingua.

Nuda finalmente, scavalco il corpo della mia amica e mi inginocchio sopra il volto di Mauro. Ha gli occhi chiusi, le labbra semiaperte, deliziato dal pompino vorace che le mie amiche gli stanno dedicando. Il tocco delle mie natiche sul suo petto gli fa aprire gli occhi e vedere a pochi centimetri la mia figa aperta e vogliosa. Scivolo in avanti e non c’è bisogno di dirgli cosa fare.
Mugolo forte quando sento la sua lingua posarsi sulla mia carne bollente. Prima leggera, come se volesse farne conoscenza, poi più pressante, più avida, curiosa mentre scorre dalla figa all’ano con lunghe spatolate di lussuria.
Sento il suo corpo contrarsi sotto di me. Voltando la testa di lato vedo che Marzia gli si è seduta a cavalcioni scacciando Vanessa e si è lasciata impalare. Mi guarda con un sorriso di sfida, come a dirmi “è mio”. Capisco che la voce è vera, lei già c’è stata ed ora rivendica la sua prelazione. Ma è generosa la mia amica perché dopo pochi minuti di su e giù, strofinando il ventre sul corpo muscoloso sempre più veloce, si toglie per far posto a Vanessa che con movimenti a scatto, segno dell’eccitazione che deve provare, si butta letteralmente su Mauro e si infila nella micina la verga durissima.

Io mi sto godendo la lingua di Mauro. Non l’ho vista ma mi pare lunghissima, grossa. E come la sa usare bene, mi sta portando rapidamente all’orgasmo di cui sento i primi brividi scorrermi nel ventre. Mi dondolo sopra di lui per accentuare il mio piacere.

- Porco… ti piace avere tre fighe tutte per te? –

Lo provoco prendendolo per i capelli e tirandolo a me. Lui reagisce saettando la lingua sul clitoride e facendomi sobbalzare. Sì, ci sa decisamente fare. Non può rispondermi con la voce ma lo fa con quel muscolo guizzante e caldo che oramai conosce a menadito i miei anfratti segreti. Mi muovo ancora un poco e sento il piacere salirmi dentro lento, come un’onda di marea. Mi abbandono alle sensazioni bagnandogli la faccia dei miei succhi senza che lui smetta di leccarmi e grido, grido forte. Dietro di me anche Vanessa grida e si appoggia con la fronte alla mia schiena. Di lato vedo Marzia che si masturba velocemente e poi… poi il nulla, lo splendido meraviglioso “nulla e tutto insieme” che mi avvolge ogni volta percorrendomi il corpo come una scarica elettrica. Ho sempre avuto succhi abbondanti e posso solo immaginare come sia ora il volto di Mauro.
Mi stacco con fatica quando inizio a avvertire come fastidio per l’opera incessante della sua lingua ma mi chino per baciarlo, per ringraziarlo, per fargli capire quanto mi sia piaciuto. Ora anche le mie guance sono bagnate dei miei fluidi.

Un corpo caldo urta il mio facendomi quasi cadere. E’ Marzia che, una volta smontata Vanessa, si affretta a prenderne il posto sul cazzo eretto di Mauro. Vedo l’arnese scivolare lentamente e profondamente nella figa lucida della mia amica, le labbra glabre che lo accolgono e lo avvolgono fino a farlo scomparire.
Marzia si muove veloce, avanti e indietro, stringendosi i seni e poco dopo prende a gemere forte, sempre più forte, scuotendo la testa fino all’orgasmo che la fa sussultare sopra l’uomo disteso.
Quando si toglie, il cazzo luccicante di umori riappare alla mia vista e la voglia mi torna. La voglia di sentirlo dentro di me, di sentirmi aprire. Mauro è una meraviglia, nonostante tutto non è venuto e è duro come il ferro. Lo scopo come ha fatto Marzia, poggiandogli le mani sul ventre sodo, sentendo sotto i palmi i muscoli contratti e guizzanti e un nuovo orgasmo mi prende e mi fa urlare prima di accasciarmi di lato senza forze.

Mauro è un demonio. Si alza col suo sorriso beffardo, l’uccello teso che attira i nostri sguardi sporgendo dal ventre tonico frutto di tanta attività fisica, e si avvicina a noi tre.

- Soddisfatte? E’ valsa la pena di aspettare così tanto? –

Ci sfotte e intanto fa oscillare il pene. Capisco subito cosa intenda. La sua ritrosia è sempre stata solo una sceneggiata. Non è un uomo fedele, non è un uomo probo dedito al lavoro, non è tutto di un pezzo. E’… un predatore, uno che sa come attrarre le donne e finge per spingerle più in là, oltre, facendo una cernita, scegliendo chi più gli aggrada. Mi sento nello stesso tempo umiliata ed orgogliosa per essere tra le “prescelte”. La testa di Marzia che accenna un sì mi fa anche capire che quei due erano d’accordo, che è vero che lei c’è stata ed ha anche accettato di aiutarlo con noi due per questa piccola orgia appena conclusa.

Conclusa? Nemmeno per idea. Dimostrando una resistenza ammirevole, lui non ha goduto ed ora reclama il suo piacere. Con un sospiro felice mi unisco a Vanessa, già in ginocchio davanti a lui e già Marzia mi imita. Lo lecchiamo e succhiamo dividendoci i compiti, scivolando con le labbra semiaperte sull’asta, prendendolo in bocca fin dove possiamo, leccandogli i testicoli a turno e, infine, dividendoci il seme che sgorga copioso in lunghi getti odorosi. Il primo finisce in bocca a Marzia, il secondo si perde in aria quando Vanessa glielo porta via per prendere golosamente sulla lingua il terzo. Ce ne è anche per me che certo non resto a guardare, lottando per quella carne fremente e stillante linfa vitale.

Quando lui fa un passo indietro, il cazzo che sta perdendo vigore, noi tre siamo imbrattate di lui e ci guardiamo con aria da cretine sorridendoci soddisfatte.

- Stronza –

Dico a Marzia con tono affettuoso.

- Ti è dispiaciuto? –

Mi risponde lei con lo stesso tono. Vanessa non ha capito ma si inserisce nell’abbraccio che ci scambiamo ancora inginocchiate per terra.

- Marzia… -

La voce di Mauro arriva da dietro e mi volto. Allargo le labbra in una O di stupore. Sono passati forse due minuti e già… Mauro si carezza piano il pene, coprendo e scoprendo la punta umida. E’ impossibile non capire che sta riprendendo vigore per la sua azione, con lui che chiede un aiuto alla mia amica la quale si precipita verso di lui imboccando felice il cazzo già a buon punto.

- Tu non sei un uomo… -

Mi sfugge con tono stupito. Mai, mai ho incontrato qualcuno che fosse di nuovo pronto dopo così poco tempo. Non che ne abbia avuti poi tanti ma… abbastanza, e ad ognuno occorrevano almeno dieci minuti per tornare “in forma”. Vicino a me Vanessa si lecca le labbra golosa e camminando sulle ginocchia si accosta per aiutare Marzia.
In breve Mauro è pronto di nuovo.

- Mettetevi gattoni affiancate –

Ci ordina e siamo contente di obbedire. Comincia proprio da me che sto a sinistra. Mi penetra e mi stantuffa per un minuto prima di passare a Vanessa smaniante al mio fianco. Un minuto anche a lei e poi Marzia, e poi di nuovo io. Guaiamo come cagnoline tutte e tre mentre veniamo montate o aspettando il nostro turno di monta, carezzandoci da sole nell’attesa. Un nuovo orgasmo mi sale dentro e quel bastardo se ne accorge. Passato il minuto non smette di fottermi ma, anzi, si muove più veloce dandomi colpi potenti che mi costringono a puntare le braccia per terra. Una sua mano è tra le mie gambe a carezzarmi visto che io devo fare forza per non crollare bocconi. Pochi tocchi e godo ancora scuotendo la testa come impazzita. E poi crollo lo stesso, sfinita, il corpo che sussulta, incapace di tenermi a quattro zampe. Mauro mi lascia e passa a Vanessa. La guancia poggiata a terra lo vedo fare la stessa cosa con lei e mi immagino che spettacolo posso aver dato alle mie amiche. Marzia ha gli occhi lucidi di eccitazione, si lecca le labbra aspettando il suo momento, mugolando forte quando arriva e Vanessa crolla giù come me poco prima. Alla fine siamo tutte distese a terra, sudate più che dopo la lezione di danza, le membra molli.

Mauro è di nuovo in piedi e ci osserva come un allevatore di cavalli che sta scegliendo la giumenta per il suo stallone. Il suo cazzo duro ci ha dominato, ci ha rese arrendevoli e pronte al suo volere. Mi preparo per alzarmi e rendergli omaggio immaginando che, come prima, voglia le nostre bocche per concludere ed invece…

- Per godere… voglio un culo –

Ci metto un paio di secondi a capire, a razionalizzare la sua richiesta. Vedo Vanessa che scuote la testa con aria impaurita. So che non l’ha mai fatto e le dimensioni di Mauro, pur non essendo stratosferiche, incutono comunque timore se si pensa di prenderlo dietro.
Marzie è indecisa, appare stanca, fiaccata. D’altronde è stata l’ultima ad essere montata e ancora deve riprendersi. Io… io ho la stessa paura di Vanessa. Non l’ho fatto moltissime volte e, se devo dire la verità, non è che mi piaccia poi tanto. Solo una volta mi è capitato di godere della sodomia ma è stato un caso particolare che ora non è il caso di raccontare.
L’attimo di esitazione di Marzia, che invece so farlo abitualmente, mi è favorevole.

- Io –

Sento la mia voce dire mentre mi sto mettendo a pecorina. Non ho accettato coscientemente, ma l’ho fatto. Perché? Cerco di capirlo mentre prendo posizione e comprendo che è un senso di rivalsa verso Marzia che già è stata con lui senza dire nulla a noi, le sue migliori amiche. Voglio dimostrare a lei, e Mauro, che so non essere da meno. Me ne convinco e intanto mi bagno due dita e vado a umettarmi il forellino del sedere. Inutile dirlo ma non sono del tutto tranquilla, ho paura che sia poco gentile, che il piacere finora avuto venga cancellato da un dolore che non so se sarò capace di sopportare.

- No, non così, mettiti di lato –

Mauro mi fa stendere di lato e mi si mette dietro, il torace muscoloso contro la mia schiena. Volgo la testa e prendo le sue labbra tra le mie spingendo la lingua verso di lui, ad avvolgersi alla sua. E’ la prima volta che lo bacio, penso con stupore. Stiamo scopando da quanto? Un’ora? Due ore? Ed è la prima volta che lo bacio. Mi abbevero alla sua bocca sentendomi calda e, finalmente, calma, pronta. Lui mi infila due dita nella figa spingendole verso l’alto, mi masturba con perizia ma non è per farmi eccitare, già lo sono, o almeno non solo. Si umetta le dita con i miei succhi e poi scivola dietro, al mio piccolo ano ancora contratto. Ci batte sopra cospargendola di bava vischiosa, e ancora mi ficca le dita nella vagina per prenderne ancora. Quando scivola con un dito dentro di me, dietro, smetto di baciarlo e appoggio la testa a terra attenta a ogni sensazione che sto provando. Cerco di rilassarmi per permetterli di entrare e ritrovo la sensazione “strana” che già conosco anche se non troppo bene. Le dita diventano due e mi sento aprire, forzare. Non mi fa male e Mauro è bravo, lento, coscienzioso. Mi allarga delicatamente ma con decisione fino a che non mi ritiene pronta e solo allora si prende l’affare in mano e lo punta al forellino grinzoso. Spinge e io cerco ancora di rilassarmi. Lo sento, lo sento che entra per forse due centimetri, provo a spingere e poi… plop.
Mi sembra quasi di sentire il rumore del mio muscolo che cede facendo entrare la cappella per intero. Trattengo il respiro aspettando la sua spinta e invece lui si ferma, muove le anche ma non spinge mentre le sue dita sono sul mio clitoride leggere come farfalle.
Mi lascia abituare per due lunghi minuti e poi sento ancora la sua pressione. Non mi fa male, è strano ma non sconosciuto e certamente non è dolore. Davanti a me Marzia mi guarda con occhi di brace seduta a terra di fianco a Vanessa, entrambe hanno una mano sul ventre e si toccano allo spettacolo che stiamo loro offrendo. Ancora pressione e le sue dita stringono il mio clitoride.

- E’ quasi tutto dentro –

Sento Mauro dirmi all’orecchio. Incredula allungo una mano dietro e constato che è vero, che mancano forse due sole dita. Mi sento prendere dalla situazione e adesso sono io a muovermi, a andargli incontro desiderosa di farmi riempire fino in fondo. Le mie natiche si incollano al suo ventre e gemo forte al solo pensiero di averlo tutto dentro di me.

- Baciala –

Ancora la voce di Mauro, rivolta a Marzia, e subito dopo due labbra morbide che si incollano alle mie ed una linguetta che spinge per entrare. Apro le labbra e mi arrendo all’intrusione. Non ho mai baciato una donna, almeno non come ora, vogliosa e remissiva, eccitata dal sentire quel sapore così diverso.
Mauro si muove indietro come per prendere la rincorsa e poi spinge ancora avanti rientrando. Mugolo sulle labbra di Marzia. Mi scava, mi riempie, mi apre con dolcezza. Il poco dolore che sento si mescola al piacere che sta nascendo, rinculo verso di lui inseguendolo mentre si ritrae, mi fermo per dargli modo di affondare in profondità. La lingua di Marzia è un diavoletto che mi fruga la bocca, si stringe ed intreccia alla mia, le sue labbra sono avide, prepotenti. Ho il cervello in fiamme, sensazioni che si inseguono e sfociano in elettricità su tutto il mio corpo. Mi muovo come una bambola disarticolata.

- Siiiiiiiiiiiiiii –

Mi sfugge dalle labbra il breve istante che Marzia si fa indietro, e poi ancora le sue labbra sulle mie a smorzare il gridolino che emetto quando Mauro spinge ancora a fondo.
Mi sta spostando, non me ne ero accorta subito ma mi sta spostando, facendomi girare bocconi. Faccio fatica a mantenere il contatto con la bocca di Marzia e protesto. Non ci riesco, stesa a terra, lui sopra di me che mi scorre dentro nel canale ora aperto ed accogliente, non posso più baciare Marzia. Un suo dito che mi sfiora le labbra è un pallido surrogato ma lo prendo e lo succhio come se fosse un’ancora per me che mi trattiene ancora in questo mondo.

- OOOOHHHHHHHH. DAI! PIU’ FORTE! –

Ascolto la mia voce incosciente chiedergli di spingere, di darmi di più, di darmelo tutto, e Mauro mi accontenta prendendomi per le anche, aprendomi le natiche e spingendo come un forsennato. Una mano è sulla mia micina da dietro, mi sfiora, mi tocca, entra con le dita dentro di me. Non so di chi sia e non mi importa. Di colpo mi sento vuota. Mauro è uscito da me. Non ho il tempo di protestare che il suo cazzo duro torna a riempirmi ma davanti, la manina sconosciuta che riprende a stuzzicarmi il clitoride… e io impazzisco. Sto godendo come mai ho goduto prima e lo dico, lo urlo prima di accasciarmi sul pavimento senza più forze, sentendo Mauro scorrere in me ancora una, due, tre volte e poi piantarmisi dentro fino in fondo. Aspetto di sentire i suoi spruzzi ma ancora lu esce da me.

- Voglio goderti dietro –

Mi dice affannato. Giro la testa e faccio un cenno esausto di assenso e ancora mi sento forzare il muscolo oramai arreso ed accogliente. Mi colpisce con forza, gridando lui stesso fino a che si blocca con un ultimo urlo completamente affondato nel mio culetto, il suo cazzo che si gonfia ed esplode. Calore. Sento distintamente il calore del suo seme riempirmi. Stringo i muscoli dell’ano per impedirgli di uscire facendolo singhiozzare e darmi un ultimo colpo che mi arriva dritto al cervello.
Poco dopo esce da me ma io non sono ancora pienamente cosciente.

- Accidenti come urli –

Lo dice ammirato e, girando la testa, vedo Marzia e Vanessa guardarmi con una luce strana negli occhi. Mi gira la testa, provo ad alzarmi ma non ho forza ed è Mauro ad aiutarmi. Tutti e quattro andiamo così come siamo, nudi e imbrattati, verso il bagno. Non so come entriamo nel cubicolo della doccia e l’acqua che mi scorre addosso riesce a farmi tornare completamente in me. Li vedo pieni di sorrisi e premure. Ci scambiamo dolci carezze senza altri fini, ci aiutiamo a lavarci, si abbracciamo stretti. Sappiamo tutti che è stata una prima volta ma che ce ne saranno ancora.
di
scritto il
2019-12-08
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