Serena la tettona e quel porco del mio amico
di
GiovaOrt
genere
etero
Io e Serena ci eravamo conosciuti qualche anno fa tramite amici comuni, e subito la sua bellezza, la sua simpatia e il suo enorme seno (una quinta abbondante) avevano catturato la mia attenzione.
Ve la descrivo: Serena è una ragazza bionda, non molto alta, con due bellissime labbra carnose e soprattutto un paio di tette da urlo. Sin dalla prima notte insieme ho potuto constatare quanto fossero eccezionali quelle bombe: grandi, morbide ma mai flaccide o cadenti; il seno perfetto.
Poco dopo esserci messi insieme abbiamo iniziato a convivere, e le nostre notti erano ricche di spagnole e giochini inerenti alle sue tette. Neanche I nostri amici erano immuni al suo fascino, e come biasimarli? Ad ogni minimo movimento quel ben di Dio ballava in modo ipnotico. E a dire la verità, mi piaceva vedere tutti quegli sguardi sulla mia donna: mi eccitavano da matti, e quando facevamo sesso le urlavo di quanto chiunque dei nostri amici avrebbe dato la madre per essere al mio posto. Lei, nonostante fosse una ragazza tranquilla, a sentire quelle parole veniva in maniera incontrollata muggendo come la peggiore delle troie.
Quello che vi sto per raccontare è un fatto vero che ha dato il via ad una serie di eventi particolari.
Tutto è iniziato l’anno scorso, quando io, Serena e altri cinque amici siamo andati in vacanza in Grecia per un paio di settimane. Nel gruppo di amici c’era Jacopo, un ragazzo grasso e brutto con un atteggiamento tale da farsi odiare dalla maggior parte delle donne con cui parlava. Serena infatti lo disprezzava e aveva insistito con me perché non venisse, tuttavia alla fine cedette. Nonostante nel gruppo ci fossero altre due ragazze, prevedibilmente per tutta la vacanza I maschi perforarono con gli occhi Serena, sia ovviamente in spiaggia quando in costume regalava a tutti inconsapevoli spettacoli mozzafiato, sia in albergo o nei locali. Io e Serena avevamo una camera tutta per noi, e ogni notte sfogavo l’eccitazione accumulata con scopate lunghissime che terminavano con una sborrata epocale sulle mammellone di Serena. Jacopo più di tutti era ossessionato dal quelle tette: non perdeva occasione di fare battute e le fissava senza preoccuparsi di non essere visto: mancava poco che ci sbavasse direttamente sopra. Coglieva ogni occasione per avere un contatto fisico con la mia ragazza, e chissà come mai finiva sempre per sfiorarle il seno. Un giorno lei gli urlò in faccia di smetterla di toccarla, e lui per tutta risposta, approfittando della mia assenza, le infilo l’intera mano tra le tette, beccandosi un bello schiaffone. Il “dramma” avvenne a causa di un piano intelligentemente preparato da Jacopo. Una sera in cui io ero uscito con un altro amico del gruppo, chiamò nella sua stanza Serena perché aveva “bisogno di aiuto”. Lei, seccatissima, si presentò scazzata e con indosso il vestito con cui aveva intenzione uscire di lì a poco: una scollatura vistosa metteva in risalto la sua straordinaria quinta. Jacopo, superato lo schock iniziale, cominciò: “Ciao Ser, ti ho fatto venire qui perché ho un problema col portatile”
-“Ma sei scemo? E io come ti dovrei aiutare? Chiedi a Giova o Vic”
-“Sono fuori come ben sai e poi voglio semplicemente chiederti se magari sai come risolvere”
-“Uff, e va bene, però veloce”
-“Certo, certo…”
Serena si avvicinò a Jacopo, e subito si accorse della puzza che quel ragazzo emanava.
“Bah”- pensò –“Siamo stati tutto il giorno in spiaggia a sudare e neanche si è fatto una doccia”
Come fu abbastanza vicina, Jacopo premette un pulsante.
Serena impallidì.
Sullo schermo c’era lei che, nella nostra camera d’albergo, si masturbava selvaggiamente stringendosi il seno coperto dal pigiama e soffocando versi di goduria.
Serena sì allontanò da Jacopo e urlò “CHE COS’È QUELLO? CANCELLA SUBITO”
E lui, tranquillissimo: “Perché mai dovrei? L’ho già usato per masturbarmi un paio di volte, ieri.”
“STRONZO! QUANDO L’HAI FILMATO?”
“Ho semplicemente messo una telecamera nascosta nella vostra camera, speravo di vedervi scopare ma ho avuto qualcosa di molto meglio”
“SEI UNA MERDA! CANCELLA TUTTO”
Fece per avvicinarsi per provare a picchiarlo ma bastarono poche parole per farla immobilizzare
“Vuoi che lo pubblichi su internet?”
Lei era livida: “… non ti azzardare…” disse, tremando dalla rabbia
“E invece lo farò. Non è giusto privare al mondo questo ben di dio. Anche se avrei preferito ti fossi tolta anche la parte superiore” aggiunse fissandole le tette.
“BASTA PORCO! FINISCILA! SONO TUA AMICA, CANCELLA TUTTO E LASCIAMI STARE”
Jacopo si girò verso di lei e si tolse I pantaloni. Quello che voleva era ovvio. Serena sbiancò mentre lui affondò il colpo: “Amica? Pensi che non sappia ciò che pensi di me? Di come mi disprezzi? Di come tu e quel coglione del tuo ragazzo mi prendete in giro? Ora vieni qua, spogliati e fammi un pompino, altrimenti manderò questo a tutti I tuoi amici universitari e non, e lo pubblicherò in ogni board possibile.”
Serena, in lacrime, provò a convincerlo ma fu inutile.
Lentamente si avvicinò all'odiato ragazzo, nuovamente fu nauseata dall’aspetto e dall’odore ma non si fermò. Lui sorrise e le intimò di abbassarsi.
Serena obbedì e vide davanti a sé le mutande sporche di Jacopo.
“Toglile”
Piangendo, la prosperosa ragazza tolse le mutande al suo aguzzino, e vide un cazzo enorme ancora non completamente eretto che sembrava fissarla a sua volta.
Rimase senza parole, non aveva mai visto un cazzo così.
“Ti piace, eh troia? Il tuo ragazzo ha un cazzetto, a confronto. Avanti, prendilo in bocca”
Serena prese in mano quel membro così grande e lo masturbò lentamente, facendogli raggiungere piena erezione.
“Ma cosa sto facendo?” – pensò- “Devo smetterla subito e picchiarlo e andarmene… ma…”
“MUOVITI TROIA” urlò all’improvviso Jacopo interrompendo i pensieri di lei e sbattendole il cazzo in faccia.
Il puzzo incredibile del pene, il fatto di essere schiaffeggiata da un cazzo e l’intera situazione ebbero un effetto inaspettato su Serena che senti l’eccitazione salire improvvisamente e cominciò un pompino vorace e violento. Il porco non se lo aspettava, reclinò la testa all’indietro e dovette concentrarsi per non venire all’istante.
Serena non conosceva tregua, succhiava, leccava, baciava quel cazzone come mai aveva fatto per me, arrivò addirittura a leccare le palle e l’ano del bastardo, che nel frattempo godeva come non mai. Dopo cinque minuti così, Jacopo decise che voleva di più.
“Basta. Alzati.”
Confusa, Serena eseguì, staccandosi riluttante da quel cazzo che l’aveva fatta innamorare.
“Sei una vera troia. Ma adesso voglio realizzare un sogno. Spogliati. Fammi vedere quelle enormi tette.”
La ragazza aveva perso ogni ragione. Si tolse il vestito che aveva accuratamente scelto per la serata ormai sfumata e lo fece cadere a terra.
Jacopo boccheggiò. Un corpo come quello non l’aveva mai visto. Le tettone erano a malapena contenute dal reggiseno, e dalle mutandine arrivava un odore che indicava una cosa. Serena si era bagnata. Trionfante, il ragazzo le ordinò ti togliersi tutto, e la mia ragazza finì completamente nuda davanti all’uomo che fino a poco fa disprezzava.
Jacopo perse ogni ragione alla vista di quelle tette che aveva sognato per anni e per le quali aveva dedicato innumerevoli seghe; le saltò addosso e cominciò a leccarle, stringerle, morderle mentre la ragazza non riusciva a trattenere dei versi che non facevano altro che farlo arrapare sempre di più. Dopo dieci minuti di leccate, Jacopo si rimise seduto.
“Vieni. Devo coronare il sogno. Fammi una spagnola, troia.”
Serena non esitò, si inginocchiò nuovamente e riprese per un attimo in bocca quel cazzone per poi posizionarlo tra quelle montagne di carne. Il porco ansimava, non gli pareva vero.
Serena iniziò la sua specialità, la spagnola, strinse il cazzo di Jacopo e cominciò a muoversi lentamente, su e giù, alternando spagnola e pompino prima di cominciare a fare sul serio.
La spagnola diventò velocissima, le tettone erano imperlate dal sudore di lei e dai liquidi che uscivamo dal membro di lui.
Jacopo stava impazzendo, era meglio di qualsiasi sua fantasia, quelle tettone così morbide ma contemporaneamente dure erano finalmente lì, attorno al suo cazzo.
E Serena non si fermava, continuava a far scivolare le tette attorno a quel cazzone, ormai non le fregava più di nulla, voleva la sua sborra, voleva berla, voleva farlo godere.
“Troia adesso ti innaffio di sborra!”
“SÌ! Sono la tua troia, sborra, sborra, sborrami riempimi le tette di sborra!”
Jacopo non credeva alla sue orecchie, quella ragazza sempre precisina che lo disprezzava stava pregando per la sua sborra.
Rantolando come un pazzo, finalmente venne.
Uno, due, tre, quattro schizzi potentissimi innaffiarono le tette della mia ragazza, ma il cazzone di Jacopo sembrava non volersi fermare.
Serena continuò a muovere le tette e altri fiotti di sborra la colpirono.
Dopo quasi due minuti di continua sborrata, si fermarono.
Serena era letteralmente ricoperta di sborra. Le tettone, il viso, i capelli erano completamente bianchi. Il seme puzzolente cominciò a colare ricoprendo anche la pancia e sgocciolò sulle gambe della ragazza.
La troia cominciò a leccarsi le mammellone e bere tutta la sborra che poteva, senza nessun ordine dal porco: lei la voleva.
Alla vista della tettona che beveva la sua sborra, il cazzone di Jacopo tornò immediatamente duro.
Serena se ne accorse e lo guardò negli occhi mentre si ciucciava un capezzolone.
“Mi fai schifo. Ma ora io voglio il tuo cazzo dentro di me. Scopami”
Jacopo non se lo fece ripetere due volte: la spinse sul letto e cominciò a leccarle la figa fradicia.
Ma Serena era decisa: “Non voglio la tua lingua, coglione, dammi il tuo cazzo!”
Il porco fu ben felice di ubbidire, nessuno dei due pensò neanche minimamente ad un preservativo mentre Jacopo la penetrò. Un urlo disumano uscì dalla mia ragazza, mai l’avevo sentita urlare così dalla goduria.
Cominciarono una scopata selvaggia, lei era assatanata, veniva in continuazione ma esortava il porco a sbatterla più forte, lui nonostante il grasso gli impedisse movimenti eclatanti sfruttava il suo enorme cazzo e riusciva a farla godere. Dopo aver scopato per mezz’ora a pecora, Jacopo la girò e continuò il lavoro, affondando la faccia tra le tettone della mia ragazza che lo strinse a sé e urlò ancora più forte.
“FORZA PORCO SBATTIMI, SBATTI LA TUA TROIA, DAMMI QUESTO CAZZONE ENORME, PIÙ FORTE, PIÙ FORTE CAZZO”
“Sì troia, ti sfondo! Altro che il tuo ragazzo, vero? Dimmelo. Chi preferisci, troia?”
“PREFERISCO TE COGLIONE, ANZI PREFERISCO IL TUO CAZZONE ENORME, LASCIA STARE QUEL CORNUTO E SBATTIMI”
“Sì, è proprio un cornuto quel coglione! Ti sbatto, ti apro in due!”
Continuarono ad insultarsi a vicenda e ad insultare me per un’altra ora, scopando sempre più forte e cambiando posizione da pecorina a missionario continuamente.
In ogni posizione il porco trovava il modo per dedicarsi anche alle tettone della troia, che apprezzava: “AVANTI, STRIZZAMI LE TETTE, COGLIONE, SONO TUTTE TUE. MORDILE, SÌ COSÌ! PRENDILE A SCHIAFFI, PIÙ FORTE! CRISTO, STO VENENDO”
Finché, finalmente, Jacopo la avvertì che stava venendo.
“Voglio sborrarti addosso, troia tettona!”
“Fallo allora, innaffiami di nuovo!”
Il porco sfilò il cazzone dalla figa della mia ragazza e venne copiosamente sulle sue tette e sul suo viso, lei cercò di prenderne il più possibile in bocca.
“Ma quanto cazzo sborri, tu non sei umano… neanche nei porno ho visto gente sborrare così tanto, sei fantastico…”
Entrambi esausti, rimasero a letto ancora una mezz’ora fin quando Serena si alzò, si vestì e uscì dalla stanza per andare a lavarsi prima del mio ritorno. Jacopo, rimasto solo e ancora nudo, sorrise. Il suo più grande sogno era diventato realtà, e dato quello che aveva detto la tettona, probabilmente non sarebbe stata l’unica volta…
Ero nella mia stanza, col cazzo in mano e sborra su di me e perfino sul letto.
Era passato un mese dalla fine delle vacanze, e quella mattina, dopo che Serena era andata a lavoro, avevo trovato nella cassetta della posta una penna USB.
Incuriosito, l’avevo inserita nel pc, e vi ho trovato un video chiamato: “Divertiti”
Una volta fatto partire, avevo assistito impotente alla scena che vi ho appena raccontato. La mia ragazza, prima ricattata ma poi innamorata del cazzone di un mio amico.
Lo stronzo aveva preparato tutto posizionando una videocamera nascosta anche nella sua camera.
E se all’inizio del video ero incazzato, mi sono ritrovato alla fine a segarmi furiosamente, sborrando e godendo come non mai.
E ora molte cose mi sembravano strane.
In effetti, da quella vacanza Serena era meno odiosa con Jacopo.
E alle volte era anche uscita con le amiche e spesso aveva “casualmente” incontrato Jacopo.
E a volte tornava molto tardi a casa, giustificandosi dicendo che “era con le amiche”.
Ormai non c’erano dubbi.
Quei due scopavano regolarmente.
Eppure, al solo pensiero il mio cazzo tornò duro e fui pervaso dalla voglia di vederli ancora scopare.
Riguardai il video e sborrai di nuovo, guardando la mia dolce metà scopata selvaggiamente da quel tizio grasso e brutto. Ne volevo ancora, e non dovetti aspettare ancora a lungo.
Dopo due giorni trovai un’altra pemnetta nella posta…
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