Mi vergogno ma confesso
di
Anton
genere
tradimenti
E' difficile raccontare, descrivere le emozioni e le sensazioni che mi pervadono mentre batto i tasti di questa tastiera. Mi chiamo Chiara, ho 42 anni, sono una moglie premurosa e tranquilla, nessuna fantasia particolare. Ho conosciuto mio marito Felice quando avevo appena 17 anni, eravamo studenti. Lui con occhiali spessi e capelli riccioluti e spettinati, io timida ed esile ragazza di provincia. Io e mio marito siamo cresciuti insieme, da crisalidi siamo divenuti insieme farfalle. Oggi, siamo una coppia affermata, abbiamo due figli, un maschio Giacomo di anni 18 e una femmina Marina anni 20.
Ho tradito mio marito, trovo il coraggio di dirlo. Tutto è avvenuto per caso, senza accorgermene ma ahimè è successo. Tutto per colpa di un amico di mio figlio, un bastardo di nome Pietro di un anno più grande di mio figlio. Questo ragazzo è praticamente cresciuto con la nostra famiglia. I suoi genitori, separati, non hanno mai avuto tempo per lui. E' cresciuto in strada e dalla strada ha imparato troppo precocemente.
Sin da quando aveva 15 anni Pietro mi spogliava con il suo sguardo. Mi sentivo osservata e a disagio. Diverse volte avevo chiesto a mio figlio di allontanarsi da Pietro ma in lui trovava il fratello ideale che avrebbe sempre voluto.
Solo un paio di volte Pietro si avvicinò a me. Una volta provò a toccarmi il seno. Io pensai che non lo avesse fatto a posta e feci finta di nulla. Un seconda volta stavamo tutti a tavola, la cena era finita. Mio marito come suo solito si era affossato nel divano, Giacomo si era perso in quei maledetti videogiochi. Marina stava uscendo di corsa. Stavo sparecchiando la tavola, ero in cucina ancora me lo ricordo, avevo una camicetta bianca ed una gonna lunga e leggera, era primavera ma il caldo era insopportabile. Mentre mi nchinai per riporre i piatti nella lavastoviglie, sento una mano che lentamente corre lungo le mie gambe delicatamente e con molta maestria sentivo le sue dita sfiorare la mia passerina, su e giù, attraverso il sottile tessuto della mutandine di raso. Un brivido di piacere mi pervase, chiusi gli occhi e con voce sottile dissi "Felice non ora non qui non è il momento, vi sono i ragazzi di lè". Mi giro e vedo Pietro. La mia reazione fu immediata, uno sganassone forte e risoluto sul suo volto. Pietro non si intimorì, rimase con gli occhi fissi e sgranati a guardarmi. E con voce adulta e seria mi disse "oggi mi disprezzi, un giorno mi supplicherai". E se ne andò.
Da quel giorno non apparve più in casa nostra fino al compimento del diciottesimo compleanno di mio figlio, tre mesi fa. In casa vi era tanta gente e molta confusione. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno a rinfrescarmi. Mentre mi girai per chiudere la porta sentii una mano che spingeva per aprila. Con voce ferma dissi "occupato" ma la forza non diminuiva. Vidi Pietro, alto e robusto. Era cambiato molto dall'ultima volta che lo vidi. Entrò in bagno, chiuse la porta, mi guardò negli occhi e con movimenti decisi mi girò e mi spinse contro il lavandino. Alzò il mio vestitino e con forza mi disse "dove eravamo rimasti cagna?". Volevo girarmi per dargli un ceffone ma il suo corpo spingeva contro il mio e la sua mano stava lentamente penetrandomi lentamente ma con forza. Sentivo attraverso le mie labbra le sue dita grosse e muscolose, i miei umori stavo uscendo in modo indecoroso. Godevo e avevo paura di urlare, che qualcuno mi sentisse mentre quel ragazzo mi stava scopando con le sue sole due dita. Stavo quasi per venire ma all'improvviso si fermò, mi giro e mi dissi"ora supplicami di farti godere". Volevo dirglielo, con tutta la forza. Sono sposata, non ho mai tradito mio marito. L'unico suono che uscì dal mio corpo fu un lamento. Vidi Pietro che prese le mie mani, mi fece aprire i suoi pantaloni e tirare fuori il suo arnese. Rimasi allibita, rispetto a quello di mio marito era meno lungo ma più grosso, più massiccio, più largo. Mi afferrò per il collo, mi fece chinare e me lo infilò in bocca toccandomi quasi la gola. E con movimento deciso mi spingeva contro di lui dicendomi "supplicami di farti godere troia, lo so che vuoi essere scopata". E di nuovo mi girò contro il lavandino ed iniziò a strofinare il suo arnese sulla passerina. "Dimmi che vuoi essere scopata troia, supplicami ti ho detto". Gli umori uscivano a frotte, ero stremata dal desiderio, non riuscivo più a resistere, volevo che mi penetrasse. Ogni vergogna era venuta meno. Affarai il suo pene e lo misi sulle mie fighetta, spinsi con forza contro di lui e dissi"ti supplico fammi godere". Pietro inizia a penetrarmi con molta energia, sentivo il suo pene che mi riempiva donandomi nuove sensazioni che mai avevo provato prima con mio marito. Arrivammo a godere insieme finché sfinito si appoggiò sulla mia schiena e non profeti parola.
Senti la voce di mio marito che mi cercava, subito ci rivestito, aspettai un istante e poi uscii dal bagno. Mentre lo facevo Pietro prese la mia mano e mi disse "non finisce qui, questo è solo l'inizio". Io lo guardai e gli risposti "meglio finirla qui, hai ottenuto quello che volevi". Secondo voi fu veramente la fine di questa avventura?
Ho tradito mio marito, trovo il coraggio di dirlo. Tutto è avvenuto per caso, senza accorgermene ma ahimè è successo. Tutto per colpa di un amico di mio figlio, un bastardo di nome Pietro di un anno più grande di mio figlio. Questo ragazzo è praticamente cresciuto con la nostra famiglia. I suoi genitori, separati, non hanno mai avuto tempo per lui. E' cresciuto in strada e dalla strada ha imparato troppo precocemente.
Sin da quando aveva 15 anni Pietro mi spogliava con il suo sguardo. Mi sentivo osservata e a disagio. Diverse volte avevo chiesto a mio figlio di allontanarsi da Pietro ma in lui trovava il fratello ideale che avrebbe sempre voluto.
Solo un paio di volte Pietro si avvicinò a me. Una volta provò a toccarmi il seno. Io pensai che non lo avesse fatto a posta e feci finta di nulla. Un seconda volta stavamo tutti a tavola, la cena era finita. Mio marito come suo solito si era affossato nel divano, Giacomo si era perso in quei maledetti videogiochi. Marina stava uscendo di corsa. Stavo sparecchiando la tavola, ero in cucina ancora me lo ricordo, avevo una camicetta bianca ed una gonna lunga e leggera, era primavera ma il caldo era insopportabile. Mentre mi nchinai per riporre i piatti nella lavastoviglie, sento una mano che lentamente corre lungo le mie gambe delicatamente e con molta maestria sentivo le sue dita sfiorare la mia passerina, su e giù, attraverso il sottile tessuto della mutandine di raso. Un brivido di piacere mi pervase, chiusi gli occhi e con voce sottile dissi "Felice non ora non qui non è il momento, vi sono i ragazzi di lè". Mi giro e vedo Pietro. La mia reazione fu immediata, uno sganassone forte e risoluto sul suo volto. Pietro non si intimorì, rimase con gli occhi fissi e sgranati a guardarmi. E con voce adulta e seria mi disse "oggi mi disprezzi, un giorno mi supplicherai". E se ne andò.
Da quel giorno non apparve più in casa nostra fino al compimento del diciottesimo compleanno di mio figlio, tre mesi fa. In casa vi era tanta gente e molta confusione. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno a rinfrescarmi. Mentre mi girai per chiudere la porta sentii una mano che spingeva per aprila. Con voce ferma dissi "occupato" ma la forza non diminuiva. Vidi Pietro, alto e robusto. Era cambiato molto dall'ultima volta che lo vidi. Entrò in bagno, chiuse la porta, mi guardò negli occhi e con movimenti decisi mi girò e mi spinse contro il lavandino. Alzò il mio vestitino e con forza mi disse "dove eravamo rimasti cagna?". Volevo girarmi per dargli un ceffone ma il suo corpo spingeva contro il mio e la sua mano stava lentamente penetrandomi lentamente ma con forza. Sentivo attraverso le mie labbra le sue dita grosse e muscolose, i miei umori stavo uscendo in modo indecoroso. Godevo e avevo paura di urlare, che qualcuno mi sentisse mentre quel ragazzo mi stava scopando con le sue sole due dita. Stavo quasi per venire ma all'improvviso si fermò, mi giro e mi dissi"ora supplicami di farti godere". Volevo dirglielo, con tutta la forza. Sono sposata, non ho mai tradito mio marito. L'unico suono che uscì dal mio corpo fu un lamento. Vidi Pietro che prese le mie mani, mi fece aprire i suoi pantaloni e tirare fuori il suo arnese. Rimasi allibita, rispetto a quello di mio marito era meno lungo ma più grosso, più massiccio, più largo. Mi afferrò per il collo, mi fece chinare e me lo infilò in bocca toccandomi quasi la gola. E con movimento deciso mi spingeva contro di lui dicendomi "supplicami di farti godere troia, lo so che vuoi essere scopata". E di nuovo mi girò contro il lavandino ed iniziò a strofinare il suo arnese sulla passerina. "Dimmi che vuoi essere scopata troia, supplicami ti ho detto". Gli umori uscivano a frotte, ero stremata dal desiderio, non riuscivo più a resistere, volevo che mi penetrasse. Ogni vergogna era venuta meno. Affarai il suo pene e lo misi sulle mie fighetta, spinsi con forza contro di lui e dissi"ti supplico fammi godere". Pietro inizia a penetrarmi con molta energia, sentivo il suo pene che mi riempiva donandomi nuove sensazioni che mai avevo provato prima con mio marito. Arrivammo a godere insieme finché sfinito si appoggiò sulla mia schiena e non profeti parola.
Senti la voce di mio marito che mi cercava, subito ci rivestito, aspettai un istante e poi uscii dal bagno. Mentre lo facevo Pietro prese la mia mano e mi disse "non finisce qui, questo è solo l'inizio". Io lo guardai e gli risposti "meglio finirla qui, hai ottenuto quello che volevi". Secondo voi fu veramente la fine di questa avventura?
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