Incontro non troppo casuale
di
Anonima capuana
genere
etero
Giulio era tutto preso dal seguire la partita della sua squadra. Di solito quando si trovava a seguirla da solo e quando le cose non andavano nel verso giusto si innervosiva, lui che solitamente non fumava si accendeva la sigaretta quasi senza neppure accorgersene.
Quando vi era in tv una partita di calcio,la sorella e la mamma speravano se ne andasse dagli amici ove il comportamento era più razionale, in quanto gli sfottò stemperavano lo stato di esasperato nervosismo. Giulio era diventato tifoso della sua squadra da bambino seguendo la grande passione del padre e quando questi era deceduto a seguito di un intervento chirurgico tardivo, aveva raccolto tutti i ricordi che il padre aveva in casa e ne aveva tappezzato la sua stanza.
Quel pomeriggio si trovava solo in casa; la madre si era portata da sua sorella che abitava nel paese vicino e Ginetta, sorella di Giulio, per non sentire il vociare, il chiasso del fratello che già da giorni parlava di un incontro della sua squadra particolarmente importante e difficile, aveva posto la sua momentanea dimora presso una delle tante amiche. Queste erano ragazze che erano molto amiche a Ginetta, ma erano interessate particolarmente al giovane. Questi era molto conteso e per la sua avvenenza e per la sua spontaneità nello stare nel gruppo ed inoltre qualche ragazza di parola più facile ne esaltava le doti di amatore piacevole ed insistente.
Le cose non andavano bene, il primo tempo era finito con la formazione per cui tifava in svantaggio. Si era alzato ripetutamente dalla poltrona, aveva percorso varie volte il percorso fino alla cucina e dal frigo aveva prelevato prima una birra, poi un liquorino artigianale…Aveva aggiunto fuoco al fuoco. Ad un tratto squilla il telefono di casa, il suo cellulare durante le partite era assolutamente interdetto a chiamate. Alzò il telefono e:
- Pronto qui casa….
- A sei tu Giulio?
- Si sono io e sono solo in casa.
- Ginetta non c’è?
- No, è da Elisa, avevano delle faccende da sbrigare.
- Sai se torna presto o tardi?
- Non ti so dire, credo che tra un’oretta sarà qui a casa, cioè a conclusione della partita. Anzi, scusami sta per iniziare il secondo tempo….
- Ok ti lascio, penso ci vedremo più tardi, devo chiedere qualcosa a tua sorella sulla lezione di botanica che abbiamo seguito insieme l’altro ieri, lei aveva preso tanti appunti.
Giulio era stato nel comportamento diverso che se si fosse trattato di altra persona. Margherita era per lui ed anche per la sorella una persona particolare. Con lei vi era un bel rapporto un po’ diverso da quello che aveva con le altre amiche della sorella che frequentavano casa sua. Era stato più paziente e loquace, si trattava della ragazza che gli forniva l’appagamento della sua prima passione il sesso.
Nel seguire con solita passione la trasmissione della partita non si era accorto che il campanello di casa suonava da un bel pezzo. Fu il cane di casa che, entrando dove lui si trovava, a portarlo alla realtà, solo allora senti il trillo del campanello. Si avviò a malincuore alla porta, ma, dopo averla aperta cambiò presto umore: era Margherita. Mancavano pochi minuti alla fine della partita e le cose andavano nel migliore dei modi, la squadra per cui tifava andava verso un inattesa vittoria e l’arrivo di quella bella fanciulla segnava per lui il premio che più si addiceva per festeggiare la eventuale vittoria.
- Margherita, ma Ginetta non è rientrata ancora.
- Non fa nulla, hai detto che rientrerà presto dopo la partita, l’aspetterò facendoti compagnia.
- Lo voglio sperare, ma tu sai che spesso è imprevedibile… comunque ben venuta e accomodati in salotto, mi farai compagnia nel seguire gli ultimi minuti di partita.
- Cosa sta facendo la tua squadra?
La ragazza mostrava interesse per l’esito calcistico, in realtà non ne capiva nulla, ma in quel momento serviva per richiamare su di se l’interesse di Giulio.
Accomodandosi sulla comoda poltrone mise in evidenza le due bellissime gambe per nulla coperte da quel minuscolo gonnellino, certamente scelto ad hoc.
Non sfuggì a Giulio la situazione e mostrò la sua approvazione con una occhiatina lunga e penetrante.
_ Margherita ma qui ti annoierai.
Così dicendo, per spirito di vera cavalleria…..spostò l’interesse dalla tv, erano gli ultimi secondi di recupero, e si avvicinò alla ragazza. Lei non aspettava altro e in cuor suo aveva ardentemente sperato in un grosso ritardo nel rientro di Ginetta. Giulio si sedette a fianco…. e con l’indice della mano destra segnò la gamba della ragazza volendo mostrare il gradimento per quella bella visione.
_ Giulio, ma cosa fai?
Le parole segnavano il contrario di quello che desiderava. Nella sua mente subito si presentarono le scene dell’ultimo loro incontro vissuto in quel bellissimo e solitario alberghetto di montagna dove erano andati insieme. Aveva ceduto a tutte le sue passioni che in breve erano diventate anche sue. Ripassò nella mente i vari momenti, Giulio che le riempiva la micetta con quel durissimo membro, aveva voluto per la prima volta baciarlo, leccarlo e poi sentirlo in bocca e gustare una ondata di sperma che lei aveva finito per ingoiare.
Afferrò la mano di Giulio e la porto sotto quel minuscolo indumento che non copriva quasi nulla.
Giulio prese ad accarezzarla, scostò il minuscolo slip e piacevolmente stese la palma della sua mano su tutta la soffice peluria che faceva corona alla sua fighetta. Non ci volle molto per sentire le dita inumidite dalla emissione di quanto usciva dalla sede del piacere. Fu lei ad afferrare il giovane e stringerlo a sè e accostando le sue labbra alle sue cominciò a forzare facendogliele aprire insinuando nella sua bocca la sua lingua…I due giovani volevano la stessa cosa e non è immaginabile chi di loro avesse più forte il desiderio di una chiavata oltre i canoni del lecito. Lui si prestò ad assaporare e ad essere assaporato da quella lingua divenuta un trapano di piacere, poi lentamente cercò di sganciarle la gonnellina facendo scorrere la cerniera posta in un fianco per poi continuare con il liberarla dalla camicetta abbondantemente scollata. Staccò le sue labbra e si diede a baciare le tette con tanta passione. Margherita mostrava il suo piacere in sospiri che emetteva dal profondo del cuore.
Si distese lunga sul divano, Giulio sopra continuava ad accarezzarla in tutti i modi, la sentiva sotto di se che si muoveva in un modo sinuoso e gli trasferiva tutto il calore del suo statuario corpo.
In breve tempo si trovarono nudi tutti e due. Giulio fu preso completamente dal piacere di contemplarla, poi, avvinto dal desiderio che sviluppava in lui quel corpo, prese a intensificare il suo lavoro sulla micetta di lei. Margherita ad un tratto:
- Dai Giulio ti voglio dentro di me, non farmi attendere, da un momento all’altro potrebbe tornare tua sorella ed io ti desidero in tutti i modi.
La trasmissione della partita era finita, Giulio non prestava più attenzione ad essa, unico interesse era il corpo di lei, per quella splendida e focosa ragazza che si concedeva tutta.
Senza neanche chiedere, notò la giovane che prese in mano il suo solido e robusto cazzo, lo immise nella sua vorace bocca per un bocchino che in poco tempo portò il giovane ad una sborrata da riempirle la bocca. Ingurgitò tutto e , non sazia, orientò verso la sua bramosa fica il membro di lui.
Giulio lasciò per un attimo fare, poi con decisione, con limitata delicatezza prese la giovane, disposta a farsi fare tutto da lui, la rivoltò e si pose a contemplare quel culo che in montagna non aveva avuto modo di assaporare. Sapeva bene che lei non era contraria, anzi allorché una volta lui fece a lei un complimento relativo alla bellezza del suo di dietro, lei gli disse:
- Sei la prima persona che non si ferma a decantarmi le mie buone maniere e che vai al sodo. Tutti a farmi complimenti per il portamento, per il viso, per l’intelligenza. Sei il primo a evidenziare quella parte del mio corpo che sembra poco interessare agli altri.
- Ti sbagli, io te l’ho detto, ma quanti lo pensano… Io sono fortunato. Lo posso guardare, accarezzare baciarlo ed ora anche possederlo e a te ciò non dispiace.
- No, no, assolutamente no, sono tutta tua e il mio desiderio è quello di completare quanto abbiamo lasciato in…montagna.
- Allora, mia bella Margò, preparati voglio possederti anche lì, nel tuo vergineo culo…. vuoi donarmelo?
- Amore sono tutta tua, prendimi in tutti i modi, sono la tua puttana, sono la tua troia, fai di me quello che vuoi.
Giulio incantato davanti a quel panorama, si mise ad accarezzare quella piacevole rotondità, sentì il suo cazzo prendere sostanza e divenire duro in modo mai sentito prima, introdusse con delicatezza un dito nello stretto buco che a lui si presentava e si accorse che Margherita avrebbe sofferto troppo nel ricevere il suo arnese dentro di se. Andò nel suo bagno, prese una pomata che faceva all’uopo e con dolcezza ne riempì l’ambiente che avrebbe accolto il suo cazzo. La donna spasimava… chiedeva insistentemente di volerlo sentire dentro, lo rassicurava che non avrebbe emesso neanche un lamento, mostrava una smania assurda. Il giovane avvicinò il suo membro e piano piano cercò, riuscendovi di entrarci dentro. Una prima parte, poi un altro poco ancora la donna non emetteva alcun lamento allora con un’unica spinta la penetrò tutta. Margherita emise un urlo, ma subito si chetò e implorava l’amico di continuare quel su e giù che la riempiva di piacere. Ebbe quasi subito un primo orgasmo, poi urlando tutto il suo gradimento e piacere cominciò ad apostrofarsi in tutti i modi:
- Giulio, dai soddisfa la tua troia. Che piacere mi provoca il tuo cazzo dentro… me lo devi dare sempre, lo voglio tutto per me….dai, dai sto godendo a ripetizione. Riempimi il culo della tua sborra….. non mi importa anche se rientra tua sorella…. Mi piace il tuo ……ahhhhaaaaaa, vengooooo
Ancoraaaaa che belloooo.
Giulio non si lasciava pregare, con insistenza le sbatteva dentro tutta la sua verga. Godeva nel chiamarla con tutti i nomignoli possibili….Non gli era mai capitata una troia di quella natura.. Tratteneva il suo bisogno di esplodere dentro.
Rallentava il ritmo e si inorgogliva nel sentire i lamenti di piacere per ogni orgasmo che la ragazza provava. Furono due, tre, forse quattro….non riuscì a contarli, ma certo sentiva fuoriuscire dalla figa di lei un canale inarrestabile. Non ne potè più e allora, dopo due o tre spinte urlò anche lui tutto il piacere che assaporava sborrando nel profanato culetto una quantità enorme di liquido della sua passione.
Rimase sopra di lei per parecchio tempo. Lei non mostrava che il desiderio di sentirsi posseduta e soprattutto in quel modo.
Un tramestio improvviso li scosse, rientrava qualche persona di casa, la sorella o la mamma di Giulio. Lei prendendo velocemente i pochi abiti sgusciò nella toilette, lui invece pulendosi sommariamente si diede un contegno che non incantò la sorella che quando incrociò l’ amica, con un sorriso di complicità le disse:
- E’ stata sufficiente la lezione di …..botanica?
Margherita non arrossì, aveva temuto solo che la persona in ingresso fosse stata la mamma dei due giovani. Lei e Ginetta avevano non poca complicità e allora con un sorriso si portarono insieme nello studio dell’amica per piegare sul motivo autentico o….quasi per cui era venuta in quella casa.
Chiunque può legittimamente pensare che il risultato di quello studio a due non ebbe grossa efficacia.
Anonima capuana
Quando vi era in tv una partita di calcio,la sorella e la mamma speravano se ne andasse dagli amici ove il comportamento era più razionale, in quanto gli sfottò stemperavano lo stato di esasperato nervosismo. Giulio era diventato tifoso della sua squadra da bambino seguendo la grande passione del padre e quando questi era deceduto a seguito di un intervento chirurgico tardivo, aveva raccolto tutti i ricordi che il padre aveva in casa e ne aveva tappezzato la sua stanza.
Quel pomeriggio si trovava solo in casa; la madre si era portata da sua sorella che abitava nel paese vicino e Ginetta, sorella di Giulio, per non sentire il vociare, il chiasso del fratello che già da giorni parlava di un incontro della sua squadra particolarmente importante e difficile, aveva posto la sua momentanea dimora presso una delle tante amiche. Queste erano ragazze che erano molto amiche a Ginetta, ma erano interessate particolarmente al giovane. Questi era molto conteso e per la sua avvenenza e per la sua spontaneità nello stare nel gruppo ed inoltre qualche ragazza di parola più facile ne esaltava le doti di amatore piacevole ed insistente.
Le cose non andavano bene, il primo tempo era finito con la formazione per cui tifava in svantaggio. Si era alzato ripetutamente dalla poltrona, aveva percorso varie volte il percorso fino alla cucina e dal frigo aveva prelevato prima una birra, poi un liquorino artigianale…Aveva aggiunto fuoco al fuoco. Ad un tratto squilla il telefono di casa, il suo cellulare durante le partite era assolutamente interdetto a chiamate. Alzò il telefono e:
- Pronto qui casa….
- A sei tu Giulio?
- Si sono io e sono solo in casa.
- Ginetta non c’è?
- No, è da Elisa, avevano delle faccende da sbrigare.
- Sai se torna presto o tardi?
- Non ti so dire, credo che tra un’oretta sarà qui a casa, cioè a conclusione della partita. Anzi, scusami sta per iniziare il secondo tempo….
- Ok ti lascio, penso ci vedremo più tardi, devo chiedere qualcosa a tua sorella sulla lezione di botanica che abbiamo seguito insieme l’altro ieri, lei aveva preso tanti appunti.
Giulio era stato nel comportamento diverso che se si fosse trattato di altra persona. Margherita era per lui ed anche per la sorella una persona particolare. Con lei vi era un bel rapporto un po’ diverso da quello che aveva con le altre amiche della sorella che frequentavano casa sua. Era stato più paziente e loquace, si trattava della ragazza che gli forniva l’appagamento della sua prima passione il sesso.
Nel seguire con solita passione la trasmissione della partita non si era accorto che il campanello di casa suonava da un bel pezzo. Fu il cane di casa che, entrando dove lui si trovava, a portarlo alla realtà, solo allora senti il trillo del campanello. Si avviò a malincuore alla porta, ma, dopo averla aperta cambiò presto umore: era Margherita. Mancavano pochi minuti alla fine della partita e le cose andavano nel migliore dei modi, la squadra per cui tifava andava verso un inattesa vittoria e l’arrivo di quella bella fanciulla segnava per lui il premio che più si addiceva per festeggiare la eventuale vittoria.
- Margherita, ma Ginetta non è rientrata ancora.
- Non fa nulla, hai detto che rientrerà presto dopo la partita, l’aspetterò facendoti compagnia.
- Lo voglio sperare, ma tu sai che spesso è imprevedibile… comunque ben venuta e accomodati in salotto, mi farai compagnia nel seguire gli ultimi minuti di partita.
- Cosa sta facendo la tua squadra?
La ragazza mostrava interesse per l’esito calcistico, in realtà non ne capiva nulla, ma in quel momento serviva per richiamare su di se l’interesse di Giulio.
Accomodandosi sulla comoda poltrone mise in evidenza le due bellissime gambe per nulla coperte da quel minuscolo gonnellino, certamente scelto ad hoc.
Non sfuggì a Giulio la situazione e mostrò la sua approvazione con una occhiatina lunga e penetrante.
_ Margherita ma qui ti annoierai.
Così dicendo, per spirito di vera cavalleria…..spostò l’interesse dalla tv, erano gli ultimi secondi di recupero, e si avvicinò alla ragazza. Lei non aspettava altro e in cuor suo aveva ardentemente sperato in un grosso ritardo nel rientro di Ginetta. Giulio si sedette a fianco…. e con l’indice della mano destra segnò la gamba della ragazza volendo mostrare il gradimento per quella bella visione.
_ Giulio, ma cosa fai?
Le parole segnavano il contrario di quello che desiderava. Nella sua mente subito si presentarono le scene dell’ultimo loro incontro vissuto in quel bellissimo e solitario alberghetto di montagna dove erano andati insieme. Aveva ceduto a tutte le sue passioni che in breve erano diventate anche sue. Ripassò nella mente i vari momenti, Giulio che le riempiva la micetta con quel durissimo membro, aveva voluto per la prima volta baciarlo, leccarlo e poi sentirlo in bocca e gustare una ondata di sperma che lei aveva finito per ingoiare.
Afferrò la mano di Giulio e la porto sotto quel minuscolo indumento che non copriva quasi nulla.
Giulio prese ad accarezzarla, scostò il minuscolo slip e piacevolmente stese la palma della sua mano su tutta la soffice peluria che faceva corona alla sua fighetta. Non ci volle molto per sentire le dita inumidite dalla emissione di quanto usciva dalla sede del piacere. Fu lei ad afferrare il giovane e stringerlo a sè e accostando le sue labbra alle sue cominciò a forzare facendogliele aprire insinuando nella sua bocca la sua lingua…I due giovani volevano la stessa cosa e non è immaginabile chi di loro avesse più forte il desiderio di una chiavata oltre i canoni del lecito. Lui si prestò ad assaporare e ad essere assaporato da quella lingua divenuta un trapano di piacere, poi lentamente cercò di sganciarle la gonnellina facendo scorrere la cerniera posta in un fianco per poi continuare con il liberarla dalla camicetta abbondantemente scollata. Staccò le sue labbra e si diede a baciare le tette con tanta passione. Margherita mostrava il suo piacere in sospiri che emetteva dal profondo del cuore.
Si distese lunga sul divano, Giulio sopra continuava ad accarezzarla in tutti i modi, la sentiva sotto di se che si muoveva in un modo sinuoso e gli trasferiva tutto il calore del suo statuario corpo.
In breve tempo si trovarono nudi tutti e due. Giulio fu preso completamente dal piacere di contemplarla, poi, avvinto dal desiderio che sviluppava in lui quel corpo, prese a intensificare il suo lavoro sulla micetta di lei. Margherita ad un tratto:
- Dai Giulio ti voglio dentro di me, non farmi attendere, da un momento all’altro potrebbe tornare tua sorella ed io ti desidero in tutti i modi.
La trasmissione della partita era finita, Giulio non prestava più attenzione ad essa, unico interesse era il corpo di lei, per quella splendida e focosa ragazza che si concedeva tutta.
Senza neanche chiedere, notò la giovane che prese in mano il suo solido e robusto cazzo, lo immise nella sua vorace bocca per un bocchino che in poco tempo portò il giovane ad una sborrata da riempirle la bocca. Ingurgitò tutto e , non sazia, orientò verso la sua bramosa fica il membro di lui.
Giulio lasciò per un attimo fare, poi con decisione, con limitata delicatezza prese la giovane, disposta a farsi fare tutto da lui, la rivoltò e si pose a contemplare quel culo che in montagna non aveva avuto modo di assaporare. Sapeva bene che lei non era contraria, anzi allorché una volta lui fece a lei un complimento relativo alla bellezza del suo di dietro, lei gli disse:
- Sei la prima persona che non si ferma a decantarmi le mie buone maniere e che vai al sodo. Tutti a farmi complimenti per il portamento, per il viso, per l’intelligenza. Sei il primo a evidenziare quella parte del mio corpo che sembra poco interessare agli altri.
- Ti sbagli, io te l’ho detto, ma quanti lo pensano… Io sono fortunato. Lo posso guardare, accarezzare baciarlo ed ora anche possederlo e a te ciò non dispiace.
- No, no, assolutamente no, sono tutta tua e il mio desiderio è quello di completare quanto abbiamo lasciato in…montagna.
- Allora, mia bella Margò, preparati voglio possederti anche lì, nel tuo vergineo culo…. vuoi donarmelo?
- Amore sono tutta tua, prendimi in tutti i modi, sono la tua puttana, sono la tua troia, fai di me quello che vuoi.
Giulio incantato davanti a quel panorama, si mise ad accarezzare quella piacevole rotondità, sentì il suo cazzo prendere sostanza e divenire duro in modo mai sentito prima, introdusse con delicatezza un dito nello stretto buco che a lui si presentava e si accorse che Margherita avrebbe sofferto troppo nel ricevere il suo arnese dentro di se. Andò nel suo bagno, prese una pomata che faceva all’uopo e con dolcezza ne riempì l’ambiente che avrebbe accolto il suo cazzo. La donna spasimava… chiedeva insistentemente di volerlo sentire dentro, lo rassicurava che non avrebbe emesso neanche un lamento, mostrava una smania assurda. Il giovane avvicinò il suo membro e piano piano cercò, riuscendovi di entrarci dentro. Una prima parte, poi un altro poco ancora la donna non emetteva alcun lamento allora con un’unica spinta la penetrò tutta. Margherita emise un urlo, ma subito si chetò e implorava l’amico di continuare quel su e giù che la riempiva di piacere. Ebbe quasi subito un primo orgasmo, poi urlando tutto il suo gradimento e piacere cominciò ad apostrofarsi in tutti i modi:
- Giulio, dai soddisfa la tua troia. Che piacere mi provoca il tuo cazzo dentro… me lo devi dare sempre, lo voglio tutto per me….dai, dai sto godendo a ripetizione. Riempimi il culo della tua sborra….. non mi importa anche se rientra tua sorella…. Mi piace il tuo ……ahhhhaaaaaa, vengooooo
Ancoraaaaa che belloooo.
Giulio non si lasciava pregare, con insistenza le sbatteva dentro tutta la sua verga. Godeva nel chiamarla con tutti i nomignoli possibili….Non gli era mai capitata una troia di quella natura.. Tratteneva il suo bisogno di esplodere dentro.
Rallentava il ritmo e si inorgogliva nel sentire i lamenti di piacere per ogni orgasmo che la ragazza provava. Furono due, tre, forse quattro….non riuscì a contarli, ma certo sentiva fuoriuscire dalla figa di lei un canale inarrestabile. Non ne potè più e allora, dopo due o tre spinte urlò anche lui tutto il piacere che assaporava sborrando nel profanato culetto una quantità enorme di liquido della sua passione.
Rimase sopra di lei per parecchio tempo. Lei non mostrava che il desiderio di sentirsi posseduta e soprattutto in quel modo.
Un tramestio improvviso li scosse, rientrava qualche persona di casa, la sorella o la mamma di Giulio. Lei prendendo velocemente i pochi abiti sgusciò nella toilette, lui invece pulendosi sommariamente si diede un contegno che non incantò la sorella che quando incrociò l’ amica, con un sorriso di complicità le disse:
- E’ stata sufficiente la lezione di …..botanica?
Margherita non arrossì, aveva temuto solo che la persona in ingresso fosse stata la mamma dei due giovani. Lei e Ginetta avevano non poca complicità e allora con un sorriso si portarono insieme nello studio dell’amica per piegare sul motivo autentico o….quasi per cui era venuta in quella casa.
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