Racconto di fiamma

di
genere
etero

Era da tempo che io e mia moglie eravamo sull'orlo della separazione. Incomprensioni, differenze di età, vedute e prospettive, ed una mia certa stanchezza per la vita che conducevo, che si era tradotta in un periodo di trascuratezza sessuale nei suoi confronti, l'avevano spinta fra le braccia di un altro uomo e, ancor di più, lontana dalle mie di braccia. Non si litigava nemmeno, la maggior parte del tempo avevamo un atteggiamento cordiale l'uno coll'altra, ma una cordialità che nascondeva la perdita della passione, del fuoco umano che ti porta a scontrarti ma anche a desiderarti.

In quei giorni posso dire che eravamo stati gradevoli: spesa assieme al supermercato e cucinato assieme, io il pane e la pietanza principale e lei dolce. E fu proprio sabato che lei si ricordò di un nostro simpatico vezzo del passato, soprattutto quando attendevamo ospiti: il mio sperma e qualche goccia della sua figa eccitata nell'impasto del pane! Era eccitante scopare mentre si cucinava e spargere i nostri liquidi sul cibo ed era eccitante farli poi assaggiare ai commensali, soprattutto se erano persone attraenti e carine. Non se ne accorgevano nemmeno, poche gocce che si scioglievano tra i sapori e le spezie. Ma noi sapevamo. E ne godevamo. Quanto ne avevano assaporato la sua cara mica Barbara, in tutta la sua eleganza altera ed il suo prestante marito. E quanta i suoi cugini, la bella Sara e Giuseppe. Spesso ne ridevamo. E proprio così, due giorni fa, mentre impastavo il pane per la domenica mi sorprende e viene ad abbracciarmi alle spalle. Pensavo fosse un abbraccio fraterno, come a volte capitava, nonostante la distanza creatasi fra di noi, spesso sentiva un bisogno di calore umano e tenerezza. Ma subito, invece, la mano corre alla patta dei miei pantaloni, sostandovi e muovendosi leggermente. “Ehi” le dissi. Nmmeno un attimo ed il mio cazzo si muove libero nella sua mano, eccitato dal tocco che tanto l'aveva trascurato: la mia cappella turgida esce dal prepuzio sotto la sua guida e gocce di voglia ne imperlano la superficie mentre coi fianchi spinge contro il mio sedere. Non perdo tempo a corro a cercare quei fianchi generosi con le mani per carezzarne i morbidi contorni e poi a continuare le carezze sotto la sua tuta a pelle per poi spingere la mano verso la figa che trovo ben rasata, umida e docile al dito. I nostri pantaloni calano a terra in un attimo e subito sento il suo monte di venere sfregare sul mio buco del culo mentre la sua mano corre lungo il mio cazzo sempre più eccitato.

Sapere che era stata di un altro mi faceva male, ma in quel momento avrei desiderato vederla scopare come se fossi uno spettatore, sentirle raccontare di come era stata presa e posseduta. Mentre pensavo a tutto questo la sento scivolare in basso, passare la mano sotto le mie gambe e afferrare il mio cazzo da sotto, continuando a masturbarmi lentamente, costringendomi a divaricare le gambe quel tanto che basta da potermi leccare il buco del culo: adorava poterlo fare e dominare parti del mio corpo che altri uomini le avevano negato. Posso sentire la sua lingua fresca e umida correre sul mio buco, sfiorarlo e penetrarlo leggermente, lasciare un leggero strato umido, mentre la presa da riverso sul cazzo stimola contemporaneamente cappella, asta e testicoli. La fermo e mi giro e lei prende a leccarmelo e succhiarlo in punta, senza usare le mani, come tanto mi piace, ma subito la fermo e prendo dolcemente per i capelli e, sollevandola, la spingo verso la camera da letto. La metto sul letto a quattro zampe e la libero velocemente di pantaloni e mutandine: la sua figa già fradicia è già aperta. Mia moglie stretta per natura trattiene urletti in parte di dolore e in parte di piacere, pur non essendo io mostruosamente dotato. Avevo però in quel momento la cappella assai gonfia ed il cazzo durissimo. Entro quindi scivolando bene ma lentamente fino a sentire la mia pancia contro il suo sedere. Mi fermo un secondo per lasciare che la penetrazione diventi più liscia e agevole ed in un momento comincio ad avvertire che quei gemiti si trasformano in ansimi mentre mi piego su di lei, lungo la sua schiena, ad abbracciarne i seni. Comincio così a muovermi e lei ad assecondare i miei movimenti mentre con le labbra succhia un mio dito allungato dal seno al suo volto sotto di lei.

Non avrei resistito a lungo, non scopavo da mesi e la sua stretta era veramente piacevole, quindi ogni tanto uscivo per respingere l'orgasmo ormai imminente e lasciavo il cazzo teso fra le natiche ad accarezzarne il culo. Lei allora allunga una mano alle mie spalle e me lo prende alla base e se lo indirizza verso il culo: è strettissima, poche volte me lo aveva concesso ed io quindi resto fermo per farle guidare l'operazione e sento i suoi fianchi indietreggiare ed il suo sfintere modellarsi piano attorno alla mia cappella mentre con la mano si carezza piano il clitoride e la sento godere reprimendo gli urli nel cuscino proprio mentre affondo in lei fino ai testicoli: due colpi di quella stretta e capitolo anche io, spruzzando sborra in diverse esplosioni successive, ritmate e pulsanti. Le gambe le cedono e si trova a pancia giù nel letto ed io crollo insieme a lei, su di lei, ancora dentro il suo culo. Languida continua a tenermi dentro e leccare e succhiare il mio dito e uscendo resto estasiato a vedere lente gocce di sperma che affiorano da dentro di lei.
scritto il
2020-11-23
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