Piacere recuperato

di
genere
zoofilia

Silvia fu una sposa felice fino a quando un incidente mortale non le tolse il marito. Nella casa, posta fuori città, avevano trascorsi anni belli insieme avendo costituito una coppia che in zona era conosciuta e per la bellezza di lei, la disponibilità di lui ed essendo anche persone agiate. Il loro matrimonio era durato sedici anni e nessuno screzio vi era stato tra loro da far parlare quanti li conoscevano. Viaggiavano spesso e non erano mai secondi ad alcuno quando vi era qualche iniziativa di qualsiasi genere da sostenere. Il lavoro, una fabbrica di indumenti, contrariamente all’andamento generale delle industrie, tirava bene e dava lavoro ad una trentina di famiglie. Quanto avveniva tra le mura domestiche non veniva palesato fuori.
Silvia era stata una bellissima ragazza e manteneva molto della sua avvenenza nonostante alcuni anni passati. Quanti uomini incontrandola avevano sognato di poter congiungersi con lei. Aveva un corpo statuario, un viso sorridente e un parlare accattivante. Pur non avendo concluso gli studi universitari, possedeva una cultura che le dava modo di non sfigurare alla presenza delle tante famiglie che frequentavano casa. Ma quello che più spiccatamente forte in lei era il desiderio di sesso che riusciva ad appagare pienamente con il marito.
La morte del giovane marito in un incidente d’auto la sentiva un po’ come sua colpa. Alle prese con il telefonino, in una telefonata a lei, su strada bagnata, aveva perso il controllo dell’auto finendo in un dirupo. Per lei era stata una morte in diretta, una morte causata dal bisogno di sentirsi continuamente e scambiarsi frasi che li accomunava.
Erano due amanti che non si limitavano nella loro sfrenata passione. Nessuno avrebbe mai pensato che tra loro, persone così ragguardevoli, ci fosse una passione sfrenata ed una vita sessuale intensa e senza remore.
Il loro disappunto era stato quello di non aver potuto avere figli e si erano ripromessi di adottarne uno, ma rimandavano e tale rimando li aveva portati sino a tal punto: Silvia era sola……
Aveva mandato avanti l’azienda soprattutto per le famiglie che vi lavoravano, ma in lei era scemato l’entusiasmo di un tempo, quando si impegnava a fianco del marito.
Erano passati oramai sei lunghi mesi e lei cominciava a soffrire la mancanza di sesso.
I primi tempi se n’era fatta una ragione, ma ora la sua esuberanza esplosiva non riusciva a reggerla. Nel mondo attorno a lei, tutto richiedeva una continuità come per il passato. Ma quello che nell’intimo avveniva e che nessuno conosceva, lei non sentiva di sopportarlo. Parlare di un eventuale matrimonio, lei non ne faceva considerazione, non avrebbe potuto mai sostituire con un altro uomo quel marito con cui una complicità maliziosa e gradevole li univa. Doveva mantenere agli occhi delle persone la sua immagine esterna che non era del tutto corrispondente a quella interna ed interiore.
In questi sei mesi, in due occasioni, essendo assalita dallo sconforto e dalla brama di sesso…..,si era allontanato per motivo di lavoro in città notevolmente distante dalla sua residenza e li, in albergo, non aveva rifiutato di far l’amore con un ospite, come lei dell’albergo, con il quale aveva fatto sesso che non l’aveva del tutto soddisfatta.
Spesso con il marito, a sera, nella loro camera, si dilettavano a vedere qualche filmino, più per complice curiosità che per esigenza di fisicità dell’atto. Silvia, che non aveva mai rovistato nell’armadio ove il marito teneva una discreta collezione di films hard, una sera volendo riempire la sua solitudine si diede a dare uno sguardo e insieme a tanti filmetti visti insieme ne trovò qualcuno che non avevano visto e che forse avrebbero visionato in seguito se non fosse sopravvenuta la tragedia.
Si trovò in mano un dvd che aveva nella sua locandina esterna e stampata sul disco
un titolo e una immagine eloquente “La fattoria del piacere” e splendidi cani con donne eloquentemente in atteggiamento di far sesso con essi. Il primo disgusto lasciò spazio alla curiosità. Si distese sul letto e diede inizio alla proiezione..
Le scene scorrevano e quanto vedeva più che inorridirla l’attirava. Vedere quel membro violaceo con vene rigonfie uscire ed entrare nella bocca di una bella fanciulla per un bocchino con orgasmo di tutti e due i soggetti…..le diede un piacere che non avrebbe mai immaginato…. Si accanì al seguito di una narrazione che non aveva un filo logico, ma che aveva solo il piacere di svegliare ancor più il desiderio di sesso.
Ne aveva sentito parlare di donne che avevano rapporti con animali, con cani o addirittura cavalli, ma data la ricchezza che aveva negli incontri notturni con il marito, mai l’era sfiorata l’idea di una curiosità del vedere tali spettacoli. A mano a mano che la scena passava, c’era una ragazza che aiutava un bellissimo dalmata a che il suo membro entrasse nella sua fica…..sentì il bisogno di toccarsi all’interno delle sue gambe…. Le mani si inumidirono di quanto lo stimolo avuto dalla visione aveva prodotto. Si toccò le bellissime tette e cominciò con il pensiero a sostituirsi alla donna che sulla scena subiva la frenetica chiavata di un cane. Ebbe un orgasmo che non avrebbe mai immaginato di poter avere. Si calmò un attimo e alle successive scene nelle quali gli animali della fattoria a due zampe (esseri umani) e animali a quattro zampe si davano da fare in modo spasmodico. Rimase tanto sorpresa nel seguire la scena di un cane veramente grande che riuscì a spingere una ragazza imponendole con la forza a piegarsi su una scrivania e piantarle il suo lungo arnese nel buchetto del culo.
Invidiò una giovane contadina che se la spassava con il padrone, seguì la monta di uno stallone e si ritrovò affascinata dal lungo e poderoso membro dell’animale e dalla lunga sborrata dopo aver montata la paziente giumenta.
Seguì con particolare interesse l’arrivo in auto di una bella ed elegante signora accompagnata dall’autista che, senza particolari preamboli, si era data a masturbare prima uno dei tre cani presenti in fattoria e poi concedere ad un altro una penetrazione nella sua collaudata fica a testimoniare di una donna abituè a quel tipo di rapporti.
Alla conclusione del dvd rimase con i suoi pensieri e con le sue incertezze. Fece una doccia e contemplando il suo bel corpo sentì ancor più il dispiacere di esser sola. Quando si ritrovò nel letto, terreno di tante battaglie amorose, prese una decisione: prenderò un cane a farmi compagnia.
Dopo qualche giorno parlò della decisione di prendere un cane adducendo motivi di sicurezza e più di qualche operante nella sua azienda si propose per appagare la sua richiesta. Preferì cavarsela da sola. Visitò, con aria volutamente distaccata, due canili, e vide tante bestiole che le fecero tenerezza. Promise e mandò poi una bella quantità di crocchette per quelle bestiole, ma non scorgeva il cane che la ispirasse.
Un giorno, passando per una zona agricola vide in una fattoria due belle bestie. Due magnifici cani pastori. Si fermò e senza alcun timore si avvicinò al cancello ed anche le due bestie si avvicinarono, richiamando con il loro latrato il padrone.
- Signora, desidera qualcosa?
- Veramente mi sono fermata alla vista di questi due splenditi animali. Quanto mi piacerebbe averne uno, in casa mi sentirei più sicura.
L’uomo rimase un po’ pensieroso,poi:
- Senta, il maschio è stato promesso ad un contadino della zona, ma visto che lei me lo sta chiedendo con tanta grazia e visto come scodinzolano di piacere tutti e due nei suoi riguardi, credo che starà sicuramente meglio con lei.
- Veramente me lo darà? Come lo ha chiamato?
- Jak è il suo nome e Laika quella della femmina. Signora deve promettermi però di concedermelo quando si presenterà l’occasione di far accoppiare Laika.
- Ci mancherebbe. Come faccio a portarlo con me?
- Gli faccia un po’ di carezze e vedrà come le starà dietro.
Silvia si sentì arrossire in volto ed ebbe timore che la cosa si evidenziasse fuori. Prese dalla borsetta un biglietto da cinquanta euro e lo diede all’uomo. Piccola resistenza, ma poi finì per accettare quella piccola manna piovuta dal cielo. Lasciò all’uomo il suo numero di telefono e scrisse quello di lui per ogni eventuale necessità.
Jak poteva avere due o tre anni; si presentava molto bene. A casa, Silvia si fece aiutare da una donna, impiegata nell’azienda, per delimitare uno spazio il più ampio possibile per il cane e senza disturbo per i lavoranti.
La bestia non impiegò molto ad entrare nelle grazie della padrona e questa manifestò presto il piacere di avere un amico sicuro in casa. E con tale stato d’animo aspettò la sera.
Non fu per lei facile staccare la mente dal ricordo di quanto aveva visto sere prima nel dvd. Una sola considerazione fece: il mio Jak è più bello e poi è vero……
Quando si trovò sola in casa, avendo concesso alla donna di servizio di potersene andare ben oltre un’ora prima, chiamò a se il cane che scodinzolando le si avvicinò facendole molte moine. Lo accarezzò, gli diede il palmo della mano per farselo leccare, cosa che la bestia fece con piacere, poi, dopo una ripassata dei conti legati alla produzione delle operaie, si portò nella sua stanza per fare una doccia e preparare per se e per il cane la cena. La bestia la seguiva passo passo e questo incuriosì Silvia,
“come mai senza conoscermi mostra di essere tanto legato a me?” si chiese, ma poi trovò la risposta da se….. il cane aveva subito apprezzato la sua gentilezza e i…..bei bocconi di carne che Silvia gli aveva dato.
Quando fu ora di andare a dormire, portò Jak nel recinto per lui preparato ove c’era una bella cuccia e si chiuse nella sua camera. Non era il momento di provare con il cane.
Prese sonno, ma verso le ore due dopo la mezzanotte fu svegliata dall’abbaiare del cane, indossò la vestaglia e uscì fuori andando nel luogo ove si trovava il nuovo inquilino di casa. Si accorse che parte del recinto era sul punto di cedere, ma per sua meraviglia non era quello verso l’uscita, ma verso la porta di casa che porta all’interno dove si era portata lei per andare a letto.
- Ma allora non volevi fuggire?
La bestia quasi a voler rispondere si distese ai suoi piedi e cominciò a leccarglieli. Silvia ebbe un brivido. Le sembrava impossibile che il cane potesse aver capito qualcosa del motivo per cui era stato preso. Lei con dolcezza lo accarezzò. Lo portò dietro di sè e, in cucina, prese dei biscottini, comprati di proposito per lui, e glieli diede. Decise di non lasciarlo nel recinto. Però che quella notte sarebbe rimasto fuori e allora entrò nuovamente nella sua stanza lasciando la bestia spaziare tra il corridoio e la cucina. Speranza vana, dopo dieci, quindici minuti sentì graffiare dietro la porta e un lamento continuo. Indecisa tra il farlo entrare e insistere per tenerlo fuori…..prevalse la prima possibilità. Certo che quel cane manifestava uno spiccato senso di opportunismo. Appena dentro la camera da letto, lei lo fece stendere sul morbido e peloso scendiletto e la bestia ben contenta ci si adagiò. Lei, distesa sulla parte di letto dove poteva nel caso osservarlo, ne studiava le mosse. Passò del tempo Jak acquietatosi si addormentò, lei invece no!
Verso le tre vedendo di non essere capace di prendere sonno, cosa che risultava, a suo giudizio ingiusto, che la bestia dormisse, allora scese piano piano dal letto, si sedette al fianco dell’animale e tentò con qualche carezza una fase di approccio e di esplorazione. Il cane non si mosse, lei lo accarezzò per un po’ di tempo all’altezza della parte alta, poi scese verso la pancia che pulsava ritmicamente con regolarità e poi orientò la mano verso la zona dove chiuso nel fodero peloso teneva nascosto il suo…..
A quel tocco il cane alzò il testone ed emise un rantolo simile ad un ringhio. Lei lasciò la presa e con l’altra mano gli accarezzò il testone e allora la bestia si tranquillizzò. Con una mano carezzevole sul gran musone e con l’altra effettuava un massaggio certamente gradito in quanto in pochi attimi Silvia vide uscire dal fodero peloso la punta del cazzo. Ripensò alle scene viste alcune sere prima. Venne tentata di prenderlo in bocca. Ma un senso di ribrezzo le prese , mentre trovò naturale piegarsi e dare un bacetto a quella punta viva e rossa. Divenne più ardito il suo movimento, conseguentemente la reazione di Jak modificava. Dovette sentire qualcosa all’interno di se o qualcosa colpi il suo olfatto, in quanto, ad un tratto, scattò sulle quattro zampe e si avvicinò alla parte posteriore di lei. Silvia avvertì la lingua del cane tra le sue cosce e si sentì piacevolmente rilassata. La vestaglia con i vari movimenti si era sollevata e al cane fu facile penetrare nelle parti più intime di Silvia.
Avvertiva un piacere indicibile, ogni colpo della lingua sembrava penetrarla sempre di più. Un caldo si diffuse in tutta la sua persona e una calma le diceva di non fermarlo, anzi di lasciarlo continuare.
Si distese sul letto, il cane ai piedi del letto, la lingua fuori e un sottile filo di bava pendente.
- Jak, salta su….. Vieni vicino a me
Così dicendo, con aria imperiosa, aveva deciso di provare quello che non aveva mai pensato.
Sollecitò una seconda volta il cane che alla terza chiamata saltò sul letto tenendosi in difficile equilibrio.
La donna, distesa, la testa lievemente sollevata, si ritrovava quasi all’altezza del cazzo del cane che, stimolato dagli odori e dai sapori emanati dalla fica di lei, era tutto fuori e mostrava tutta la sua grossezza alla donna che in un attimo, dimentica di tutto si avventò con la bocca ingoiandolo con ingordigia. Il cane avvertiva gli stimoli che venivano dal pompino che gli stavano procurando e moveva spesso il bacino posteriore in atteggiamento di un cazzo che entra ed esce dalla fica di una femmina. Sentì nella sua bocca una colata lavica ed un sapore acidulo ben diverso dalla sborra dell’uomo, ne aveva ingoiata tanta di quella del marito.
Il cane sembrava appagato, ma non lo era lei. Sciacquò la bocca in bagno mentre il cane se ne rimase pacatamente disteso sul letto. Lo lasciò pochi minuti, oramai aveva deciso di voler saziare anche la sua smania di sentire un cazzo nella fica e nel culo e allora riprese il massaggio che prima si era rivelato di grande effetto. Lo fu anche questa volta. Jak si sollevò mostrando il suo membro di nuovo rigido . Non sapeva come agire per indurre la bestia a possederla, si sollevò denudandosi completamente e poi mostrando lascivamente, ma con effetto, la sua fica al cane ne richiamò l’attenzione e il desiderio di penetrarla. Silvia avvertiva un fuoco dentro di sè. Fece scendere giù il cane, ponendosi sui margini del letto e mostrando al cane il suo roseo culo lo invitava a completare con lei quell’insieme di corpi che diventano uniti. Si piegò tutta sul letto dando modo al cane di salire sopra di lei e poter avere il suo cazzo all’altezza del culo o della fica di lei. Chiamò con insistenza la bestia ed infine aiutandolo si fece cavalcare tenendo bloccate le zampe anteriori sopra le sue spalle. Sentiva il membro del cane sbattere tutto intorno al suo centro del piacere, allungò la sua mano e prendendo il membro di lui riuscì ad indirizzarlo dentro di se. Non aveva importanza in quale dei due canali poteva trovare rifugio, avvertì comunque netta la penetrazione nella sua fica. Jak ci dava dentro e lei avvertiva sempre più di essere posseduta da un cazzo non umano ma animale e che comunque risultava piacevole, anzi entusiasmante. L’entrata e l’uscita del membro del cane in lei le procurò un’incandescente orgasmo. In casa non vi era nessuno e perciò lei non limitò minimamente la soddisfazione del piacere….urlando:
- Dai, continua , mio bel cagnolone, fammi sentire dentro tutto te stesso, strapazza la mia fica, entra anche con il tuo grosso nodo. E’ bello…da quanto tempo non provavo tale piacere….. Non ho bisogno più di un uomo per sostituire il mio primo amore… Ci penserai tu, bel cagnone a darmi piacere e nessuno dovrà sapere nulla.
Sentì dentro di se contemporaneamente l’ondata di sborra di lui che annunciava un grande orgasmo e il suo piacere concretizzatosi in altrettanto liquido.
Il cane era stato veramente bravo, ma anche lei si era cimentata in una prova ignota e piena di rischi.
Volle andare sino in fondo, desiderava sentire il cazzo dentro il suo culo, era questo amplesso che gratificava sempre in passato lei e il suo consorte. Si era sentita appagata solo parzialmente, voleva finire il tutto e allora ricominciò a tastare la situazione sulla disponibilità del suo amante a quattro zampe. Dopo un attimo di sconcerto, si drizzò e alla sollecitazione solita di Silvia, ripropose immediatamente un cazzo duro e pronto alluso. La donna non aveva bisogno di pomate per facilitare la penetrazione nel retto, l’esercizio prolungato con il consorte rendeva tutto più semplice.
Con affetto abbracciò il capo di Jak che le donò linguate sul viso, sulle tette e scendendo fino alla fica e fece accrescere in lei il desiderio. Si pose a pancia in giù come prima, ma questa volta lo voleva dietro e non nella ampia sede del piacere. Il cane in un balzo le fu sopra e ai primi colpi del suo pene sui fianchi e intorno al culo, lei lo afferrò con mani sicure portandolo sul …ciglio del fiorellino che doveva donare a lui. Non fu facile entrare, ma una volta dentro, Silvia sentì tutto il piacere condensato che da tempo non assaporava. L’intensità del movimento si convertiva in lei in continui spasmi di piacere e quando ad un tratto senti all’interno del suo ano un caldo torrente di sborra, trattenne quello con tutto il membro che lo aveva depositato. Si piegò su di un fianco e fece in modo che anche Jak prendesse la stessa posizione. Rimasero per alcuni minuti in quella posizione fino a quando non avvertì l’indebolimento di quello che aveva dentro il suo culo e quando lo sentì uscire, consentì anche l’uscita dell’abbondantissima sborra che il cane vi aveva depositato.
Si sentì rinata, promise a se di mantenere perenne il ricordo del suo amore e appagare la sua brama di sesso con quell’esemplare di energia che aveva mostrato il suo nuovo amico.
A nessuno avrebbe detto di questo incontro e Jak sarebbe stato sempre per tutti il cane da guardia.

scritto il
2011-10-27
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