La magia dell'orgasmo

di
genere
pulp

Ricordavo poco di quello che mi era accaduto. Alcuni banditi avevano saccheggiato la mia povera casa per poi incendiarla. Chissà se avevano risparmiato i miei anziani genitori e la mia sorellina?
Ma ora ho altri problemi che mi assillano. Mi sono svegliata completamente nuda in un luogo sconosciuto. Sembrerebbe un vecchio castello, decisamente decadente, coi mattoni a vista.
E poi mi hanno imprigionata. Sono incatenata con le braccia sopra la testa e chissà da quanto tempo. Una leggera brezza, ho notato diverse aperture sul soffitto, mi dà i brividi e subito i miei capezzoli scuri si induriscono. Mi domandavo da quanto tempo sono qui e ora penso di saperlo: la mia fica, che tengo sempre rasata per questione d'igiene, è ricoperta da un pelo fulvo che parte dal mio Monte di Venere e termina nei pressi del perineo. La cosa mi inquieta, ma nello stesso tempo mi fa sentire più femmina del solito. Per la prima volta non vedo le mie carnose grandi labbra. Vorrei toccarmi per darmi coraggio, ma mi è impedito non so da chi.
Sento sbattere violentemente un portone che era nascosto dietro un pesante tendaggio ammuffito. Due omaccioni vestiti soltanto di una cotta metallica spingono con forza una ragazzina bionda, all'apparenza non più che tredicenne, anch'essa nuda e tremante. La loro mancanza di calzoni non può celare le loro possenti erezioni che svettano imperiose. Non ho mai visto due cazzi così grossi in vita mia. Le vene pulsanti sono in rilievo e le cappelle rosso fuoco mi spaventano e mi attirano nello stesso istante. Mi sento umida tra le gambe, la mia fica bollente inizia a gocciolare talmente sono eccitata.
La povera ragazzina subisce la mia stessa sorte venendo incatenata. Non posso evitare di guardarla talmente mi è vicina. Ha un fisico minuto, due seni che non sono ancora cresciuti con due capezzoli che paiono bottoni, un culo che sta appena iniziando ad arrotondarsi.
È molto diversa da me che sono già adulta. Gli uomini mi hanno sempre guardata devo ammetterlo. Queste enormi mammelle che mi ritrovo sarebbe impossibile nasconderle come le mie possenti natiche. Non ho mai dovuto pregarli d'essere scopata. Basta uno sguardo per farmi mettere a novanta e violata senza pietà su un tavolaccio.
Subito questi pensieri lascivi mi abbandonano e torno a chiedermi cosa mai vorranno da me e perché sono prigioniera. Entrambi i carcerieri sembrano ignorarmi, almeno per ora, e si stanno occupando della mia compagna di sventura.
La stanno toccando con lussuria. Le loro mani callose allargano con forza la sua fica priva di peli, è poco più di una bambina, iniziando a premere l'entrata ancora vergine. La sento piangere disperata, ma non posso far nulla per aiutarla. Dopo essersi parlati tra loro, soltanto uno prosegue la tortura e con forza riesce a sfondare l'imene iniziando a scoparla con due dita per poi aggiungerne una terza. Non ha pietà per questa povera vittima e con la mano libera si sega lentamente facendo inumidire la punta del suo cazzo.
Quando toglie le falangi dalla sua fica vedo che è stata sverginata: un flusso di sangue ha sporcato le mani del carceriere e sta colando lungo le cosce della sventurata. Questa visione mi fa eccitare ancora di più nonostante la cruda violenza alla quale ho assistito.
Il secondo omaccione si avvicina alla ragazza e la penetra con forza fino alle palle pelose. Il suo urlo di dolore rompe il silenzio della prigione. Spinge con forza entrando e uscendo frenetico sporcandosi completamente l'asta di sangue di vergine. Immagino quanto le stia sfondando la vagina un cazzo di tale portata. Non nego di provare un po' d'invidia per questa bambina che, anche se la stanno violentando, ha la fortuna d'essere aperta da un possente bastone di carne.
Poco dopo inizia a gemere dal piacere. Ha smesso di piangere e accompagna il movimento del suo carceriere avvicinando il bacino glabro. Oramai è un vero e proprio amplesso quello che sto osservando con lussuria. Se avessi le mani libere mi starei già masturbando con voglia e urgenza. Non posso fare altro che stringere la mia fica in cerca di sollievo.
Non so quanto tempo è passato dall'inizio di questo stupro divenuto presto un rapporto consenziente. Il carceriere si irrigidisce improvvisamente e urlando svuota tutta la sua sborra nella fica della fortunata biondina. Quando esce dal suo corpo le molla un violento schiaffo sul viso e lascia la prigione col cazzo gocciolante ancora in tiro.
È spossata, davvero senza forze, se non fosse ammanettata sarebbe già caduta sul duro pavimento. Il sangue che le colava tra le cosce ora si sta mischiando al piacere cremoso che il grosso carceriere ha eiaculato in lei.
Questa ennesima visione proibita mi dà il colpo di grazia. Mi accascio tremante a peso morto ferendomi i polsi legati. Non posso resistere ancora senza ricevere attenzioni, senza godere, senza venire.
Per mia fortuna un carceriere sembra essersi ricordato di me. Urla qualcosa in una lingua a me sconosciuta e subito un'anziana donna, dalle tette nude e cadenti, entra reggendo uno strano oggetto tra le mani. L'omaccione lo prende e vedo le sue dita muovere qualcosa sul fondo di questo lungo aggeggio dalla forma a punta. Non so di cosa si tratti, sento soltanto un inspiegabile lieve ronzio provenire da esso.
Si avvicina al mio corpo voglioso e infila con forza questo oggetto nelle pieghe della mia fica ormai fradicia. Sta vibrando dentro il mio corpo dandomi un piacere mai provato prima. Neanche quando mi masturbo con impegno provo tali sensazioni.
Non dev'essere realtà ciò che sto vivendo. Questo aggeggio dev'essere opera di un mago o di qualche strega. Non penso sia possibile che un uomo normale possa produrre tale miracolo. Siamo nell'Anno del Signore 1492 del resto.
Comunque sia mi gusto questo bastone d'amore e ho già perso il conto di quante volta mi ha fatto venire. Quando il mio carceriere lo estrae dalla mia fica sento montare una stranissima sensazione. Dal mio corpo iniziano a uscire potenti schizzi liquidi come se stessi pisciando anche l'anima, ma sto godendo come una troia di strada. Non dev'essere piscio se sembro sborrare come un maschio.
Vengo girata con forza e sbattuta al muro. Le mie tettone attutiscono il colpo e subito sento il pesante corpo del carceriere spingere sulle natiche. Mi infila la sua mazza all'improvviso sfondandomi il buco del culo ancora vergine. Un dolore immenso, un dolore mai provato, un dolore che si trasforma improvvisamente in piacere, un perverso e proibito piacere. Sto venendo a ripetizione e poco dopo sento numerosi schizzi bollenti inondarmi le viscere.
"Sveglia Carmen! Sveglia! Sono le 7 e farai tardi a scuola se non ti alzi subito".
La voce della mamma mi allontana all'improvviso da questo folle incubo. Sono confusa e spaventata d'aver avuto tali pensieri osceni così lontani da me. Poi in questo sogno ero diversa anche fisicamente da come sono nella realtà. Ho appena una seconda. E ho appena 16 anni.
Alzandomi mi sento subito strana. Mi abbasso le mutandine con urgenza e non posso trattenere un urlo disperato: ho un vibratore, proprio quello del mio incubo, infilato nella vagina e dal mio sedere indolenzito sta uscendo una strana sostanza appiccicosa.
Come lo spiego ai miei genitori di essere stata violentata in sogno quando sono andata a dormire ancora vergine la sera prima?
Ma era davvero un sogno?
O forse una magia?


Spero possa piacervi questo mio primo racconto. Per qualunque commento o per qualunque cosa vogliate dirmi scrivetemi pure.

E-mail: affinitoc9@gmail.com
Telegram: @AllRedGirls
scritto il
2020-01-17
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