Esperienze di un giovane bisex seconda puntata
di
Robertino59
genere
gay
Seconda puntata
Certo che con Enrico mi piace molto ma sento come se mi mancasse qualcosa, la scuola la frequento, con un po’ di fatica, non ho gran voglia di studiare, sono distratto sarà per i miei pensieri di sesso con Enrico e spesso si perdono dietro ai miei sogni che mi portano lontano, al mare della toscana, dove giravano pantaloncini che facevano intuire la presenza di gran bei cazzi che avrei preso volentieri in mano e segati fino a farne uscire litri di sborra, e dove vorrei essere e i miei ormoni si fanno sentire e così guardo le compagne e i compagni, guardo le tette e i culi delle ragazze e dei ragazzi, scopro che il mio sguardo si posa spesso sul cazzo dei ragazzi.
E’ lunedì, sono ormai arrivati tutti e vedo formarsi i capannelli dove si copiano i compiti, si ragiona di scuola o si prepara una festa di compleanno e questo ci dà l’occasione di mettere le mani un po’ dappertutto si mette la mano sulla spalla e sul sedere di chi ci sta per i più svegli di noi, e soppesare i cazzi dei ragazzi, ma suona la campanella, saliamo le scale per raggiungere la classe che si trova al primo piano, bisogna fare due rampe di scale perché la scuola non nasce tale ma è un edificio adattato a scuola, in periferia capita che sia così, salgo le scale seguendo Diego il compagno con cui quest’anno divido il banco e mi accorgo che ha veramente un bel culo e lo muove che me lo fa diventare duro.
Diego, è sempre ben vestito che sembra un figurino ed è molto carino, moro di capelli, che non porta corti, occhi celesti, un naso dritto e fino, una bocca rossa, lui è quello che tutti considerano un bel ragazzo e si intuisce la presenza di un bel cazzo, o è solo la speranza che lo sia, e poi come se non bastasse è molto intelligente e va benissimo nello studio..
Siamo ormai in classe lui ed io, ci sediamo al nostro banco in ultima fila, perché siamo i più alti, e questa è una fortuna così ho l’occasione di copiare durante i compiti, e dovrò farmi aiutare e questo ci dà l'occasione di avvicinarci molto e Diego mi sfiora appena la mano, un brivido mi corre lungo la schiena e nelle parti basse, perché questo brivido? Con Enrico è bello ma non sento la stessa sensazione.
Diego che naturalmente finisce prima di me il compito, mi resta vicino e d’un tratto la sua mano distrattamente si appoggia sulla mia coscia, cosa faccio? Continuo a scrivere, sento il calore della mano ma non reagisco e lui comincia a carezzarmi e con dolce lentezza sale verso il mio cazzo e lo carezza piano da sopra i pantaloni, sento molto piacere, Diego fa cadere una penna, si abbassa per raccoglierla e vi poggia il viso, lo mordicchia delicatamente, non resisto e con delle contrazioni sborro e mi bagno i pantaloni, con Enrico mi piace ma non così, e ora? Ero a scuola con i pantaloni bagnati, come fare? non so come coprirmi, Diego mi corre in soccorso prestandomi il suo maglioncino senza dire nulla su quello che è successo, il compito nonostante tutto o forse per questo è andato benissimo.
“Roby il maglioncino me lo porti a casa nel pomeriggio?”
“certo, dove abiti?”
“via Tuscolana di fronte a Cinecittà c’è un cancello grande, nero, vieni per le cinque, ciao”.
Sono tornato di corsa a casa, ripensando a quello che era successo, debbo nascondere alla mamma i pantaloni che cerco di bagnarli per togliere la macchia ma riesco solo a confonderla, la mamma mi ha lasciato il cibo per il pranzo che io mi affretto a mangiare, da casa mia a casa di Diego ci vogliono almeno venti minuti, una bella lavata, un pantalone e un maglioncino leggero, mi voglio presentare bene, che mi succede, mi sarei preparato così se non fossi dovuto andare da Diego? No, mi rispondo; lascio un biglietto alla mamma ed esco.
Ho capito quale è la casa di Diego, si vede un bel giardino, passandoci davanti, passo dopo passo sono arrivato al cancello della casa di Diego e all’ora giusta, bel giardino siamo all’inizio dell’autunno e i colori sono ancora forti, suono al citofono,
“buonasera sono Roberto un compagno di scuola di Diego”
Scatta la serratura elettrica e si apre il cancello elettricamente, percorro il vialetto che mi porta alla casa, mi apre una cameriera, che mi accompagna da Diego bella casa quello che mi affascina sono la gran quantità di quadri, la casa è in penombra, Diego mi accoglie sulla porta della sua camera
“ciao Roby”
“ciao Diego, ti ho portato il maglioncino”
“grazie, ti va di fermarti potremmo ripassare la lezione di questa mattina”
“certo, vorrei migliorare nello studio”
quale lezione dobbiamo ripassare, la testa e il mio cazzo lo sanno quale mi piacerebbe ripassare,
“Diego ma non c’è nessuno in casa?”
“no, solo la cameriera, i miei sono al lavoro e lo saranno fino a l’ora di cena”
La cameriera ci lascia e Diego chiude a chiave la porta prende un libro dalla biblioteca e la lezione inizia mi siedo sul letto con il libro in mano e comincio a leggere, Diego mi siede vicino, molto vicino e inizia la sua lezione, mi poggia la mano sul cazzo, faccio finta di nulla ma lui sa che non aspettavo altro e lo accarezza con leggerezza direi con amore, avvicina la sua bocca al mio viso e lecca il mio orecchio, non me lo aspettavo un brivido mi corre lungo la schiena, mi bacia una guancia, scende verso la bocca, io dischiudo le labbra, ci inserisce la lingua e la mia l'avvolge, il primo bacio non è con Enrico, mi piace, sembra che io sapessi come farlo, la sua mano non ha smesso di toccarmi il cazzo e si muove per abbassare la lampo dei pantaloni, ci riesce e con abilità tira fuori il cazzo ormai duro, sento il calore della sua mano che lentamente lo scappella, ci avvicina la bocca e lo lecca e lo succhia, repentinamente lo lascia e mi fa cenno di alzarmi, lentamente mi slaccia la cinta e mi abbassa i pantaloni, non so cosa fare, lo aiuto? Decido di no, resto fermo, mi piace quello che fa e come lo fa, mi toglie le mutande e resto nudo con il cazzo in tiro, che Diego carezza e che fa anche col mio culo, si slaccia la cinta si abbassa i pantaloni e insieme le mutande e si!, sono attratto dal suo corpo, è bello ha un culo tondo e il cazzo è rigido lo guardo con desiderio, mi sono spesso guardato nudo allo specchio dell’armadio ma il suo culo è sicuramente più bello, mi piace il suo cazzo è più grosso del mio, lo accarezzo mentre lo bacio in bocca e sento il sapore del mio cazzo che lui ha succhiato, io ho preso in mano il suo e lui il mio ne imito i movimenti, ci stiamo segando, Diego è bravissimo? E gli viene così naturale mi affido alle sue belle mani che sapientemente mi toccano il culo cercando di aprire le natiche, tentando di inserire un dito nell’ano, mi ritraggo, Diego, baciandomi, mi spinge con dolcezza sul letto, il cazzo mi sembra sia diventato enorme e così il suo, si inginocchia davanti a me, che sono seduto sul letto, inizia a leccarmi la cappella, apre le labbra e lo mette in bocca e lo succhia e lo lecca bagnandolo di saliva, voglio che anche lui senta quello che sto provando, gli allontano la testa e lo lo faccio alzare e trovo il suo bel cazzo vicino alla bocca e inizio a segarlo, sento Diego che geme di piacere e con dolce fermezza appoggiandomi le mani sulla nuca spinge la mia testa facendomi aprire le labbra che si aprono per accogliere il cazzo e lo lecco e lo avvolgo con la lingua che faccio scorrere fino alla base e poi lo ingoio fino alla base e torno su alla cappella, gli sto facendo un pompino, che sensazione sentirlo pulsante duro e morbido al tempo stesso, è la prima volta che ho un cazzo in bocca ma so esattamente cosa fare, Diego mi tiene la testa, non mi vuole far scappare, capisco perché quando finisce per riempirmi la bocca della sua sborra che mi schizza fino alla gola, la prima sensazione è quella di vomitare, lui lo sa, toglie il cazzo e mi permette di sputare, ma era di un buon sapore, si sdraia sul letto il suo pene è moscio ormai, mi dice di sdraiarmi con lui, lo faccio, mi abbraccia e mi tocca il culo e tenta di nuovo ad inserire il dito nell’ano, che si stringe come per un istinto di conservazione, Diego mi lecca i capezzoli turgidi e scende leccandomi sino al pube e prende in bocca il cazzo me lo succhia lo lecca con maestria e se lo affonda in gola sino a che il naso non tocchi la pancia, non resisto e finisco nella sua bocca, ma Diego non sputa, anzi, ingoia con gusto, mi bacia con forza e sento il sapore della sborra rimasta sulla lingua, mi piace, ora siamo sdraiati uno vicino all'altro io gli accarezzo il seno e lui anche, ma il tempo passa presto, ci dobbiamo alzare, ci rivestiamo, è passata un'ora? sembra così poco, bussa la cameriera e ci chiede se vogliamo del the con dei biscotti
“grazie, si Maria”
ci sediamo uno di fronte all'altro, prendiamo il the a piccoli sorsi, per avere più tempo per guardarci negli occhi ad ogni sorso, finito il the, mi accompagna alla porta, mi dà la mano mi attira a sé e mi bacia.
“Roberto ci dobbiamo vedere di nuovo”
“Si, certo non vedo l'ora, non passerà certo molto, tempo... ci vediamo a scuola domani”
“già a domani”
esco da casa di Diego che mi saluta sulla porta.
Si, l’esperienza fatta mi ha lasciato il segno, tornando a casa penso di provare con Enrico
“ciao mamma”
“dove sei stato?”
“da un mio compagno, Diego, abbiamo studiato”
“bravi ragazzi”
“mamma esco, devo vedere un compagno debbo ripassare delle lezioni”
Certo che con Enrico mi piace molto ma sento come se mi mancasse qualcosa, la scuola la frequento, con un po’ di fatica, non ho gran voglia di studiare, sono distratto sarà per i miei pensieri di sesso con Enrico e spesso si perdono dietro ai miei sogni che mi portano lontano, al mare della toscana, dove giravano pantaloncini che facevano intuire la presenza di gran bei cazzi che avrei preso volentieri in mano e segati fino a farne uscire litri di sborra, e dove vorrei essere e i miei ormoni si fanno sentire e così guardo le compagne e i compagni, guardo le tette e i culi delle ragazze e dei ragazzi, scopro che il mio sguardo si posa spesso sul cazzo dei ragazzi.
E’ lunedì, sono ormai arrivati tutti e vedo formarsi i capannelli dove si copiano i compiti, si ragiona di scuola o si prepara una festa di compleanno e questo ci dà l’occasione di mettere le mani un po’ dappertutto si mette la mano sulla spalla e sul sedere di chi ci sta per i più svegli di noi, e soppesare i cazzi dei ragazzi, ma suona la campanella, saliamo le scale per raggiungere la classe che si trova al primo piano, bisogna fare due rampe di scale perché la scuola non nasce tale ma è un edificio adattato a scuola, in periferia capita che sia così, salgo le scale seguendo Diego il compagno con cui quest’anno divido il banco e mi accorgo che ha veramente un bel culo e lo muove che me lo fa diventare duro.
Diego, è sempre ben vestito che sembra un figurino ed è molto carino, moro di capelli, che non porta corti, occhi celesti, un naso dritto e fino, una bocca rossa, lui è quello che tutti considerano un bel ragazzo e si intuisce la presenza di un bel cazzo, o è solo la speranza che lo sia, e poi come se non bastasse è molto intelligente e va benissimo nello studio..
Siamo ormai in classe lui ed io, ci sediamo al nostro banco in ultima fila, perché siamo i più alti, e questa è una fortuna così ho l’occasione di copiare durante i compiti, e dovrò farmi aiutare e questo ci dà l'occasione di avvicinarci molto e Diego mi sfiora appena la mano, un brivido mi corre lungo la schiena e nelle parti basse, perché questo brivido? Con Enrico è bello ma non sento la stessa sensazione.
Diego che naturalmente finisce prima di me il compito, mi resta vicino e d’un tratto la sua mano distrattamente si appoggia sulla mia coscia, cosa faccio? Continuo a scrivere, sento il calore della mano ma non reagisco e lui comincia a carezzarmi e con dolce lentezza sale verso il mio cazzo e lo carezza piano da sopra i pantaloni, sento molto piacere, Diego fa cadere una penna, si abbassa per raccoglierla e vi poggia il viso, lo mordicchia delicatamente, non resisto e con delle contrazioni sborro e mi bagno i pantaloni, con Enrico mi piace ma non così, e ora? Ero a scuola con i pantaloni bagnati, come fare? non so come coprirmi, Diego mi corre in soccorso prestandomi il suo maglioncino senza dire nulla su quello che è successo, il compito nonostante tutto o forse per questo è andato benissimo.
“Roby il maglioncino me lo porti a casa nel pomeriggio?”
“certo, dove abiti?”
“via Tuscolana di fronte a Cinecittà c’è un cancello grande, nero, vieni per le cinque, ciao”.
Sono tornato di corsa a casa, ripensando a quello che era successo, debbo nascondere alla mamma i pantaloni che cerco di bagnarli per togliere la macchia ma riesco solo a confonderla, la mamma mi ha lasciato il cibo per il pranzo che io mi affretto a mangiare, da casa mia a casa di Diego ci vogliono almeno venti minuti, una bella lavata, un pantalone e un maglioncino leggero, mi voglio presentare bene, che mi succede, mi sarei preparato così se non fossi dovuto andare da Diego? No, mi rispondo; lascio un biglietto alla mamma ed esco.
Ho capito quale è la casa di Diego, si vede un bel giardino, passandoci davanti, passo dopo passo sono arrivato al cancello della casa di Diego e all’ora giusta, bel giardino siamo all’inizio dell’autunno e i colori sono ancora forti, suono al citofono,
“buonasera sono Roberto un compagno di scuola di Diego”
Scatta la serratura elettrica e si apre il cancello elettricamente, percorro il vialetto che mi porta alla casa, mi apre una cameriera, che mi accompagna da Diego bella casa quello che mi affascina sono la gran quantità di quadri, la casa è in penombra, Diego mi accoglie sulla porta della sua camera
“ciao Roby”
“ciao Diego, ti ho portato il maglioncino”
“grazie, ti va di fermarti potremmo ripassare la lezione di questa mattina”
“certo, vorrei migliorare nello studio”
quale lezione dobbiamo ripassare, la testa e il mio cazzo lo sanno quale mi piacerebbe ripassare,
“Diego ma non c’è nessuno in casa?”
“no, solo la cameriera, i miei sono al lavoro e lo saranno fino a l’ora di cena”
La cameriera ci lascia e Diego chiude a chiave la porta prende un libro dalla biblioteca e la lezione inizia mi siedo sul letto con il libro in mano e comincio a leggere, Diego mi siede vicino, molto vicino e inizia la sua lezione, mi poggia la mano sul cazzo, faccio finta di nulla ma lui sa che non aspettavo altro e lo accarezza con leggerezza direi con amore, avvicina la sua bocca al mio viso e lecca il mio orecchio, non me lo aspettavo un brivido mi corre lungo la schiena, mi bacia una guancia, scende verso la bocca, io dischiudo le labbra, ci inserisce la lingua e la mia l'avvolge, il primo bacio non è con Enrico, mi piace, sembra che io sapessi come farlo, la sua mano non ha smesso di toccarmi il cazzo e si muove per abbassare la lampo dei pantaloni, ci riesce e con abilità tira fuori il cazzo ormai duro, sento il calore della sua mano che lentamente lo scappella, ci avvicina la bocca e lo lecca e lo succhia, repentinamente lo lascia e mi fa cenno di alzarmi, lentamente mi slaccia la cinta e mi abbassa i pantaloni, non so cosa fare, lo aiuto? Decido di no, resto fermo, mi piace quello che fa e come lo fa, mi toglie le mutande e resto nudo con il cazzo in tiro, che Diego carezza e che fa anche col mio culo, si slaccia la cinta si abbassa i pantaloni e insieme le mutande e si!, sono attratto dal suo corpo, è bello ha un culo tondo e il cazzo è rigido lo guardo con desiderio, mi sono spesso guardato nudo allo specchio dell’armadio ma il suo culo è sicuramente più bello, mi piace il suo cazzo è più grosso del mio, lo accarezzo mentre lo bacio in bocca e sento il sapore del mio cazzo che lui ha succhiato, io ho preso in mano il suo e lui il mio ne imito i movimenti, ci stiamo segando, Diego è bravissimo? E gli viene così naturale mi affido alle sue belle mani che sapientemente mi toccano il culo cercando di aprire le natiche, tentando di inserire un dito nell’ano, mi ritraggo, Diego, baciandomi, mi spinge con dolcezza sul letto, il cazzo mi sembra sia diventato enorme e così il suo, si inginocchia davanti a me, che sono seduto sul letto, inizia a leccarmi la cappella, apre le labbra e lo mette in bocca e lo succhia e lo lecca bagnandolo di saliva, voglio che anche lui senta quello che sto provando, gli allontano la testa e lo lo faccio alzare e trovo il suo bel cazzo vicino alla bocca e inizio a segarlo, sento Diego che geme di piacere e con dolce fermezza appoggiandomi le mani sulla nuca spinge la mia testa facendomi aprire le labbra che si aprono per accogliere il cazzo e lo lecco e lo avvolgo con la lingua che faccio scorrere fino alla base e poi lo ingoio fino alla base e torno su alla cappella, gli sto facendo un pompino, che sensazione sentirlo pulsante duro e morbido al tempo stesso, è la prima volta che ho un cazzo in bocca ma so esattamente cosa fare, Diego mi tiene la testa, non mi vuole far scappare, capisco perché quando finisce per riempirmi la bocca della sua sborra che mi schizza fino alla gola, la prima sensazione è quella di vomitare, lui lo sa, toglie il cazzo e mi permette di sputare, ma era di un buon sapore, si sdraia sul letto il suo pene è moscio ormai, mi dice di sdraiarmi con lui, lo faccio, mi abbraccia e mi tocca il culo e tenta di nuovo ad inserire il dito nell’ano, che si stringe come per un istinto di conservazione, Diego mi lecca i capezzoli turgidi e scende leccandomi sino al pube e prende in bocca il cazzo me lo succhia lo lecca con maestria e se lo affonda in gola sino a che il naso non tocchi la pancia, non resisto e finisco nella sua bocca, ma Diego non sputa, anzi, ingoia con gusto, mi bacia con forza e sento il sapore della sborra rimasta sulla lingua, mi piace, ora siamo sdraiati uno vicino all'altro io gli accarezzo il seno e lui anche, ma il tempo passa presto, ci dobbiamo alzare, ci rivestiamo, è passata un'ora? sembra così poco, bussa la cameriera e ci chiede se vogliamo del the con dei biscotti
“grazie, si Maria”
ci sediamo uno di fronte all'altro, prendiamo il the a piccoli sorsi, per avere più tempo per guardarci negli occhi ad ogni sorso, finito il the, mi accompagna alla porta, mi dà la mano mi attira a sé e mi bacia.
“Roberto ci dobbiamo vedere di nuovo”
“Si, certo non vedo l'ora, non passerà certo molto, tempo... ci vediamo a scuola domani”
“già a domani”
esco da casa di Diego che mi saluta sulla porta.
Si, l’esperienza fatta mi ha lasciato il segno, tornando a casa penso di provare con Enrico
“ciao mamma”
“dove sei stato?”
“da un mio compagno, Diego, abbiamo studiato”
“bravi ragazzi”
“mamma esco, devo vedere un compagno debbo ripassare delle lezioni”
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