Vacanza a Corfù. Fai la puttana Sara (2)

di
genere
esibizionismo

L'acqua culla il corpo seminudo, mi sto lentamente riprendendo dal orgasmo appena avuto, ho mille sensazioni diverse. Davvero voglio essere al centro delle attenzioni di più uomini? Il solo fatto che quel tipo mi ha guardata ha sconvolto il mio sistema nervoso. Cosa fare una volta uscita dall’acqua? Una parte di me vorrebbe prendere a sberle Giacomo ma un'altra parte si vorrebbe buttare a capofitto in questa storia e provare tutte le perversioni possibili. Mi lascio cullare dall’acqua, accarezza la mia pelle, provo una sensazione di benessere e beatitudine ma ho ancora voglia, quel unico orgasmo non mi ha appagata. Ho un chiodo fisso a cui non voglio dar voce, sto cercando con tutte le mie forze di non pensare a cosa si siano detti Giacomo e il tedesco, ma purtroppo, la mia mente è là e immagina mille e mille discorsi e mille e mille posizioni in cui potrei essere con loro due. Inizio a nuotare , devo togliermi questi pensieri dalla testa. Il mio corpo si tende e flette in stile libero, mi allontano facendo parecchie bracciate, fino a che esausta galleggio a pelo dell’acqua. Guardo il cielo terso sopra di me e gli schiamazzi delle due bimbe dalla riva li percepisco ovattati. Decido poco dopo che sia ora di ritornare, a malincuore e, con estrema lentezza, mi dirigo verso la riva aggiustando i filetti del mio piccolissimo costume. Goccioline mi imperlano la pelle baciata dal sole, i capelli gocciolano sulla schiena. In riva do un'occhiata alle bimbe e alla mamma, sembrano siano più calme e la donna si sta godendo un po’ di riposo sul telo. Butto un sorriso alle due pesti che mi ricambiano una con una linguaccia e un urletto che fa incazzare ancora una volta la madre, perfetto! scuoto il capo e vado verso l’ombrellone dove trovo un Giacomo intento a messaggiare.
-Hey ce l'hai fatta a ritornare!- brontola con un sorrisino che la dice lunga.
-Avevo bisogno di rigenerarmi, devi provare anche tu l'acqua e…-
- No, ho voglia di aperitivo che ne dici se andiamo al Bach bar al lido qui vicino?-
- Mh… devo asciugarmi, sono gocciolante!-
I suoi occhi scuri parlano di desiderio non sfamato.
-Ho un telo pulito nello zaino!- e poi vicino al mio orecchio:- tanto quel piccolo costumino non ti serve, metti solo il vestito…- sorride e lo sguardo mi scava dentro.
Annuisco come una cogliona, quando mi odio, la mia figa decide per me!
Friziono e pettino i capelli, sistemandoli in uno chignon alto, metto del latte solare perché sento le mie guance andare a fuoco, sicuramente non è tutta colpa del sole. Mi asciugo alla meglio, coprendo il corpo con il telo, mi sfilo le mutandine e metto il vestito dal basso. Il tessuto mi copre le forme nude, mi mette disagio visto quanta sia sottile la stoffa.
-Ti si vedono i capezzoli…- mi fa notare lui sogghignando, lo guardo malamente e metto un broncio da bimba dispettosa. Non parliamo molto durante il tragitto verso il locale sulla spiaggia. Mi mantiene sulle spine e l’immagine di lui che parla con il tedesco è un tarlo che rosicchia. Giungiamo alla meta stabilita: luogo carino da sulla spiaggia con musica lounge, un’ ampia sala con divanetti, si respira la tipica atmosfera da aperitivo. Evitiamo i divanetti e ci sediamo a un tavolo in disparte. Ho un dejavu sembra di essere seduta nel soggiorno di casa mia davanti alla tazza di te fumante mentre Giacomo da spiegazioni sul perché scoparmi, mi sento come quel giorno, questa sedia è dolorosissima e il fatto di essere nuda sotto il leggero tessuto mi da un senso di piacere oltre che vergogna. I capezzoli sfregano la stoffa a ogni mio movimento, e la mia fighetta si contrae ad ogni occhiata di Giacomo mentre parla come se nulla fosse e insiste su come io abbia l'attenzione di parecchi uomini, immaginando come vorrebbero scoparmi. Sto morendo perché non dice nulla su ciò che è successo. Quando mi arriva il coktail mi butto a capofitto sulla cannuccia, prendendola tra le labbra e succhiando avida come se non avessi bevuto da giorni...
-Fai piano piccola questa roba da alla testa!-
Voi vi rendete conto?
-Mi va di ubriacarmi…-
-Devi essere lucida, non voglio che tu ti senta male, non fare la stupida!-
- Oh grazie tante adesso sarei stupida o forse si per quel che ho fatto poco fa!-
Inaspettatamente lui si allunga, me lo ritrovo a un soffio dal mio viso, mi guarda e passa un dito sulle mie labbra, recuperando la goccia di mojito e portandola alla sua bocca, succhia. E immancabilmente la mia fighetta si contrae, stringo le gambe. La dovrei odiare per essere com’è, sensibile ai maschi.
-Sulle tue labbra voglio vedere colare solo la sborra…- soffia, una scarica mi parte dalla testa per attraversarmi tutto il corpo fino a terminare nel basso ventre, lo riscalda e mi fa avvertire una forte contrazione. Sento che mi sto bagnando e la paura di odorare di figa inizia a farsi spazio tra i miei pensieri.
Gioco con la cannuccia, la trattengo tra le labbra, la sfrego lentamente guardandolo, non voglio che sia solo lui a farmi morire. La punta della lingua sfiora la plastica, la muovo intorno , facendo credere altro. Oltre a Giacomo che ha piantato gli occhi su di me in modo alquanto severo, dietro di lui ci sono un gruppetto di ragazzi che lanciano occhiate e sorridono.
-Chi stai guardando?-
-Sei ragazzi dietro di te. Mi sa che ci so fare con la cannuccia!- ho il viso trionfante, come se mi fossi presa una rivincita.
-Si ci sai fare… e tra poco avrai due cannucce tutte per te!-
Ecco ci siamo, il cuore mi batte forte e la figa ancora una volta si contrae contro la mia volontà.
-D…du..due… cannucce?- balbetto
-Si, tra poco arriva il tedesco.-
-Ma…-
-Ma cosa mia puttana?-
-Ehm… no… nulla…-
-Brava, allora stai buona e vedi di non bere in fretta, devi succhiare bene due cazzi!-
La figa si contrae ancora, stringo le gambe ma ho paura che il mio odore si stia facendo troppo insistente nell'aria, sollevo di poco il vestito per non rischiare di sporcarlo con i miei umori. Le labbra carnose della figa vengono a contatto con il fresco sedile di plastica. Ho un brivido, il clitoride gonfio preme tra le labbra per uscire. Stringo le gambe e una fitta di piacere mi fa socchiudere gli occhi.
Giacomo sorride.
-Mi arrapa un casino vederti così troia… dammi uno spettacolo strusciati sulla sedia davanti a tutti… ne sei capace?-
Oddio mi fa morire l'ennesima volta.
Inizio a muovere lentamente il bacino, la figa strofina sulla plastica ormai riscaldata e bagnata, il clitoride preme a tal punto da avere la libertà e ogni volta che spingo in avanti sfiora il sedile facendomi godere. Guardo lui e guardo la gente, noto un cameriere avvicinarsi al nostro tavolo, schiudo le labbra e mi fermo qualche secondo.
-Continua…- sussurra lui. Ho paura mentre mi muovo piano, ho delle scosse di piacere immenso e trovo difficile trattenere gemiti, il cameriere mi passa accanto, il respiro si ferma. Sento i miei umori appiccicarsi alla sedia e procurare un basso sciaquittio. Sono eccitata e impaurita , le guance vanno a fuoco. Mi riparo nel mio bicchiere afferrando la cannuccia.
-Guardami…-
Alla sua richiesta un brivido fortissimo mi coglie alla sprovvista, il cuore tamburella forte nel petto, stringo le cosce. Lui mi guarda si gode le mie espressioni di sofferenza e piacere.
-Giacomo…- ho la voce rotta, il suo sguardo mi fa tentennare, sono ansante e i miei seni li sento gonfiarsi sotto il tessuto leggero, -io… -
-Tu cosa?-
-Sto per venire…-
-Non puoi...-
-Ma io… non riesco.-
-Devi resistere, tra poco voglio vederti tanto porca.-
La mia figa cola umori sulla sedia.
Mi rifugio nel alcol, cercando di trovare sollievo alle mie pene, pensieri inchiodati a immaginare i due cazzi davanti la mia faccia.
-Sara…- mi ammonisce, lo guardo facendo l'aria da dispettosa, passano dei secondi o chissà quanto. Lui alza lo sguardo e accenna un sorriso alzando la mano e capisco che il tedesco sia arrivato…

scritto il
2020-04-11
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