La vergogna
di
Fairy Rust
genere
dominazione
...E così mi trovo con il culo in terra.
Con il solo intimo indosso mi fa spinto indietro ed è stato inevitabile, per me, cadere indietro,con le gambe vergognosamente aperte e le braccia indietro per ammortizzare la caduta. Il mio ragazzo è davanti a me, in piedi, alto e dominante, con il cazzo che, per quanto sia appena venuto, svetta ancora orgoglioso. Dio quanto lo vorrei dentro di me... ma prima che realizzi cosa sta succedendo e mi rialzi fa un mezzo passo avanti e mette un piede sulla mia passera.
"Adesso voglio che vieni."
Io sono perplessa. È imbarazzante, vergognoso. Non mi ha mai trattata così e non riesco a reagire. Lo guardo perplessa.
"Non hai capito? Voglio che ti masturbi contro il mio piede."
Mi sento avvampare le guance. Come può chiedermi una cosa simile? Non lo farebbe neanche un cane,perché dovrei farlo io che sono la sua fidanzata? Eppure... lo ammetto. C'è qualcosa di eccitante in questa situazione.
"Come vuoi", è tutto quello che riesco a dire un attimo prima di iniziare a muovere il bacino. Sono incerta, mi muovo poco e piano, la posizione non mi aiuta.
Di colpo sbuffa.
"Sembri una suora. Ora ti faccio godere io."
Mi sento in colpa. Lo so, è assurdo, lui mi tratta male e sono io a sentirmi in colpa per non essere in grado di accontentarlo.
"Scusa" mormoro mortificata.
Mi appoggia la punta del piede sul petto, proprio in mezzo ai seni, e spinge. Mi costringe a sdraiarmi. Non riesco a oppormi. Il pavimento è freddo, lo sento tutto sulla schiena. Inarco la schiena. Sposta il piede sulla pancia e mi costringe giù.
"Ahhh..."
Gemo. Fa veramente freddo. Non ero pronta. Ma sono pronta per lui. Mi sta trattando peggio di una serva. Dovrei arrabbiarmi, alzarmi e mandarlo via. Invece sono eccitata... sento il mio sesso reagire. Sono bagnata. Sono bagnata da morire e mi vergogno di esserlo. È tutto nuovo, non ho mai provato nulla del genere.
Mi guarda compiaciuto. Sposta di nuovo il piede e lo mette sopra la mia figa.
Mi sento umiliata, eppure non riesco a fare nulla. È come se i suoi occhi fossero dei magneti da cui non posso liberarmi finché li tiene fissi su di me.
"Ora voglio vederti godere."
Inizia a muovere la scarpa su di me. No, sbaglio. Non su di me. Soltanto tra le mie gambe, sul mio sesso. Certo, ho ancora indosso le mutandine. Per fortuna. Io sono allibita. Il mio ragazzo mi sta masturbando con la suola delle scarpe e tutto quello che riesco a fare è spingermi contro di lui.
"Tutto qui? Non sai fare di meglio?"
Mi stringo nelle spalle. Come è possibile che sia ancora io a sentirmi in colpa?
"Scusa..." è tutto quello che riesco a dire.
Sbuffa.
"Adesso ci penso io a te."
Non capisco.
Poi si piega un attimo, mi afferra le caviglie con le mani e mi alza le gambe. Non cambia molto da prima, in realtà. Almeno fino a quando non inizia a fare forza. Con il piede mi spinge per terra e con le mani mi tira le gambe. Sbatto le mani per terra.
"Mi fai male così..."
"Se ora non vieni te ne farò molto di più."
Sono spaventata. Non si è mai comportato così, non so cosa gli sia preso,ma non posso negare che mi piaccia.
"Io... non so cosa devo fare..."
"Umiliati. Godi contro la mia scarpa."
"Non so se ce la faccio..."
Mi fa paura e mi eccita allo stesso tempo.
"Rendimi orgoglioso di te."
È folle. Capisco che lo è quando dice così. E io lo sono ancora di più.
È la cosa più assurda, imbarazzante e vergognosa che abbia fatto.
Ma lo faccio.
È una tortura. Per il male che mi sta facendo, per la posizione che ho, per quello che devo fare. Ma non so come inizio a farlo. Inizio a muovere il bacino contro la sua scarpa. E sì... inizia a piacermi. Al movimento meccanico per farlo felice subentra qualcosa di più intimo... e lui se ne accorge.
"Ti piace?"
Mi vergogno da morire. Vorrei che il pavimento si aprisse e mi risucchiasse.
"Sì" mormoro.
"Vorresti di più?"
Non capisco.
"Di più cosa?"
E lo vedo spostare un peso un po' in avanti, sul piede che tiene su di me. Fa male.
"Così mi schiacci..."
"Non ti piace?"
Sento il suo peso tutto sulla figa. Mi sta facendo male e mi sta facendo impazzire allo stesso tempo. Che mi sta succedendo?
"Non ho sentito la risposta" mi dice quando capisce che non gli risponderò. Mi sta piacendo. Si è rotto qualcosa nella mia testa. Sto godendo. So di essere un lago.
"Sì..."
"Sì cosa?"
"Sì, mi piace."
"Dimostralo. Vieni."
Aumento il ritmo. Per quanto sia folle aumento il ritmo. Mi tira le caviglie.
"Così mi rompi..." riesco a mormorare.
"È quello che voglio."
"No ti prego."
In realtà c'è qualcosa che mi sta facendo impazzire. Una parte di me vorrebbe di più. Molto di più. L'altra ha paura e vorrebbe scappare. Ma l'orgasmo si sta avviciando...
"Sì invece. Voglio spaccarti la figa. E voglio vederti godere mentre lo faccio."
Non ce la faccio più.
Urlo.
Esplodo.
Mi tiro su e con entrambe le mani mi aggrappo alla sua gamba mentre l'orgasmo che mi stravolge è così forte che scoppio a piangere.
Con il solo intimo indosso mi fa spinto indietro ed è stato inevitabile, per me, cadere indietro,con le gambe vergognosamente aperte e le braccia indietro per ammortizzare la caduta. Il mio ragazzo è davanti a me, in piedi, alto e dominante, con il cazzo che, per quanto sia appena venuto, svetta ancora orgoglioso. Dio quanto lo vorrei dentro di me... ma prima che realizzi cosa sta succedendo e mi rialzi fa un mezzo passo avanti e mette un piede sulla mia passera.
"Adesso voglio che vieni."
Io sono perplessa. È imbarazzante, vergognoso. Non mi ha mai trattata così e non riesco a reagire. Lo guardo perplessa.
"Non hai capito? Voglio che ti masturbi contro il mio piede."
Mi sento avvampare le guance. Come può chiedermi una cosa simile? Non lo farebbe neanche un cane,perché dovrei farlo io che sono la sua fidanzata? Eppure... lo ammetto. C'è qualcosa di eccitante in questa situazione.
"Come vuoi", è tutto quello che riesco a dire un attimo prima di iniziare a muovere il bacino. Sono incerta, mi muovo poco e piano, la posizione non mi aiuta.
Di colpo sbuffa.
"Sembri una suora. Ora ti faccio godere io."
Mi sento in colpa. Lo so, è assurdo, lui mi tratta male e sono io a sentirmi in colpa per non essere in grado di accontentarlo.
"Scusa" mormoro mortificata.
Mi appoggia la punta del piede sul petto, proprio in mezzo ai seni, e spinge. Mi costringe a sdraiarmi. Non riesco a oppormi. Il pavimento è freddo, lo sento tutto sulla schiena. Inarco la schiena. Sposta il piede sulla pancia e mi costringe giù.
"Ahhh..."
Gemo. Fa veramente freddo. Non ero pronta. Ma sono pronta per lui. Mi sta trattando peggio di una serva. Dovrei arrabbiarmi, alzarmi e mandarlo via. Invece sono eccitata... sento il mio sesso reagire. Sono bagnata. Sono bagnata da morire e mi vergogno di esserlo. È tutto nuovo, non ho mai provato nulla del genere.
Mi guarda compiaciuto. Sposta di nuovo il piede e lo mette sopra la mia figa.
Mi sento umiliata, eppure non riesco a fare nulla. È come se i suoi occhi fossero dei magneti da cui non posso liberarmi finché li tiene fissi su di me.
"Ora voglio vederti godere."
Inizia a muovere la scarpa su di me. No, sbaglio. Non su di me. Soltanto tra le mie gambe, sul mio sesso. Certo, ho ancora indosso le mutandine. Per fortuna. Io sono allibita. Il mio ragazzo mi sta masturbando con la suola delle scarpe e tutto quello che riesco a fare è spingermi contro di lui.
"Tutto qui? Non sai fare di meglio?"
Mi stringo nelle spalle. Come è possibile che sia ancora io a sentirmi in colpa?
"Scusa..." è tutto quello che riesco a dire.
Sbuffa.
"Adesso ci penso io a te."
Non capisco.
Poi si piega un attimo, mi afferra le caviglie con le mani e mi alza le gambe. Non cambia molto da prima, in realtà. Almeno fino a quando non inizia a fare forza. Con il piede mi spinge per terra e con le mani mi tira le gambe. Sbatto le mani per terra.
"Mi fai male così..."
"Se ora non vieni te ne farò molto di più."
Sono spaventata. Non si è mai comportato così, non so cosa gli sia preso,ma non posso negare che mi piaccia.
"Io... non so cosa devo fare..."
"Umiliati. Godi contro la mia scarpa."
"Non so se ce la faccio..."
Mi fa paura e mi eccita allo stesso tempo.
"Rendimi orgoglioso di te."
È folle. Capisco che lo è quando dice così. E io lo sono ancora di più.
È la cosa più assurda, imbarazzante e vergognosa che abbia fatto.
Ma lo faccio.
È una tortura. Per il male che mi sta facendo, per la posizione che ho, per quello che devo fare. Ma non so come inizio a farlo. Inizio a muovere il bacino contro la sua scarpa. E sì... inizia a piacermi. Al movimento meccanico per farlo felice subentra qualcosa di più intimo... e lui se ne accorge.
"Ti piace?"
Mi vergogno da morire. Vorrei che il pavimento si aprisse e mi risucchiasse.
"Sì" mormoro.
"Vorresti di più?"
Non capisco.
"Di più cosa?"
E lo vedo spostare un peso un po' in avanti, sul piede che tiene su di me. Fa male.
"Così mi schiacci..."
"Non ti piace?"
Sento il suo peso tutto sulla figa. Mi sta facendo male e mi sta facendo impazzire allo stesso tempo. Che mi sta succedendo?
"Non ho sentito la risposta" mi dice quando capisce che non gli risponderò. Mi sta piacendo. Si è rotto qualcosa nella mia testa. Sto godendo. So di essere un lago.
"Sì..."
"Sì cosa?"
"Sì, mi piace."
"Dimostralo. Vieni."
Aumento il ritmo. Per quanto sia folle aumento il ritmo. Mi tira le caviglie.
"Così mi rompi..." riesco a mormorare.
"È quello che voglio."
"No ti prego."
In realtà c'è qualcosa che mi sta facendo impazzire. Una parte di me vorrebbe di più. Molto di più. L'altra ha paura e vorrebbe scappare. Ma l'orgasmo si sta avviciando...
"Sì invece. Voglio spaccarti la figa. E voglio vederti godere mentre lo faccio."
Non ce la faccio più.
Urlo.
Esplodo.
Mi tiro su e con entrambe le mani mi aggrappo alla sua gamba mentre l'orgasmo che mi stravolge è così forte che scoppio a piangere.
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