Una mattina al parco

di
genere
trans

Il Sesso se fatto bene, e consenzientemente, è Il Dono piu’ bello che la Natura ci abbia Regalato. e quando sei una Troia senza freni e hai un fisico che sta con gli ormoni a Mille, in fase di crescita, tutto sembra ancora piu’ bello e facile. Solo Oggi alla veneranda età di Quarantaquattro Anni, capisco che non dev’esser stato facile per Mia Mamma, Tenermi a bada e accettare tutte le mie Scopate con i Maschi che trovavo. Con il fisichetto femminile che mi ritrovavo, ero come un’ape al Miele, io ero l’ape regina, e il miele la sborra calda dei miei uomini, sempre pronti ad infilarmi il cazzo in gola e in culo ad ogni occasione. e Mamma? a lei toccava ascoltarmi godere ogni santa volta che mi girava portarmi qualcuno a casa o se lo trovavo per la strada di notte, poveretta, le facevo mille telefonate al giorno e sempre senza ritegno ne pudore, la costringevo ad assecondarmi ed ascoltare le vaccate che combinavo con i maschi di turno. oggi un sessantenne, il giorno dopo un cinquant’enne, l’altro ancora un nero e cosi’ via. starmi dietro anche se a distanza per una donna già anzianotta non era facile,ma mi aveva accettata cosi’, e adesso mi doveva sopportare, ero nel pieno della tempesta ormonale, e avevo bisogno di avere un bel cazzo ogni giorno infilato dentro, e di farmi lavare da calda sperma, o mi innervosivo come una donna che ha il ciclo. Ripensandoci Oggi, mi domando se potevo essere almeno un pochino piu’ discreta e lasciar tregua a mia Mamma, povera donna. una delle poche volte in cui non la coinvolsi nelle mie scopate, fu quella mattina al parco sempione a Milano. era Sempre Estate un mattino caldo e soleggiato di fine Giugno, in una Milano già quasi deserta. al tempo lavoravo poco e a volte facevo dei lavoretti part time per mantenermi,una mattina decisi di farmi una bella passeggiata al Parco Sempione, un bel parco grande e pieno di alberi verde e panchine, dove poter star sola e farmi una bella passeggiata fino a mezzogiorno. magari prendendomi anche un po di abbronzatura, io che sono bianca come il latte. quel mattino, indossai il mio bel completino intimo nero, Reggiseno nero in pizzo e tanga nero con merletti lavorati, e coprendomi solo con un paio di shorts sgambatissimi in jeans, e una T-Shirt Nera scollata a V senza maniche, occhiali a specchio sul naso, ben truccata e con i lunghi capelli raccolti a coda di cavallo, un paio di ballerine bianche ai piedi, uno zainetto con il necessario dentro, mi avviai per il Parco. dopo un percorso con i mezzi pubblici, arrivai finalmente dentro al Parco, erano poco piu’ che le 10:00 di mattina quando ci entrai, faceva già un caldo asfissiante, dato che non vedevo anima viva, decisi di osare e togliermi la T-shirt restando con il reggiseno in bella vista, e gli shorts addosso. il sole batteva, e dopo poco, mi decisi a togliermi anche gli Shorts restando completamente in intimo. gente non ve ne era, e tutto sembrava assai desertico sotto le ombre degli alberi, qualche panca quà e là al sole, mi fermai ad una fontanella aperta per rinfrescarmi le braccia, indossai un berrettino rosso con visiera e tornai a camminare sulla lunga via dritta che stavo percorrendo, fiancheggiata dal verde. in lontananza il rumore delle auto e attorno il suono degli uccelli. un vero incanto, se solo non faceva cosi’ caldo. ad un tratto vidi una panca al riparo di un grosso albero. un po di pausa mi ci voleva, avevo le gambe già stanche, non essendo abituata a lunghe camminate. quando fui abbastanza vicina, constatai con mia sorpresa, che la panca non era affatto vuota come mi era sembrata in lontananza, anzi era ben occupata da dei ragazzi. mi fermai all’istante, e adesso che fare? scrutai bene il posto, e vidi meglio che i ragazzi erano almeno Quattro, di pelle scura non nera forse erano mulatti egiziani o forse rumeni. pareva non mi avessero ancora notata, stavano parlottando tra loro scherzando nella loro lingua non certo italiana. a vederli sembravano giovani sui Diciotto Vent’anni circa, intanto che cercavo di inquadrarli meglio, alla fine mi notarono. si voltarono tutti e Quattro verso di me prima restando in silenzio, poi ridendosela come idioti e sgomitandosi tra loro. ero decisa a sorpassarli e continuare la mia passeggiata, non volevo certo farmi rovinare la gita da quei Quattro sfigatelli neri. quando gli fui vicino e gli passai accanto uno di loro si alzò e mi fermò con una scusa qualunque (Non ricordo che mi chiese). alla fine mi disse che ero ‘Bela Fica’ nel suo italiano assai poco convincente, mi prese per il braccio destro, e mi trascinò quasi con forza dagli altri seduti sulla panca. opposi resistenza passiva, alla fine mi dissi, poteva uscirne una bella scopata mattutina. lo assecondai e mi lasciai trascinare dagli altri trè compari, che mi salutarono con un ‘Ciao’ tutti in coro. mi fecero spazio e mi sedetti tra due di loro, gli altri due se ne starono in piedi per un po. ‘Come Te Chiami bela?’ fece uno di loro, Risposi timidamente: ‘Greta’. ‘Sei Trans?’ disse quello alla mia destra, ‘No risposi, Travestita’. altre risatine di tutti e quattro. ‘Sei bela’ mi disse uno in piedi accarezzandomi una coscia con la sua mano nera. lo lasciai fare, e risposi: ‘Anche Voi siete Belli’. risero di nuovo. non so che ci trovassero da ridere ma li assecondai, e accennai anchio un sorrisetto. un’altro in piedi mi disse alla fine con decisione: ‘Tu Scopa?’ era arrivato il momento decisivo, presi ancora qualche minuto per rispondere e quello tornò a ripetere ‘Allora tu scopa con Noi?’, Riuscii solo a balbettare un: ‘Si.. va bene’. mi resi conto che stavo mettendomi nei guai e forse avrei fatto meglio a ignorarli e andarmene, ma mi avrebbero fatta andar via poi? piuttosto che farli innervosire, era meglio farsi questa mini Gang Bang di mattina. l’ora era giusta, e voglia ne avevo tutto sommato, anche se avevo pure un po paura. quello a destra mi prese il cazzo duro da dentro il tanga , me lo tirò fuori e iniziò a segarmi piano piano, cercai di aiutarlo mettendo la mia mano sulla sua, ma lui me la tolse subito e disse: ‘faccio io ok?’ annui’ con la testa, mentre gli altri tre, guardatosi attorno, e accertato che in giro non c’era nessuno, si son calati tutti i pantaloni e le mutande, mettendomi davanti al viso, delle sberle di cazzo lunghi e duri. ne presi due in mano uno me lo infilai tutto in gola, l’altro lo masturbavo, mentre i due in piedi si erano avvicinati a me seduta sulla panca, mi sciolsero i lunghi capelli sulla schiena mi spostarono da un lato il filo del tanga dal culo, e quello che mi stava masturbando mi infilò due dita dentro al buchetto, che ben presto si bagnò. anche gli occhiali da sole mi vennero tolti, adesso ero totalmente nelle loro mani, mani che mi palpavano sulla schiena nuda, sulle coscie mentre gli succhiavo i cazzi uno per volta a turno. se fosse arrivato qualcuno in quel momento, non so che sarebbe successo. ma pareva essere davvero deserto quella mattina, a parte noi, intorno tutto era silenzio e quiete totale. ad un certo punto il ragazzo mulatto di sinistra seduto vicino a mè mi prese per un braccio e mi tirò sopra di lui,aveva le gambe aperte il cazzo bello dritto e mi tirava per farmici sedere sopra. vedendo che faticava a farmelo fare, disse qualcosa ai due in piedi, che mi presero alzandomi di peso per le braccia (al tempo pesavo davvero come un sacchetto di carta), e mi fecero sedere anche in modo assai brusco, su quel cazzo duro. le mie natiche si allargarono e con un po di fatica fecero entrare dentro quel bel palo nero, non senza un mio gemito di dolore. cercai di protestare ma ormai il cazzo era dentro, iniziai a cavalcarlo ritmicamente, facendo su e giu saltellando sulle ginocchia del ragazzo, mentre il terzo mi masturbava ancora, nonostante gli avessi già spruzzato sulle mani che si era pulito sulla mia faccia. continuava a masturbarmi e stavo per venire una seconda volta, cercai di trattenermi, intanto i due in piedi mi tenevano per le braccia aiutandomi nella scopata. mi rilasai e iniziai a godermi l’inculata, saltellando su e giu dal suo bel cazzo nero, ansimando come una vaccona. quello che mi masturbava senza sosta, infilò la mano dentro il mio zainetto trovando il mio cellulare, lo estrasse e ci giocò un po, gli chiesi gentilmente di rimettermelo dentro lo zaino, ma gli altri mi dicevano di star zitta e scopare. dopo un po il tizio trovò la rubrica telefonica, e il primo nome della lista ovviamente era di mamma. ‘adeso chiamo tu mama’ disse il tizio. lo lasciai fare, una volta tanto aveva fatto una cosa giusta, pensai che per una volta tanto, non ero stata io a chiamarla ma qualcun’altro per me. il telefono di mamma squillava a vuoto, ma lei non rispondeva.intanto io godevo come la puttana che sono. ansimavo e sospiravo forte ad ogni colpo di cazzo dentro di mè, sudavo e avevo ormai i lunghi capelli appiccicati alla schiena e al viso, sborrai per la seconda volta in mano a quello che mi masturbava di continuo, che lasciato il cellulare, si ripuli’ ancora sulla mia faccia dalla sperma che gli avevo gentilmente spruzzato in mano. poi riprese a segarmi. il culo inziziava a farmi male, e finalmente quello mi fece alzare bruscamente dal suo cazzo senza però sborrare. e vero che certi hanno una resistenza da far paura, adesso toccavano agli altri, mi fecero mettere in ginocchio sulla panca dandogli la schiena, e uno dei due in piedi mi trafisse con il suo bel cazzo nero. ancora una volta, mi son trovata a godere come una vacca e ansimare sudando, mentre venivo sfondata da quel cazzo nero e lungo piu’ che grosso. quello che mi masturbava non mi mollava un’attimo, e iniziavo ad essere sfinita, avevo fame e le forze iniziavano ad abbandonarmi. venni per la terza volta sbrodolando ancora sulla mano del ragazzo, che questa volta non si limitò a pulirsi sulla mia faccia, ma mi mise proprio la mano in bocca facendomi leccare la sperma che gli avevo versato sopra. fortunatamente era poca, dato che ero già venuta per ben due volte, e la terza ne usci’ meno del solito. intanto quello dietro mi sfondava le chiappe a colpi di cazzo, iniziava a bruciarmi e farmi male, ma cercai di rilassarmi e il dolore si attenuò un pochino. certo che di resistenza ne avevano quei quattro ragazzacci, nemeno uno aveva fino ad ora sbrodolato nemmeno una goccia di sborra, e mi stavano scopando da piu’ di mezz’ora circa facendo due conti veloci. davvero dei giovani tori da monta, e che Tori… non sapevo quando avrebbe dovuto durare quel supplizio, ma mi augurai finisse presto, ero sfinita, sudata, il trucco sul viso mi era quasi tutto colato e sparito,avevo i capelli tutti appiccicati sulla schiena e sul viso, come avessi fatto una doccia, quello che mi restava del completino addosso, era solo il reggiseno e le calze a rete bucate, perchè si erano anche sbragate in vari punti, le ballerine bianche ai piedi, mentre i miei vestiti, la T-Shirt Gli Shorts in Jeans, e il mio zainetto erano accanto la panca dove mi stavano sfondando. non vedevo invece il cellulare, ne gli occhiali da sole, e sperai non se li fossero rubati loro. Dopo essersi fatti un giro a testa sul mio bel culo, finalmente soddisfatti e appagati, i Quattro Mulatti si sono svuotati le palle addosso a me. io distesa ed esausta sulla panca mentre loro, attorno in cerchio a riempirmi da ogni parte di calda sperma appiccicosa. alla fine uno di loro mi ha pure pisciato sopra lavandomi del tutto. ero in uno stato davvero pietoso e non certo decoroso per tornare indietro. si ricomposero tirandosi su pantaloni e mutande, e come se nulla fosse mi salutarono con un sorrisetto e un ‘Ciao’. nemmeno un Grazie o un aiuto per risistemarmi. erano proprio Animali selvatici, ma tutto sommato mi erano piaciuti. li lasciai andare mentre ancora se la ridevano tra loro. io ci misi un po invece per riprendermi, avevo le gambe tremolanti, il culetto in fiamme e dolorante, piena di piscia e sperma gocciolante da ogni lato, perfino sui capelli. a poca distanza dalla panca per mia fortuna, vidi una fontanella, pregai funzionasse, con le poche forze rimaste, mi alzai barcollando, quasi nuda mi avvicinai alla fontanella, girai il rubinetto e mi lavai meglio che potei. rinfrescata e un po’ piu’ in condizioni, mi riavvicinai alla panca cercando di raccogliere i miei oggetti, per fortuna non mi avevano portato via nulla, perfino il cellulare era al suo posto nello zainetto. cercai di ricompormi e mi infilai T-shirt e Shorts, non so dove fossero finiti invece il Tanga gli occhiali da sole e il berretto a visiera che avevo poco prima. pazienza, mi legai a coda i capelli bagnati di acqua, e mi avviai verso l’uscita cercando di mantenere un aspetto normale. sui mezzi pubblici, in molti mi hanno guardata malissimo, ma non mi importava, in un modo o nell’altro arrivai a casa per il pomeriggio dopo mezzogiorno, mi buttai sul divano esausta, ma soddisfatta. ripensai alla scopata di poche ore prima, e toccandomi il culetto, vidi che era ancora infiammato e dolorante,ma tutto sommato contento anche lui di aver ricevuto in dono quei bei quattro cazzi neri dentro. non dissi mai nulla a Mamma, gli sarebbe preso un infarto come minimo, e poi, non avrebbe senza dubbio capito la situazione sgridandomi. meglio tacere questa cosa, e almeno una volta era meglio tenerla fuori dai giochi. mi addormentai con il sorriso sulle labbra, avevo fatto una scopata da sogno, ma era tutto vero, e il dolore al culo me lo confermava.

Mail: greta-sex@libero.it
scritto il
2020-01-10
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