Rimpianti
di
Raf Tr
genere
etero
L'Altarian Horse era pieno come tutte le sere da un paio di mesi a quella parte, cioè da quando si esibiva nel piccolo cabaret Rachos, un giovane comico locale. Come tutte le sere, dopo l'esibizione di tre ballerine coperte di piume e pailletts, il presentatore lo invitò sul palco, e l'accoglienza fu come al solito molto calorosa, il pubblico applaudì al suo ingresso, e una delle tre danzatrici di prima sistemò una sedia al centro del palchetto.
Rachos si accomodò come sempre sulla sedia, per prodursi nell'ennesimo esilarante monologo.
Quando le luci lo illuminarono coloro che erano seduti ai tavolo più vicini all'artista notarono che sul suo viso non c'era traccia del suo splendido sorriso, e che tutta l'espressione era molto seria.
L'uomo prese la parola, e disse:
- Stasera voi vi aspettate da me il solito spettacolo, invece avrete qualcosa di molto diverso. Vi racconterò la storia della mia vita e della mia disperazione.
In sala si levò un brusio, la gente si guardò intorno sorpresa, ma poi tutti tornarono a fare silenzio, immaginando che quella fosse l'ennesima trovata del loro comico preferito.
- Bene. Premetto che bisogna tornare indietro nel tempo, a quando avevo venti anni, ed ero pieno di vita e di speranze, anche e soprattutto grazie a Claudia il mio grande amore di quel tempo, e forse di sempre. La amavo, più di me stesso, ma riuscii ugualmente a rovinare tutto.
Un pomeriggio come tanti discutemmo per un motivo futile, e io andai via sbattendo la porta. Quella sera passai da un bar ad un pub, da un pub ad un bar, sino a quando entrai al "Folies" un piccolo locale un po' fuori mano, mi lasciai cadere su una sedia e ordinai l'ennesimo invisibile. Poco dopo fu guidata, dal destino, o dalla sfiga, nel locale Natasha, una ragazza francese, molto bella, che era stata anni prima la persona che mi aveva iniziato alle gioie del sesso.
Lei, diciannovenne, più grande di me di tre anni, in un'estate indimenticabile mi guidò verso quel nuovo mondo, diceva che la facevo sentire come una sacerdotessa del sesso.
Entrò nel locale, da sola, mi notò subito, e venne a sedersi al mio tavolo. Io, ormai ubriaco, le raccontai del litigio, lei mi incoraggiò, mi accarezzò, e dopo un'altro invisibile ci baciammo, davanti a svariati occhi pronti a diventare altrettante spie. Uscimmo dal locale abbracciati, andammo a casa di lei, con la sua auto, anche perché io ero abbastanza sobrio da capire che era meglio non guidare. Una volta nel suo letto, iniziammo a toccarci, e a quattro anni di distanza facemmo nuovamente l'amore l'insieme.
La mattina successiva mi svegliai a mezzogiorno, ancora con la mente pesante per colpa dell'alcol, ma appena compresi dov'ero capii di aver commesso un errore tremendo. La salutai e scappai via, raggiunsi il "Folies" a piedi, e tornai a casa con la mia auto. Quel pomeriggio stesso telefonai a Claudia, dicendo che dovevo parlarle, ma mi accorsi già per telefono che la sua voce era dura, fredda.
Ci incontrammo al muretto della scuola, che d'estate era praticamente deserto, e appena mi vide lei mi chiese: "Cosa c'è stato tra te e quella francese?" Io cercai di negare, ma in troppi mi avevano visto nel locale, e dopo un po' confessai tutto.
Lei scoppiò a piangere, si alzò, e disse che non voleva rivedermi, mai più.
Da quel giorno sono passati ormai sei anni, e io continuo a distruggermi. Ho provato a chiamarla, a cercarla, ma non mi ha mai risposto.
A quel punto Rachos si alzò, prese la sedia ed uscì dal palco, lasciando il pubblico senza parole. Subito tornarono sul palco le tre ballerine a raccogliere l'attenzione della gente.
Rachos si accomodò come sempre sulla sedia, per prodursi nell'ennesimo esilarante monologo.
Quando le luci lo illuminarono coloro che erano seduti ai tavolo più vicini all'artista notarono che sul suo viso non c'era traccia del suo splendido sorriso, e che tutta l'espressione era molto seria.
L'uomo prese la parola, e disse:
- Stasera voi vi aspettate da me il solito spettacolo, invece avrete qualcosa di molto diverso. Vi racconterò la storia della mia vita e della mia disperazione.
In sala si levò un brusio, la gente si guardò intorno sorpresa, ma poi tutti tornarono a fare silenzio, immaginando che quella fosse l'ennesima trovata del loro comico preferito.
- Bene. Premetto che bisogna tornare indietro nel tempo, a quando avevo venti anni, ed ero pieno di vita e di speranze, anche e soprattutto grazie a Claudia il mio grande amore di quel tempo, e forse di sempre. La amavo, più di me stesso, ma riuscii ugualmente a rovinare tutto.
Un pomeriggio come tanti discutemmo per un motivo futile, e io andai via sbattendo la porta. Quella sera passai da un bar ad un pub, da un pub ad un bar, sino a quando entrai al "Folies" un piccolo locale un po' fuori mano, mi lasciai cadere su una sedia e ordinai l'ennesimo invisibile. Poco dopo fu guidata, dal destino, o dalla sfiga, nel locale Natasha, una ragazza francese, molto bella, che era stata anni prima la persona che mi aveva iniziato alle gioie del sesso.
Lei, diciannovenne, più grande di me di tre anni, in un'estate indimenticabile mi guidò verso quel nuovo mondo, diceva che la facevo sentire come una sacerdotessa del sesso.
Entrò nel locale, da sola, mi notò subito, e venne a sedersi al mio tavolo. Io, ormai ubriaco, le raccontai del litigio, lei mi incoraggiò, mi accarezzò, e dopo un'altro invisibile ci baciammo, davanti a svariati occhi pronti a diventare altrettante spie. Uscimmo dal locale abbracciati, andammo a casa di lei, con la sua auto, anche perché io ero abbastanza sobrio da capire che era meglio non guidare. Una volta nel suo letto, iniziammo a toccarci, e a quattro anni di distanza facemmo nuovamente l'amore l'insieme.
La mattina successiva mi svegliai a mezzogiorno, ancora con la mente pesante per colpa dell'alcol, ma appena compresi dov'ero capii di aver commesso un errore tremendo. La salutai e scappai via, raggiunsi il "Folies" a piedi, e tornai a casa con la mia auto. Quel pomeriggio stesso telefonai a Claudia, dicendo che dovevo parlarle, ma mi accorsi già per telefono che la sua voce era dura, fredda.
Ci incontrammo al muretto della scuola, che d'estate era praticamente deserto, e appena mi vide lei mi chiese: "Cosa c'è stato tra te e quella francese?" Io cercai di negare, ma in troppi mi avevano visto nel locale, e dopo un po' confessai tutto.
Lei scoppiò a piangere, si alzò, e disse che non voleva rivedermi, mai più.
Da quel giorno sono passati ormai sei anni, e io continuo a distruggermi. Ho provato a chiamarla, a cercarla, ma non mi ha mai risposto.
A quel punto Rachos si alzò, prese la sedia ed uscì dal palco, lasciando il pubblico senza parole. Subito tornarono sul palco le tre ballerine a raccogliere l'attenzione della gente.
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