La Donna del disegno
di
Anonima1981
genere
saffico
Sono dietro di te, Paola. Nella tua luminosa camera da letto. In piedi, stiamo guardando il quadro. Quello di cui mi hai parlato quel giorno, nella caffetteria del primo incontro. Quel disegno che ti turba e ti fa sognare, quella donna nuda incisa in un tempo lontano da mano ottocentesca. Un regalo importante per le tue nozze.
Lui è già uscito per andare in ufficio. Un giovane uomo, quasi un ragazzo, che sta costruendo il proprio futuro e con esso il tuo e quello dei figli che presto verranno.
Sono dietro di te, Paola. Lui non sa, non conosce i tuoi tremori, le tue paure, i tuoi desideri. E’ a lui sconosciuta la giovane donna che pochi mesi fa è entrata, per la prima volta, in punta di piedi, in quel sito di cui ti ha parlato Martina, l’amica di sempre. Un sito di racconti erotici. “Vedrai” ti ha detto “Ne troverai alcuni molto eccitanti, di tutti i generi. Alcuni brutti e sgrammaticati ma altri…Santo cielo! Paola, leggili e vedrai tu stessa…”
E tu hai letto. Scelto gli autori che preferivi, selezionate le autrici che cercavi ogni giorno per scorgere le loro nuove parole, le nuove emozioni che facevano nascere in te. Emozioni nascoste in profondità, dentro di te ma da sempre pronte per venire alla luce, fin da quel giorno, da quel bacio rubato e proibito dalle convenzioni allora imperanti.
Sono dietro di te, Paola. Le mani sulle tue spalle coperte dalla seta della camicia. Il tuo profumo si confonde con il mio, una combinazione che lenta si accende e che, ora lo sappiamo, diventerà fuoco. Il mio respiro sulla pelle del tuo lungo e candido collo. La leggera peluria bionda si solleva nel brivido che ti percorre senza barriere.
Poi, finalmente, quel giorno, il primo commento, timido e quasi pauroso dei giudizi altrui. Un piccolo complimento al racconto che ti aveva suggerito fantasie strane, che non volevi lasciar vivere nella tua mente di giovane moglie. Lei aveva risposto scegliendo il tuo commento tra i tanti. Io ti avevo risposto, Paola.
Avevi divorato i miei racconti. Me l’hai scritto, il sorriso che illuminava il tuo viso, tralasciando le cose di casa, il letto da rifare, la lavatrice da stendere, il sugo da preparare seguendo la ricetta del libro. Ne avevi commentati alcuni, quelli più emozionanti, quelli che, senza renderti subito conto, avevano acceso la tua fantasia e la tua pelle.
Sono dietro di te, Paola. Le mani scivolano lunghe le braccia magre, calde sotto la seta. Risalgono ad accarezzare le morbide spalle. Si arresta il respiro quando appoggio le labbra sul collo, quando sussurro il mio desiderio. Reclini il capo e ti appoggi a me sospirando. Il nudo disegno ci guarda e comprende.
Poi, un giorno, sapendo che stavi leggendo ho risposto a un tuo nuovo commento. Una conversazione tra noi, un dialogo intimo nel rumore di fondo degli altri commenti. Contravvenendo alle regole che mi ero imposta, non ho resistito, ho digitato il mio indirizzo di posta. Pochi minuti, prima di cancellarlo. Una sorta di roulette russa. Ho atteso impaziente. L’hai letto, ho avuto ragione nel voler rischiare.
Sono davanti a te, Paola. Le mani scendono a slacciare il primo bottone, Mi fermo, ti guardo. Sorridi, gli occhi spalancati sui miei. Appoggio le labbra alle tue, tiepide e quasi tremanti. Poi le nostre dita diventano agili e impazienti nello schiudere i tesori nascosti. Il sole del pieno mattino illumina il candore della tua pelle e il dorato calore della mia.
Nel breve tempo le mail si sono inseguite, dapprima titubanti, poi più sicure seppure incerte, timorose di non capire quello che invece era chiaro. Per giorni e settimane abbiamo scritto, raccontato, confessato quello che nessuno sapeva nè doveva sapere. Non eravamo più due donne di età così diversa, la donna matura e la giovane. Eravamo due donne che si cercavano e si erano finalmente trovate.
Sono davanti a te, Paola. Nuda come tu sei nuda. Mi chino sui tuoi seni ancora acerbi, con le labbra ne cerco il sapore. Imprigiono tra i denti i capezzoli chiari, già piccoli chiodi. Si arresta il tuo respiro quando li mordo con gioiosa ferocia. Le dita tra i miei capelli mi raccontano il tuo desiderio. Sollevo la testa, ti guardo. La tua mano accarezza il mio seno maturo. La tua bocca imprigiona la mia, la lingua mi schiude le labbra in una danza morbida e lenta che diventa sfrenata e impudente.
Nella caffetteria del primo incontro, in mezzo a camerieri invadenti e a clienti rumorosi e distratti, ci siamo parlate con gli occhi, ci siamo raccontate le nostre paure e le nostre incertezze. Le dita si sono incontrate sulla tovaglia di lino. Impaurite si sono ritratte dopo il primo contatto imprevisto e inatteso. Per poi cercarsi di nuovo. Con un dito ho accarezzato il dorso della tua mano, guardandomi attorno per vedere se qualcuno ci stesse spiando con occhio curioso. Poi ci siamo fatte coraggio con gli occhi e abbiamo incrociato le dita in un muto messaggio.
Sono in ginocchio davanti a te, Paola. Ti guardo negli occhi, il respiro accarezza il tuo pube glabro, le dita accarezzano le morbide labbra già umide e gonfie. Chiudi gli occhi e sospiri. Poi ti lasci sedere sul candido letto, ti stendi, dischiudi le gambe e mi guidi verso il mio desiderio. Mi cingi la testa tra le cosce serrate. Mi imprigioni nel tuo liquido piacere. La donna del disegno è illuminata dalla luce radente del sole.
Nel buio dell’auto, l’oscurità di un tardo pomeriggio invernale a proteggerci, il nostro primo bacio. Ci siamo sfiorate le labbra. Un riso liberatorio. Le dita incrociate, un nuovo bacio meno incerto, voluto. Le mani si sono staccate per imparare a conoscere i nostri corpi, le nostre pelli sudate e vestite già di paura e di passione.
Sono sul letto al tuo fianco, Paola. Gli occhi pieni di te. Le tue mani imparano a conoscere nella luce del giorno quello che già conoscevi nel buio dei nostri pomeriggi invernali, in quel viale alberato con un tappeto di foglia bagnate di piaggia. Temo che non ti piaccia il mio corpo maturo, i miei seni pesanti, il mio pube coperto di riccioli bruni. Mi leggi negli occhi il pensiero. Sorridi. La bocca mi mangia un seno, la lingua disegna una strada di saliva verso il mio ventre teso e tremante nell’attesa della tua bocca. Finalmente.
Non potevamo continuare così, rubando ore e giorni, nascondendoci a sguardi impietosi e volgari. Non osavo chiedere di più, più di quello che già mi donavi con la tua ardente giovinezza.
Ma ora siamo qui, non mi chiedo come e perché. Siamo qui. Mi abbandono alle tue dita esperte di te ma ora curiose di altri ignoti percorsi e di differenti e uguali bisogni. Mi abbandono alla tua bocca e alla tua lingua ancora inesperta, ai tuoi baci bagnati di me, alle dolci parole, al tuo amore sussurrato e gridato, ai tuoi rantoli, ai tuoi respiri, alle lacrime, alle risate, ai morsi, ai segni sul collo, alle unghie sulla schiena.
Ora siamo qui, insieme. Quando la mia coscia spalanca le tue, il mio sesso danza sul tuo, in una danza senza riposo. Siamo qui quando sento che ti manca il respiro, che le cosce stringono la mia, che mi mordi un orecchio, che i miei umori scivolano lungo la coscia mescolandosi con i tuoi. Siamo qui quando allacciate precipitiamo nella luce abbagliante di un pozzo infinito. La donna del disegno ora sorride. Lei sa perché.
Lui è già uscito per andare in ufficio. Un giovane uomo, quasi un ragazzo, che sta costruendo il proprio futuro e con esso il tuo e quello dei figli che presto verranno.
Sono dietro di te, Paola. Lui non sa, non conosce i tuoi tremori, le tue paure, i tuoi desideri. E’ a lui sconosciuta la giovane donna che pochi mesi fa è entrata, per la prima volta, in punta di piedi, in quel sito di cui ti ha parlato Martina, l’amica di sempre. Un sito di racconti erotici. “Vedrai” ti ha detto “Ne troverai alcuni molto eccitanti, di tutti i generi. Alcuni brutti e sgrammaticati ma altri…Santo cielo! Paola, leggili e vedrai tu stessa…”
E tu hai letto. Scelto gli autori che preferivi, selezionate le autrici che cercavi ogni giorno per scorgere le loro nuove parole, le nuove emozioni che facevano nascere in te. Emozioni nascoste in profondità, dentro di te ma da sempre pronte per venire alla luce, fin da quel giorno, da quel bacio rubato e proibito dalle convenzioni allora imperanti.
Sono dietro di te, Paola. Le mani sulle tue spalle coperte dalla seta della camicia. Il tuo profumo si confonde con il mio, una combinazione che lenta si accende e che, ora lo sappiamo, diventerà fuoco. Il mio respiro sulla pelle del tuo lungo e candido collo. La leggera peluria bionda si solleva nel brivido che ti percorre senza barriere.
Poi, finalmente, quel giorno, il primo commento, timido e quasi pauroso dei giudizi altrui. Un piccolo complimento al racconto che ti aveva suggerito fantasie strane, che non volevi lasciar vivere nella tua mente di giovane moglie. Lei aveva risposto scegliendo il tuo commento tra i tanti. Io ti avevo risposto, Paola.
Avevi divorato i miei racconti. Me l’hai scritto, il sorriso che illuminava il tuo viso, tralasciando le cose di casa, il letto da rifare, la lavatrice da stendere, il sugo da preparare seguendo la ricetta del libro. Ne avevi commentati alcuni, quelli più emozionanti, quelli che, senza renderti subito conto, avevano acceso la tua fantasia e la tua pelle.
Sono dietro di te, Paola. Le mani scivolano lunghe le braccia magre, calde sotto la seta. Risalgono ad accarezzare le morbide spalle. Si arresta il respiro quando appoggio le labbra sul collo, quando sussurro il mio desiderio. Reclini il capo e ti appoggi a me sospirando. Il nudo disegno ci guarda e comprende.
Poi, un giorno, sapendo che stavi leggendo ho risposto a un tuo nuovo commento. Una conversazione tra noi, un dialogo intimo nel rumore di fondo degli altri commenti. Contravvenendo alle regole che mi ero imposta, non ho resistito, ho digitato il mio indirizzo di posta. Pochi minuti, prima di cancellarlo. Una sorta di roulette russa. Ho atteso impaziente. L’hai letto, ho avuto ragione nel voler rischiare.
Sono davanti a te, Paola. Le mani scendono a slacciare il primo bottone, Mi fermo, ti guardo. Sorridi, gli occhi spalancati sui miei. Appoggio le labbra alle tue, tiepide e quasi tremanti. Poi le nostre dita diventano agili e impazienti nello schiudere i tesori nascosti. Il sole del pieno mattino illumina il candore della tua pelle e il dorato calore della mia.
Nel breve tempo le mail si sono inseguite, dapprima titubanti, poi più sicure seppure incerte, timorose di non capire quello che invece era chiaro. Per giorni e settimane abbiamo scritto, raccontato, confessato quello che nessuno sapeva nè doveva sapere. Non eravamo più due donne di età così diversa, la donna matura e la giovane. Eravamo due donne che si cercavano e si erano finalmente trovate.
Sono davanti a te, Paola. Nuda come tu sei nuda. Mi chino sui tuoi seni ancora acerbi, con le labbra ne cerco il sapore. Imprigiono tra i denti i capezzoli chiari, già piccoli chiodi. Si arresta il tuo respiro quando li mordo con gioiosa ferocia. Le dita tra i miei capelli mi raccontano il tuo desiderio. Sollevo la testa, ti guardo. La tua mano accarezza il mio seno maturo. La tua bocca imprigiona la mia, la lingua mi schiude le labbra in una danza morbida e lenta che diventa sfrenata e impudente.
Nella caffetteria del primo incontro, in mezzo a camerieri invadenti e a clienti rumorosi e distratti, ci siamo parlate con gli occhi, ci siamo raccontate le nostre paure e le nostre incertezze. Le dita si sono incontrate sulla tovaglia di lino. Impaurite si sono ritratte dopo il primo contatto imprevisto e inatteso. Per poi cercarsi di nuovo. Con un dito ho accarezzato il dorso della tua mano, guardandomi attorno per vedere se qualcuno ci stesse spiando con occhio curioso. Poi ci siamo fatte coraggio con gli occhi e abbiamo incrociato le dita in un muto messaggio.
Sono in ginocchio davanti a te, Paola. Ti guardo negli occhi, il respiro accarezza il tuo pube glabro, le dita accarezzano le morbide labbra già umide e gonfie. Chiudi gli occhi e sospiri. Poi ti lasci sedere sul candido letto, ti stendi, dischiudi le gambe e mi guidi verso il mio desiderio. Mi cingi la testa tra le cosce serrate. Mi imprigioni nel tuo liquido piacere. La donna del disegno è illuminata dalla luce radente del sole.
Nel buio dell’auto, l’oscurità di un tardo pomeriggio invernale a proteggerci, il nostro primo bacio. Ci siamo sfiorate le labbra. Un riso liberatorio. Le dita incrociate, un nuovo bacio meno incerto, voluto. Le mani si sono staccate per imparare a conoscere i nostri corpi, le nostre pelli sudate e vestite già di paura e di passione.
Sono sul letto al tuo fianco, Paola. Gli occhi pieni di te. Le tue mani imparano a conoscere nella luce del giorno quello che già conoscevi nel buio dei nostri pomeriggi invernali, in quel viale alberato con un tappeto di foglia bagnate di piaggia. Temo che non ti piaccia il mio corpo maturo, i miei seni pesanti, il mio pube coperto di riccioli bruni. Mi leggi negli occhi il pensiero. Sorridi. La bocca mi mangia un seno, la lingua disegna una strada di saliva verso il mio ventre teso e tremante nell’attesa della tua bocca. Finalmente.
Non potevamo continuare così, rubando ore e giorni, nascondendoci a sguardi impietosi e volgari. Non osavo chiedere di più, più di quello che già mi donavi con la tua ardente giovinezza.
Ma ora siamo qui, non mi chiedo come e perché. Siamo qui. Mi abbandono alle tue dita esperte di te ma ora curiose di altri ignoti percorsi e di differenti e uguali bisogni. Mi abbandono alla tua bocca e alla tua lingua ancora inesperta, ai tuoi baci bagnati di me, alle dolci parole, al tuo amore sussurrato e gridato, ai tuoi rantoli, ai tuoi respiri, alle lacrime, alle risate, ai morsi, ai segni sul collo, alle unghie sulla schiena.
Ora siamo qui, insieme. Quando la mia coscia spalanca le tue, il mio sesso danza sul tuo, in una danza senza riposo. Siamo qui quando sento che ti manca il respiro, che le cosce stringono la mia, che mi mordi un orecchio, che i miei umori scivolano lungo la coscia mescolandosi con i tuoi. Siamo qui quando allacciate precipitiamo nella luce abbagliante di un pozzo infinito. La donna del disegno ora sorride. Lei sa perché.
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