Ops!! - Allarme Rosso (4)
di
Babi
genere
etero
Il suo turno era finito, aveva sperato di incrociare di nuovo Nicolò, ma quel giorno erano usciti prima che lei arrivasse e a quel momento era rientrato in albergo solo il Sig. Francesco Colombo, quello che a quanto appariva, sembrava essere il capo. Non sembrava stare molto bene, aveva preso la chiave della camera ed era salito senza nemmeno salutare.
Marta non riusciva a non chiederesi perchè Nicolò non fosse rientrato con lui.
Si sentiva come una quindicenne che smania per incrociare ancora il ragazzo che le piace.
Non riusciva non pensare a lui ed a chiedersi cosa stesse facendo o cosa pensasse lui di lei.
Anche lui la pensava?
Anche lei lo avevo colpito così tanto, da non riuscire a togliersela dalla mente?
“Domani viene Carla al mio posto, abbiamo fatto il cambio domenica” disse alla sua collega.
Era quasi ora di cena e Marta iniziava sentire il suo stomaco brontolare.
Uscendo dalla porta vide Nicolò che fumava una sigaretta e guardava il telefono.
“Ciao.” disse Nicolò vedendola e rimettendo il cellulare in tasca.
“Ciao… allora come ti sembra Torino?” chiese Marta.
“Non ho visto molto… sono stato solo alla sede della Banca Intesa..” le rispose lui, sorridendo.
“Ah… non hai la faccia da bancario..” disse Marta.
“Infatti… non lo sono.” le rispose Nicolò. “Ci occupiamo solo dei loro computer.”
“Capito..” disse Marta, sentendosi una scema, perchè non sapeva bene cosa dire, eppure voleva assolutamente trovare qualcosa di cui parlare, per rimanere li con lui.
“Tu hai finito?” le chiese.
“Sì.. voi uscite a cena? Ho visto che non avete prenotato al ristorante…” disse Marta.
“Stavo cercando un ristorante, il mio collega è il più esperto di Torino, lui c’è già stato; ma questa sera non si sente bene, quindi sono da solo.”
“Qui vicino c’è una trattoria.. ma detto fra di noi non è un granchè…” disse Marta.
“Ecco benissimo.. magari chiedo se c’è posto nel ristorante qui, anche senza prenotazione…”
“TI risparmio la fatica, ho inviato io le prenotazioni.. sono al completo…”
“Ok… e se prendessi un taxi, c’è un ristorante che mi consigli?” chiese Nicolò.
“Potrei fare di meglio… posso portarti io. Se poi non ti scoccia ti posso anche fare compagnia… la mia coinquilina non c’è ed io odio mangiare da sola..”
Parlò senza pensare, realizzando solo dopo, di quanto potesse sembrare importuna.
“Oppure ti accompagno e basta…” Si affrettò ad aggiungere, imponendosi di non inziare a straparlare.
“No.. scoccia anche a me mangiare da solo… se mi fai compagnia, mi fa piacere.” disse Nicolò.
“Ok.. allora… andiamo. Giuro che guido bene…” e sorrise, Marta, aprendo la macchina da lontano, con il telecomando.
“Sto uscendo a cena con un figo incredibile e sono vestita con la divisa del lavoro… sembro mia zia!!” pensò Marta, salendo in macchina e togliendosi la giacca blu con il logo dell’albergo e la spilla con il suo nome.
In realtà, tutto sommato, non era una brutta divisa, molto seria e castigata.. una gonna lunga appena sopra al ginocchio, una camicia bianca .. non le stava male… però di certo non era il suo stile ..
Faceva ancora piuttosto caldo, per essere metà settembre, e percorrendo i viali, abbassò il finestrino. Le piaceva l'aria che entrava rinfrescandola.
“Se ti da fastidio, lo tiro su.” disse a Nicolò
“No, si sta bene..”
Alla radio stavano trasmettendo la canzone “Una volta ancora” di Fred Palma e Ana Mena, se non ci fosse stato lui in macchina, probabilmente si sarebbe messa a canticchiarla, ma pensò che era meglio non fargli sapere quanto fosse stonata.
“Quindi dove andiamo?” chiese Nicolò.
“Nell’unico ristorante che conosco dove fanno una super specialità ..il Fritto alla Piemontese.. non puoi andare via da Torino senza provarlo!!”
Marta lo portò in un ristorante in collina. Una trattoria carina, aperta da molti anni, con una bella terrazza panoramica, in cui si poteva ancora cenare, dato l'inusuale caldo serale.
Ordinarono una bottiglia di Barbera, due primi ed un fritto in due.
Durante la cena, parlarono del più e del meno, ma non fu tanto il cosa si dissero, più che altro, a stupire Marta fu la sensazione di conoscerlo.. eppure non sapeva quasi nulla di lui.
Non le era successo mai, con nessuno, prima…
Non avrebbe più voluto riportarlo in albergo!
Avrebbe davvero voluto passare la notte intera con lui, anche solo a parlare…
Adorava il modo in cui sorrideva.
Non riusciva a non guardare i suoi occhi azzurri.
Perfino il timbro della sua voce le sembrava bellissimo e tremendamente familiare.
Parlarono e scherzarono per tutto il tempo, come se non fosse stata la prima volta che sedevano a cena insieme.
“Se non sei stanco, ti porto a vedere una cosa .. è qui vicino..” disse Marta tornando alla macchina, dopo cena.
“Non sono stanco.. portami dove vuoi” disse lui con tono giocoso.
“Attento a cosa dici, ché ti prendo in parola” pensò Marta, salendo in macchina.
Ad un bivio, girò per salire sulla strada che portava alla Basilica di Superga.
Arrivati, parcheggiò.
“Che meraviglia!” disse Nicolò guardando verso la grande Basilica.
A quell’ora non c’era nessuno… era il momento migliore per salire lassù… senza casino, senza gente che passa il tempo a scattare foto, incapace davvero di guardarsi intorno.
“Solo per questo, Torino merita d’essere vista.” disse Marta, appoggiandosi con i gomiti al muretto davanti alla Basilica.
Da lì in alto, si potevano vedere le luci della città intera, con la luna piena che sembrava vegliare su tutto.
Era come se tutta Torino fosse stata ai loro piedi.
Quel panorama aveva un nonsoché di poetico e rilassante, come se tutta la frenesia ed il rumore di quella città, da lassù, scomparissero.
“Molti vengono qui per la Basilica, per visitare le tombe reali.. vedere la lapide commemorativa del Grande Toro.. ma quasi nessuno ne conosce la storia…” disse Marta “.. È il perchè esiste, che lo rende il mio posto preferito..” aggiunse, girandosi verso Nicolò.
“E qual’è la sua storia?” le chiese lui, curioso.
Marta sorrise.
“Ok! ..Pronto al momento Alberto Angela?” gli chiese con tono scherzoso.
“Prontissimo!” sorrise lui.
“..Prima del 1700 qui non c’era niente.. una collina un pò più alta delle altre. Poi un giorno, il Duca Vittorio Amedeo, vi salì per guardare la città assediata dai Francesi. Se Torino fosse caduta, i Francesi si sarebbero presi facilmente anche il resto della penisola. Vittorio era disperato, aveva pochi uomini e nessun’altro regno italiano voleva aiutarlo.. rimase quassù a guardare la sua città per molto tempo, cercando una soluzione; e quando si rese conto di non averne, s’inginocchiò ..promettendo alla vergine Maria, che se lo avesse aiutato a sconfiggere i Francesi, lui avrebbe eretto una basilica a suo nome, così grande, che sarebbe stata visibile da ogni punto della città. Ed indovina?…pochi giorni dopo andarono in battaglia e vinsero, contro ogni pronostico!”
“Ed è stata la Madonna ad aiutarli?” chiese Nicolò, scherzandoci su.
“Se sei religioso puoi credere a quello…io non lo so perchè, o cosa li abbia fatti vincere, forse è solo Destino, magari era scritto che doveva andare così… ma so che quella Basilica è lì.. -disse indicandola- ..c’è.. la vedo e quando la vedo, mi ricorda che ci sono scommesse che puoi vincere anche se parti svantaggiato, anche se nessuno crede che tu abbia le palle per riuscirci… cavolo è un "ce la puoi fare anche tu" scritto a caratteri cubitali e lampeggianti!..”
“E la tua scommessa quale sarebbe?” chiese Nicolò.
Marta rise. Salendo sul muretto con una spinta e sedendosi, dando le spalle al panorama.
“Questo è un segreto, che è fra me e lei..” disse, indicando la basilica davanti a se.
Nicolò sorrise appoggiandosi al muro vicino a lei.
“È di certo un bellissimo posto..” disse poi, guardando le luci della città sotto di loro.
“Per me sei tu ad essere bellissimo” pensò Marta, guardando il suo profilo.
Sentiva il bisogno di baciarlo, di toccarlo, di averlo vicino alla sua pelle...
Com’era possibile?
Forse stava semplicemente impazzendo!!
“Ora, sia la basilica che le tombe reali sono chiuse.. se vuoi, possiamo fare il giro a piedi e vedere la lapide del Grande Toro“ gli propose.
“Facciamolo, questo giro..” disse Nicolò sorridendo.
“Ok..” disse Marta, saltando giù dal muretto. Ma calcolò male l’atterraggio e finì praticamente addosso a lui. Anzi probabilmente, se non ci fosse stato Nicolò, sarebbe finita per sbattere rovinosamente il muso sul selciato.
Lui le posò le mani suoi fianchi per fermarla.
“Scusami..” disse Marta, realizzando in una frazione di secondo, quanto fosse piacevole avere il suo corpo così vicino. Poteva sentirne il profumo, il calore delle sue mani.
“Di cosa? ..” rispose lui, rimanendo immobile e guardandola.
Marta non pensò, non rispose.
Le sue braccia si appoggiarono sulle spalle di Nicolò in completa autonomia, come se stessero compiendo un movimento del tutto normale, come se fossero abituate a tenerlo stretto a se'.
“Dovevamo andare dal Grande Toro… credo..” disse Nicolò senza muovere le mani dai fianchi di Marta.
“Credi?..Ne hai davvero voglia?” disse lei avvicinando il viso al collo di lui, sentendo l’esigenza di respirarlo.
“Non ne sono più così sicuro…” disse lui, tirandola un pò più vicino a se'.
“Hai un buon profumo..” sussurrò Marta, posando il suo naso sul collo di lui.
“Anche tu..” disse lui avvicinando il suo viso ai capelli di lei e spostando una mano dal suo fianco alla sua schiena.
Marta sentì dei brividi percorrerle la schiena. Con le dita iniziò ad accarezzargli piano la nuca, infilando appena le dita fra i suoi capelli.
Lui le spostò i capelli per guardarle il viso e si chinò per baciarle dolcemente la guancia,riportando le mani sui suoi fianchi.
Piano piano però prese a risalire i suoi fianchi, fino ad arrivare alle sue costole.
Marta poteva sentire i suoi pollici sfiorarle appena l'attaccatura dei seni.
“Sei bellissima..” disse lui.
Marta alzò il viso per guardarlo. Voleva dirgli “Sei bellissimo anche tu..” ma fece appena in tempo a dire quel “Sei..” che lui la baciò "a tradimento".
Senza pensarci un solo istante, lei rispose a quel bacio e le loro lingue iniziarono una meravigliosa danza, perfettamente umida e sincronizzata.
Lui la strinse ancora più forte.
Marta faceva fatica a respirare, ma non capiva se era a causa della stretta energica, o per l’eccitazione che provava.
A dire la verità, non le importava, le piaceva troppo quel bacio …quell’abbraccio così forte.
Si sentiva inebriata, come non si sentiva "da tempo"... Anzi a memoria, "da mai".
Eppure, proprio le pareva di conoscere quella sensazione.
E proprio seguendo quello che quella sensazione le suggeriva; quella che quel bacio le stava regalando, iniziò a strusciare il suo bacino contro quello di Nicolò.
Sentì i suoi seni schiacciarsi contro il suo petto.
La mano di lui le accarezzò il seno, risalendo fino al collo e poi infilandosi fra i suoi lunghi capelli, mentre continuava a baciarla con ancora più passione.
Lei aveva bisogno di sentire la sua pelle , di poterlo toccare, così spostò le mani dal collo, infilandole sotto la maglia all’altezza dei fianchi.
Nel sentire quel tocco lui le piegò la testa per poterle infilare in bocca la lingua ancora più in fondo.
Le loro labbra rimasero incollate, le loro lingue continuarono a cercarsi.
Marta con le mani lo accarezzò seguendo l’orlo dei jeans, fino ad arrivare davanti.
Gli accarezzò la pancia.
Nicolò si staccò dalle sue labbra, rimanendole vicino.
“Potrei innamorarmi di una che bacia così..” le sussurrò, guardandola negli occhi.
“C’è solo un modo per scoprire se è vero..” rispose Marta, riappoggiando le sue labbra su quelle di Nicolò, pensando che non aveva mai provato una sensazione così forte e totalizzante con un bacio, prima di quella sera.
Non gli lasciò dire nulla, chiudendogli la bocca con un bacio a stampo, che in pochi istanti ritornò ad essere un bacio passionale.
Le mani di lui si spostarono sul suo sedere, decise e irruente iniziarono a palparglielo, spiengendole il bacino contro il suo cazzo.
Staccò le labbra da lei, solo per dirle:
“Sei tutta gnocca Marta..” e riprese a baciarla.
Marta infilò le dita dentro alla sua cintura sfiorandogli l’inguine.
Poteva appena sfiorare il cazzo di Nicolò che era già duro e sembrava cercare la sua mano.
Nicolò smise di baciarla e guardandola, iniziò a slacciarle i primi tre bottoni della camicia.
Marta rimanendo con lo sguardo fisso su quello di lui fece altrettanto con i suoi Jeans.
Lo sguardo di Nicolò era carico di desiderio e questo fece impazzire Marta, quasi come se già lui la stesse scopando.
Le abbassò la coppa del quasi inesistente reggiseno di pizzo bianco, scoprendole completamente un seno.. e glielo palpò in modo un pò rude, mentre lei infilava la mano nelle sue mutande iniziando ad accarezzargli il cazzo.
Lui riappoggiò le labbra su quelle di lei, mentre con la mano le strizzava il capezzolo già duro come un chiodo.
Lei ansimò mentre lo baciava.. stringendo il suo cazzo nella mano ed iniziando a muoverla piano.
Nicolò si staccò dalla sua bocca, rimanendo appoggiato al suo zigomo.
Ad occhi chiusi le disse “Giuro mi fai impazzire.”
Con la mano le scoprì anche l’altro seno.
Le fissò le tette senza smettere di toccarle.
Lei nel frattempo, non smetteva di segare piano, quello che, anche se ancora non l’aveva visto, le sembrava il cazzo più bello del mondo.
“Che belle tette che hai!!” disse lui, pizzicandole entrambi i capezzoli.
“Va a finire che ti spoglio qui..” disse un secondo prima di morderle le labbra.
Per poi scendere con la bocca sulle sue tette ed inziando a baciarle, succhiarle e morderle piano, concentrandosi molto prima su un capezzolo poi sull’altro.
Marta guardava la bocca di Nicolò sul suo seno ed era eccitatissima ..adorava vederlo usare le sue tette..
Il solo pensiero di saperlo eccitato, la mandava in estasi … ansimò di piacere, mordendosi il labbro inferiore.
Abbassandogli le mutande per scoprire il suo cazzo, iniziò a segargli piano solo la cappella stringendola nel suo pugno.
“Tu sei pericolosa..” disse lui con la voce rotta dal piacere e dal desiderio.
“Me l’hai fatto diventare durissimo…” aggiunse, lasciandoselo segare.
“Sei tu ad essere pericoloso…” rispose lei.
Nicolò le alzò la gonna fin sopra alla vita e le mise la mano in mezzo alle gambe.
Marta le allargò.
Lui le scostò di lato le mutande, iniziando a toccarle la figa già bagnata.
Marta si sentì gemere.
“Sei bagnatissima” disse lui eccitatissimo e prese a sgrillettarla, facendola impazzire di desiderio.
“Voglio il tuo cazzo” sussurrò fra i gemiti, stringendoglielo nella mano, era durissimo e lo desiderava dentro di lei, come non aveva mai desiderato nessun’altro.
“Non dirlo ancora o ti scopo qui..” disse lui infilandole un dito dentro.
Lei ansimò ancora più forte, poi guardandolo “Voglio il tuo cazzo!” ripetè, fissando i suoi occhi.. scendendo con la mano per toccargli le palle.
“Tu mi vuoi?” gli chiese con il fiato rotto, per il piacere che le stava dando quel dito nella figa.
Lui non rispose.
La prese in braccio, appoggiandola al muretto e facendole incrociare le gambe dietro la sua schiena.
Marta sentì la sua cappella appoggiarsi alla sua figa, strusciarsi, per poi infilarsi in lei.
Sentirlo entrare in lei, la fece sentire in paradiso, era assolutamente perfetto. Ansimò riprendendo a baciarlo con passione.
Nicolò glielo infilò dentro tutto.
“Non ci crederai ma è il giorno più bello della mia vita..” disse guardandola.
“E se ti credessi?” disse lei ansimando.
“Saresti perfetta…” disse lui, iniziando a muoversi piano in lei.
“Allora sono perfetta…” disse lei guardandolo. Desiderava che lui vedesse nel suo sguardo, quanto piacere le stava dando.
”Santoddio, che meraviglia che sei..” ansimò, iniziando a scoparla dolcemente.
Marta venne, mentre lui continuava a muoversi piano..
“Se scopi sempre così devo innamorarmi io di te…” disse in preda al piacere, ansimando e gemendo.
“Adoro la tua figa.. so che è brutto dirlo.. ma è stupenda.. sembra fatta apposta per il mio cazzo” disse lui, sempre più eccitato.. “Porca puttana, non so se duro tanto..sei troppo bella..” disse gemendo.
“Io adoro il tuo cazzo… non fermarti.. scopami” disse Marta senza pudore, completamente in preda al piacere.
“Mi fai diventare scemo..” disse lui cercando di trattenersi “Se.. uh.. se non mi fermo vengo…” disse rimanendo fermo.
“Oooh vengo ancora.. non fermarti, scopami.. ti prego..” ansimò lei nel suo orecchio mordendogli il lobo.
“Se mi muovo più di così vengo anche io… oddio .. io devo uscire.. non ce la faccio…” disse con il fiato rotto.
Marta lo tenne stretto con le gambe dentro di lei .
“Non uscire… “ ansimò, quasi pregandolo.
Lui le sorrise, provato, mentre le spingeva il cazzo ancora più profondamente.
Quell’affondo la fece gemere forte, facendole desiderare che lui la scopasse ancora più forte.
Ma Nicolò la baciò con passione, rimanendo immobile.
Per Marta era una piacevole tortura.
Iniziò a muovere di nuovo i fianchi sul cazzo di lui, cercando di appagare quell’esigenza di godere.
In lei non vi era più la minima parvenza di pudore o timidezza, c’era solo quell’istinto animale di appagare il bisogno di lui…voleva sentirlo godere…voleva fottergli il cervello come lui stava fottendo il suo .
“Se fai così ti sborro dentro!” le disse Nicolò nell’orecchio.
“Magari…” ansimò lei, sentendo quel suo secondo orgasmo sempre più vicino.
Era una sensazione incredibilmente potente, sentire il suo cazzo pulsare dentro di lei; sapere che lo stava facendo godere così tanto da fargli perdere completamente il controllo.
Il solo pensiero della sua sborra dentro di lei, la eccitò ancora di più.
“Ossignore..” disse lui iniziando a muoversi in lei lentamente.
“Voglio la tua sborra..” ansimò lei baciandolo.
Lui la prese per i capelli, iniziando a scoparla ancora più deciso.. “io lo faccio…” disse scopandola sempre con più forza.
“Ooooh Diooo siii così…” cercò di dire Marta fra i gemiti, mentre stava venendo. Mentre sentiva che lui continuava a scoparla con colpi secchi e decisi…
“Uuuuh..sii..” gemette Nicolò “vengo..” ansimò.
“Sì … godi …” rispose lei, cercando le sue labbra.
Sentì gli schizzi caldi riempirle la figa.. e fu come se quel piacere non avesse fine.
Continuarono a baciarsi sentendo i loro corpi tremare.
E rimasero lì abbracciati a baciarsi con il respiro pesante, per riprendersi...
“Non so da dove sei uscita, ma io sono già pazzo di te.” sussurrò Nicolò, appena ebbe ripreso fiato.
“Anche io … di te.” rispose Marta, baciandolo dolcemente.
Non avrebbe più voluto separarsi da lui.
Probabilmente per la prima volta nella sua vita si sentiva “nel posto giusto”, come se la sua anima ed il suo cuore fossero ritornati finalmente a casa.
Fu in quel preciso istante, che si chiese se fosse possibile innamorarsi a prima vista?
“C’è una macchina…” disse lui, vedendo le luci dei fari salire dalla strada.
In pochi secondi si ricomposero, sorridendosi nervosamente.
INTANTO AD ALDILANDIA :
Inizio quasi a rilassarmi, sto guardando quel numero da un po' ed è sempre fisso. La Signora dei Serafini mi fa davvero molta paura, sarei proprio contento di non doverla rivedere.
Mi ricorda la mia insegnante di catechismo, anche lei mi metteva davvero paura. Ho sempre avuto un pò di problemi con le figure autoritarie .. c’è chi affronta la cosa diventando un ribelle e chi uno zerbino. Ecco, io sono nella categoria zerbini! Mi sono sempre fatto comandare a bacchetta un po' da tutti.
Sto ripensando ad ogni volta che mi sono fatto mettere i piedi in testa: che coglione!… pensare che quel bullo delle superiori che ha reso la mia adolescenza un inferno, abbia il mio stesso trattamento, mi fa venire davvero parecchia rabbia!
Eh vabbè… suppongo sia piuttosto comune che una volta arrivati ad Aldilandia, si pensi “se l’avessi saputo prima….”. Non credo di essere il solo essere umano ad essere morto con dei rimpianti.. vorrei farne un elenco, così giusto per occuparmi il tempo.
Scrivo: Non aver mai fatto sesso.
Questo è sicuramente il primo della lista.
Sto pensando a quale sia, fra i tanti, a meritare il secondo posto, quando…
Quel numeretto inizia ad aumentare…
“No no no..vai troppo veloce…” dico spingendo il bottone per chiamare la Signora e continuando a vederlo salire.
Lei arriva in poco tempo.. giusto per vedere l’allarme passare da Arancio a Rosso..
Io sono nel panico, lei mi sembra calma.
Armeggia sul tablet ed immediatamente sulla parete compare ciò che sta succedendo sulla terra.
Anche se sono terrorizzato non riesco a staccare lo sguardo da quei due che, avvinghiati su quella collina, stanno facendo quella che a me, sembra una gran bella scopata.
“Era inevitabile!” dice la Signora, guardandoli come se fossero un problema matematico.
Io riesco solo a pensare che vorrei essere lui!!
“Vediamo…” dice poi lei, riprendendo il tablet. “Ecco… per il momento, facciamo che non siano più soli…” Parla, spingendo qualcosa. “..Almeno per ora dovrebbe fermarli..” dice.
Non capisco cos’abbia cambiato.. poi poco dopo, in quel film che stiamo guardando, vediamo dei fari salire verso la basilica.
La Signora ha convinto due persone che passavano di li a girare verso la cima della collina.
La percentuale dell’allarme rosso non sale più, ma non scende nemmeno.
Si è fermata al 35%.
“Cosa succede se arriva a 100% ?” chiedo alla Signora.
“Cerchiamo di non farcela arrivare…” mi risponde lei, secca.
Mi guarda.
“Ho letto il tuo fascicolo… non se ne vedono più molti della tua età, ancora vergini.. Se inizi a concentrarti di più sulla tua nuova condizione e non sulla tua vecchia vita umana, potresti anche fare carriera…” mi dice, appoggiando due cartelle sulla scrivania.
“Queste sono le vite che hai incasinato.. così come avrebbero dovuto essere..studiatele! Voglio addestrarti per essere il mio assistente… in fondo in fondo, credo che potresti essermi utile..”
“Sì“ dico, senza capire se sia una cosa positiva o meno. “Posso farle una domanda?” dico.
Lei mi guarda senza dire nulla. Lo prendo come un sì.
“Perchè due AR non possono rincontrarsi?” chiedo.
“Perchè altrimenti, il mondo non cambierebbe mai, non avrebbe evoluzioni..finirebbero tutti per vivere la stessa vita, fare le stesse cose, provare le medesime emozioni… le anime perderebbero lo stimolo a migliorarsi …”
“Capito.” rispondo, ma in realtà, non è vero; almeno, non del tutto.
“Forse dovremmo anche ritrovare le vite che hanno vissuto insieme.. per capire cosa li univa… magari possiamo usarlo per separarli ora..” dico in un piccolo sprazzo di genialità.
“Ho già fatto richiesta per esaminarle.. dovrebbero arrivarmi i fascicoli a breve… bravo Lele!!” dice soddisfatta.
E senza aggiungere altro se ne va.
Ricontrollo la percentuale: 35 … “Ok ferma così e non fare scherzi!! “
Cavolo!!
Sto parlando con un computer!!!
Vabbè, leggerò una delle cartelle che la Signora mi ha dato da studiare…
Marta non riusciva a non chiederesi perchè Nicolò non fosse rientrato con lui.
Si sentiva come una quindicenne che smania per incrociare ancora il ragazzo che le piace.
Non riusciva non pensare a lui ed a chiedersi cosa stesse facendo o cosa pensasse lui di lei.
Anche lui la pensava?
Anche lei lo avevo colpito così tanto, da non riuscire a togliersela dalla mente?
“Domani viene Carla al mio posto, abbiamo fatto il cambio domenica” disse alla sua collega.
Era quasi ora di cena e Marta iniziava sentire il suo stomaco brontolare.
Uscendo dalla porta vide Nicolò che fumava una sigaretta e guardava il telefono.
“Ciao.” disse Nicolò vedendola e rimettendo il cellulare in tasca.
“Ciao… allora come ti sembra Torino?” chiese Marta.
“Non ho visto molto… sono stato solo alla sede della Banca Intesa..” le rispose lui, sorridendo.
“Ah… non hai la faccia da bancario..” disse Marta.
“Infatti… non lo sono.” le rispose Nicolò. “Ci occupiamo solo dei loro computer.”
“Capito..” disse Marta, sentendosi una scema, perchè non sapeva bene cosa dire, eppure voleva assolutamente trovare qualcosa di cui parlare, per rimanere li con lui.
“Tu hai finito?” le chiese.
“Sì.. voi uscite a cena? Ho visto che non avete prenotato al ristorante…” disse Marta.
“Stavo cercando un ristorante, il mio collega è il più esperto di Torino, lui c’è già stato; ma questa sera non si sente bene, quindi sono da solo.”
“Qui vicino c’è una trattoria.. ma detto fra di noi non è un granchè…” disse Marta.
“Ecco benissimo.. magari chiedo se c’è posto nel ristorante qui, anche senza prenotazione…”
“TI risparmio la fatica, ho inviato io le prenotazioni.. sono al completo…”
“Ok… e se prendessi un taxi, c’è un ristorante che mi consigli?” chiese Nicolò.
“Potrei fare di meglio… posso portarti io. Se poi non ti scoccia ti posso anche fare compagnia… la mia coinquilina non c’è ed io odio mangiare da sola..”
Parlò senza pensare, realizzando solo dopo, di quanto potesse sembrare importuna.
“Oppure ti accompagno e basta…” Si affrettò ad aggiungere, imponendosi di non inziare a straparlare.
“No.. scoccia anche a me mangiare da solo… se mi fai compagnia, mi fa piacere.” disse Nicolò.
“Ok.. allora… andiamo. Giuro che guido bene…” e sorrise, Marta, aprendo la macchina da lontano, con il telecomando.
“Sto uscendo a cena con un figo incredibile e sono vestita con la divisa del lavoro… sembro mia zia!!” pensò Marta, salendo in macchina e togliendosi la giacca blu con il logo dell’albergo e la spilla con il suo nome.
In realtà, tutto sommato, non era una brutta divisa, molto seria e castigata.. una gonna lunga appena sopra al ginocchio, una camicia bianca .. non le stava male… però di certo non era il suo stile ..
Faceva ancora piuttosto caldo, per essere metà settembre, e percorrendo i viali, abbassò il finestrino. Le piaceva l'aria che entrava rinfrescandola.
“Se ti da fastidio, lo tiro su.” disse a Nicolò
“No, si sta bene..”
Alla radio stavano trasmettendo la canzone “Una volta ancora” di Fred Palma e Ana Mena, se non ci fosse stato lui in macchina, probabilmente si sarebbe messa a canticchiarla, ma pensò che era meglio non fargli sapere quanto fosse stonata.
“Quindi dove andiamo?” chiese Nicolò.
“Nell’unico ristorante che conosco dove fanno una super specialità ..il Fritto alla Piemontese.. non puoi andare via da Torino senza provarlo!!”
Marta lo portò in un ristorante in collina. Una trattoria carina, aperta da molti anni, con una bella terrazza panoramica, in cui si poteva ancora cenare, dato l'inusuale caldo serale.
Ordinarono una bottiglia di Barbera, due primi ed un fritto in due.
Durante la cena, parlarono del più e del meno, ma non fu tanto il cosa si dissero, più che altro, a stupire Marta fu la sensazione di conoscerlo.. eppure non sapeva quasi nulla di lui.
Non le era successo mai, con nessuno, prima…
Non avrebbe più voluto riportarlo in albergo!
Avrebbe davvero voluto passare la notte intera con lui, anche solo a parlare…
Adorava il modo in cui sorrideva.
Non riusciva a non guardare i suoi occhi azzurri.
Perfino il timbro della sua voce le sembrava bellissimo e tremendamente familiare.
Parlarono e scherzarono per tutto il tempo, come se non fosse stata la prima volta che sedevano a cena insieme.
“Se non sei stanco, ti porto a vedere una cosa .. è qui vicino..” disse Marta tornando alla macchina, dopo cena.
“Non sono stanco.. portami dove vuoi” disse lui con tono giocoso.
“Attento a cosa dici, ché ti prendo in parola” pensò Marta, salendo in macchina.
Ad un bivio, girò per salire sulla strada che portava alla Basilica di Superga.
Arrivati, parcheggiò.
“Che meraviglia!” disse Nicolò guardando verso la grande Basilica.
A quell’ora non c’era nessuno… era il momento migliore per salire lassù… senza casino, senza gente che passa il tempo a scattare foto, incapace davvero di guardarsi intorno.
“Solo per questo, Torino merita d’essere vista.” disse Marta, appoggiandosi con i gomiti al muretto davanti alla Basilica.
Da lì in alto, si potevano vedere le luci della città intera, con la luna piena che sembrava vegliare su tutto.
Era come se tutta Torino fosse stata ai loro piedi.
Quel panorama aveva un nonsoché di poetico e rilassante, come se tutta la frenesia ed il rumore di quella città, da lassù, scomparissero.
“Molti vengono qui per la Basilica, per visitare le tombe reali.. vedere la lapide commemorativa del Grande Toro.. ma quasi nessuno ne conosce la storia…” disse Marta “.. È il perchè esiste, che lo rende il mio posto preferito..” aggiunse, girandosi verso Nicolò.
“E qual’è la sua storia?” le chiese lui, curioso.
Marta sorrise.
“Ok! ..Pronto al momento Alberto Angela?” gli chiese con tono scherzoso.
“Prontissimo!” sorrise lui.
“..Prima del 1700 qui non c’era niente.. una collina un pò più alta delle altre. Poi un giorno, il Duca Vittorio Amedeo, vi salì per guardare la città assediata dai Francesi. Se Torino fosse caduta, i Francesi si sarebbero presi facilmente anche il resto della penisola. Vittorio era disperato, aveva pochi uomini e nessun’altro regno italiano voleva aiutarlo.. rimase quassù a guardare la sua città per molto tempo, cercando una soluzione; e quando si rese conto di non averne, s’inginocchiò ..promettendo alla vergine Maria, che se lo avesse aiutato a sconfiggere i Francesi, lui avrebbe eretto una basilica a suo nome, così grande, che sarebbe stata visibile da ogni punto della città. Ed indovina?…pochi giorni dopo andarono in battaglia e vinsero, contro ogni pronostico!”
“Ed è stata la Madonna ad aiutarli?” chiese Nicolò, scherzandoci su.
“Se sei religioso puoi credere a quello…io non lo so perchè, o cosa li abbia fatti vincere, forse è solo Destino, magari era scritto che doveva andare così… ma so che quella Basilica è lì.. -disse indicandola- ..c’è.. la vedo e quando la vedo, mi ricorda che ci sono scommesse che puoi vincere anche se parti svantaggiato, anche se nessuno crede che tu abbia le palle per riuscirci… cavolo è un "ce la puoi fare anche tu" scritto a caratteri cubitali e lampeggianti!..”
“E la tua scommessa quale sarebbe?” chiese Nicolò.
Marta rise. Salendo sul muretto con una spinta e sedendosi, dando le spalle al panorama.
“Questo è un segreto, che è fra me e lei..” disse, indicando la basilica davanti a se.
Nicolò sorrise appoggiandosi al muro vicino a lei.
“È di certo un bellissimo posto..” disse poi, guardando le luci della città sotto di loro.
“Per me sei tu ad essere bellissimo” pensò Marta, guardando il suo profilo.
Sentiva il bisogno di baciarlo, di toccarlo, di averlo vicino alla sua pelle...
Com’era possibile?
Forse stava semplicemente impazzendo!!
“Ora, sia la basilica che le tombe reali sono chiuse.. se vuoi, possiamo fare il giro a piedi e vedere la lapide del Grande Toro“ gli propose.
“Facciamolo, questo giro..” disse Nicolò sorridendo.
“Ok..” disse Marta, saltando giù dal muretto. Ma calcolò male l’atterraggio e finì praticamente addosso a lui. Anzi probabilmente, se non ci fosse stato Nicolò, sarebbe finita per sbattere rovinosamente il muso sul selciato.
Lui le posò le mani suoi fianchi per fermarla.
“Scusami..” disse Marta, realizzando in una frazione di secondo, quanto fosse piacevole avere il suo corpo così vicino. Poteva sentirne il profumo, il calore delle sue mani.
“Di cosa? ..” rispose lui, rimanendo immobile e guardandola.
Marta non pensò, non rispose.
Le sue braccia si appoggiarono sulle spalle di Nicolò in completa autonomia, come se stessero compiendo un movimento del tutto normale, come se fossero abituate a tenerlo stretto a se'.
“Dovevamo andare dal Grande Toro… credo..” disse Nicolò senza muovere le mani dai fianchi di Marta.
“Credi?..Ne hai davvero voglia?” disse lei avvicinando il viso al collo di lui, sentendo l’esigenza di respirarlo.
“Non ne sono più così sicuro…” disse lui, tirandola un pò più vicino a se'.
“Hai un buon profumo..” sussurrò Marta, posando il suo naso sul collo di lui.
“Anche tu..” disse lui avvicinando il suo viso ai capelli di lei e spostando una mano dal suo fianco alla sua schiena.
Marta sentì dei brividi percorrerle la schiena. Con le dita iniziò ad accarezzargli piano la nuca, infilando appena le dita fra i suoi capelli.
Lui le spostò i capelli per guardarle il viso e si chinò per baciarle dolcemente la guancia,riportando le mani sui suoi fianchi.
Piano piano però prese a risalire i suoi fianchi, fino ad arrivare alle sue costole.
Marta poteva sentire i suoi pollici sfiorarle appena l'attaccatura dei seni.
“Sei bellissima..” disse lui.
Marta alzò il viso per guardarlo. Voleva dirgli “Sei bellissimo anche tu..” ma fece appena in tempo a dire quel “Sei..” che lui la baciò "a tradimento".
Senza pensarci un solo istante, lei rispose a quel bacio e le loro lingue iniziarono una meravigliosa danza, perfettamente umida e sincronizzata.
Lui la strinse ancora più forte.
Marta faceva fatica a respirare, ma non capiva se era a causa della stretta energica, o per l’eccitazione che provava.
A dire la verità, non le importava, le piaceva troppo quel bacio …quell’abbraccio così forte.
Si sentiva inebriata, come non si sentiva "da tempo"... Anzi a memoria, "da mai".
Eppure, proprio le pareva di conoscere quella sensazione.
E proprio seguendo quello che quella sensazione le suggeriva; quella che quel bacio le stava regalando, iniziò a strusciare il suo bacino contro quello di Nicolò.
Sentì i suoi seni schiacciarsi contro il suo petto.
La mano di lui le accarezzò il seno, risalendo fino al collo e poi infilandosi fra i suoi lunghi capelli, mentre continuava a baciarla con ancora più passione.
Lei aveva bisogno di sentire la sua pelle , di poterlo toccare, così spostò le mani dal collo, infilandole sotto la maglia all’altezza dei fianchi.
Nel sentire quel tocco lui le piegò la testa per poterle infilare in bocca la lingua ancora più in fondo.
Le loro labbra rimasero incollate, le loro lingue continuarono a cercarsi.
Marta con le mani lo accarezzò seguendo l’orlo dei jeans, fino ad arrivare davanti.
Gli accarezzò la pancia.
Nicolò si staccò dalle sue labbra, rimanendole vicino.
“Potrei innamorarmi di una che bacia così..” le sussurrò, guardandola negli occhi.
“C’è solo un modo per scoprire se è vero..” rispose Marta, riappoggiando le sue labbra su quelle di Nicolò, pensando che non aveva mai provato una sensazione così forte e totalizzante con un bacio, prima di quella sera.
Non gli lasciò dire nulla, chiudendogli la bocca con un bacio a stampo, che in pochi istanti ritornò ad essere un bacio passionale.
Le mani di lui si spostarono sul suo sedere, decise e irruente iniziarono a palparglielo, spiengendole il bacino contro il suo cazzo.
Staccò le labbra da lei, solo per dirle:
“Sei tutta gnocca Marta..” e riprese a baciarla.
Marta infilò le dita dentro alla sua cintura sfiorandogli l’inguine.
Poteva appena sfiorare il cazzo di Nicolò che era già duro e sembrava cercare la sua mano.
Nicolò smise di baciarla e guardandola, iniziò a slacciarle i primi tre bottoni della camicia.
Marta rimanendo con lo sguardo fisso su quello di lui fece altrettanto con i suoi Jeans.
Lo sguardo di Nicolò era carico di desiderio e questo fece impazzire Marta, quasi come se già lui la stesse scopando.
Le abbassò la coppa del quasi inesistente reggiseno di pizzo bianco, scoprendole completamente un seno.. e glielo palpò in modo un pò rude, mentre lei infilava la mano nelle sue mutande iniziando ad accarezzargli il cazzo.
Lui riappoggiò le labbra su quelle di lei, mentre con la mano le strizzava il capezzolo già duro come un chiodo.
Lei ansimò mentre lo baciava.. stringendo il suo cazzo nella mano ed iniziando a muoverla piano.
Nicolò si staccò dalla sua bocca, rimanendo appoggiato al suo zigomo.
Ad occhi chiusi le disse “Giuro mi fai impazzire.”
Con la mano le scoprì anche l’altro seno.
Le fissò le tette senza smettere di toccarle.
Lei nel frattempo, non smetteva di segare piano, quello che, anche se ancora non l’aveva visto, le sembrava il cazzo più bello del mondo.
“Che belle tette che hai!!” disse lui, pizzicandole entrambi i capezzoli.
“Va a finire che ti spoglio qui..” disse un secondo prima di morderle le labbra.
Per poi scendere con la bocca sulle sue tette ed inziando a baciarle, succhiarle e morderle piano, concentrandosi molto prima su un capezzolo poi sull’altro.
Marta guardava la bocca di Nicolò sul suo seno ed era eccitatissima ..adorava vederlo usare le sue tette..
Il solo pensiero di saperlo eccitato, la mandava in estasi … ansimò di piacere, mordendosi il labbro inferiore.
Abbassandogli le mutande per scoprire il suo cazzo, iniziò a segargli piano solo la cappella stringendola nel suo pugno.
“Tu sei pericolosa..” disse lui con la voce rotta dal piacere e dal desiderio.
“Me l’hai fatto diventare durissimo…” aggiunse, lasciandoselo segare.
“Sei tu ad essere pericoloso…” rispose lei.
Nicolò le alzò la gonna fin sopra alla vita e le mise la mano in mezzo alle gambe.
Marta le allargò.
Lui le scostò di lato le mutande, iniziando a toccarle la figa già bagnata.
Marta si sentì gemere.
“Sei bagnatissima” disse lui eccitatissimo e prese a sgrillettarla, facendola impazzire di desiderio.
“Voglio il tuo cazzo” sussurrò fra i gemiti, stringendoglielo nella mano, era durissimo e lo desiderava dentro di lei, come non aveva mai desiderato nessun’altro.
“Non dirlo ancora o ti scopo qui..” disse lui infilandole un dito dentro.
Lei ansimò ancora più forte, poi guardandolo “Voglio il tuo cazzo!” ripetè, fissando i suoi occhi.. scendendo con la mano per toccargli le palle.
“Tu mi vuoi?” gli chiese con il fiato rotto, per il piacere che le stava dando quel dito nella figa.
Lui non rispose.
La prese in braccio, appoggiandola al muretto e facendole incrociare le gambe dietro la sua schiena.
Marta sentì la sua cappella appoggiarsi alla sua figa, strusciarsi, per poi infilarsi in lei.
Sentirlo entrare in lei, la fece sentire in paradiso, era assolutamente perfetto. Ansimò riprendendo a baciarlo con passione.
Nicolò glielo infilò dentro tutto.
“Non ci crederai ma è il giorno più bello della mia vita..” disse guardandola.
“E se ti credessi?” disse lei ansimando.
“Saresti perfetta…” disse lui, iniziando a muoversi piano in lei.
“Allora sono perfetta…” disse lei guardandolo. Desiderava che lui vedesse nel suo sguardo, quanto piacere le stava dando.
”Santoddio, che meraviglia che sei..” ansimò, iniziando a scoparla dolcemente.
Marta venne, mentre lui continuava a muoversi piano..
“Se scopi sempre così devo innamorarmi io di te…” disse in preda al piacere, ansimando e gemendo.
“Adoro la tua figa.. so che è brutto dirlo.. ma è stupenda.. sembra fatta apposta per il mio cazzo” disse lui, sempre più eccitato.. “Porca puttana, non so se duro tanto..sei troppo bella..” disse gemendo.
“Io adoro il tuo cazzo… non fermarti.. scopami” disse Marta senza pudore, completamente in preda al piacere.
“Mi fai diventare scemo..” disse lui cercando di trattenersi “Se.. uh.. se non mi fermo vengo…” disse rimanendo fermo.
“Oooh vengo ancora.. non fermarti, scopami.. ti prego..” ansimò lei nel suo orecchio mordendogli il lobo.
“Se mi muovo più di così vengo anche io… oddio .. io devo uscire.. non ce la faccio…” disse con il fiato rotto.
Marta lo tenne stretto con le gambe dentro di lei .
“Non uscire… “ ansimò, quasi pregandolo.
Lui le sorrise, provato, mentre le spingeva il cazzo ancora più profondamente.
Quell’affondo la fece gemere forte, facendole desiderare che lui la scopasse ancora più forte.
Ma Nicolò la baciò con passione, rimanendo immobile.
Per Marta era una piacevole tortura.
Iniziò a muovere di nuovo i fianchi sul cazzo di lui, cercando di appagare quell’esigenza di godere.
In lei non vi era più la minima parvenza di pudore o timidezza, c’era solo quell’istinto animale di appagare il bisogno di lui…voleva sentirlo godere…voleva fottergli il cervello come lui stava fottendo il suo .
“Se fai così ti sborro dentro!” le disse Nicolò nell’orecchio.
“Magari…” ansimò lei, sentendo quel suo secondo orgasmo sempre più vicino.
Era una sensazione incredibilmente potente, sentire il suo cazzo pulsare dentro di lei; sapere che lo stava facendo godere così tanto da fargli perdere completamente il controllo.
Il solo pensiero della sua sborra dentro di lei, la eccitò ancora di più.
“Ossignore..” disse lui iniziando a muoversi in lei lentamente.
“Voglio la tua sborra..” ansimò lei baciandolo.
Lui la prese per i capelli, iniziando a scoparla ancora più deciso.. “io lo faccio…” disse scopandola sempre con più forza.
“Ooooh Diooo siii così…” cercò di dire Marta fra i gemiti, mentre stava venendo. Mentre sentiva che lui continuava a scoparla con colpi secchi e decisi…
“Uuuuh..sii..” gemette Nicolò “vengo..” ansimò.
“Sì … godi …” rispose lei, cercando le sue labbra.
Sentì gli schizzi caldi riempirle la figa.. e fu come se quel piacere non avesse fine.
Continuarono a baciarsi sentendo i loro corpi tremare.
E rimasero lì abbracciati a baciarsi con il respiro pesante, per riprendersi...
“Non so da dove sei uscita, ma io sono già pazzo di te.” sussurrò Nicolò, appena ebbe ripreso fiato.
“Anche io … di te.” rispose Marta, baciandolo dolcemente.
Non avrebbe più voluto separarsi da lui.
Probabilmente per la prima volta nella sua vita si sentiva “nel posto giusto”, come se la sua anima ed il suo cuore fossero ritornati finalmente a casa.
Fu in quel preciso istante, che si chiese se fosse possibile innamorarsi a prima vista?
“C’è una macchina…” disse lui, vedendo le luci dei fari salire dalla strada.
In pochi secondi si ricomposero, sorridendosi nervosamente.
INTANTO AD ALDILANDIA :
Inizio quasi a rilassarmi, sto guardando quel numero da un po' ed è sempre fisso. La Signora dei Serafini mi fa davvero molta paura, sarei proprio contento di non doverla rivedere.
Mi ricorda la mia insegnante di catechismo, anche lei mi metteva davvero paura. Ho sempre avuto un pò di problemi con le figure autoritarie .. c’è chi affronta la cosa diventando un ribelle e chi uno zerbino. Ecco, io sono nella categoria zerbini! Mi sono sempre fatto comandare a bacchetta un po' da tutti.
Sto ripensando ad ogni volta che mi sono fatto mettere i piedi in testa: che coglione!… pensare che quel bullo delle superiori che ha reso la mia adolescenza un inferno, abbia il mio stesso trattamento, mi fa venire davvero parecchia rabbia!
Eh vabbè… suppongo sia piuttosto comune che una volta arrivati ad Aldilandia, si pensi “se l’avessi saputo prima….”. Non credo di essere il solo essere umano ad essere morto con dei rimpianti.. vorrei farne un elenco, così giusto per occuparmi il tempo.
Scrivo: Non aver mai fatto sesso.
Questo è sicuramente il primo della lista.
Sto pensando a quale sia, fra i tanti, a meritare il secondo posto, quando…
Quel numeretto inizia ad aumentare…
“No no no..vai troppo veloce…” dico spingendo il bottone per chiamare la Signora e continuando a vederlo salire.
Lei arriva in poco tempo.. giusto per vedere l’allarme passare da Arancio a Rosso..
Io sono nel panico, lei mi sembra calma.
Armeggia sul tablet ed immediatamente sulla parete compare ciò che sta succedendo sulla terra.
Anche se sono terrorizzato non riesco a staccare lo sguardo da quei due che, avvinghiati su quella collina, stanno facendo quella che a me, sembra una gran bella scopata.
“Era inevitabile!” dice la Signora, guardandoli come se fossero un problema matematico.
Io riesco solo a pensare che vorrei essere lui!!
“Vediamo…” dice poi lei, riprendendo il tablet. “Ecco… per il momento, facciamo che non siano più soli…” Parla, spingendo qualcosa. “..Almeno per ora dovrebbe fermarli..” dice.
Non capisco cos’abbia cambiato.. poi poco dopo, in quel film che stiamo guardando, vediamo dei fari salire verso la basilica.
La Signora ha convinto due persone che passavano di li a girare verso la cima della collina.
La percentuale dell’allarme rosso non sale più, ma non scende nemmeno.
Si è fermata al 35%.
“Cosa succede se arriva a 100% ?” chiedo alla Signora.
“Cerchiamo di non farcela arrivare…” mi risponde lei, secca.
Mi guarda.
“Ho letto il tuo fascicolo… non se ne vedono più molti della tua età, ancora vergini.. Se inizi a concentrarti di più sulla tua nuova condizione e non sulla tua vecchia vita umana, potresti anche fare carriera…” mi dice, appoggiando due cartelle sulla scrivania.
“Queste sono le vite che hai incasinato.. così come avrebbero dovuto essere..studiatele! Voglio addestrarti per essere il mio assistente… in fondo in fondo, credo che potresti essermi utile..”
“Sì“ dico, senza capire se sia una cosa positiva o meno. “Posso farle una domanda?” dico.
Lei mi guarda senza dire nulla. Lo prendo come un sì.
“Perchè due AR non possono rincontrarsi?” chiedo.
“Perchè altrimenti, il mondo non cambierebbe mai, non avrebbe evoluzioni..finirebbero tutti per vivere la stessa vita, fare le stesse cose, provare le medesime emozioni… le anime perderebbero lo stimolo a migliorarsi …”
“Capito.” rispondo, ma in realtà, non è vero; almeno, non del tutto.
“Forse dovremmo anche ritrovare le vite che hanno vissuto insieme.. per capire cosa li univa… magari possiamo usarlo per separarli ora..” dico in un piccolo sprazzo di genialità.
“Ho già fatto richiesta per esaminarle.. dovrebbero arrivarmi i fascicoli a breve… bravo Lele!!” dice soddisfatta.
E senza aggiungere altro se ne va.
Ricontrollo la percentuale: 35 … “Ok ferma così e non fare scherzi!! “
Cavolo!!
Sto parlando con un computer!!!
Vabbè, leggerò una delle cartelle che la Signora mi ha dato da studiare…
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