Il piacere attraverso i tuoi occhi
di
Occhi Blu
genere
etero
Il tempo è passato così veloce e assai più vorace su di me che su di te, che eri e sei così giovane rispetto a me. Da tempo i tuoi occhi non mi guardavano così: erano distratti, da tempo non vedevo più il tuo sguardo mentre con una mano mi scappelli il cazzo e lo prendi fra le labbra dolcemente. Da tempo non ero così eccitato, sento il mio membro fiero e marmoreo che ti riempie la bocca, che ti solletica il palato fino alla gola. Si solleva per te, eccitato e fiero quesi a ricordare quella prima volta in cui in auto ti stendesti affianco a me, col capo sulla mia coscia e lasciasti che con la mano scendessi nei tuoi jeans slacciati, nelle tue mutandine, nelle tue carni succulente e morbide. Mi eccito da impazzire a guardare i tuoi seni procaci che ancora si levano baldanzosi e sodi e sembrano aver fermato il tempo e li sento appoggiati alle mie palle mentre mi succhi il cazzo. La distanza che c'è stata fra noi negli utlimi tempi ti ha riempito di voglia. Me ne accorgo sempre quando stai perdendo la testa, come quella prima volta in auto che, mentre ti masturbavo, inarcasti il capo all'indietro, mi slacciasti i pantaloni e cominciasti a leccarmi l'asta, smettendo solo per un secondo mentre raggiungevi un orgasmo urlato ed impaziente, pieno di umori. Ora ti rivedo seduta davanti a me, ti sento che allunghi le mani a stringermi le natiche e affondi sempre più il mio cazzo nella tua bocca, mentre rotei la lingua sul glande e lo succhi vicino al prepuzio. Sento quei leggeri mugolii che pronunci nella passione di sentire questa potente erezione nella tua bocca, nel sentirmi ansimare e godere come un adolescente, nel sentirti guidare il capo con le dita fra i lunghi capelli chiari che ti incorniciano il volto. Siamo tornati noi come se il tempo si fosse riavvolto, quando nonostante l'inverno nevoso vestivi con corti abitini che ti permettessero, di nascosto dal mondo, di salire sul mio sedile ed affonfdare il mio corpo maturo e forte nel tuo giovane da cerbiatta vivace. Come urlavi, come godevi, e come godo io ora, mentre sdraiato a pancia in su ti vedo inginocchiata al mio fianco calare il capo il più possibile sul mio cazzo eretto, senza usare le mani, come piace a me, mentre ti accarezzo i seni prepotenti mezzi spogliati dal tuo reggiseno sempre più piccolo di quel che dovrebbe, mentre ti carezzo quel culo abbondante ed invitante. Sentire la saliva che cola sulla mia asta, la lingua inseguita dalle labbra e l'attimo eterno dei tuoi occhi fissi sul mio membro mentre il mio piacere riempie la tua mano di nettare e passione ed uno schizzo di imbratta impertinente una guancia rosea. E allora mi sorridi come un tempo, e come un tempo siamo noi. Ti amo ancora come allora, anche se molto di me non è più
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Laura, mia figlia, cresce - cap 4
Commenti dei lettori al racconto erotico