La sua prima sega
di
Mimmuccio
genere
masturbazione
Avevo conosciuto una ragazza siciliana, appena arrivata da Palermo era stata chiamata per insegnare in una scuola a Biella. Io invece ero da qualche anno in quella cittadina lavoravo in poste italiane. Il caso volle che ci conoscessimo in un posto inusuale, in montagna. Passammo la giornata a giocare sulla neve come bambini con dei sacchi di plastica scivolando sulla neve, era veramente una bella ragazza di 24 anni e non so forse era scattata una simpatia tra noi due. Ci vedemmo ancora per lunghe passeggiate ai giardini pubblici della città. Ma quello che pensavo, lei non aveva avuto alcuna relazione prima di incontrarmi. Una sera uscendo da un cinema mi venne spontaneo cercare un posto un po’ appartato, lei era in silenzio e la vedevo un po’ tesa. Avevo preso una stradina che portava in un boschetto sotto la Burcina, un giardino meraviglioso dove c’era nel mese di maggio la fioritura dei rododendri. Mi fermai e restammo per un po’ in silenzio volevo vedere la sua reazione, era lì che aspettava presi coraggio mi avvicinai a lei e con un il braccio sinistro la portai verso di me. Lei mi guardava negli occhi io non feci altro che dargli un bacio sulla bocca chiusa, la guardai e subito riprovai a darle un bacio questa volta con la lingua provai a massaggiare le labbra piano anche lei comincio a collaborare apri la bocca e subito le tuffai la lingua dentro, i baci divennero subito infuocati la sentivo tremare ma era partita anche lei aveva il fuoco dentro, io comincia a toccare le cosce, cercavo di farle aprire lei piano piano le allargo facendomi capire che aspettava di essere massaggiata li tra le cosce, era bagnatissima, cominciai con un dito a farlo entrare poi due cercando di farmi più strada, sentii la sua mano fermarmi mi disse che era ancora vergine. Poi sentii la sua mano destra che mi accarezzava la patta bella gonfia, l’aiutai a aprire la lampo dei pantaloni e come una molla uscì il mio cazzo duro come il marmo. Lei rimase impietrita non aveva mai visto in cazzo e per giunta di quelle dimensioni, un uccello lungo 20 centimetri. con una capocchia ancora più grossa di color paonazzo, mi chiese se potevo aiutarla a capire come fare una sega non ne aveva fatto mai. Le presi la mano destra l’appoggiai sulla capocchia e le dissi di accarezzarla e poi afferrare il cazzo muovendolo su e gio per tutta la sua lunghezza. Comincio piano piano capi come fare anzi prese anche la mano sinistra e comincio a farmi una sega a due mani io sentivo de di lì a poco sarei venuto, preso dagli eventi le chiesi perché non me lo baciava, lei fece finta di non sentire perché era presa a farmi la sega, però piano piano si abbassò verso la cappella io ero quasi lì a esplodere non feci a tempo per farla spostare che venni con tanta violenza riempiendo il suo volto della mia sborra. Presi un fazzoletto di carta cercando di pulirla piano piano lei si pulì, vedevo che aveva gli occhi lucidi le chiesi scusa cercando di aiutarla con altri fazzoletti la baciavo e la leccavo cercando di togliere la sborra dal suo volto, vidi che anche lei con la sua lingua cercava di pulirsi le labbra,non diceva nulla ma capivo che non le dispiaceva il sapore. Poi divenne la sua specialità ogni volta beveva tutto e ancora oggi lo fa, come lo so? Divento la mia moglie.
6
voti
voti
valutazione
3.2
3.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una notte con Attilia
Commenti dei lettori al racconto erotico