In gita con la classe, nuda sui tacchi (parte 2)

di
genere
etero

...Luca si siede al bordo del letto. La fa inginocchiare fra le sue gambe. Lei obbedisce. È completamente sottomessa. Lo guarda negli occhi dal basso all’alto con i suoi grandi occhioni azzurri. Attende i suoi ordini. Lui le fa un cenno e lei inizia sbottonargli i pantaloni. Gli abbassa gli slip e si lecca le labbra, sempre senza staccare lo sguardo da i suoi occhi. Lo prende in mano. Lo tiene a un millimetro dal suo viso. Lui le accarezza la guancia, e inizia a spingerla verso di sé. Non so che fare. Non so che mi prende. Entro.

Non so che dire. Mi esce di bocca un: "Che state facendo?" Mezzo arrabbiata mezzo sorpresa.

Lei si tira su e arrossisce, balbetta qualcosa di incomprensibile, una scusa forse, poi afferra la maglietta e la indossa, e scappa via. Non so cosa fare, fermarla e rimproverarla? Per cosa? E poi non è neanche una mia alunna.

Luca invece è rimasto seduto sul letto, ha rimesso gli slip, ma non si è neanche tirato su i pantaloni. Mi guarda in silenzio. Mi sento molto più in imbarazzo di lui. Provo a riprendere la situazione in mano.

"Allora, che hai da dire?"
"Nulla" risponde con un mezzo sorriso spavaldo
"Vuole punirmi?" Chiede ironico
"Sì cioè... No, però.."
"Allora perché è entrata professoressa?" La situazione si capovolge e mi sfugge di mano, è lui a interrogare me, e io cerco di giustificarmi.
"Dovevo fermarvi"
"E perché? Mi stavo solo facendo fare un pompino."
"Modera il linguaggio, sono sempre la tua professoressa."
"Comunque bel vestitino prof."

Mi prende anche in giro? Ma dove trova tanta arroganza. Si alza. E si riallaccia i pantaloni. Sempre fissandomi. Io non riesco a non guardare i suoi addominali anche se sto cercando di rimproverarlo.
Poi si avvicina lentamente, sorridendo.

Mi sento impietrita.
"Che fai?"
Non risponde. Si avvicina e io resto ferma. Continua a guardarmi negli occhi. Siamo in piedi uno di front all'altro. Non ci sfioriamo ma ha il viso a un millimetro dal mio. È più alto di me di almeno quindi centimetri e devo alzare lo sguardo per guardargli gli occhi, e le labbra. Si avvicina sempre di più.
Poi si ferma e si stacca da me.

Sorride. Si gira e va verso la porta.
"Non ho detto che puoi andartene, non ho finito con te." Provo a dire con un tono autoritario, ma suona come una supplica.

Chiude la porta a chiave e si gira.
"Stia tranquilla, non me ne vado, neanche io ho finito con lei." Non credo alle mie orecchie.

Si avvicina e mi mette una mano sul fianco. Gliela sposto.
"Cosa fai?"
"Silenzio"
"Come ti perme..." Mi afferra per i capelli e non riesco a finire.
"Ho detto silenzio."
Io obbedisco impietrita. Continua a tenermi per i capelli, tira forte, mi porta la testa vicino alla sua.
Non so cosa mi stia succedendo. Non so perché gli permetto di farlo. Ma non riesco a oppormi. Mi sto eccitando tantissimo. Ho gli occhi fissi nei suoi. Le sue labra a un centimetro dalle mie. Sento il suo profumo. Mi sembra di impazzire. Non resisto. Inizio a bagnarmi.

Provo a baciarlo ma me li impedisce. Mi tiene la testa ferma. Mi tiene vicinissimo alla sua bocca ma mi vieta di baciarla. Mi mette una mano sul fianco. E inizia a massaggiarmi piano. La sposta lentamente. Prima dietro la schiena, sale fino al collo, me lo accarezza, poi riscende, lentamente, sussulto a ogni tocco, mi sta facendo impazzire, scende fino al sedere, me lo afferra e stringe. Forte. Troppo. Mi fa male. Ma mi ha ordinato di fare silenzio. Mi mordo le labbra per non urlare. Sorride compiaciuto.

Non riesco a crederci. Sono completamente sottomessa. Una schiava ai suoi ordini. E super eccitata. Ripenso a quella ragazza. È così che si sentiva. Posseduta. Presa.

Continuo a fissarlo negli occhi senza poterlo baciare. Gli tocco il petto timidamente. Me lo permette. Mi alza il vestito e mi infila una mano nelle mutandine. Ora sento davvero le sue mani sul mio culo. Mi fa male, ma mi piace. Continuo a bagnarmi, sempre di più, ormai sono zuppa.

"Perché non mi fermi, prof.?" Dice con voce calda. Mi ha chiamata prof. anche se sa che in questo momento può farmi quello che vuole. Sono sua.
"Continua"
"No"
"Perché?"
"Voglio che me lo chiedi"
"Per favore, continua"
"Non così" mi tira i capelli più forte, "voglio essere supplicato."
Non ce la faccio più, mi sta torturando, non ho mai avuto tanta voglia, ma devo obbedire.
"Ti supplico, padrone, fammi godere, toccami" dico con la voce più sottomessa che riesco a fare.
Credo si sia convinto. Mi lascia il culo e inizia a sfiorarmi le coscie. Tremo. Lo voglio troppo. È così lento, frustrante, ma aspetto ubbidiente le sue mani, e mi bagno sempre di più.

Continua ad avvicinarsi alle mie mutandine. Non sono mai stata così felice di indossare dell' intimo sexy e di essere depilata. Ho delle mutandine nere ricamate semi trasparenti. Sento la sua mano. È lì.

Poi la sposta. La riporta dietro la mia schiena e mi abbassa la zip del vestito. Me lo sfila. Mi toglie il reggiseno. si abbassa e mi sfila le mutandine. Sono nuda. Faccio per abbassarmi e togliermi i tacchi. Ma mi ferma afferrandomi i capelli. E mi arriva una forte sculacciata. Urlo.
"Non prendere iniziativa, prof., non voglio che togli i tacchi." Mi rimprovera.

Nuda di fronte a lui in piedi sui tacchi, riprende a toccarmi. Questa volta mi afferra il seno. E inizia a giocarci. Ne prende uno per mano. Gioca con le dita intorno ai capezzoli. Godo come una matta nelle sua mani. Ci sa fare. Mi fa perdere la testa. Poi li lascia.

Con una mano mi riafferra i capelli, l'altra è fra le mie gambe. Si muove lentissimo avvicinandosi alla mia figa. Non resisto.
"Ti prego fammi venire" lo imploro.
Non mi risponde. Mi sfiora il clitoride. Lo massaggia dolcemente. Io fremo.
"Sei bagnatissima prof."
"Ti scongiuro, voglio godere per te, voglio venire nella tua mano." Sono al limite.
Si ferma con le dita al bordo della fessura della mia figa. Non entra. Gli basterebbe infilare il dito per farmi venire ma non lo fa. Toglie la mano.

"Perché?" Piagnucolo.
"In ginocchio" ordina, e io obbedisco senza pensarci due volte, sono ai inginocchiata ai suoi piedi, la sua serva. Completamente in suo potere. Lo guardo dal basso. Mi lecco le labbra. Lo aspetto. Desiderosa, attendo i suoi ordini...


scritto il
2020-03-17
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