La scuderia in collina

di
genere
etero

Le passioni altrui possono essere interessanti anche per noi è un dato di fatto. Se poi una persona ti fa riscoprire il piacere per una passione anche meglio. Oggi voglio raccontarvi della mia esperienza con C. Di lei vi ho parlato nel precedente racconto. La nostra amica è alta circa 165cm, belle gambe, un seno abbondante ma non eccessivo, capelli rossi tinti, occhi azzurri e un po' di kg di troppo che non la rendono però inguardabile.
C e io ci siamo conosciuti a giugno del 2019, abbiamo instaurato una buona amicizia che poi è diventata una trombamicizia. La cosa sarebbe potuta durare molto se non mi avesse fatto in seguito del male, cosa che forse vi racconterò. Tra le passioni di C spicca l'equitazione che io ho praticato per diversi anni. Possiede una bella Cavallina che tiene in una scuderia sulle colline della mia città. un giorno mi chiese di venire a fare un giro con lei a trovarla e io accettai. La scuderia si stende praticamente su tutta lamcollina e i cavalli hanno ampi spazi per poter vivere tranquilli, ogni recinto ha poi un box dove gli animali si riparano dalle intemperie che contiene anche un magazzino per la biada e un ripostiglio per le attrezzatura da equitazione. Saliamo per circa 15 minuti la collina e arriviamo a prendere la sua cavallina. C voleva cavalcare e così la aiuto con la sella e le briglie e poi la aiuto con gli ostacoli mentre lei si allena. Era luglio, faceva molto caldo e usavamo copiosamente, quando ebbe finito C ed io avevamo bisogno di rinfrescarci. Per fortuna il magazzino aveva una pratica fontanella alla quale era possibile attaccare un tubo per abbeverare e lavare gli animali, cosa alla quale provvedemko subito. Eravamo sudati e quindi mi tolsi la maglietta per sciacquarmi. Sentii chiudere la porta del magazzino alle spalle e voltandosi vidi la ragazza con uno sguardo che poco lasciava intendere. Si sfilò la maglietta e il reggiseno e venne da me. Cominciò a strofinare il corpo caldo e umido di sudore sul mio già più fresco ma ugualmente bagnato. Cominciammo a baciarsi con passione e mentre le nostre lingue si annodavano, le nostre mani cominciarono ad armeggiare con i rispettivi pantaloni. Presto le mie dita cominciarono a scavare nella sua fica dalle labbra carnose e la sua mano mungeva avida il mio cazzo duro. Andammo avanti per un po' ma poi volle di più. La misi a sedere sul basso tavolino di legno attaccato al muro che fungeva da banco da lavoro. Mi inginocchiai e assaporando il suo forte odore di femmina sudata cominciai a esplorarla tra le cosce con la lingua. Il suo sapore salato mi piaceva e continuai a lavorare di lingua alternando penetrazioni della vagina a lappate lunghe e titillamenti del clitoride, che aveva grande e carnose, mi divertii un po' anche a morderlo con denti e labbra, strappandole squittii misti di dolore e piacere. Mi masturbavo vigorosamente mentre succhiavo il suo sesso in modo da far crescere la mia erezione. Quando fui pronto non attesi il suo permesso. Le sfilai stivali, pantaloni e mutande, le chiusi le gambe e le alzai mettendola a L sul tavolo e la penetrati di colpo. La lubrificazione e la saliva mi permisero di scivolarle dentro facilmente. La sua pelle era rovente ma la fica era un vero vulcano bruciante. Con un rumore umido scivolati fuori da lei e subito mi rituffai. La cosa la eccitata così lo feci ancora un po' sempre tenendolo le gambe alzate e chiuse davanti alla mia faccia. Adoravo vedere co quanta facilità accogliesse il cazzo e ascoltavo con gioia i suoi anzi mi, quasi dei risucchi, di piacere ogni volta che le palle sbattevano sulle grandi labbra. Quando cominciai finalmente a pompare col bacino si afferrò ai fini enti di cuoio. Mi venne un'ispirazione. Senza smettere di scopare, misi le sue gambe sulle mie spalle, Afferrai le redini e le legai i polsi stretti in modo che non potesse muoversi. Presi un lembo di cuoioe glielo misi fra i denti, le piaceva cavalcare no? Allora io avrei cavalcato lei. La cosa le piacque molto perché gli umori della sua vagina aumentarono e producevano un meraviglioso suono di bagnato mentre la sbattevo. Con le dita umidificai anche il suo sfintere, ben sapendo quanto quella puledra amasse farsi montare nel culo. Lavorai il buco a lungo con le dita, preparandolo al cazzo. Quando fu pronto, puntai la cappella e premetti lasciando che entrasse poco a poco dentro di lei. Inutile dire che stavamo sudando come porci in amore e la cosa mi eccitava ancora di più. Il cazzo le entrò fino alle palle nell'intestino e per tutto il percorso sentii un muglolio di piacere intenso. Arrivato a fine corsa sentii i suoi muscoli rettali contrarsi e capii che aveva raggiunto l'orgasmo. Lo capii anche per via degli occhi languido e appannatie dal nodo con cui mordeva disperatamente il cuoio tra i denti, oltre che dal rivolo di bava che le usciva dalle labbra. Non ebbi pietà e continuai a fotterla osservando estasiato il suo sguardo perso e le guance che si gonfiavano per il piacere. Via via raggiungeva gli orgasmi la respirazione aumentava vistosamente per culminare con un rantolo e con i suoi chiusi e contratti e di tanto in tanto un nuovo rivolo di saliva, che daLele labbra scendeva sul mento e sul seno. Seno che non eitavk a tormentare con lingua denti e tirate di capezzoli. Continuai a lavorarle il culo a lungo, la mia eccitazione era tanta e io non volevo smettere di abusare di lei. La sua anima sottona era appagata e felice dato che a letto le piace essere dominata e io mi divertivo a seguirla in questa pratica. Finalmente sentii di essere pronto all'orgasmo e accelerai il ritmo. Quando svuotati le palle nel suo intestimo sentii il culo contrarsi moltissimo. C strabuzzo gli occhi e quasi tosii la saliva che aveva in bocca. Sfilandomi da lei potei vedere il mio sperma che lento le usciva fuori e colava per terra. Estasiato la lasciai così legata e persa nell'ottundimento dei sensi del post orgasmo. Mi diedi una sciacquata e mi rivestii. Solo allora mi accorsi che non si era mossa se non per lasciar cadere sul petto la stringa di cuoio con una profonda impronta di denti e fradicio di saliva. Riempii un secchio con l'acqua e glielo tirai addosso, riscuotendola bruscamente del suo stato di abbandono. Mi rivolse uno sguardo da prima stupito e poi divertito e quasi esaltante. L'aiutai ad asciugarsi e a rivestirsi, poi ci accendemmo una sigaretta, lei, e un toscanello, io e rimanendo adosservare il tramonto sulla campagna toscana. Mi era sempre piaciuto andare a cavallo, forse era il caso che ricominciassi pensai.
di
scritto il
2020-04-27
2 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

7 minuti in paradiso
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.