La signora M. e io 3 parte
di
francesca
genere
dominazione
Sono in macchina da una quarto d'ora, la vedo uscire. Si avvicina all'auto e sosta a lato, come aspettando.
"Che cazzo fai, scema? Esci e aprimi la portiera."
"Ma io..."
"Ma te cosa, cretina. Esci subito"
Di nuovo il confronto dell'altezza. Sì, come avevo detto prima, sono a stento a livello tette. Mi sto avvicinando alla maniglia e da dietro mi spinge verso l'auto, comprimendomi con tutto il suo corpo su di essa. Mi sento in prigione, senza possibilità di scampo. Continua a schiacciarmi addosso alla macchina con tutto il suo peso e non so cosa fare, se non subire in silenzio. Non è una pressione continua ma sono piuttosto dei colpi regolari, fortissimi, simili a quelli di un amplesso.
"La prossima volta ti voglio già fuori per aprirmi la portiera, hai capito?"
Un colpo forte.
"Hai capito cretina?"
Un altro colpo.
"Hai capito o devo romperti tutti gli ossicini, scemetta?"
Un altro colpo.
"Farò come volete ma basta, vi prego".
"Brava. Vedrai, ti educherò come si deve, franceschina."
Apro la portiera e la signora si avvicina: si gira verso l'interno e mi assesta un colpo violento di sedere, arcuandosi. Mi colpisce in pieno torace, mi fa finire per terra, dolorante.
"Che palle che sei però. Ti farò fare anche un po' di palestra eh. Dai andiamo che è tardi."
Salgo e la guardo. La mia utilitaria sembra che la contenga a stento, vedo che armeggia col sedile per farsi spazio.
"Che macchina di merda, proprio come te. Hahahahahah."
Provo a far finta di niente e sorridere anch'io.
"Dove andiamo? Vi porto a casa vostra?"
"No, andiamo a casa tua, voglio vedere dove vivi. Parti."
Siamo in viaggio da una decina di minuti quando: "Accosta immediatamente". Ubbidisco, trovando uno spazio laterale.
"Sì?"
"Girati verso di me."
Non faccio in tempo a voltarmi e mi sento afferrata al collo dalla sua mano sinistra. Il respiro mi si mozza in gola. Sento che mi palpeggia il collo come per saggiarne la consistenza, e sono impressionata dal fatto che riesca a stringerlo completamente con le dita di una singola mano.
"La punizione per il baciamano, ricordi?" e poi uno sberlone che mi prende l'intera faccia, mentre l'altra mano mi tiene ferma.
Palmo, dorso, palmo, dorso, palmo, dorso, al sesto colpo davvero mi gira la testa e non capisco più niente. La cosa più strana è che non comprendo come faccia a devastarmi senza farmi troppo male realmente. La cosa che più mi brucia è l'umiliazione. Inizio a piangere, a singhiozzare come una bambina. Lei continua coi colpi, non si impietosisce. Evidentemente si aspetta qualcos'altro da me.
"Vi... prego. Vi chiedo perdono per quello... che ho fatto."
La mano cessa di colpirmi, ma l'altra mi stringe il collo più forte. Non respiro più.
"Fammi il baciamano, cretina."
Mi porge la mano chiusa a pugno. Gigantesca vicino ai miei occhi, prego con tutto il cuore che non inizi a colpirmi così. Sarei finita. Avvicino le mie labbra dolcemente e le adagio per un attimo su quella mano immensa, che fino a pochi attimi prima mi stava devastando.
"Vedi che brava che sei, a volte?" e inizia ad accarezzarmi le guance doloranti.
"A me spiace usare le maniere forti, ma con voi ragazzine è quasi sempre l'unico modo per inculcarvi le cose in testa. Ho ragione?"
"Avete ragione sempre, signora."
"Vedi che inizi a capire. Ora ricordati: se un'altra volta userai la lingua senza permesso, te la mangio con un morso".
Dirà sul serio o ancora continua a prendersi gioco di me?
Avvicina di nuovo il suo volto e la sua grande bocca come aveva fatto in precedenza, ma stavolta mi addenta sulla guancia e poi sul collo. Sto zitta e mi lascio fare tutto, mi godo questo momento.
"No per ora decisamente non posso mangiarti. Sei davvero pelle e ossa. Dalla prossima settimana ti iscrivo in palestra con me."
"Certo."
"Ora andiamo, sono ansiosa di vedere dove abiti. Anzi, no, prima voglio fare un'ultima prova per vedere se sei abbastanza fetish. Esci dalla macchina e mettiti in ginocchio di fronte a me."
Sono in ginocchio sull'asfalto.
"Apri la bocca e chiudi gli occhi."
Mentre li sto socchiudendo vedo la suola della grande scarpa che si avvicina verso di me, in soggettiva. Sento il tacco che mi entra dentro, lentamente e con accortezza.
"Dai, sono dodici centimetri, puoi farcela. Tu stai ferma e non muoverti".
Sento la scarpa puntellata sul viso mentre il tacco entra ed esce. A volte ho piccoli conati di vomito ma subito lo ritrae con maestria, è davvero brava.
Riapro gli occhi e vedo l'assurda prospettiva di questo piede gigante che mi sovrasta e mi domina, la sua gamba che si perde all'orizzone e lei che ha... un cellulare?! E mi sta filmando, maledetta.
"Per la mia collezione, non preoccuparti! Almeno per ora non ti ricatterò hahahahaha".
"Collezione in che senso?"
"Pensi di essere la prima a ciucciarmi le scarpe, scema?"
"..."
"Quante altre?"
"Queste scarpe... direi una ventina. Venti nanette di merda come te, che si fanno mettere i piedi in testa. Ahahahaha, ma non preoccuparti, staserà distruggerò solo te, tonta. Una schiava gelosa ancora mi doveva capitare."
Sono ancora nella posizione di prima: mi mette la scarpa sul petto e noto che se la punta è al centro sulle tette, il tacco si puntella praticamente sulla mia pancia. Che piedi grandi, avevo sempre desiderato una cosa simile. La zeppa va a comprimermi prima un seno, poi l'altro. Con forza.
"Cos'è, una prima?"
"Sì."
"Anche a tette sei messa di merda, vedo."
"Vi chiedo scusa."
"Cosa vuoi che mi importi delle tue disgustose tettine piatte? Le mie le hai sentite prima mentre ti schiacciavo da dietro, cosa ne pensi?"
"Che sono enormi."
"Rispetto alle tue sì. Dovrai sognare il giorno in cui ti soffocherò e ti prenderò a schiaffi con le mie tettone, scema. Sei così piccina che me ne basterà solo una per soffocarti completamente."
Non faccio in tempo a godermi questo momento che carica la gamba e mi spinge via, facendomi rotolare lontano. Non capisco quanto questo dipenda dalla sua forza e quanto dalla mia debolezza.
"Non stare lì a pelle d'orso. Andiamo, non verrò certo a calpestarti ora, troppa grazia. Muoviti, stronza."
Salgo, ingrano la marcia, chiedendomi come si evolverà la serata.
Ho paura, ma mi sento anche stranamente molto viva.
Continua?
"Che cazzo fai, scema? Esci e aprimi la portiera."
"Ma io..."
"Ma te cosa, cretina. Esci subito"
Di nuovo il confronto dell'altezza. Sì, come avevo detto prima, sono a stento a livello tette. Mi sto avvicinando alla maniglia e da dietro mi spinge verso l'auto, comprimendomi con tutto il suo corpo su di essa. Mi sento in prigione, senza possibilità di scampo. Continua a schiacciarmi addosso alla macchina con tutto il suo peso e non so cosa fare, se non subire in silenzio. Non è una pressione continua ma sono piuttosto dei colpi regolari, fortissimi, simili a quelli di un amplesso.
"La prossima volta ti voglio già fuori per aprirmi la portiera, hai capito?"
Un colpo forte.
"Hai capito cretina?"
Un altro colpo.
"Hai capito o devo romperti tutti gli ossicini, scemetta?"
Un altro colpo.
"Farò come volete ma basta, vi prego".
"Brava. Vedrai, ti educherò come si deve, franceschina."
Apro la portiera e la signora si avvicina: si gira verso l'interno e mi assesta un colpo violento di sedere, arcuandosi. Mi colpisce in pieno torace, mi fa finire per terra, dolorante.
"Che palle che sei però. Ti farò fare anche un po' di palestra eh. Dai andiamo che è tardi."
Salgo e la guardo. La mia utilitaria sembra che la contenga a stento, vedo che armeggia col sedile per farsi spazio.
"Che macchina di merda, proprio come te. Hahahahahah."
Provo a far finta di niente e sorridere anch'io.
"Dove andiamo? Vi porto a casa vostra?"
"No, andiamo a casa tua, voglio vedere dove vivi. Parti."
Siamo in viaggio da una decina di minuti quando: "Accosta immediatamente". Ubbidisco, trovando uno spazio laterale.
"Sì?"
"Girati verso di me."
Non faccio in tempo a voltarmi e mi sento afferrata al collo dalla sua mano sinistra. Il respiro mi si mozza in gola. Sento che mi palpeggia il collo come per saggiarne la consistenza, e sono impressionata dal fatto che riesca a stringerlo completamente con le dita di una singola mano.
"La punizione per il baciamano, ricordi?" e poi uno sberlone che mi prende l'intera faccia, mentre l'altra mano mi tiene ferma.
Palmo, dorso, palmo, dorso, palmo, dorso, al sesto colpo davvero mi gira la testa e non capisco più niente. La cosa più strana è che non comprendo come faccia a devastarmi senza farmi troppo male realmente. La cosa che più mi brucia è l'umiliazione. Inizio a piangere, a singhiozzare come una bambina. Lei continua coi colpi, non si impietosisce. Evidentemente si aspetta qualcos'altro da me.
"Vi... prego. Vi chiedo perdono per quello... che ho fatto."
La mano cessa di colpirmi, ma l'altra mi stringe il collo più forte. Non respiro più.
"Fammi il baciamano, cretina."
Mi porge la mano chiusa a pugno. Gigantesca vicino ai miei occhi, prego con tutto il cuore che non inizi a colpirmi così. Sarei finita. Avvicino le mie labbra dolcemente e le adagio per un attimo su quella mano immensa, che fino a pochi attimi prima mi stava devastando.
"Vedi che brava che sei, a volte?" e inizia ad accarezzarmi le guance doloranti.
"A me spiace usare le maniere forti, ma con voi ragazzine è quasi sempre l'unico modo per inculcarvi le cose in testa. Ho ragione?"
"Avete ragione sempre, signora."
"Vedi che inizi a capire. Ora ricordati: se un'altra volta userai la lingua senza permesso, te la mangio con un morso".
Dirà sul serio o ancora continua a prendersi gioco di me?
Avvicina di nuovo il suo volto e la sua grande bocca come aveva fatto in precedenza, ma stavolta mi addenta sulla guancia e poi sul collo. Sto zitta e mi lascio fare tutto, mi godo questo momento.
"No per ora decisamente non posso mangiarti. Sei davvero pelle e ossa. Dalla prossima settimana ti iscrivo in palestra con me."
"Certo."
"Ora andiamo, sono ansiosa di vedere dove abiti. Anzi, no, prima voglio fare un'ultima prova per vedere se sei abbastanza fetish. Esci dalla macchina e mettiti in ginocchio di fronte a me."
Sono in ginocchio sull'asfalto.
"Apri la bocca e chiudi gli occhi."
Mentre li sto socchiudendo vedo la suola della grande scarpa che si avvicina verso di me, in soggettiva. Sento il tacco che mi entra dentro, lentamente e con accortezza.
"Dai, sono dodici centimetri, puoi farcela. Tu stai ferma e non muoverti".
Sento la scarpa puntellata sul viso mentre il tacco entra ed esce. A volte ho piccoli conati di vomito ma subito lo ritrae con maestria, è davvero brava.
Riapro gli occhi e vedo l'assurda prospettiva di questo piede gigante che mi sovrasta e mi domina, la sua gamba che si perde all'orizzone e lei che ha... un cellulare?! E mi sta filmando, maledetta.
"Per la mia collezione, non preoccuparti! Almeno per ora non ti ricatterò hahahahaha".
"Collezione in che senso?"
"Pensi di essere la prima a ciucciarmi le scarpe, scema?"
"..."
"Quante altre?"
"Queste scarpe... direi una ventina. Venti nanette di merda come te, che si fanno mettere i piedi in testa. Ahahahaha, ma non preoccuparti, staserà distruggerò solo te, tonta. Una schiava gelosa ancora mi doveva capitare."
Sono ancora nella posizione di prima: mi mette la scarpa sul petto e noto che se la punta è al centro sulle tette, il tacco si puntella praticamente sulla mia pancia. Che piedi grandi, avevo sempre desiderato una cosa simile. La zeppa va a comprimermi prima un seno, poi l'altro. Con forza.
"Cos'è, una prima?"
"Sì."
"Anche a tette sei messa di merda, vedo."
"Vi chiedo scusa."
"Cosa vuoi che mi importi delle tue disgustose tettine piatte? Le mie le hai sentite prima mentre ti schiacciavo da dietro, cosa ne pensi?"
"Che sono enormi."
"Rispetto alle tue sì. Dovrai sognare il giorno in cui ti soffocherò e ti prenderò a schiaffi con le mie tettone, scema. Sei così piccina che me ne basterà solo una per soffocarti completamente."
Non faccio in tempo a godermi questo momento che carica la gamba e mi spinge via, facendomi rotolare lontano. Non capisco quanto questo dipenda dalla sua forza e quanto dalla mia debolezza.
"Non stare lì a pelle d'orso. Andiamo, non verrò certo a calpestarti ora, troppa grazia. Muoviti, stronza."
Salgo, ingrano la marcia, chiedendomi come si evolverà la serata.
Ho paura, ma mi sento anche stranamente molto viva.
Continua?
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