Vite parallele 7 - Preparativi per essere ingravidata da mio figlio.
di
una madre
genere
incesti
Quella notte mio figlio mi aveva scopata con ferocia ed in modo rumoroso.
Voleva che i suoi rantoli e le sue grida di godimento giungessero amplificati agli orecchi del padre che dormiva nella stanzetta accanto alla nostra camera.
A nulla erano valse le mie preghiere di calmarsi e di contenere la sua rumorosa irruenza.
I suoi affondi nel mio corpo erano profondi e violenti e mi scuotevamo dolorosamente altre al corpo,anche la mente al pensiero di come doveva sentirsi in quel momento quel pover'uomo del mio ex marito.
Quello che mi aveva fatto era certamente gravissimo ma,la punizione che gli aveva riservato la vita e quella che gli stava infliggendo il figlio in quel momento,mi sembravano davvero esagerati.
-Calmati amore...calmati...così mi fai male ed anche tuo padre ci sente.-
Lo imploravo con le lacrime che mi bagnavano il viso sbavando il mio trucco.
-Che ci senta pure quel cornuto!
Voglio che senta e soffra per il male che ci ha fatto!-
Aveva gridato spingendo più forte tanto che la spalliera del letto aveva cominciato a sbattere rumorosamente sul muro.
Mi chiavava con rabbia e disperazione al punto che anche lui con una specie di rantolo roco,aveva cominciato a lacrimare.
Quando aveva cominciato a godere,gridando "Sborro...sborro...cornuto...troia...puttana..." si era conficcato in me come fosse un pugnale rovente e mi si era accasciato addosso con tutto il peso del suo corpo.
In quel modo,non aveva voluto scaricare tutto il suo risentimento solo sul padre ma,identificando la mia storia con la sua,aveva sparato raffiche di rabbia anche nei confronti di quella "Troia,puttana" della sua fedigrafa moglie.
Singhiozzava ancora ansimante con la testa appoggiata al mio seno mentre gli accarezzavo i capelli cercando di calmarlo.
In quegli atti così violenti,aveva scaricato tutta la sua rabbia al punto che,completamente privo di forze,si era addormentato.
Al suo risveglio dopo circa mezz'ora,abbiamo fatto l'amore nel modo meraviglioso che solo lui mi aveva saputo fare.
Al mattino al nostro risveglio avevamo trovato la colazione già pronta mentre il mio ex marito ci aspettava in piedi vicino al tavolo.
La sera del suo arrivo,ci eravamo dedicati esclusivamente al suo aspetto mogio,sporco e trasandato e lo avevamo sfamato restituendogli un aspetto più umano ma senza parlare delle disgrazie e tantomeno della relazione incestuosa tra me e nostro figlio.
Dunque lui aveva saputo della nostra tresca,dal modo brutale col quale aveva voluto comunicarglielo nostro figlio: "Brutale,violento e vendicativo!"
Anche a colazione avevamo evitato di parlare di lui e di noi.
In accordo con mio figlio ci eravamo resi disponibili ad ospitarlo sino a che non avesse trovato una diversa sistemazione.
Per i primi giorni,visto che non aveva impegni,gli avevamo dato l'incarico di occuparsi della casa e della cucina.
Devo ammettere che quella soluzione era alquanto vantaggiosa per noi in quanto ci permetteva di avere più tempo libero per le nostre cose e per le...perversioni di mio figlio.
Luca aveva intensificato le sue richieste di esibirmi in pubblico in modo trasgressivo ed allo scopo,avevamo raggiunto un accordo secondo il quale,quando voleva mostrarmi in giro in veste di troia,avremmo tenuto i "Vestiti"(Si fa per dire) e l'occorrente per la bisogna in macchina dove mi sarei cambiata al momento opportuno.
Avevamo così,cominciato a frequentare zone di guardoni e parcheggi di camionisti e la cosa ci eccitava al punto che ci lasciavamo guardare e toccare mentre scopavamo e loro si masturbavano.
Devo dire che,non ha mai permesso a nessuno di andare oltre le semplici carezze sui seni o sul culo mentre lui mi montava o gli facevo un pompino.
In quel periodo avevo anche procurato un lavoratto al mio ex che gli permettesse di pagarsi le sue cose alleggerendo un po il peso economico di quella ospitalità che comunque,pareva prolungarsi nel tempo.
Francamente,se si escludono i primi giorni,mi ero oramai abituata alla sua presenza simile a quella di un maggiordomo mentre mio figlio,non perdeva occasione per spingermi ad entrare nel discorso per il quale aveva accettato di ospitarlo.
E così una sera glielo abbiamo detto:
-Ascolta Osvaldo,io e Luca avremmo deciso di avere un bambino.
Capisci anche tu che in questa situazione la cosa sarebbe pressoché impossibile a meno che,tu non ti renda disponibile a riconoscerlo come tuo.-
La sua espressione che sino a quel momento era tornata normale e serena,di colpo era diventata cupa e smarrita come la sera in cui l'avevamo accolto in casa.
-Calma....Osvaldo...calma....è una proposta e non una imposizione.
Ci puoi pensare con calma non abbiamo moltissima fretta anche se il tempo....scorre veloce.-
Quella notte io e mio figlio avevamo evitato di fare l'amore per non turbare ulteriormente il suo sonno già stremato dalla insolita richiesta che gli avevamo fatto.
Il giorno dopo,tornando sul discorso,si erano analizzati tutti i problemi che quella proposta presentava:Eravamo divorziati e dunque c'era il problema dei parenti ed anche quello dei conoscenti,amici etc.
La soluzione più semplice l'aveva proposta mio figlio:
-Potreste sposarvi ancora civilmente.
Non costerebbe niente e risolverebbe ogni problema.
Certo,si potrebbero presentare problemi con l'eredità ma basta fare la separazione dei beni ed ogni cosa sarebbe risolta.
Quella sera stessa avevamo festeggiato l'accordo con una bottiglia di Prosecco.
Le sera dopo il matrimonio mio figlio aveva voluto festeggiare a modo suo:
-Mamma,visto che da domani sospendi la pillola,voglio passare questa prima ed ultima notte con te in un club privé,voglio farti godere come mai ti è capitato in vita tua.-
Naturalmente,a nulla sono valse le mie proteste e quella sera stessa,ci eravamo presentati in un elegante club in una villa immersa nei boschi a oltre 100 chilometri da casa nostra.
Come da lui desiderato,mi ero finalmente vestita indossando quella famosa,striminzita minigonna con calze nere autoreggenti,scarpe dal tacco vertiginoso,senza reggiseno ne mutande.
Una camicia di seta trasparente sotto un gilet nero a maglia.
La parrucca riccia di capelli rossi e gli occhiali dalla montatura e dalle lenti da vamp.
Io non avevo potuto specchiarmi essendomi vestita(Vestita?) in macchina ma lo sguardo del direttore alla reception e degli avventori al nostro ingresso,mi avevano parlato più di di qualunue altro specchio.
segue
Voleva che i suoi rantoli e le sue grida di godimento giungessero amplificati agli orecchi del padre che dormiva nella stanzetta accanto alla nostra camera.
A nulla erano valse le mie preghiere di calmarsi e di contenere la sua rumorosa irruenza.
I suoi affondi nel mio corpo erano profondi e violenti e mi scuotevamo dolorosamente altre al corpo,anche la mente al pensiero di come doveva sentirsi in quel momento quel pover'uomo del mio ex marito.
Quello che mi aveva fatto era certamente gravissimo ma,la punizione che gli aveva riservato la vita e quella che gli stava infliggendo il figlio in quel momento,mi sembravano davvero esagerati.
-Calmati amore...calmati...così mi fai male ed anche tuo padre ci sente.-
Lo imploravo con le lacrime che mi bagnavano il viso sbavando il mio trucco.
-Che ci senta pure quel cornuto!
Voglio che senta e soffra per il male che ci ha fatto!-
Aveva gridato spingendo più forte tanto che la spalliera del letto aveva cominciato a sbattere rumorosamente sul muro.
Mi chiavava con rabbia e disperazione al punto che anche lui con una specie di rantolo roco,aveva cominciato a lacrimare.
Quando aveva cominciato a godere,gridando "Sborro...sborro...cornuto...troia...puttana..." si era conficcato in me come fosse un pugnale rovente e mi si era accasciato addosso con tutto il peso del suo corpo.
In quel modo,non aveva voluto scaricare tutto il suo risentimento solo sul padre ma,identificando la mia storia con la sua,aveva sparato raffiche di rabbia anche nei confronti di quella "Troia,puttana" della sua fedigrafa moglie.
Singhiozzava ancora ansimante con la testa appoggiata al mio seno mentre gli accarezzavo i capelli cercando di calmarlo.
In quegli atti così violenti,aveva scaricato tutta la sua rabbia al punto che,completamente privo di forze,si era addormentato.
Al suo risveglio dopo circa mezz'ora,abbiamo fatto l'amore nel modo meraviglioso che solo lui mi aveva saputo fare.
Al mattino al nostro risveglio avevamo trovato la colazione già pronta mentre il mio ex marito ci aspettava in piedi vicino al tavolo.
La sera del suo arrivo,ci eravamo dedicati esclusivamente al suo aspetto mogio,sporco e trasandato e lo avevamo sfamato restituendogli un aspetto più umano ma senza parlare delle disgrazie e tantomeno della relazione incestuosa tra me e nostro figlio.
Dunque lui aveva saputo della nostra tresca,dal modo brutale col quale aveva voluto comunicarglielo nostro figlio: "Brutale,violento e vendicativo!"
Anche a colazione avevamo evitato di parlare di lui e di noi.
In accordo con mio figlio ci eravamo resi disponibili ad ospitarlo sino a che non avesse trovato una diversa sistemazione.
Per i primi giorni,visto che non aveva impegni,gli avevamo dato l'incarico di occuparsi della casa e della cucina.
Devo ammettere che quella soluzione era alquanto vantaggiosa per noi in quanto ci permetteva di avere più tempo libero per le nostre cose e per le...perversioni di mio figlio.
Luca aveva intensificato le sue richieste di esibirmi in pubblico in modo trasgressivo ed allo scopo,avevamo raggiunto un accordo secondo il quale,quando voleva mostrarmi in giro in veste di troia,avremmo tenuto i "Vestiti"(Si fa per dire) e l'occorrente per la bisogna in macchina dove mi sarei cambiata al momento opportuno.
Avevamo così,cominciato a frequentare zone di guardoni e parcheggi di camionisti e la cosa ci eccitava al punto che ci lasciavamo guardare e toccare mentre scopavamo e loro si masturbavano.
Devo dire che,non ha mai permesso a nessuno di andare oltre le semplici carezze sui seni o sul culo mentre lui mi montava o gli facevo un pompino.
In quel periodo avevo anche procurato un lavoratto al mio ex che gli permettesse di pagarsi le sue cose alleggerendo un po il peso economico di quella ospitalità che comunque,pareva prolungarsi nel tempo.
Francamente,se si escludono i primi giorni,mi ero oramai abituata alla sua presenza simile a quella di un maggiordomo mentre mio figlio,non perdeva occasione per spingermi ad entrare nel discorso per il quale aveva accettato di ospitarlo.
E così una sera glielo abbiamo detto:
-Ascolta Osvaldo,io e Luca avremmo deciso di avere un bambino.
Capisci anche tu che in questa situazione la cosa sarebbe pressoché impossibile a meno che,tu non ti renda disponibile a riconoscerlo come tuo.-
La sua espressione che sino a quel momento era tornata normale e serena,di colpo era diventata cupa e smarrita come la sera in cui l'avevamo accolto in casa.
-Calma....Osvaldo...calma....è una proposta e non una imposizione.
Ci puoi pensare con calma non abbiamo moltissima fretta anche se il tempo....scorre veloce.-
Quella notte io e mio figlio avevamo evitato di fare l'amore per non turbare ulteriormente il suo sonno già stremato dalla insolita richiesta che gli avevamo fatto.
Il giorno dopo,tornando sul discorso,si erano analizzati tutti i problemi che quella proposta presentava:Eravamo divorziati e dunque c'era il problema dei parenti ed anche quello dei conoscenti,amici etc.
La soluzione più semplice l'aveva proposta mio figlio:
-Potreste sposarvi ancora civilmente.
Non costerebbe niente e risolverebbe ogni problema.
Certo,si potrebbero presentare problemi con l'eredità ma basta fare la separazione dei beni ed ogni cosa sarebbe risolta.
Quella sera stessa avevamo festeggiato l'accordo con una bottiglia di Prosecco.
Le sera dopo il matrimonio mio figlio aveva voluto festeggiare a modo suo:
-Mamma,visto che da domani sospendi la pillola,voglio passare questa prima ed ultima notte con te in un club privé,voglio farti godere come mai ti è capitato in vita tua.-
Naturalmente,a nulla sono valse le mie proteste e quella sera stessa,ci eravamo presentati in un elegante club in una villa immersa nei boschi a oltre 100 chilometri da casa nostra.
Come da lui desiderato,mi ero finalmente vestita indossando quella famosa,striminzita minigonna con calze nere autoreggenti,scarpe dal tacco vertiginoso,senza reggiseno ne mutande.
Una camicia di seta trasparente sotto un gilet nero a maglia.
La parrucca riccia di capelli rossi e gli occhiali dalla montatura e dalle lenti da vamp.
Io non avevo potuto specchiarmi essendomi vestita(Vestita?) in macchina ma lo sguardo del direttore alla reception e degli avventori al nostro ingresso,mi avevano parlato più di di qualunue altro specchio.
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