Vite parallele 6 - Al centro commerciale senza mutande e con un plug nel culo.
di
una madre
genere
incesti
A giudicare da quello che stavo facendo in quel momento,devo ammettere che le nostre vite oramai,non più parallele,viaggiavano sullo stesso,perverso binario.
Eravamo nelle toilette di un centro commerciale ed io,in ginocchio davanti a lui gli stavo facendo un pompino.
Era un fine settimana e ne avevamo approfittato per fare sesso sino all'alba.
Al mattino mentre si preparava per uscire mi aveva detto:
-Mamma,nell'armadio c'è un regalo per te.
Mi piacerebbe che tu l'indossassi nel pomeriggio quando andiamo a fare la spesa.-
-Che cosè?-
Gli avevo chiesto curiosa mentre mi dirigevo verso il guardaroba.
-Prendilo e provalo anche subito se vuoi-
Non potevo credere ai miei occhi!
Nell'armadio vi era una busta con dei capi d'abbigliamento e delle scarpe dai tacchi vertiginosi mentre nell'altro pacchetto vi era un plug anale decorato da una pitra verde(Chiederei ai lettori di non stupirsi del mio nuovo linguaggio.Erano passate oramai tre settimane da quella prima volta e mio figlio mi aveva sottoposta ad un corso accelerato di sesso dolce e "particolare" e dunque,avevo già acquisito una certa conoscenza dei termini e degli strumenti),una vistosa parrucca rossa ed un paio di occhiali dalle lenti grosse e scure.
La cosa che maggiormente mi aveva impressionata era una minigonna talmente striminzita che temevo si potessero vedere le chiappe.
La sorpresa più incredibile però era di la da venire:
-Lo so mamma che è molto corta io però vorrei che tu l'indossassi senza mutandine.-
Mi aveva detto con l'aria più serafica del mondo.
-No! No! e poi no!
Mai andrò in giro vestita da puttana...mai..mai mai...!-
Gli avevo risposto gridando e martellandolo di pugni sul petto.
(In verità,qualche tempo dopo ero uscita abbigliata in quel modo ma per circostanze diverse che forse racconterò)
Per quel giorno,avevamo concordato che avrei indossato un'ampia gonna sopra al ginocchio,senza mutande e col plug infilato nel culo.
Senza reggiseno e con una camiciola di seta alquanto sexi.
La parrucca e gli occhiali andavano bene e in quanto alle scarpe,ne avevo io un paia rosse col tacco meno vistoso.
Naturalmente,avevo preteso che il centro commerciale fosse diverso da quello che frequentavamo abitualmente e lontano dalla nostra città.
Mi ero così ritrovata a succhiargli il cazzo nel bagno delle donne e poi,facendomi appoggiare al Water,mi aveva sfilato il plug e dopo avermi inculata e riempita di sborra me lo aveva rimesso dentro.
-Così possiamo fare la spesa senza correre il rischio di lasciare una striscia scivolosa dietro di noi.-
-Porco!-
Gli avevo risposto ridendo.
Francamente,non finivo mai di stupirmi di fronte alla naturalezza con la quale mio figlio commetteva gesti così trasgressivi riuscendo anche a coinvolgere me nelle sue pazzie.
Oramai vivevamo a tutti gli effetti come marito e moglie con tutte le implicazioni di complice ed amante che il suo modo di essere aveva inserito nella nostra coppia incestuosa.
Naturalmente avevo ripreso ad assumere la pillola anche se,sempre più spesso Luca mi ricordava che avrebbe voluto un figlio da me e che avremmo dovuto deciderci in fretta visto lo scorrere veloce del tempo e la nostra differenza d'età.
Avevo già anticipato all'inizio di questo capitolo che oramai,il menage tra me e mio figlio non era più quello di vite parallele di un tempo.
Viaggiavamo piuttosto sullo stesso binario occupando tre differenti vagoni:Quello del rapporto madre figlio-Quello degli amanti delicati e sognatori a tratti platonici e quello dei porcelli avviati sulla stada dell'erotismo e della trasgressione più estremi.
Quando con la mente mi crogiolavo col suo amore,con la sua gentilezza,coi suoi baci caldi e leggeri e con la lieve passione che ci portava a fonderci in un unico corpo ed una unica mente,smaniavo dal desiderio di essere madre anche di un suo figlio poi però,cambiavo vagone in avanti e indietro e tutte le difficoltà di quell'impossiibile sogno mi si presentavano tortuose e implacabili.
"Il nome del bambino....suo padre?!La scuola!Gli amici!La società!Le istituzioni!I parenti tutte barriere insormontabili soprattutto per l'avvenire del bambino.
Certo,avremmo potuto cambiare casa,città,forse nazione ma nessuno di quei problemi avrebbe trovato una soluzione razionale.
C'è chi crede nell'aiuto di Dio,chi della fortuna,chi della buona sorte!
Francamente,non saprei a quale di queste fattispecie appartiene ciò che ci è accaduto.
Sicuramente quello che sto per rivelare può farci apparire opportunisti e cinici però,è l'unica possibilità di coronare il nostro sogno che ci era capitato in una grigia giornata di pioggia.
Era una domenica mattina ed io e Luca ci eravamo trattenuti a lungo a letto a fare l'amore.
Poi,mentre lui rimaneva a riposarsi dalla fatica fatta,io ero andata a preparare il pranzo.
Mentre eravamo seduti a tavola,quacuno aveva suonato il campanello della porta.
Quando mio figlio l'aveva aperta era rimasto immobile come paralizzato e senza parole.
Preoccupata ero corsa anch'io verso la porta e mi ero trovata al cospetto col mio ex marito dall'aria indescribile!
Un barbone!
Completamente zuppo,sporco,dimesso,emaciato e distrutto nell'aspetto.
Lo abbiamo fatto entrare,fare la doccia,lo abbiamo fatto rasare,vestire da "cristiano" e lo abbiamo fatto sedere alla nostra tavola.
In quella circostanza,mentre io ero mossa da piètà per la sventura che lo aveva perseguitato da quando era stato da me cacciato di casa e radiato dall'università,mio figlio,cinicamente,già tramava il modo per approfittare a nostro vantaggio della terribile situazione in cui versava suo padre.
segue
Eravamo nelle toilette di un centro commerciale ed io,in ginocchio davanti a lui gli stavo facendo un pompino.
Era un fine settimana e ne avevamo approfittato per fare sesso sino all'alba.
Al mattino mentre si preparava per uscire mi aveva detto:
-Mamma,nell'armadio c'è un regalo per te.
Mi piacerebbe che tu l'indossassi nel pomeriggio quando andiamo a fare la spesa.-
-Che cosè?-
Gli avevo chiesto curiosa mentre mi dirigevo verso il guardaroba.
-Prendilo e provalo anche subito se vuoi-
Non potevo credere ai miei occhi!
Nell'armadio vi era una busta con dei capi d'abbigliamento e delle scarpe dai tacchi vertiginosi mentre nell'altro pacchetto vi era un plug anale decorato da una pitra verde(Chiederei ai lettori di non stupirsi del mio nuovo linguaggio.Erano passate oramai tre settimane da quella prima volta e mio figlio mi aveva sottoposta ad un corso accelerato di sesso dolce e "particolare" e dunque,avevo già acquisito una certa conoscenza dei termini e degli strumenti),una vistosa parrucca rossa ed un paio di occhiali dalle lenti grosse e scure.
La cosa che maggiormente mi aveva impressionata era una minigonna talmente striminzita che temevo si potessero vedere le chiappe.
La sorpresa più incredibile però era di la da venire:
-Lo so mamma che è molto corta io però vorrei che tu l'indossassi senza mutandine.-
Mi aveva detto con l'aria più serafica del mondo.
-No! No! e poi no!
Mai andrò in giro vestita da puttana...mai..mai mai...!-
Gli avevo risposto gridando e martellandolo di pugni sul petto.
(In verità,qualche tempo dopo ero uscita abbigliata in quel modo ma per circostanze diverse che forse racconterò)
Per quel giorno,avevamo concordato che avrei indossato un'ampia gonna sopra al ginocchio,senza mutande e col plug infilato nel culo.
Senza reggiseno e con una camiciola di seta alquanto sexi.
La parrucca e gli occhiali andavano bene e in quanto alle scarpe,ne avevo io un paia rosse col tacco meno vistoso.
Naturalmente,avevo preteso che il centro commerciale fosse diverso da quello che frequentavamo abitualmente e lontano dalla nostra città.
Mi ero così ritrovata a succhiargli il cazzo nel bagno delle donne e poi,facendomi appoggiare al Water,mi aveva sfilato il plug e dopo avermi inculata e riempita di sborra me lo aveva rimesso dentro.
-Così possiamo fare la spesa senza correre il rischio di lasciare una striscia scivolosa dietro di noi.-
-Porco!-
Gli avevo risposto ridendo.
Francamente,non finivo mai di stupirmi di fronte alla naturalezza con la quale mio figlio commetteva gesti così trasgressivi riuscendo anche a coinvolgere me nelle sue pazzie.
Oramai vivevamo a tutti gli effetti come marito e moglie con tutte le implicazioni di complice ed amante che il suo modo di essere aveva inserito nella nostra coppia incestuosa.
Naturalmente avevo ripreso ad assumere la pillola anche se,sempre più spesso Luca mi ricordava che avrebbe voluto un figlio da me e che avremmo dovuto deciderci in fretta visto lo scorrere veloce del tempo e la nostra differenza d'età.
Avevo già anticipato all'inizio di questo capitolo che oramai,il menage tra me e mio figlio non era più quello di vite parallele di un tempo.
Viaggiavamo piuttosto sullo stesso binario occupando tre differenti vagoni:Quello del rapporto madre figlio-Quello degli amanti delicati e sognatori a tratti platonici e quello dei porcelli avviati sulla stada dell'erotismo e della trasgressione più estremi.
Quando con la mente mi crogiolavo col suo amore,con la sua gentilezza,coi suoi baci caldi e leggeri e con la lieve passione che ci portava a fonderci in un unico corpo ed una unica mente,smaniavo dal desiderio di essere madre anche di un suo figlio poi però,cambiavo vagone in avanti e indietro e tutte le difficoltà di quell'impossiibile sogno mi si presentavano tortuose e implacabili.
"Il nome del bambino....suo padre?!La scuola!Gli amici!La società!Le istituzioni!I parenti tutte barriere insormontabili soprattutto per l'avvenire del bambino.
Certo,avremmo potuto cambiare casa,città,forse nazione ma nessuno di quei problemi avrebbe trovato una soluzione razionale.
C'è chi crede nell'aiuto di Dio,chi della fortuna,chi della buona sorte!
Francamente,non saprei a quale di queste fattispecie appartiene ciò che ci è accaduto.
Sicuramente quello che sto per rivelare può farci apparire opportunisti e cinici però,è l'unica possibilità di coronare il nostro sogno che ci era capitato in una grigia giornata di pioggia.
Era una domenica mattina ed io e Luca ci eravamo trattenuti a lungo a letto a fare l'amore.
Poi,mentre lui rimaneva a riposarsi dalla fatica fatta,io ero andata a preparare il pranzo.
Mentre eravamo seduti a tavola,quacuno aveva suonato il campanello della porta.
Quando mio figlio l'aveva aperta era rimasto immobile come paralizzato e senza parole.
Preoccupata ero corsa anch'io verso la porta e mi ero trovata al cospetto col mio ex marito dall'aria indescribile!
Un barbone!
Completamente zuppo,sporco,dimesso,emaciato e distrutto nell'aspetto.
Lo abbiamo fatto entrare,fare la doccia,lo abbiamo fatto rasare,vestire da "cristiano" e lo abbiamo fatto sedere alla nostra tavola.
In quella circostanza,mentre io ero mossa da piètà per la sventura che lo aveva perseguitato da quando era stato da me cacciato di casa e radiato dall'università,mio figlio,cinicamente,già tramava il modo per approfittare a nostro vantaggio della terribile situazione in cui versava suo padre.
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