Nonne Porche 2
di
Key7
genere
incesti
Facciamo la nostra solita passeggiata del dopopranzo. Zia Olga si è infilata una felpa piuttosto larga e una gonna in jeans piuttosto corta che le lascia in bella vista una bella fetta di coscia.
Nonna ha uno dei suoi soliti vestiti interi lungo appena sopra al ginocchio. Oggi è rosso coi fiori gialli. La felpa di zia è bella scollata anche perché lei ha tolto i bottoni perché le davano noia e il solco delle sue tettone è tutto in bella vista. Anche nonna ne ha fuori una bella porzione visto che ha il vestito slacciato per metà.
Le due non si fanno troppi problemi perché sanno che a quest’ora è difficile trovare qualcuno in quello stradino che attraversa i boschi. Potrebbero anche girare nude volendo.
Io sono in t-shirt e pantaloni della tuta. Ci sto comodissimo col cazzo libero di ciondolare. Sotto al braccio ho due di quei piccoli sgabelli pieghevoli da picnic che porto educatamente per le mie nonnine.
Camminiamo per un po’ fino a che non raggiungiamo la radura e appoggio le due sedie.
Le nonne si siedono. I loro culoni stanno appena appena su poggiati su queste mini seggiole. Le loro gambe sono spalancate per non perdere l’equilibrio e, ovviamente, le loro fighe sono in bella vista. Io mi siedo apposta sul prato davanti a loro per poterle vedere bene bene.
Zia Olga si accende una sigaretta mentre parla del tempo con la sorella, quest’ultima si sta grattando una coscia.
Dopo un po’ la mano sale e dalla coscia inizia a grattarsi la patata. Gratta che ti gratta si sta facendo un ditale.
Mi guardo attorno assicurandomi che non ci sia nessuno e mi sfilo via i pantaloni. Ho il cazzo già duro e mi faccio una sega.
Zia, che intanto ha finito di fumare, si mette a sua volta una mano fra le gambe e si trastulla un po’.
Nonna invece si ferma.
“Che hai?” chiede zia.
“Mi viene da pisciare scusate”.
“Bhe piscia no?” dico io con la mano che va su e giù.
“Qui?”.
“O si dai, da seduta così come sei. Spara tutto fuori dai”.
Zia ride mentre la sua mano è sempre più veloce e decisa sulla sua vulva.
“E tu non ti sposti?” chiede.
Io mi sistemo anche più vicino proprio in traiettoria. Sfilo anche la maglietta e sono tutto nudo sul prato col cazzo dritto.
“Dai pisciami addosso mentre mi sego” la incito io.
Le due sorelle si guardano “è proprio un porco” commenta nonna Norma.
“Tu accontentalo che aspetti. Meglio qui che in casa no?” le fa notare Olga.
In effetti il pissing è più pratico nei luoghi aperti o al massimo in bagno nella vasca o in doccia. A casa il piacere che da urinarsi addosso a vicenda passa in secondo piano quando restano chiazze sui divani e una gran puzza per tutta casa.
All’aperto invece non ci sono limiti. Dopo basta lavarsi.
Nonna si passa un dito sulle labbra vaginali, se la sta stimolando e vedo che si prepara a sparare. La mia mano lavora di sega a tutto spiano quando, di colpo, zia Olga si alza in piedi dalla seggiolina ma nel farlo si lascia cadere a terra la gonna.
Con passo veloce si avvicina, mi fissa il cazzo, solleva una gamba e mi sta in piedi sopra. “Tieni anche la mia tanto che ci sei” dice e prima che possa dire qualcosa mi sta già pisciando addosso con la sua figona pelosa che si impregna di urina mentre una lunga gettata parte inondandomi il cazzo.
Il calore della sua urina mi stimola e mi viene di marmo. Nonna intanto si lascia andare e sempre seduta spara a sua volta un fiotto di birra bionda.
Un po’ arriva su di me un po’ sulle gambe di zia che comunque non si lamenta.
Intanto zia ha finito e sembra vuota. “Vieni sulla mia faccia” le dico implorante.
Lei lo fa. Mi piazza sulla faccia la sua patata puzzolente di piscio e io la lecco tutta come un pazzo.
Intanto sul cazzo sento le ultime gocce di nonna che appena finito si ficca due dita dentro e si masturba a tutta forza mentre la sua fica sgrullata spara ancora in giro qualche goccia.
Io sto ancora facendo il lavoretto a zia che ormai è pulita della sua urina ma si sta già bagnando di sbroda perché è subito venuta.
Non perde tempo. Solleva appena le anche, scivola un po’ indietro e di nuovo si siede dritta sul mio cazzo che si fa entrare dentro centimetro per centimetro.
Si mette comoda e inizia ad andare su e giù facendosi impalare tutta dalla mia asta e urlando “godo godo” a tutta voce.
Intanto anche nonna vuole essere pulita e mi mette anche lei la fica in bocca. Le faccio lo stesso lavoretto con la bocca e la porto all’orgasmo mentre si massaggia le tette con le mani.
Zia Olga viene ancora e poi si ferma. Ci ha dato di brutto e adesso ha il fiatone.
Si alza e torna sulla sedia. “Per me pausa grazie” dice.
Nonna non esita a prendere il suo posto anche se è girata a rovescio della sorella è così vedo il suo culone andare su e giù sul mio petto mentre sento la sua fica rovente avvolgermi completamente l’uccello.
Viene a più riprese fin che non urlo “sborroooooo” lo urlo così forte che fa eco.
Vengo nella fica di nonna. Credo di averne così tanta che potrei riempire un secchio.
Nonna fa il suo dovere e continua a cavalcare fin che non me lo svuoto bene bene poi si ferma. Riprendiamo fiato.
Mi alzo in piedi, nonna torna sulla sua sedia e ora sono lì davanti a me. Zia solo con la vela e la fica in bella vista. Nonna col vestito tutto aperto che non copre più nulla.
Mi avvicino, in piedi, poggio il cazzo sulla bocca di zia. Lei gli da un bacino a bocca chiusa sulla cappella. Io le accarezzo i capelli e poi mi lascio andare.
Le piscio in faccia.
Zia colta di sorpresa ha un attimo di esitazione e chiude gli occhi ma poi prende coraggio. Apre la bocca e prova a berne qualche sorso.
Mi sposto sempre pisciando verso nonna sporcandole di piscio anche sulle spalle e sul seno. Lei è già pronta con la bocca spalancata e gli occhi chiusi e faccio del mio meglio per centrarla.
Un fiotto fa subito centro. Nonna ingoia e poi si china tossendo e sputa tutto...
Proprio in quel momento sentiamo muovere delle foglie in lontananza. Zia si china a terra, raccatta la gonna e se la infila, nonna avvicina i lembi del vestito e chiude il sipario, io più letto che posso mi metto almeno i pantaloni.
Facciamo appena in tempo a fare ciò quando dal sentiero appare Selma, una vecchia pensionata molto più brutta delle nonne e anche molto antipatica.
Grossa, poco seno, lineamenti facciali di un maschio, capelli con la permanente esagerata. Sempre in tute da maschio e scarponi... insomma un cesso vero e proprio.
Si avvicina. Le nonne la salutano, io mi allontano.
“Perché sei senza maglia” mi chiede secca la curiosa pettegola.
“Avevo caldo” dico e mi allontano verso i cespugli dove mi rimetto un po’ a posto visto che ho ancora un po’ di piscio da fare.
“Ma cosa fai pisci con noi che ti vediamo?” urla la vecchia.
“E pensa che mi vedi solo da dietro vecchia stronza” sussurro io.
Come ho detto è una stronza pettegola mai contenta. Ogni occasione è buona per fare commenti acidi e denigrare tutto e tutti.
“Ma come lo avete educato? Piscia in pubblico come nulla fosse” dice alle zie.
“Bhe dai nel prato, contro una siepe, mica si mette in mostra” minimizza nonna.
“Dovrebbe comunque essere più rispettoso specie davanti a una estranea come me” ribatte lei.
“Si si hai ragione” chiude secca zia Olga che proprio non la sopporta.
“Colpa di sua madre che lo ha abbandonato. Sempre così coi figli abbandonati”.
“Non lo ha abbandonato è andata a lavorare in Australia e lui è affidato a noi” precisa un po’ arrabbiata nonna.
“Che roba. Fare figli e poi lasciarli alla propria madre da allevare. Che roba. A mia figlia non lo lascerei certo fare. Se fai figli te li allevi tu”.
“Mica è sposata tua figlia. Mica ha figli” dice nonna.
In effetti la figlia Marina è più cessa della madre. Una chiattona di cento e passa chili eccitante come un paracarro. Mai sposata e pare mai chiavata da nessuno.
“Cosa c’entra. Quando li avrà, quando sarà ora dico” insiste Selma.
“Quando qualcuno se la prenderà” ride la zia.
“E tu che parli. Anche tu sei rimasta zitellona e sola!” ribatte la vecchia.
Questo davvero mi da molto fastidio. Sta umiliando la mia zietta porcella e non mi piace per nulla.
Di colpo l’idea. Mi levo del tutto i pantaloni e mi giro. Faccio pochi passi furtivi alle spalle della vecchia mentre mia nonna mi fissa quasi terrorizzata senza dire nulla.
Zia non mi vede perché si sta accendendo un’altra sigaretta e la mia azione dura pochi istanti.
Quando realizzano cosa stò facendo Selma sta già urlando.
“Ma che cazzzzooooooo” si mette la mano sul pantalone felpato, si tasta, si volta e mi fissa.
Io sono ancora lì col cazzo in mano.
“Ma che fai sei malato! Ma che cazzo fai?” è nera di rabbia. Le ho pisciato addosso. Un bello spruzzo senza tanti problemi.
“Ma Norma ti rendi conto che tuo nipote mi ha pisciato addosso? Ma cazzo!”.
“Non dovresti dire tutte queste parolacce amica mia. Non sta bene lo sai”.
“Ma come non sta bene. Ma guarda qui. Sono tutta bagnata nel culo e nelle gambe e che puzza. Ma come faccio ad andare a casa adesso”.
“Potresti denudarti” ride mia zia di gusto.
“Ma vai a cagare” impreca la vecchia. Poi si volta e mi guarda con fare minaccioso “e a te, se osi ancora, io te lo taglio quel cazzz...” Si blocca. Sgrana gli occhi. Deve aver visto la generosa dimensione del mio attrezzo. Lo fissa sbalordita e si calma.
“Ma è.... insomma è.....” balbetta.
“Grosso” suggerisce la nonna.
“Esagerato” aggiunge la zia ridendo.
“Si ma come fa a.... “
“Fa fa, stai tranquilla che fa. Non ha problemi” ribatte zia lasciandola basita.
La vecchia cessa ne approfitta per dare ancora un’occhiata al mio uccello che penzola e poi aumenta i giri “è stato un piacere Norma.... Olga saluti”.
“Bacioni anche a te” dice nonna mentre zia trattiene a stento la risata.
Io sono ancora lì col cazzo al vento un po’ imbarazzato “mi spiace zia. Non dovevo fare tanta scena vero?”.
“È Bhe ancora un po’ e glielo mettevi dentro” scuote la testa la nonna.
“Ma lascia stare. In bocca doveva pisciarle a quella stronza” commenta zia mentre io rimetto i pantaloni, chiudiamo le seggiolone e ci avviamo verso casa.
“Pensate che andrà in giro a sputtanarci?”.
“Tanto non la ascolta nessuno” minimizza nonna.
“E neanche le crederebbero” aggiunge zia.
“Non dopo quello che ha fatto la Marina” annuisce nonna.
“Ma chi la figlia?” chiedo io.
“Tutti hanno qualche scheletro nell’armadio” mi fa l’occhietto zia.
“Ma dai! Quel cesso di figlia che ha?”.
“Ha un buco anche lei” sorride nonna.
“Due!” precisa zia come se fosse basilare.
“A già.... erano due” e nonna ride di gusto assorta nel ricordo.
“Hey questa è una di quelle storie da sega e schizzo vero. O dovete dirmela...” mormoro mentre do un pizzicotto sul culo a zia che cammina davanti a me.
“Gliela dico io?” domanda Olga alla sorella.
“Fai pure. A te oneri e onori. Io però prima vado a farmi la doccia”.
“Noi tanto vale che la facciamo dopo inutile lavarsi due volte” conclude zia mentre si spoglia e si dirige in salotto sulla sua poltrona preferita.
Nonna ha uno dei suoi soliti vestiti interi lungo appena sopra al ginocchio. Oggi è rosso coi fiori gialli. La felpa di zia è bella scollata anche perché lei ha tolto i bottoni perché le davano noia e il solco delle sue tettone è tutto in bella vista. Anche nonna ne ha fuori una bella porzione visto che ha il vestito slacciato per metà.
Le due non si fanno troppi problemi perché sanno che a quest’ora è difficile trovare qualcuno in quello stradino che attraversa i boschi. Potrebbero anche girare nude volendo.
Io sono in t-shirt e pantaloni della tuta. Ci sto comodissimo col cazzo libero di ciondolare. Sotto al braccio ho due di quei piccoli sgabelli pieghevoli da picnic che porto educatamente per le mie nonnine.
Camminiamo per un po’ fino a che non raggiungiamo la radura e appoggio le due sedie.
Le nonne si siedono. I loro culoni stanno appena appena su poggiati su queste mini seggiole. Le loro gambe sono spalancate per non perdere l’equilibrio e, ovviamente, le loro fighe sono in bella vista. Io mi siedo apposta sul prato davanti a loro per poterle vedere bene bene.
Zia Olga si accende una sigaretta mentre parla del tempo con la sorella, quest’ultima si sta grattando una coscia.
Dopo un po’ la mano sale e dalla coscia inizia a grattarsi la patata. Gratta che ti gratta si sta facendo un ditale.
Mi guardo attorno assicurandomi che non ci sia nessuno e mi sfilo via i pantaloni. Ho il cazzo già duro e mi faccio una sega.
Zia, che intanto ha finito di fumare, si mette a sua volta una mano fra le gambe e si trastulla un po’.
Nonna invece si ferma.
“Che hai?” chiede zia.
“Mi viene da pisciare scusate”.
“Bhe piscia no?” dico io con la mano che va su e giù.
“Qui?”.
“O si dai, da seduta così come sei. Spara tutto fuori dai”.
Zia ride mentre la sua mano è sempre più veloce e decisa sulla sua vulva.
“E tu non ti sposti?” chiede.
Io mi sistemo anche più vicino proprio in traiettoria. Sfilo anche la maglietta e sono tutto nudo sul prato col cazzo dritto.
“Dai pisciami addosso mentre mi sego” la incito io.
Le due sorelle si guardano “è proprio un porco” commenta nonna Norma.
“Tu accontentalo che aspetti. Meglio qui che in casa no?” le fa notare Olga.
In effetti il pissing è più pratico nei luoghi aperti o al massimo in bagno nella vasca o in doccia. A casa il piacere che da urinarsi addosso a vicenda passa in secondo piano quando restano chiazze sui divani e una gran puzza per tutta casa.
All’aperto invece non ci sono limiti. Dopo basta lavarsi.
Nonna si passa un dito sulle labbra vaginali, se la sta stimolando e vedo che si prepara a sparare. La mia mano lavora di sega a tutto spiano quando, di colpo, zia Olga si alza in piedi dalla seggiolina ma nel farlo si lascia cadere a terra la gonna.
Con passo veloce si avvicina, mi fissa il cazzo, solleva una gamba e mi sta in piedi sopra. “Tieni anche la mia tanto che ci sei” dice e prima che possa dire qualcosa mi sta già pisciando addosso con la sua figona pelosa che si impregna di urina mentre una lunga gettata parte inondandomi il cazzo.
Il calore della sua urina mi stimola e mi viene di marmo. Nonna intanto si lascia andare e sempre seduta spara a sua volta un fiotto di birra bionda.
Un po’ arriva su di me un po’ sulle gambe di zia che comunque non si lamenta.
Intanto zia ha finito e sembra vuota. “Vieni sulla mia faccia” le dico implorante.
Lei lo fa. Mi piazza sulla faccia la sua patata puzzolente di piscio e io la lecco tutta come un pazzo.
Intanto sul cazzo sento le ultime gocce di nonna che appena finito si ficca due dita dentro e si masturba a tutta forza mentre la sua fica sgrullata spara ancora in giro qualche goccia.
Io sto ancora facendo il lavoretto a zia che ormai è pulita della sua urina ma si sta già bagnando di sbroda perché è subito venuta.
Non perde tempo. Solleva appena le anche, scivola un po’ indietro e di nuovo si siede dritta sul mio cazzo che si fa entrare dentro centimetro per centimetro.
Si mette comoda e inizia ad andare su e giù facendosi impalare tutta dalla mia asta e urlando “godo godo” a tutta voce.
Intanto anche nonna vuole essere pulita e mi mette anche lei la fica in bocca. Le faccio lo stesso lavoretto con la bocca e la porto all’orgasmo mentre si massaggia le tette con le mani.
Zia Olga viene ancora e poi si ferma. Ci ha dato di brutto e adesso ha il fiatone.
Si alza e torna sulla sedia. “Per me pausa grazie” dice.
Nonna non esita a prendere il suo posto anche se è girata a rovescio della sorella è così vedo il suo culone andare su e giù sul mio petto mentre sento la sua fica rovente avvolgermi completamente l’uccello.
Viene a più riprese fin che non urlo “sborroooooo” lo urlo così forte che fa eco.
Vengo nella fica di nonna. Credo di averne così tanta che potrei riempire un secchio.
Nonna fa il suo dovere e continua a cavalcare fin che non me lo svuoto bene bene poi si ferma. Riprendiamo fiato.
Mi alzo in piedi, nonna torna sulla sua sedia e ora sono lì davanti a me. Zia solo con la vela e la fica in bella vista. Nonna col vestito tutto aperto che non copre più nulla.
Mi avvicino, in piedi, poggio il cazzo sulla bocca di zia. Lei gli da un bacino a bocca chiusa sulla cappella. Io le accarezzo i capelli e poi mi lascio andare.
Le piscio in faccia.
Zia colta di sorpresa ha un attimo di esitazione e chiude gli occhi ma poi prende coraggio. Apre la bocca e prova a berne qualche sorso.
Mi sposto sempre pisciando verso nonna sporcandole di piscio anche sulle spalle e sul seno. Lei è già pronta con la bocca spalancata e gli occhi chiusi e faccio del mio meglio per centrarla.
Un fiotto fa subito centro. Nonna ingoia e poi si china tossendo e sputa tutto...
Proprio in quel momento sentiamo muovere delle foglie in lontananza. Zia si china a terra, raccatta la gonna e se la infila, nonna avvicina i lembi del vestito e chiude il sipario, io più letto che posso mi metto almeno i pantaloni.
Facciamo appena in tempo a fare ciò quando dal sentiero appare Selma, una vecchia pensionata molto più brutta delle nonne e anche molto antipatica.
Grossa, poco seno, lineamenti facciali di un maschio, capelli con la permanente esagerata. Sempre in tute da maschio e scarponi... insomma un cesso vero e proprio.
Si avvicina. Le nonne la salutano, io mi allontano.
“Perché sei senza maglia” mi chiede secca la curiosa pettegola.
“Avevo caldo” dico e mi allontano verso i cespugli dove mi rimetto un po’ a posto visto che ho ancora un po’ di piscio da fare.
“Ma cosa fai pisci con noi che ti vediamo?” urla la vecchia.
“E pensa che mi vedi solo da dietro vecchia stronza” sussurro io.
Come ho detto è una stronza pettegola mai contenta. Ogni occasione è buona per fare commenti acidi e denigrare tutto e tutti.
“Ma come lo avete educato? Piscia in pubblico come nulla fosse” dice alle zie.
“Bhe dai nel prato, contro una siepe, mica si mette in mostra” minimizza nonna.
“Dovrebbe comunque essere più rispettoso specie davanti a una estranea come me” ribatte lei.
“Si si hai ragione” chiude secca zia Olga che proprio non la sopporta.
“Colpa di sua madre che lo ha abbandonato. Sempre così coi figli abbandonati”.
“Non lo ha abbandonato è andata a lavorare in Australia e lui è affidato a noi” precisa un po’ arrabbiata nonna.
“Che roba. Fare figli e poi lasciarli alla propria madre da allevare. Che roba. A mia figlia non lo lascerei certo fare. Se fai figli te li allevi tu”.
“Mica è sposata tua figlia. Mica ha figli” dice nonna.
In effetti la figlia Marina è più cessa della madre. Una chiattona di cento e passa chili eccitante come un paracarro. Mai sposata e pare mai chiavata da nessuno.
“Cosa c’entra. Quando li avrà, quando sarà ora dico” insiste Selma.
“Quando qualcuno se la prenderà” ride la zia.
“E tu che parli. Anche tu sei rimasta zitellona e sola!” ribatte la vecchia.
Questo davvero mi da molto fastidio. Sta umiliando la mia zietta porcella e non mi piace per nulla.
Di colpo l’idea. Mi levo del tutto i pantaloni e mi giro. Faccio pochi passi furtivi alle spalle della vecchia mentre mia nonna mi fissa quasi terrorizzata senza dire nulla.
Zia non mi vede perché si sta accendendo un’altra sigaretta e la mia azione dura pochi istanti.
Quando realizzano cosa stò facendo Selma sta già urlando.
“Ma che cazzzzooooooo” si mette la mano sul pantalone felpato, si tasta, si volta e mi fissa.
Io sono ancora lì col cazzo in mano.
“Ma che fai sei malato! Ma che cazzo fai?” è nera di rabbia. Le ho pisciato addosso. Un bello spruzzo senza tanti problemi.
“Ma Norma ti rendi conto che tuo nipote mi ha pisciato addosso? Ma cazzo!”.
“Non dovresti dire tutte queste parolacce amica mia. Non sta bene lo sai”.
“Ma come non sta bene. Ma guarda qui. Sono tutta bagnata nel culo e nelle gambe e che puzza. Ma come faccio ad andare a casa adesso”.
“Potresti denudarti” ride mia zia di gusto.
“Ma vai a cagare” impreca la vecchia. Poi si volta e mi guarda con fare minaccioso “e a te, se osi ancora, io te lo taglio quel cazzz...” Si blocca. Sgrana gli occhi. Deve aver visto la generosa dimensione del mio attrezzo. Lo fissa sbalordita e si calma.
“Ma è.... insomma è.....” balbetta.
“Grosso” suggerisce la nonna.
“Esagerato” aggiunge la zia ridendo.
“Si ma come fa a.... “
“Fa fa, stai tranquilla che fa. Non ha problemi” ribatte zia lasciandola basita.
La vecchia cessa ne approfitta per dare ancora un’occhiata al mio uccello che penzola e poi aumenta i giri “è stato un piacere Norma.... Olga saluti”.
“Bacioni anche a te” dice nonna mentre zia trattiene a stento la risata.
Io sono ancora lì col cazzo al vento un po’ imbarazzato “mi spiace zia. Non dovevo fare tanta scena vero?”.
“È Bhe ancora un po’ e glielo mettevi dentro” scuote la testa la nonna.
“Ma lascia stare. In bocca doveva pisciarle a quella stronza” commenta zia mentre io rimetto i pantaloni, chiudiamo le seggiolone e ci avviamo verso casa.
“Pensate che andrà in giro a sputtanarci?”.
“Tanto non la ascolta nessuno” minimizza nonna.
“E neanche le crederebbero” aggiunge zia.
“Non dopo quello che ha fatto la Marina” annuisce nonna.
“Ma chi la figlia?” chiedo io.
“Tutti hanno qualche scheletro nell’armadio” mi fa l’occhietto zia.
“Ma dai! Quel cesso di figlia che ha?”.
“Ha un buco anche lei” sorride nonna.
“Due!” precisa zia come se fosse basilare.
“A già.... erano due” e nonna ride di gusto assorta nel ricordo.
“Hey questa è una di quelle storie da sega e schizzo vero. O dovete dirmela...” mormoro mentre do un pizzicotto sul culo a zia che cammina davanti a me.
“Gliela dico io?” domanda Olga alla sorella.
“Fai pure. A te oneri e onori. Io però prima vado a farmi la doccia”.
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