Ancora coi contadino

di
genere
gay

Segue
Ci furono altri 3 incontri con i tre giovani tori di cui vi ho raccontato pochi giorni fa.
Giusto il tempo per godere io di loro e loro di me fino a che la curiosità iniziale si era giustamente affievolita.
Ma tutti i 4 incontri furono ottimi e degni di essere raccontati.
Il secondo fu il trionfo del desiderio per tutti. I tre giovani stalloni erano incuriositi dalla situazione segreta in cui si erano messi.. io mi godevo questa ventata di ardore giovane, maschio e poderoso come piace a me.
Si giocava al paparino porco di 50 anni con i giovani cavalli da monta. E tutti erano soddisfatti.
Arrivavano dopo il lavoro nei campi da me, si toglievano subito gli scarponi infangati e rimanevano scalzi emanando il loro odore di giovani cinghiali.
Il moro barbuto giocava a fare l’uomo navigato anche se era il più giovane e io lo lasciavo fare.
Con la mia stazza di 90 kg di massa muscolare mi sedevo sopra di lui completamente nudo volgendogli le spalle e infilandomelo tutto in culo con tanta vaselina. Davanti a me svettava il biondo e l’altro moro, un torello magro ma fortissimo e costruito come un atleta spalle larghe e cosce da corridore.
Pompavo col culo e con la bocca i due davanti a me fino a quando bevevo tutto.
Lasciavo i due cazzi davanti puliti mentre ero ancora seduto e mi scopavo da solo stantuffandomi con un braccio a fare leva, grondando sudore e spruzzando dal culo umori così liquidi da farmi sentire che invece del culo c’avevo una fica.
Fu quello che disse il barbuto appunto: mi stai facendo impazzire. Questo tuo culo è una fica vera. Grazie ebbi la forza di mormorare con un filo di voce

Gli guardavo i piedi stando seduto su di lui con la faccia rivolta verso i piedi. Grandi e massicci, e lui dietro che non accennava ad ammosciarsi. Una potenza
Io pure sempre in erezione facendo attenzione a non venire per prolungare tutto il più possibile.

Le azioni erano spesso simili ma sempre bellissime. Uguali ma mai ripetitive.
Per esempio mi eccitava e mi eccita sempre alzarmi da una monta seduto e iniziarne un’altra con un altro del gruppetto.
Pochissime parole per non far diventare patetica una situazione che invece aveva e avrà sempre per me una forza incredibile.

Pochi gesti, uno slip infilato sotto il naso, grugniti e qualche sana imprecazione soprattutto quando per la foga mi facevano male. Poche parole e sguardi intensi, qualche ordine perentorio che mi veniva dato per il gioco della sottomissione e a cui io mi dedicavo volentieri. Il più bello era quello del biondo:
Stai buono toro, non muoverti ora... fammi entrare cazzo... e io che mormoravo solo un roco “si’”...
Mi siedo sul biondo e stavolta gli guardo la faccia e mi abbasso verso di lui. Il suo cazzo e’ il migliore il più largo il più venoso tanto da sentirlo che mi spacca le pareti. Come deve essere..
Metto più olio in culo e mi abbasso fino a sentirgli l’alito buono e poi giù fino a stargli nel collo sudato mentre mi penetra fino allo stomaco.
Mi sto facendo scopare da un giovane stallone e questo mi piace. Sento che alla mia età sto dando tanto a tre giovani cinghiali che potrebbero possedere giovani uomini e giovani donne. E invece gli piace venire qui da me, dal “vecchio” bestione che sa di campagna e che si fa sfondare il culo con forte e maschia sottomissione.
Gli odori che mi circondano sono tutti i miei punti fissi: sudore forte, slip usati tutto il giorno, piedi che sono stati ore chiusi negli scarponi li leggero sapore di sigaretta,
I punti cardine del maschio, quello che piace a me.

scritto il
2020-09-15
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