Domenica mattina
di
Burton
genere
poesie
Cammino sulla cresta delle colline del Monferrato e ammiro da lontano le vette del Rosa ancora coperte dal bianco impalpabile. Capisco che lassù è ancora inverno mentre qui da noi la natura si sta risvegliando. L'arietta fresca di prima mattina pizzica ancora le narici, la bocca emette ancora il fumo bianco ad ogni respiro. Alcuni campi si fanno belli con la loro peluria verde tenero, altri ancora spenti e cupi. Le vigne intorno a me sembrano disegnate, i filari ordinati, i tralci legati a quei fili lucenti dalla luce del sole. Sembra tutto ancora triste e malinconico poiché spogli dalle loro foglie. Ma tutto si sta muovendo, i primi caldi arrivano e i germogli spuntano. I piccoli boschetti in disordine sono ancora nudi e lo sguardo li trafigge da parte a parte. Qualche cerbiatto in lontananza approfitta dell'erbetta tenera e fresca senza essere disturbato, tutta questa magnificenza è un regalo di Dio. La mia mente però è sempre in subbuglio, è un gorgoglìo di pensieri e preoccupazioni.
Voglio andare a perdere la pazzia tra le montagne mi dissi.
Voglio andare a perdere la pazzia tra le montagne mi dissi.
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