Serena la Tettona parte 4: Natale
di
GiovaOrt
genere
etero
Arrivò il periodo natalizio. Come gli altri anni io e Serena avremmo passato la vigilia con la mia famiglia e il giorno di Natale con la sua. Nelle ultime settimane il nostro rapporto era migliorato, lei continuava a vedersi e scopare con altri (Jacopo in primis), ma non infieriva su di me e, anzi, facevamo sesso molto spesso. Avevo smesso di provare vergogna per la mia situazione, chiedevo costantemente a Serena di raccontarmi le sue avventure erotiche e lei era felicissima di farlo, soprattutto durante le nostre scopate visto che ci dava una carica in più ad entrambi.
Il 24 mattina arrivammo a casa dei miei, Serena era stupenda: sfidando il freddo esterno portava una minigonna e delle calze nere, mentre un felpino con sotto una camicetta rossa coprivano le enormi grazie della ragazza.
Dopo aver salutato i miei genitori, con la scusa di sistemare i cappotti portai la tettona al secondo piano e le saltai addosso, palpandole le tettone da sopra i vestiti.
"Non ne posso più, sei vestita troppo arrapante. In macchina per guardarti ho rischiato di farci schiantare"
"Scemo", cinguettò la troia, "Non possiamo far aspettare troppo i tuoi... però..."
Detto questo, mi abbassò in un colpo solo pantaloni e mutande. Il mio cazzo, già completamente duro, sparì nella bocca della ragazza.
Fu un pompino breve ma dannatamente intenso, mentre me lo succhiava con la mano destra mi massaggiava le palle, il tutto senza smettere di guardarmi negli occhi.
Venni copiosamente nella sua gola, ovviamente lei ingoiò tutto da vera professionista. Arrivò l'ora di pranzo, a causa del riscaldamento Serena rimosse il felpino e rimase con la camicetta, che sbottonò come suo solito. Mentre mangiavamo mia madre raccontava cose noiose e mio padre affondava lo sguardo nella scollatura di Serena, lei ovviamente se ne accorse e per tutta risposta accentuò ancora di più ogni movimento, così che le gemelle saltellassero ancora di più. Mi divertii a vedere mio padre rimproverato più volte da mia madre perché era "distratto".
Dopo pranzo aiutai mia madre a pulire e mettere in ordine, dopodiché salii al secondo piano per prendere l'aspirapolvere.
Vidi la porta della camera dei miei socchiusa e dei versi molto familiari: la troia non aveva perso tempo. Rimasi un attimo interdetto, non credevo avrebbe avuto il fegato di sedurre anche mio padre. Poi scrollai di dosso ogni remora e sbirciai l'arrapante scena.
Serena era a pecora, indossava ancora minigonna, calze e camicetta. Quest'ultima era completamente aperta e avrebbe permesso alle tettone della ragazza di ballare senza controllo. "Avrebbe permesso" perché erano tenute saldamente ferme dalle mani di mio padre, che le pompava il cazzo nella figa mentre si aggrappava a quelle montagne.
"Che tette che hai, vacca" stava dicendo mio padre. "È da quando mio figlio ti ha portata qui per la prima volta che sogno di scoparti"
"Si, papi, ora sono tua... sfondami come si deve!"
Il vecchio teneva un ritmo notevole, la tettona godeva e venne un paio di volte prima di cambiare posizione. Serena lo spinse sdraiato e si impalò sul cazzone di mio padre: cavalcava furiosamente mentre lui mordeva le mammellone della ragazza. Ovviamente cominciai a segarmi mentre l'uomo soffocava i propri versi di goduria tra le tettone della mia ragazza.
"Sto per venire, puttanella... voglio riempirti la bocca di sborra."
Serena neanche rispose: in un attimo aveva il membro di mio padre in bocca. Lo spompinò con amore e violenza, ingoiò tutta la sborra del vecchio e continuò a leccargli i coglioni per qualche minuto.
Mi ritrovai a passare il pomeriggio con mia madre, la tenetti lontana dalla sua camera dove la mia ragazza e mio padre continuarono a scopare per diverse ore, e all'ora di cena si giustificarono con vaghe bugie sul fatto che si fossero sentiti male e avevano preferito riposare.
La cena filò senza eventi degni di nota, dopo gli auguri e i brindisi ci mettemmo a letto relativamente presto: il giorno dopo saremmo dovuti partire il prima possibile verso casa della famiglia di Serena.
Nonostante ciò, quella notte non feci dormire la troietta, scopammo costantemente mentre la insultavo per aver osato trombarsi mio padre. Lei godeva come una pazza a quelle parole, fu molto difficile tenere bassa la nostra voce. Ci addormentammo che era praticamente mattina, ero venuto tre volte, tutte e tre sulle sue mammellone.
Il giorno seguente, dopo una veloce doccia eravamo pronti a partire. Serena regalò un pompino con ingoio di addio a mio padre e ci avviammo verso casa della sua famiglia.
Arrivati, fummo accolti dalla madre di Serena, una donna di media statura con un sorriso materno e un corpo molto formoso soprattutto sulla parte del seno, che nonostante l'età se la batteva con quello della figlia. Non nascondo di aver fatto non pochi pensieri sconci su quella donna, arrivando ad immaginare di fare sesso con lei durante le mie scopate con Serena. Ma la ragazza che mi aveva reso davvero dura la vita (e non solo quella) entrò in cucina poco dopo: Sara, la sorella della mia ragazza. Le sorelle erano l'una l'opposto dell'altra: Serena bionda, Sara mora; Serena piuttosto bassina e con due tette da capogiro, Sara alta, snella, con una seconda scarsa di seno ma gambe, culo e piedi assolutamente spettacolari.
La prima volta che vidi la sorella rimasi letteralmente a bocca aperta. Ogni momento era buono per fissare quelle gambe e quel culetto sodo, ogni scusa era buona per parlarle. Se la madre era qualche volta nella mia mente mentre scopavo Serena, la sorella era un chiodo semifisso. Una volta ero arrivato addirittura a trafugare un paio di mutandine di Sara e, avvolte intorno al mio cazzo, mi sono masturbato furiosamente fino a ricoprirle di sborra per poi rimetterle al loro posto ancora sporche. Durante l'estate, poi, insistevo sempre per andare a trovare i genitori di Serena: Sara infatti gironzolava per casa con canotte semitrasparenti e pantaloncini che erano praticamente mutandine: un sogno e una tortura contemporaneamente.
Fatta questa doverosa premessa, torno al racconto.
Sara entrò in cucina allegra e sorridente come al solito. Incantato, la salutai e lei rispose abbracciandomi e baciandomi sulla guancia (al mio povero cazzo bastò questo per svettare e cominciare a fremere).
Scambiati i convenevoli, mentre Serena aiutava la madre a cucinare per il pranzo, io e Sara preparavamo la tavola. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel culetto perfetto costretto in dei jeans arrapantissimi. Per poco non presi un colpo quando dall'altra stanza entrarono il padre e il fratello maggiore di Serena, Samuele.
Durante il pranzo Sara, seduta accanto a me, mi rese molto difficile concentrarmi su qualunque discorso si portava avanti: quando rideva si appoggiava su di me e io non perdevo occasione di rivolgerle la parola e di sbirciare le sue gambe fantastiche. Nel frattempo Serena, scollata come suo solito, stava facendo letteralmente impazzire il padre e il fratello che non riuscivano a non fissare quell'abbondanza morbida ed invitante. Il risultato fu che al termine del pranzo tutti i maschietti avevano il cazzo bello duro, e a Serena ovviamente la cosa non sfuggì. Mi portò nella sua vecchia cameretta e cominciò a segarmi lentamente.
"Quanto è duro Giova... Ti arrapa proprio mia sorella, eh?" disse la tettona sorridendo.
"Cazzo sì.. E tu? Ho visto come guardavi tuo fratello. Hai intenzione di farti pure lui?"
"Beh, se si presenta l'occasione perché no. Tanto a te non dispiace."
Serena accelerò la sega.
"E ti dirò di più, cornutello. Se riesco voglio farmi anche papà. Tu mi raccomando dovrai guardare tutto e segarti."
Annuii. Il piacere mi aveva tolto la parola.
Ero sul punto di venire quando qualcuno bussò alla porta
"Serena?" era la madre "Io e tuo papà andiamo a prendere gli zii che stasera cenano con noi. Torneremo verso le 18, a dopo!"
Salutammo i genitori e rimanemmo in casa io, la tettona, Sara e Samuele. Vidi la mia ragazza sorridere: ecco l'occasione che aspettava.
Mi prese in disparte: "Senti ora devi collaborare. Io e Samu ci mettiamo in salotto a guardare un film, tu stai con Sara e tienila lontana per almeno un paio d'ore. Giocate alla playstation in camera sua che le piace o non so."
La cosa non mi dispiaceva affatto, passare il pomeriggio da solo con quella gran figa di Sara.
"Nessun problema" risposi subito
"Che bastardo, vuoi provarci con mia sorella! E va bene, se tutto va per il meglio questo pomeriggio ci divertiamo entrambi. E tranquillo, ho una delle telecamerine di Jacopo, mi registrerò quindi potrai vedermi comunque scopare mio fratello."
Come da piano, Serena e Samuele cominciarono a guardare un film horror.
Stavo per proporre a Sara di fare altro quando fu lei, inaspettatamente, a prendere la parola.
"Che palle gli horror... Giova, tu vuoi vederlo? Altrimenti andiamo di là e giochiamo un po' alla play."
Ovviamente accettai subito.
Poco dopo, Serena si tolse la camicetta e rimase solo in reggiseno.
"Ser che fai?" chiese Samuele, cercando di non fissare troppo quel capolavoro.
"Ho caldo Samu... Ti dispiace?"
"Nono figurati..."
Passarono i minuti, il film era proprio brutto e nessuno dei due stava guardando con attenzione lo schermo. Il fratello ormai non faceva che osservare le grazie della sorella mentre quest'ultima notava con piacere il bozzo nella tuta del ragazzo.
La troietta, con la scusa di una (inesistente) scena spaventosa, si strinse al fratello. Il "povero" Samuele perse la testa al contatto con quei meloni e li strinse forte con entrambe le mani.
"Ah cazzo scusa Sere non so cosa mi sia preso"
Serena non lo fece continuare, prese la testa del fratello e la spinse tra le sue tettone. Samuele abbandonò ogni resistenza e cominciò a leccare, baciare e mordere le bocce della biondina.
Lei nel frattempo se la godeva e massaggiava da sopra i pantaloni il cazzo del ragazzo.
Dopo pochi secondi fecero sparire i vestiti, Samuele leccò a lungo la fighetta della sorella che mugolava piano.
"Lecca Samu, lecca... Ho sempre voluto averti, non me ne frega niente se sei mio fratello"
"Se vuoi la verità da quando ti sono cresciute queste montagne anche io non ti vedo più come una semplice sorellina. Non sai quante seghe mi sono sparato per te, troietta"
Serena venne e si dedicò subito a ricambiare il favore: leccò lentamente i coglioni del fratello, poi risalì l'asta e infine prese tutto il cazzo in bocca. Dopo due minuti il ragazzo era già al limite, la sorellina gli diede il colpo di grazia avvolgendo le mammellone intorno al palo di carne del fratello che pochi secondi dopo eruttò spruzzando tutto in faccia alla mia ragazza.
Nel frattempo io e Sara giocavamo a un gioco di corse. Non ero molto bravo e infatti all'ennesima vittoria la ragazza sbuffò.
"Uffa Giova sei proprio scarso. Impegnati un po'!"
Facile a dirsi con una figa del genere di fianco, pensai.
Sara a quanto parve aveva il potere di leggere nella mente perché subito dopo disse ridendo: "Non è che ti distraggo io?"
Decisi di fregarmene di tutto e di dire la verità.
"In effetti sì. Facile a vincere se mi distrai con queste gambe" dissi, alludendo alle lunghe e nude gambe della ragazza che sfioravano le mie.
"Allora ti dò un incentivo: se vinci la prossima ti faccio toccare dove vuoi!"
Il cazzò pulsò. Dovevo vincere. Ad ogni costo.
Mi impegnai come mai in vita mia ma non ci fu verso. Persi ancora.
Sara sorrise "Ho vinto ma ho usato una scorciatoia... Quindi è come se avessi barato sai? Direi che vinci a tavolino..."
"Quindi...?"
Sara si distese a pancia in giù e agitò le gambe davanti al mil viso.
"Puoi toccarle, sì" rispose ammiccando.
Non mi sembrava vero.
Toccai in lungo e in largo quelle stupende bellezze, sentendo l'eccitazione salire e osando sempre più, arrivando a sfiorare il sedere della ragazza, ora coperto da degli shorts.
Improvvisamente sentii un piedino tastarmi il cazzo e mi bloccai. La sorella della mia ragazza muoveva lentamente ma con decisione il piede, sentendo la mia erezione e strofinando gentilmente le palle.
Mi ripresi dallo shock e cominciai a palpare con decisione il culo di Sara, sfilai gli shorts e, spostate le mutandine, cominciai a leccare voracemente il buchetto della ragazza che nel frattempo godeva come una troia e accelerava il movimento del piede contro il mio cazzo.
Mi fermai solo per spogliarmi, la ragazza ora mi stava effettivamente facendo una sega coi piedi, era una sensazione diversa, bellissima, mentre io continuavo a mangiarle la figa e il culo.
Sara mi spinse via, si girò e mi baciò.
Mi sentivo in paradiso, sogni erotici durati anni che diventavano realtà. Mentre mi baciava segava lentamente il mio membro che ormai chiedeva a gran voce di esplodere.
"Non ti dispiace se la sorellona della tua ragazza te lo prende un po' in bocca vero? Voglio bere tutta la tua sborra"
Sentire queste parole da Sara quasi mi fece svenire.
Leccò gentilmente la punta del cazzo e lentamente ingoiò tutto l'uccello.
Con la mano destra segava piano la base, mentre la sinistra solleticava i coglioni.
Un pompino da Oscar. Serena era diventata bravissima facendone centinaia a centinaia di cazzi diversi, ma la sorellona era su un altro pianeta. Anche a causa della sega di Serena interrotta di poco prima, venni quasi subito e copiosamente nella piccola bocca di Sara, che ovviamente non sprecò nulla.
Continuò a leccarmelo per un po', vedendo che non accennava a calmarsi mi guardò con uno sguardo che dire eccitante è dire poco, pochissimo.
"È ancora bello carico... Ma non possiamo andare oltre, no? Non sarebbe giusto nei confronti di Serena e quindi immagino tu non voglia..."
Certo, come no. Neanche ricordavo chi fosse Serena in quel momento. La baciai e la spinsi sul letto. Lei subito abbandonò la finta preoccupazione di poco fa e si mise a pecora. "Sbattimelo dentro." Perentoria. E Sara messa a pecora era uno spettacolo da far girare la testa. Quel culo perfetto che si agitava piano. Quelle gambe lunghe e bellissime. E quello sguardo che mi lanciava da sopra la spalla. E chi si tira indietro?
La penetrai all'improvviso, di forza. Eccitato come non mai, pompavo più forte che potevo dentro una fighetta stretta e calda, che mi restituiva una sensazione da sogno.
Sara urlava senza ritegno, godeva e accompagnava il movimento spingendo il culo verso di me, io prendevo a schiaffi quel monumento e leccavo la schiena liscia e bellissima della ragazza. Sara venne urlando e si accasciò. Io estrassi il cazzo e lo puntai verso il buchetto. Mi aspettavo resistenza da parte sua ma, appena sentì la punta del membro contro l'ano, Sara mi pregò di spaccarle il culo.
Che sensazione. Stretto, strettissimo, ma dannatamente bello. Un culo perfetto anche dentro. Il mio povero cazzo veniva munto da quel buchetto, cercai di resistere il più possibile pompando sempre più forte.
"Giova ti prego riempimi il culo! Sborrami nel culo!" urlò la ragazza
Felice come poche altre volte nella mia vita, scaricai una sborrata colossale dentro la sorella della mia ragazza. Rimasi col cazzo dentro di lei per almeno un'altra decina di minuti, poi mi stesi accanto a Sara. Le mi baciò nuovamente e io risposi con passione.
Sorridendo senza dire nulla, ci abbracciammo.
Sara si addormentò poco dopo. La guardai. Cazzo, che spettacolo di ragazza. Tra lei e Serena è davvero una famiglia spettacolare, pensai. Andai a pisciare e mentre tornavo in camera sbirciai in salotto.
Serena si era impalata sul cazzo del fratello che nel frattempo, ovviamente, dedicava tutto se stesso alle mammellone della sorellina.
"Samu sì, mungi queste tettone, le tettone della tua piccola sorellina..."
"Piccola solo in età, guarda qua che bocce..."
Mi accorsi di essere nuovamente eccitato. Cominciai a segarmi guardando l''arrapante scena.
Serena saltellava violentemente sul cazzo del fratello, Samuele ciucciava i capezzoloni della vacca mentre la sculacciava più forte che poteva. Ogni schiaffo era seguito da un urletto della troia, che poco dopo venne intensamente.
"Samu sei fantastico... Ora però voglio la tua sborra, vienimi in bocca!"
"Eh no sorellina! Mettiti a pecora, la mia sborra te la sparo dentro!"
Samuele scopava come un matto, sbatteva la mia ragazza violentemente, lei, ora a pecora, sbavava godendo. Le enormi tettone ballavano di qua e di là, venivano prese a schiaffi dal ragazzo, venivano munte, venivano strizzate. Serena apprezzava tutto, le sue mammellone erano il suo punto debole.
"Samu sborra ti prego, voglio la tua sborra dentro di me!"
"Ti riempio vacca! Ho proprio una sorellina troia! Con queste tettone chissà quanti ragazzi fai sborrare!"
"Più di quanti immagini... Giova ha talmente tante corna... Ogni ragazzo che incontro me lo scopo..."
"Hai capito la mia sorellina. E io che pensavo fossi una santarellina. A saperlo ti avrei sverginata io anni fa."
Samuele sborrò litri dentro la mia ragazza.
Si staccarono e rimasero nudi a palparsi e baciarsi.
Sborrai anche io contro la porta del soggiorno, ma me ne fregai. Ero troppo eccitato per pulire. Tornai di corsa in camera di Sara e la svegliai ficcandole il cazzo nella bocca semiaperta. Lei non si scompose più di tanto e cominciò subito a spompinare divinamente.
Più tardi tornarono i genitori con gli zii.
Lo zio di Serena era un uomo raccapricciante. Grassissimo, puzzava sempre ed era ricoperto di pustole e porri. Sembrava un troll uscito da qualche opera fantasy.
La zia non era meglio, bassa e grassa, nonostante questo non aveva seno e i capelli neri sembravano unti e sporchi.
Quando lo zio vide le nipoti le baciò sulle guance e con la scusa dei saluti le toccò sui fianchi e palpò in maniera impercettibile le bombe di Serena.
La ragazza sembrò gradire ma era distratta. Sapevo a cosa stava pensando. Si era tolta la soddisfazione di scoparsi suo fratello e ora puntava al padre. Ma ero sicuro che anche lo zio rientrasse nei suoi piani. Era veramente orrido, tuttavia l'esperienza con Jacopo le aveva insegnato che anche quelli ripugnanti potevano regalarle eccitazione, godimento e soprattutto litri di sborra.
Il 24 mattina arrivammo a casa dei miei, Serena era stupenda: sfidando il freddo esterno portava una minigonna e delle calze nere, mentre un felpino con sotto una camicetta rossa coprivano le enormi grazie della ragazza.
Dopo aver salutato i miei genitori, con la scusa di sistemare i cappotti portai la tettona al secondo piano e le saltai addosso, palpandole le tettone da sopra i vestiti.
"Non ne posso più, sei vestita troppo arrapante. In macchina per guardarti ho rischiato di farci schiantare"
"Scemo", cinguettò la troia, "Non possiamo far aspettare troppo i tuoi... però..."
Detto questo, mi abbassò in un colpo solo pantaloni e mutande. Il mio cazzo, già completamente duro, sparì nella bocca della ragazza.
Fu un pompino breve ma dannatamente intenso, mentre me lo succhiava con la mano destra mi massaggiava le palle, il tutto senza smettere di guardarmi negli occhi.
Venni copiosamente nella sua gola, ovviamente lei ingoiò tutto da vera professionista. Arrivò l'ora di pranzo, a causa del riscaldamento Serena rimosse il felpino e rimase con la camicetta, che sbottonò come suo solito. Mentre mangiavamo mia madre raccontava cose noiose e mio padre affondava lo sguardo nella scollatura di Serena, lei ovviamente se ne accorse e per tutta risposta accentuò ancora di più ogni movimento, così che le gemelle saltellassero ancora di più. Mi divertii a vedere mio padre rimproverato più volte da mia madre perché era "distratto".
Dopo pranzo aiutai mia madre a pulire e mettere in ordine, dopodiché salii al secondo piano per prendere l'aspirapolvere.
Vidi la porta della camera dei miei socchiusa e dei versi molto familiari: la troia non aveva perso tempo. Rimasi un attimo interdetto, non credevo avrebbe avuto il fegato di sedurre anche mio padre. Poi scrollai di dosso ogni remora e sbirciai l'arrapante scena.
Serena era a pecora, indossava ancora minigonna, calze e camicetta. Quest'ultima era completamente aperta e avrebbe permesso alle tettone della ragazza di ballare senza controllo. "Avrebbe permesso" perché erano tenute saldamente ferme dalle mani di mio padre, che le pompava il cazzo nella figa mentre si aggrappava a quelle montagne.
"Che tette che hai, vacca" stava dicendo mio padre. "È da quando mio figlio ti ha portata qui per la prima volta che sogno di scoparti"
"Si, papi, ora sono tua... sfondami come si deve!"
Il vecchio teneva un ritmo notevole, la tettona godeva e venne un paio di volte prima di cambiare posizione. Serena lo spinse sdraiato e si impalò sul cazzone di mio padre: cavalcava furiosamente mentre lui mordeva le mammellone della ragazza. Ovviamente cominciai a segarmi mentre l'uomo soffocava i propri versi di goduria tra le tettone della mia ragazza.
"Sto per venire, puttanella... voglio riempirti la bocca di sborra."
Serena neanche rispose: in un attimo aveva il membro di mio padre in bocca. Lo spompinò con amore e violenza, ingoiò tutta la sborra del vecchio e continuò a leccargli i coglioni per qualche minuto.
Mi ritrovai a passare il pomeriggio con mia madre, la tenetti lontana dalla sua camera dove la mia ragazza e mio padre continuarono a scopare per diverse ore, e all'ora di cena si giustificarono con vaghe bugie sul fatto che si fossero sentiti male e avevano preferito riposare.
La cena filò senza eventi degni di nota, dopo gli auguri e i brindisi ci mettemmo a letto relativamente presto: il giorno dopo saremmo dovuti partire il prima possibile verso casa della famiglia di Serena.
Nonostante ciò, quella notte non feci dormire la troietta, scopammo costantemente mentre la insultavo per aver osato trombarsi mio padre. Lei godeva come una pazza a quelle parole, fu molto difficile tenere bassa la nostra voce. Ci addormentammo che era praticamente mattina, ero venuto tre volte, tutte e tre sulle sue mammellone.
Il giorno seguente, dopo una veloce doccia eravamo pronti a partire. Serena regalò un pompino con ingoio di addio a mio padre e ci avviammo verso casa della sua famiglia.
Arrivati, fummo accolti dalla madre di Serena, una donna di media statura con un sorriso materno e un corpo molto formoso soprattutto sulla parte del seno, che nonostante l'età se la batteva con quello della figlia. Non nascondo di aver fatto non pochi pensieri sconci su quella donna, arrivando ad immaginare di fare sesso con lei durante le mie scopate con Serena. Ma la ragazza che mi aveva reso davvero dura la vita (e non solo quella) entrò in cucina poco dopo: Sara, la sorella della mia ragazza. Le sorelle erano l'una l'opposto dell'altra: Serena bionda, Sara mora; Serena piuttosto bassina e con due tette da capogiro, Sara alta, snella, con una seconda scarsa di seno ma gambe, culo e piedi assolutamente spettacolari.
La prima volta che vidi la sorella rimasi letteralmente a bocca aperta. Ogni momento era buono per fissare quelle gambe e quel culetto sodo, ogni scusa era buona per parlarle. Se la madre era qualche volta nella mia mente mentre scopavo Serena, la sorella era un chiodo semifisso. Una volta ero arrivato addirittura a trafugare un paio di mutandine di Sara e, avvolte intorno al mio cazzo, mi sono masturbato furiosamente fino a ricoprirle di sborra per poi rimetterle al loro posto ancora sporche. Durante l'estate, poi, insistevo sempre per andare a trovare i genitori di Serena: Sara infatti gironzolava per casa con canotte semitrasparenti e pantaloncini che erano praticamente mutandine: un sogno e una tortura contemporaneamente.
Fatta questa doverosa premessa, torno al racconto.
Sara entrò in cucina allegra e sorridente come al solito. Incantato, la salutai e lei rispose abbracciandomi e baciandomi sulla guancia (al mio povero cazzo bastò questo per svettare e cominciare a fremere).
Scambiati i convenevoli, mentre Serena aiutava la madre a cucinare per il pranzo, io e Sara preparavamo la tavola. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel culetto perfetto costretto in dei jeans arrapantissimi. Per poco non presi un colpo quando dall'altra stanza entrarono il padre e il fratello maggiore di Serena, Samuele.
Durante il pranzo Sara, seduta accanto a me, mi rese molto difficile concentrarmi su qualunque discorso si portava avanti: quando rideva si appoggiava su di me e io non perdevo occasione di rivolgerle la parola e di sbirciare le sue gambe fantastiche. Nel frattempo Serena, scollata come suo solito, stava facendo letteralmente impazzire il padre e il fratello che non riuscivano a non fissare quell'abbondanza morbida ed invitante. Il risultato fu che al termine del pranzo tutti i maschietti avevano il cazzo bello duro, e a Serena ovviamente la cosa non sfuggì. Mi portò nella sua vecchia cameretta e cominciò a segarmi lentamente.
"Quanto è duro Giova... Ti arrapa proprio mia sorella, eh?" disse la tettona sorridendo.
"Cazzo sì.. E tu? Ho visto come guardavi tuo fratello. Hai intenzione di farti pure lui?"
"Beh, se si presenta l'occasione perché no. Tanto a te non dispiace."
Serena accelerò la sega.
"E ti dirò di più, cornutello. Se riesco voglio farmi anche papà. Tu mi raccomando dovrai guardare tutto e segarti."
Annuii. Il piacere mi aveva tolto la parola.
Ero sul punto di venire quando qualcuno bussò alla porta
"Serena?" era la madre "Io e tuo papà andiamo a prendere gli zii che stasera cenano con noi. Torneremo verso le 18, a dopo!"
Salutammo i genitori e rimanemmo in casa io, la tettona, Sara e Samuele. Vidi la mia ragazza sorridere: ecco l'occasione che aspettava.
Mi prese in disparte: "Senti ora devi collaborare. Io e Samu ci mettiamo in salotto a guardare un film, tu stai con Sara e tienila lontana per almeno un paio d'ore. Giocate alla playstation in camera sua che le piace o non so."
La cosa non mi dispiaceva affatto, passare il pomeriggio da solo con quella gran figa di Sara.
"Nessun problema" risposi subito
"Che bastardo, vuoi provarci con mia sorella! E va bene, se tutto va per il meglio questo pomeriggio ci divertiamo entrambi. E tranquillo, ho una delle telecamerine di Jacopo, mi registrerò quindi potrai vedermi comunque scopare mio fratello."
Come da piano, Serena e Samuele cominciarono a guardare un film horror.
Stavo per proporre a Sara di fare altro quando fu lei, inaspettatamente, a prendere la parola.
"Che palle gli horror... Giova, tu vuoi vederlo? Altrimenti andiamo di là e giochiamo un po' alla play."
Ovviamente accettai subito.
Poco dopo, Serena si tolse la camicetta e rimase solo in reggiseno.
"Ser che fai?" chiese Samuele, cercando di non fissare troppo quel capolavoro.
"Ho caldo Samu... Ti dispiace?"
"Nono figurati..."
Passarono i minuti, il film era proprio brutto e nessuno dei due stava guardando con attenzione lo schermo. Il fratello ormai non faceva che osservare le grazie della sorella mentre quest'ultima notava con piacere il bozzo nella tuta del ragazzo.
La troietta, con la scusa di una (inesistente) scena spaventosa, si strinse al fratello. Il "povero" Samuele perse la testa al contatto con quei meloni e li strinse forte con entrambe le mani.
"Ah cazzo scusa Sere non so cosa mi sia preso"
Serena non lo fece continuare, prese la testa del fratello e la spinse tra le sue tettone. Samuele abbandonò ogni resistenza e cominciò a leccare, baciare e mordere le bocce della biondina.
Lei nel frattempo se la godeva e massaggiava da sopra i pantaloni il cazzo del ragazzo.
Dopo pochi secondi fecero sparire i vestiti, Samuele leccò a lungo la fighetta della sorella che mugolava piano.
"Lecca Samu, lecca... Ho sempre voluto averti, non me ne frega niente se sei mio fratello"
"Se vuoi la verità da quando ti sono cresciute queste montagne anche io non ti vedo più come una semplice sorellina. Non sai quante seghe mi sono sparato per te, troietta"
Serena venne e si dedicò subito a ricambiare il favore: leccò lentamente i coglioni del fratello, poi risalì l'asta e infine prese tutto il cazzo in bocca. Dopo due minuti il ragazzo era già al limite, la sorellina gli diede il colpo di grazia avvolgendo le mammellone intorno al palo di carne del fratello che pochi secondi dopo eruttò spruzzando tutto in faccia alla mia ragazza.
Nel frattempo io e Sara giocavamo a un gioco di corse. Non ero molto bravo e infatti all'ennesima vittoria la ragazza sbuffò.
"Uffa Giova sei proprio scarso. Impegnati un po'!"
Facile a dirsi con una figa del genere di fianco, pensai.
Sara a quanto parve aveva il potere di leggere nella mente perché subito dopo disse ridendo: "Non è che ti distraggo io?"
Decisi di fregarmene di tutto e di dire la verità.
"In effetti sì. Facile a vincere se mi distrai con queste gambe" dissi, alludendo alle lunghe e nude gambe della ragazza che sfioravano le mie.
"Allora ti dò un incentivo: se vinci la prossima ti faccio toccare dove vuoi!"
Il cazzò pulsò. Dovevo vincere. Ad ogni costo.
Mi impegnai come mai in vita mia ma non ci fu verso. Persi ancora.
Sara sorrise "Ho vinto ma ho usato una scorciatoia... Quindi è come se avessi barato sai? Direi che vinci a tavolino..."
"Quindi...?"
Sara si distese a pancia in giù e agitò le gambe davanti al mil viso.
"Puoi toccarle, sì" rispose ammiccando.
Non mi sembrava vero.
Toccai in lungo e in largo quelle stupende bellezze, sentendo l'eccitazione salire e osando sempre più, arrivando a sfiorare il sedere della ragazza, ora coperto da degli shorts.
Improvvisamente sentii un piedino tastarmi il cazzo e mi bloccai. La sorella della mia ragazza muoveva lentamente ma con decisione il piede, sentendo la mia erezione e strofinando gentilmente le palle.
Mi ripresi dallo shock e cominciai a palpare con decisione il culo di Sara, sfilai gli shorts e, spostate le mutandine, cominciai a leccare voracemente il buchetto della ragazza che nel frattempo godeva come una troia e accelerava il movimento del piede contro il mio cazzo.
Mi fermai solo per spogliarmi, la ragazza ora mi stava effettivamente facendo una sega coi piedi, era una sensazione diversa, bellissima, mentre io continuavo a mangiarle la figa e il culo.
Sara mi spinse via, si girò e mi baciò.
Mi sentivo in paradiso, sogni erotici durati anni che diventavano realtà. Mentre mi baciava segava lentamente il mio membro che ormai chiedeva a gran voce di esplodere.
"Non ti dispiace se la sorellona della tua ragazza te lo prende un po' in bocca vero? Voglio bere tutta la tua sborra"
Sentire queste parole da Sara quasi mi fece svenire.
Leccò gentilmente la punta del cazzo e lentamente ingoiò tutto l'uccello.
Con la mano destra segava piano la base, mentre la sinistra solleticava i coglioni.
Un pompino da Oscar. Serena era diventata bravissima facendone centinaia a centinaia di cazzi diversi, ma la sorellona era su un altro pianeta. Anche a causa della sega di Serena interrotta di poco prima, venni quasi subito e copiosamente nella piccola bocca di Sara, che ovviamente non sprecò nulla.
Continuò a leccarmelo per un po', vedendo che non accennava a calmarsi mi guardò con uno sguardo che dire eccitante è dire poco, pochissimo.
"È ancora bello carico... Ma non possiamo andare oltre, no? Non sarebbe giusto nei confronti di Serena e quindi immagino tu non voglia..."
Certo, come no. Neanche ricordavo chi fosse Serena in quel momento. La baciai e la spinsi sul letto. Lei subito abbandonò la finta preoccupazione di poco fa e si mise a pecora. "Sbattimelo dentro." Perentoria. E Sara messa a pecora era uno spettacolo da far girare la testa. Quel culo perfetto che si agitava piano. Quelle gambe lunghe e bellissime. E quello sguardo che mi lanciava da sopra la spalla. E chi si tira indietro?
La penetrai all'improvviso, di forza. Eccitato come non mai, pompavo più forte che potevo dentro una fighetta stretta e calda, che mi restituiva una sensazione da sogno.
Sara urlava senza ritegno, godeva e accompagnava il movimento spingendo il culo verso di me, io prendevo a schiaffi quel monumento e leccavo la schiena liscia e bellissima della ragazza. Sara venne urlando e si accasciò. Io estrassi il cazzo e lo puntai verso il buchetto. Mi aspettavo resistenza da parte sua ma, appena sentì la punta del membro contro l'ano, Sara mi pregò di spaccarle il culo.
Che sensazione. Stretto, strettissimo, ma dannatamente bello. Un culo perfetto anche dentro. Il mio povero cazzo veniva munto da quel buchetto, cercai di resistere il più possibile pompando sempre più forte.
"Giova ti prego riempimi il culo! Sborrami nel culo!" urlò la ragazza
Felice come poche altre volte nella mia vita, scaricai una sborrata colossale dentro la sorella della mia ragazza. Rimasi col cazzo dentro di lei per almeno un'altra decina di minuti, poi mi stesi accanto a Sara. Le mi baciò nuovamente e io risposi con passione.
Sorridendo senza dire nulla, ci abbracciammo.
Sara si addormentò poco dopo. La guardai. Cazzo, che spettacolo di ragazza. Tra lei e Serena è davvero una famiglia spettacolare, pensai. Andai a pisciare e mentre tornavo in camera sbirciai in salotto.
Serena si era impalata sul cazzo del fratello che nel frattempo, ovviamente, dedicava tutto se stesso alle mammellone della sorellina.
"Samu sì, mungi queste tettone, le tettone della tua piccola sorellina..."
"Piccola solo in età, guarda qua che bocce..."
Mi accorsi di essere nuovamente eccitato. Cominciai a segarmi guardando l''arrapante scena.
Serena saltellava violentemente sul cazzo del fratello, Samuele ciucciava i capezzoloni della vacca mentre la sculacciava più forte che poteva. Ogni schiaffo era seguito da un urletto della troia, che poco dopo venne intensamente.
"Samu sei fantastico... Ora però voglio la tua sborra, vienimi in bocca!"
"Eh no sorellina! Mettiti a pecora, la mia sborra te la sparo dentro!"
Samuele scopava come un matto, sbatteva la mia ragazza violentemente, lei, ora a pecora, sbavava godendo. Le enormi tettone ballavano di qua e di là, venivano prese a schiaffi dal ragazzo, venivano munte, venivano strizzate. Serena apprezzava tutto, le sue mammellone erano il suo punto debole.
"Samu sborra ti prego, voglio la tua sborra dentro di me!"
"Ti riempio vacca! Ho proprio una sorellina troia! Con queste tettone chissà quanti ragazzi fai sborrare!"
"Più di quanti immagini... Giova ha talmente tante corna... Ogni ragazzo che incontro me lo scopo..."
"Hai capito la mia sorellina. E io che pensavo fossi una santarellina. A saperlo ti avrei sverginata io anni fa."
Samuele sborrò litri dentro la mia ragazza.
Si staccarono e rimasero nudi a palparsi e baciarsi.
Sborrai anche io contro la porta del soggiorno, ma me ne fregai. Ero troppo eccitato per pulire. Tornai di corsa in camera di Sara e la svegliai ficcandole il cazzo nella bocca semiaperta. Lei non si scompose più di tanto e cominciò subito a spompinare divinamente.
Più tardi tornarono i genitori con gli zii.
Lo zio di Serena era un uomo raccapricciante. Grassissimo, puzzava sempre ed era ricoperto di pustole e porri. Sembrava un troll uscito da qualche opera fantasy.
La zia non era meglio, bassa e grassa, nonostante questo non aveva seno e i capelli neri sembravano unti e sporchi.
Quando lo zio vide le nipoti le baciò sulle guance e con la scusa dei saluti le toccò sui fianchi e palpò in maniera impercettibile le bombe di Serena.
La ragazza sembrò gradire ma era distratta. Sapevo a cosa stava pensando. Si era tolta la soddisfazione di scoparsi suo fratello e ora puntava al padre. Ma ero sicuro che anche lo zio rientrasse nei suoi piani. Era veramente orrido, tuttavia l'esperienza con Jacopo le aveva insegnato che anche quelli ripugnanti potevano regalarle eccitazione, godimento e soprattutto litri di sborra.
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