Escort 8 - orgia in discoteca

di
genere
orge

Un ricco arabo, magnate del petrolio, affittò una discoteca fuori città per una festa con ingresso rigorosamente riservato ai soli invitati, e gli invitati eravamo un centinaio di donne e forse il doppio uomini.
Noi donne eravamo quasi tutte del mestiere, appositamente ingaggiate per “far divertire” i maschietti presenti, tranne cinque o sei “stelline” che si erano truccate in modo da apparire un po’ diverse ma che si riconoscevano lo stesso.

Noi professioniste non guardavamo molto di buon occhio perché ritenevamo facessero “concorrenza sleale”. Una professionista come me si fa, letteralmente, “un culo così” per restare al top e poi arriva una tipa qualsiasi che, con una comparsata in TV, attira gli uomini come mosche e a te nessuno ti caga. Anche io le guardavo storto ma poi, nel corso della nottata, provai pietà per loro.

Dicevo che eravamo un centinaio di donne, tutte giovani e belle e abbigliate in modo minimale, del tipo top striminzito e minigonna inguinale o abito lungo con ampi inserti che scopriva più che coprire. Niente calze, intimo a discrezione purché sexy, preferibilmente senza. Io e Muriel ci andammo insieme, e lì ritrovammo Lidia ed Yvonne più poche altre che conoscevo di vista.

All’ingresso venimmo identificate e perquisite, non che potessimo nascondere molto per come eravamo vestite sotto i cappotti lunghi per proteggerci dal freddo, ma gli uomini all’ingresso, arabi anche loro, non mancarono di far scorrere le mani su tutte noi palpandoci sfrontatamente.
Appena dentro, al guardaroba, trovammo le uniche donne che non avrebbero partecipato alla festa, arabe, sicuramente dell’entourage dello Sceicco (lo chiamavamo così, non so se lo fosse), che come contromarca dei cappotti e delle pochette apposero un timbro con un numero sul dorso della mano. Capimmo poi che era la soluzione migliore, qualsiasi oggetto o carta sarebbe stato facile da perdere nel corso della nottata.
Il locale era pieno di divani con qualche spazio libero per ballare e per transitare. Al centro della parete più distante, discretamente illuminato dai faretti, c’era un’ampia poltrona per Lui.

Dal palco due DJ si alternavano facendoci venir voglia di ballare, e all’inizio fu come una normale serata in disco: musica, luci, allegria, consumazioni libere servite da alcuni ragazzi in camicia bianca e papillon nero. Sinceramente mi stavo divertendo, gli uomini erano di tutte le età e riconobbi personaggi facoltosi e persone note che avevano un qualche legame d’affari, o forse altro, con lo Sceicco. Gli uomini “ci provavano” con noi senza esagerare, d’altronde sapevano che non c’era nulla da conquistare, solo attendere che il pasto fosse servito, però era simpatico e piacevole vederli gironzolare intorno a noi, ognuno alla sua preferita, gentili ed educati.
La musica tacque di colpo e le luci si accesero tutte, da una porta laterale entro lo Sceicco mettendosi a sedere sulla poltrona attorniato da uomini in kandura e la classica shemag. Solo Lui indossava sopra la kandura anche una djellabah nera con ricami in oro.
Ci fu fatto un breve discorso da quello che doveva essere il suo segretario, prima in arabo e poi in inglese, che spiegava i motivi della festa. Il succo era che quella notte gli uomini se la sarebbero spassata alla grande per gentile concessione dello Sceicco Ibn qualcosa.
Era giunto il momento che attendevamo, quello in cui avremmo guadagnato i 10.000 euro a testa già pagatici, non so le stelline quanto avessero ricevuto, per noi professioniste era quello.

L’inizio fu particolare: pensavo che avrei dovuto lasciarmi abbrancare dal primo che capitava e invece era prevista una specie di cerimonia. A turno, ognuna di noi doveva sfilare davanti allo Sceicco e omaggiarlo brevemente con la bocca. Già la prima era in ginocchio e si occupava di un pene circonciso di notevoli proporzioni parzialmente eretto.
Gli uomini in kandura intanto ci stavano mettendo in fila. Tutto procedeva nel silenzio rotto solo dai bisbiglii. La donna arrivava, s’inginocchiava esponendo, quelle in minigonna, le proprie grazie al pubblico che commentava e ridacchiava, e succhiava l’uccello dello sceicco finché Lui non le batteva un colpetto sulla spalla. A quel punto doveva smettere e lasciare il posto alla successiva.
La cosa durò quasi un’ora per quante eravamo. Io, come le altre, lo succhiai per forse trenta secondi prima di sentire il colpo sulla spalla e passare oltre. Nel frattempo le donne che avevano già “reso omaggio” si erano mescolate agli uomini e venivano palpate con molta meno signorilità di prima.

L’atmosfera si stava scaldando, ognuna che lasciava lo Sceicco trovava uno o più uomini ad attenderla per condurla in un angoletto appartato e palparla in attesa del via vero e proprio. Questo arrivò tramite il segretario che battè forte le mani dicendo qualcosa in arabo e subito l’uomo che mi aveva scelto mi fece inginocchiare davanti a lui aprendosi i pantaloni. Mentre lo succhiavo ebbi modo di vedere che c’era ancora una ragazza mora con lo Sceicco, l’ultima della fila che dopo averlo omaggiato era stata fatta sedere sulle ginocchia dello Sceicco che le carezzava il seno scoperto.
Mi sentii la micina invasa da dita prepotenti. Senza nessuna delicatezza un tipo me le aveva ficcate dentro facendomi anche male. Non era il caso di protestare con quel buzzurro che continuava a scavarmi dentro e adottai uno dei tanti trucchi del mestiere: mi girai verso di lui sorridendo e, con la voce più sexy che riuscii a fare, gli dissi:

- Dammelo in bocca anche tu –

Pochi uomini possono resistere a un invito del genere, e così ora il mio pompino era doppio ma almeno aveva smesso di tormentarmi la micina.

In ginocchio, succhiando alternativamente i due cazzi, adottai un altro trucco insegnatomi da Muriel: pensai a qualcosa di fortemente eccitante riuscendo a inumidirmi la micina abbastanza da gratificare il maschietto che mi avrebbe scopata e da renderla più ricettiva per me così da diminuire il fastidio.
Devo dire che mi riuscì bene, sono abbastanza “calda” di mio, e mi cominciavo persino a divertire a spompinare quei due quando al primo venne voglia di scoparmi e quindi mi fece chinare in avanti, a pecorina, prendendomi da dietro mentre io succhiavo ancora il suo amico.
I due si erano sincronizzati cosicché allo spingere dell’uomo dietro di me, che tenendomi ferma per le anche mi penetrava a fondo, corrispondeva la spinta dell’amico e il pompino divenne in breve una scopata in bocca, con la mia testa tenuta ferma dalle sue mani. In pratica ero solo un oggetto immobile o quasi su cui si stavano sfogando. Non mi piaceva per niente ma avevo sopportato di peggio e mi rassegnai fino a sentirmi riempire prima la micina e poi la bocca del loro seme, tossendo poi perché il tipo me l’aveva sparato dritto in gola facendomi quasi soffocare.

Contenti e beati sedettero sul divano e io mi avviai verso il bagno per darmi una pulita. Incontrai Muriel che aveva avuto la stessa idea, anche a lei avevano sborrato dentro. Nel bagno facemmo la fila dietro altre quattro ragazze e parlammo brevemente. Nel muovermi avevo avuto modo di vedere bene la ragazza mora, che in quel momento era seduta sopra lo Sceicco il quale la scopava da dietro, e mi era parso di riconoscere un’attrice straniera vista in qualche film. Muriel, sempre bene informata, mi raccontò che lo Sceicco si era incapricciato di lei e, in pratica l’aveva costretta a partecipare non so se pena lo stroncarle la carriera o forse per agevolarla. A differenza di noi altre, che eravamo a disposizione di tutti, solo lui poteva scoparla e le sue guardie del corpo ai lati facevano bene attenzione a che nessuno le si avvicinasse.

Uscendo dal bagno andammo al bar a prendere qualcosa e da lì osservammo le scene più disparate. Sui divani o per terra o appoggiati alle pareti, ovunque ci fosse una ragazza c’erano due o più uomini che le scopavano nelle combinazioni più disparate.
Yvonne a pochi metri era sopra un’altra ragazza, a 69, e dietro di lei un uomo la sodomizzava con forti colpi. Povera Yvonne, il suo culetto era troppo appetibile, però lei sembrava non soffrirne poi molto.
All’altro lato del bar vidi una delle “stelline” completamente in balia di cinque uomini. Stretta a sandwich da due, era costretta a succhiarne altri due e contemporaneamente ne masturbava uno. La sua faccia era al limite tra l’orrore e la disperazione, a tratti urlava e riuscivo a sentirla nonostante la musica. Mi fece pena, noi professioniste in fondo eravamo abituate anche a queste cose ma lei…… l’avevo vista sgambettare in TV un paio di volte, non credo fosse pronta per certe cose. Impietosita, avevo già deciso di avvicinarmi quando uno dei baristi ci avvisò che non potevamo fermarci troppo a lungo. Toccava a loro vigilare che le ragazze non si fermassero molto o che andassero troppo spesso perdendo tempo e sottraendosi alle voglie dei maschi. Così io e Muriel finimmo il drink, molto alcolico, che avevo scelto e ci separammo.

La stellina continuava ad essere martoriata dai cinque, avvicinandomi vidi persino delle lacrime colarle sulle guance. Mi chinai vicino a lei accarezzandole la testa, nell’orecchio le bisbigliai delle parole di conforto e la baciai sottraendole poi uno degli uccelli che stava succhiando. Mal me ne incolse perché quello che stava masturbando mi venne alle spalle e senza tanti complimenti me lo mise dietro cominciando a cavalcarmi con forza.
Così la situazione era un pochino più equa, io due e lei tre maschi addosso. Un muto ringraziamento le lampeggiò nello sguardo seguito da un bacio fugace prima di prendere ancora in bocca l’uccello del tizio davanti a lei. Venimmo scopate in simultanea per alcuni minuti, l’uomo che la inculava le godette dentro e si tolse subito sostituito da quello che la scopava che sgattaiolò da sotto mettendosele alle spalle e sodomizzandola a sua volta.
Entrambe prese da dietro ci cimentammo in un pompino a due bocche e due cazzi riuscendo in poco tempo a far godere i due uomini che ci lordarono la faccia di sperma e sparirono. L’uomo dietro di me mi riempì il culo col suo seme e sparì anche lui. Rimaneva solo l’uomo che stava inculando la stellina e che pareva avere una resistenza fuori del comune. Baciandola ancora la sentivo sussultare e gemere sotto i colpi violenti e allora, per renderle meno penosa la cosa che le faceva fare smorfie a ripetizione, le scivolai sotto in senso contrario. Prima ancora che potessi avvicinare la bocca alla sua micina fu lei a tuffarsi tra le mie cosce leccandomi come una disperata A pochi centimetri dalla mia fronte vedevo l’uccello entrare ed uscire come un siluro, mi dedicai al clitoride e lei inizio a bagnarsi. La sua lingua si fece più dolce, più morbida, più lasciva e cominciò a piacermi. Mi godevo quel 69 saffico quando l’uomo ci interruppe. Era arrivato al limite, stava per godere, e scelse la mia bocca per farlo. Uscì dall’ano della stellina e si protese verso la mia lingua. Docile alzai la testa e lo presi in bocca. Ebbi il tempo di dargli due leccate prima che ondate di sperma si depositassero sulla mia lingua, nella mia bocca, costringendomi a ingoiare in fretta per non soffocare mentre sentivo lui imprecare e dire parole senza senso, e lei continuò a leccarmi fino a quando lui non la costrinse a girarsi e unire la sua bocca alla mia, a ripulire ogni traccia di sperma.

Lasciate a noi stesse io e la stellina ci alzammo dirigendoci ai bagni. Il mio top era perso chissà dove e la minigonna che avevo era arrotolata sui miei fianchi. Me la tolsi, la gettai da qualche parte e nude come mamma ci aveva fatte entrammo nei bagni per pulirci.
Dentro al bagno, mentre a turno ci facevamo un bidet e cercavamo di pulirci il volto senza rovinare ulteriormente il trucco, osai rivolgerle “la domanda”:

- Senti, ma perché lo fai? –

- Perché……….. devo! –

La sua risposta fu perentoria, detta seccamente, poi il viso le si addolcì, mi si avvicinò mentre mi stavo asciugando e con la mano mi cercò la micina.

- Lasciami fare, ne ho bisogno –

Discorso egoistico il suo, ma anche io avevo bisogno di qualcosa di diverso e così la imitai. Le dita dell’una dentro l’altra ci baciammo con veemenza, strusciando i seni gli uni contro gli altri, sbavando sulle labbra dell’altra per regalarci un orgasmo frettoloso e solo parzialmente appagante.

Quando uscimmo il sorriso le era tornato sul volto e ci separammo salutandoci per poi perderci nella calca.
La nottata durò ancora a lungo, seppi dopo che erano di libera distribuzione pillole eccitanti, e ancora vidi accoppiamenti di tutti i tipi. Le stelline sembravano resistere al pari delle professioniste ma alla fine eravamo tutte stanche e disfatte. Non so quanti cazzi ho succhiato quella notte, quante sborrate ho ricevuto in bocca, addosso o in uno dei miei buchi, ricordo bene solo l’ultima, quella di una delle guardie, un arabo grande e grosso con l’uccello in proporzione che mi inculò a lungo quasi alla fine e mi riempì l’intestino con una quantità di sborra impressionante. Ringraziai tutti i cieli quando giunse all’orgasmo perché per tutta la durata della sodomizzazione avevo provato dolore e pensato, rimpiangendolo, al breve piacere provato nel bagno con la stellina.

L’attricetta intanto restava al fianco dello Sceicco il quale, senza mai alzarsi, ogni tanto le faceva cenno per farsi succhiare o per farla salire sopra di se e scoparla o incularla. Il resto del tempo lo passavano guardando quasi distratti il carnaio ai loro piedi.
Come Dio volle tutto terminò, rintracciai Muriel e recuperati i cappotti, nude e ancora sporche sotto, che la voglia di andar via era superiore a quella di fare la fila al bagno, ce ne andammo a casa.

Dormii fino al tardo pomeriggio quando mi svegliò una telefonata.
Era Lilli che subito mi chiese come fosse andata la nottata.

- Come fai a saperlo, c’eri anche tu? Non ti ho visto. –

- No mia cara, sono riuscita ad evitare di farmi invitare, so come vanno a finire certe serate –

- Vuoi dire che anche tu…….. ci sei stata? –

- Sì, mi è toccato tempo fa, e da allora ho cambiato strategia –

- Strategia? –

- Bimba cosa credi? Nel nostro mondo non è detto che chi arriva alla notorietà l’abbia fatto, però è una bella scorciatoia, almeno all’inizio quando ti conoscono in pochi. Certo devi essere anche brava altrimenti non vai più in là di qualche comparsata in TV ma sono tante che fanno come me, e mi hai visto sulla barca, perché è importante anche saper darla e a chi. Altrimenti rischi di fare come XXXXX – e disse il nome della stellina del bagno.

- La conosci? Ecco chi ti ha detto che c’ero andata –

- Sì, è una mia carissima amica, abbiamo iniziato assieme anni fa e ancora ci teniamo in contatto. Mi ha chiamato oggi per raccontarmi e mi ha detto di aver incontrato una escort tanto gentile da aiutarla prima e….. poi ah ah ahahahah, sei proprio una porcellina sai?–

- ah ah ah, veramente mi aveva fatto un po’ pena a vederla così in difficoltà con tutti quegli uomini e così mi sono messa di mezzo. Al bagno è stata una sorpresa e è piaciuto anche a me. Però non capisco, quando le ho chiesto perché lo faceva mi ha risposto che doveva, eppure era evidente che era pentita –

- XXXX è lesbica convinta, il maschio le fa schifo, però come ti ho detto se vuole andare avanti deve concedersi. Per me sbaglia a partecipare a queste serate, ottieni solo di passare per troia da quattro soldi oltre a dover sopportare di tutto. Molto meglio scegliere uno e dedicarsi solo a lui. –

- Lesbica? Ora mi spiego alcune cose. E’ un mondo di merda Lilli, ma va così –

- Già, il mondo gira così. Un bacio bimba, spero di rivederti presto –

- Un bacio Lilli, anche io –

Riflettendo sulla breve conversazione con Lilli mi addormentai di nuovo con la bella sensazione di avere, forse, una nuova amica.
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scritto il
2020-01-30
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